1842
Quando un Fratello desidera fare
adottare il suo bambino dalla Loggia di cui è membro
attivo, questa è convocata ed i lavori sono aperti
in 1° Grado nella forma solita. Il Venerabile
annuncia che il Fratello N. presenta suo figlio N.
alla Loggia e chiede se si voglia riconoscerlo come
uno dei suoi figli. Se nessuno dei Fratelli si
oppone a questa adozione, il Maestro delle Cerimonie
consegna uno scalpello e un maglietto, e mostrerà la
pietra grezza al presentatore (padrino). Il Venerabile gli
parlerà in questi termini:
M.V. Fratello mio, questo lupacchiotto che la natura
affida alle vostre tenere cure, alla vostra
sollecitudine intelligente, dovrà un giorno essere
la consolazione o il tormento della vostra vita, la
gioia o la vergogna dell'umanità, secondo la
direzione che saprete dare alle sue facoltà
nascenti.
La pietra che vedete (indica la
pietra grezza) è informe, senza utilità apparente, e
tuttavia se la si consegna allo scalpello di un
Phidias o di un Michelangelo, l'artista ne estrarrà
un capo d'opera. Fratello mio, appoggiate lo
scalpello su questa pietra grezza e col mazzuolo
colpite con i tre colpi misteriosi (al rumore dai
quali si spalanca la porta del Tempio).
I tre colpi che avete appena dato,
Fratello mio, simboleggiano il lavoro che vi impone
l'educazione di vostro figlio. La sua intelligenza,
ancora addormentata, è come la pietra grezza la
quale, nella sua forma primitiva, il passante calca
sdegnosamente con i piedi, mentre l'ammirerà
lavorata con le mani di un abile operaio. Consegnato
senza difesa alle funeste impressioni del vizio, il
vostro lupacchiotto diverrebbe presto il rifiuto
della specie umana, mentre ne sarà l'onore, se
avrete cura di formare il suo corpo alla temperanza,
di dirigere il suo cuore verso l'amore del bene e di
illuminare la sua intelligenza al candelabro della
verità.
Il padrino del lupacchiotto prenderà il filo a
piombo e lo disporrà in modo tale che l'estremità
sia posta verso il cuore del bambino. Il Primo
Sorvegliante lo toccherà alla mano destra e dirà:
1° Sorvegliante: Che la legge di
attrazione che fa tendere questo filo verso il
centro della terra governi le tue le azioni e le
faccia incessantemente tendere verso la giustizia e
la bontà, attributi per eccellenza del Grande
Architetto dei Mondi che avvicinano maggiormente
l'uomo della perfezione.
Poi il Primo sorvegliante, tenendo con la mano
destra un lato della livella, mentre il padrino
sostiene l'altro lato, si esprimerà così:
1° Sorvegliante: Apprendi che tutti gli uomini sono
uguali e che la giustizia è basata sulla grande
legge della reciprocità. Non prendere mai una
risoluzione nei confronti di un uomo, il tuo simile e
tuo uguale, senza chiedere a te stesso se sei
veramente pronto a dargli, onestamente, ciò che ti
prepari ad esigere da lui.
Il Venerabile ed il padrino prendono la squadra e la
tengono al di sopra del lupacchiotto;
M.V.: "Che la ragione e la coscienza si riuniscano
come i due lati di questo strumento, nel giudizio
che porterai delle azioni degli altri, nella ricerca
incessante della giustizia e della verità.
I due sorveglianti ed il padrino, portando ciascuno
una fiaccola, si avvicinano al candelabro posto
all’angolo di Sud-est; il padre e il suo
lupacchiotto, li seguono accompagnati dal
Venerabile, il quale una volta giunto al candelabro
dice rivolgendosi alla Loggia:
M.V.: Fratelli miei, promettetemi che darete tutti,
a questo bambino, l'esempio di rettitudine, del
controllo su se stesso e di un'austera moralità.
I Fratelli rispondono:
Tutti: Lo giuriamo!
Il Venerabile prende allora la fiaccola del primo
sorvegliante, accende il candelabro e dice:
M.V.: Andiamo, Fratelli miei, al candelabro di
Sud-ovest.
Qui giunto, il Venerabile si rivolge nuovamente
alla Loggia:
M.V.: "Promettetemi, Fratelli miei, che farete tutti
i vostri sforzi per impedire che questo lupacchiotto
cada nell'abisso senza fondo dell'impostura e
dell'errore.
I Fratelli rispondono:
Tutti: Lo giuriamo!
Il Venerabile prende allora la fiaccola del secondo
sorvegliante, accende il candelabro e dice:
M.V.: Andiamo, Fratelli miei, al candelabro di
Nord-ovest.
Si sposta seguito dal padrino, dai sorveglianti e
dal lupacchiotto, accanto al candelabro di
Nord-ovest dice rivolto alla Loggia:
M.V.: Promettetemi, Fratelli miei, che ispirerete a
questo lupacchiotto l'amore per i propri simili, il
sentimento della benevolenza e della fraternità
universale; promettetemi che gli ispirerete il
desiderio di lavorare, senza pausa e senza paura, al
bene e al progresso dell'umanità.
I Fratelli rispondono:
Tutti: Lo giuriamo!
Il Venerabile accende il terzo candelabro, con la
torcia del padrino e ordina di portare il bicchiere
depositato sull'altare che contiene del vino, lo
consegna al padrino, che lo afferrerà con la mano
sinistra, immerge poi il suo (del padrino) indice destro
che porrà poi sulle labbra del lupacchiotto e dice:
M.V.: Che la tua bocca non sia mai lorda di
menzogna, ma che le tue labbra si aprano per
proclamare la verità; che la tua voce echeggi
arditamente a difesa della disgrazia e
dell'innocenza contro l'oppressione, che porti la
consolazione e la pace nel cuore dei tuoi simili ed
il terrore nell'anima dei malvagi
Immerge un secondo volta il dito indice (sempre
il destro) del padrino nel vino, appoggiandolo in
successione sui due orecchi del lupacchiotto e
dice:
M.V.: Sii sempre attento alle lezioni della
saggezza e dell'esperienza; che mai la voce della
sventura trovi il tuo orecchio insensibile, ma
chiudila sempre alle seduzioni del vizio, ai sofismi
dell'errore ed alle suggestioni dell'ingiustizia.
Immerge una terza volta l'indice nel vino e lo passa
sulle palpebre del lupacchiotto e dice:
M.V.: "Che i tuoi occhi imparino a leggere nel
sublime libro della natura, e che si aprano presto
ai raggi della luce come la comprendono gli amici
della libertà. Fratelli, spegnete le vostre
fiaccole. Possano i voti che abbiamo appena formato,
gli impegni che abbiamo preso, contribuire a rendere
questo lupacchiotto felice e degno di sedere al
banchetto degli eletti della scienza.
Il Venerabile innalza un'invocazione al Sublime
Architetto dei Mondi (l'espressione Grande, o
Sublime, Architetto dei Mondi in luogo del
tradizionale Grande Architetto dell'Universo è
caratteristico dei riti egizi), e proclama il
lupacchiotto membro e figlio adottivo della Loggia.
I lavori terminano con le cerimonie ordinarie, ed al
termine dei Lavori il
Venerabile dice:
M.V.: Ritiratevi in pace, Fratelli miei, e portate i
voti ardenti che noi formuliamo per la prosperità di
quelli a voi più vicini per legami di sangue e di
amicizia.
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