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1842

 

Accadeva spesso che per le cerimonie di adozione o battesimo massonico, fossero coniate delle medaglie a ricordo dell'avvenimento (del tipo di quella a lato riportata) con inciso sul rovescio il nome della Loggia e la data dell'evento e che poi fossero donate come ricordo ai Bambini adottati. Ai Bambini veniva rilasciato anche un diploma, sotto ne è riportata uno in uso alla fine del XIX secolo.

Come testimonia un articolo del Fratello Cherpin ed il suo allegato nella raccolta dell'anno 1850 della Revue maçonnique alle pagine 126-142, ci furono delle interpretazioni divergenti riguardo la cerimonia di adozione.


Alle pagine 39 e 40 della rivista di Marconis de Nègre del 1853: Le Soleil Mystique de la Maçonnerie Universelle; si trova a firma di un certo Mangeant, la descrizione di una cerimonia di battesimo di questa epoca, identica a quella che la Loggia Loggia l'Asile du Sage aveva eseguito a Lione nel 1842; ne diamo di seguito la traduzione completa.

Nelle Œuvres maçonniques di N.C. Des Étangs (1848), si può leggere alle pagine 210-217, un Rituale di battesimo che si rivela particolarmente rappresentativo dei costumi della sua epoca. Ma ciò che è ancora più interessante di questo lavoro, è la polemica a cui darà il motivo (pagina 218-235), tra Des Étangs e la Rivista Massonica di Lione sull'opportunità di tali cerimonie, che abbiamo raccontato nelle pagine del Battesimo Massonico di Lione del 1844. Cherpin, direttore della suddetta rivista - svilupperà il proprio punto di vista - e farà le sue proposte su questo Rituale alle pagine 208-216 del suo lavoro L'Arche Sainte ou le Guide du Franc-Maçon.

Si tratta manifestamente qui di una cerimonia che riguarda, come si intuisce dall'immagine che accompagna il testo di lato riprodotta, i bambini in tenera età e ad imitazione, abbastanza chiara, del battesimo cattolico.
Un altro Rituale, probabilmente il primo del genere, quello di Riebesthal, datato 1825 che si eseguiva esplicitamente per i bambini con meno di 3 anni.

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La cerimonia di Blatin sembra invece rivolgersi, come si intuisce dall'immagine che accompagna il testo, che data 1861, ai bambini in età della ragione, come è anche il caso del Rituale, particolarmente paternalista, di Protettorato Massonico che si ritrova alle pagine 491-503 del lavoro di François Favre (1866): "Documents maçonniques"
 



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1842

 

Quando un Fratello desidera fare adottare il suo bambino dalla Loggia di cui è membro attivo, questa è convocata ed i lavori sono aperti in 1° Grado nella forma solita. Il Venerabile annuncia che il Fratello N. presenta suo figlio N. alla Loggia e chiede se si voglia riconoscerlo come uno dei suoi figli. Se nessuno dei Fratelli si oppone a questa adozione, il Maestro delle Cerimonie consegna uno scalpello e un maglietto, e mostrerà la pietra grezza al presentatore (padrino). Il Venerabile gli parlerà in questi termini:
 


M.V. Fratello mio, questo lupacchiotto che la natura affida alle vostre tenere cure, alla vostra sollecitudine intelligente, dovrà un giorno essere la consolazione o il tormento della vostra vita, la gioia o la vergogna dell'umanità, secondo la direzione che saprete dare alle sue facoltà nascenti.
 

La pietra che vedete (indica la pietra grezza) è informe, senza utilità apparente, e tuttavia se la si consegna allo scalpello di un Phidias o di un Michelangelo, l'artista ne estrarrà un capo d'opera. Fratello mio, appoggiate lo scalpello su questa pietra grezza e col mazzuolo colpite con i tre colpi misteriosi (al rumore dai quali si spalanca la porta del Tempio).
 

I tre colpi che avete appena dato, Fratello mio, simboleggiano il lavoro che vi impone l'educazione di vostro figlio. La sua intelligenza, ancora addormentata, è come la pietra grezza la quale, nella sua forma primitiva, il passante calca sdegnosamente con i piedi, mentre l'ammirerà lavorata con le mani di un abile operaio. Consegnato senza difesa alle funeste impressioni del vizio, il vostro lupacchiotto diverrebbe presto il rifiuto della specie umana, mentre ne sarà l'onore, se avrete cura di formare il suo corpo alla temperanza, di dirigere il suo cuore verso l'amore del bene e di illuminare la sua intelligenza al candelabro della verità.
 


Il padrino del lupacchiotto prenderà il filo a piombo e lo disporrà in modo tale che l'estremità sia posta verso il cuore del bambino. Il Primo Sorvegliante lo toccherà alla mano destra e dirà:

 


1° Sorvegliante: Che la legge di attrazione che fa tendere questo filo verso il centro della terra governi le tue le azioni e le faccia incessantemente tendere verso la giustizia e la bontà, attributi per eccellenza del Grande Architetto dei Mondi che avvicinano maggiormente l'uomo della perfezione.
 


Poi il Primo sorvegliante, tenendo con la mano destra un lato della livella, mentre il padrino sostiene l'altro lato, si esprimerà così:
 


1° Sorvegliante: Apprendi che tutti gli uomini sono uguali e che la giustizia è basata sulla grande legge della reciprocità. Non prendere mai una risoluzione nei confronti di un uomo, il tuo simile e tuo uguale, senza chiedere a te stesso se sei veramente pronto a dargli, onestamente, ciò che ti prepari ad esigere da lui.
 


Il Venerabile ed il padrino prendono la squadra e la tengono al di sopra del lupacchiotto;
 


M.V.: "Che la ragione e la coscienza si riuniscano come i due lati di questo strumento, nel giudizio che porterai delle azioni degli altri, nella ricerca incessante della giustizia e della verità.

 

 

I due sorveglianti ed il padrino, portando ciascuno una fiaccola, si avvicinano al candelabro posto all’angolo di Sud-est; il padre e il suo lupacchiotto, li seguono accompagnati dal Venerabile, il quale una volta giunto al candelabro dice rivolgendosi alla Loggia:
 


M.V.: Fratelli miei, promettetemi che darete tutti, a questo bambino, l'esempio di rettitudine, del controllo su se stesso e di un'austera moralità.
 


I Fratelli rispondono:
 


Tutti: Lo giuriamo!


Il Venerabile prende allora la fiaccola del primo sorvegliante, accende il candelabro e dice:
 


M.V.: Andiamo, Fratelli miei, al candelabro di Sud-ovest.
 


Qui giunto, il Venerabile si rivolge nuovamente alla Loggia:

 


M.V.: "Promettetemi, Fratelli miei, che farete tutti i vostri sforzi per impedire che questo lupacchiotto cada nell'abisso senza fondo dell'impostura e dell'errore.

 

I Fratelli rispondono:


Tutti: Lo giuriamo!

 

Il Venerabile prende allora la fiaccola del secondo sorvegliante, accende il candelabro e dice:
 


M.V.: Andiamo, Fratelli miei, al candelabro di Nord-ovest.
 


Si sposta seguito dal padrino, dai sorveglianti e dal lupacchiotto, accanto al candelabro di Nord-ovest dice rivolto alla Loggia:
 


M.V.: Promettetemi, Fratelli miei, che ispirerete a questo lupacchiotto l'amore per i propri simili, il sentimento della benevolenza e della fraternità universale; promettetemi che gli ispirerete il desiderio di lavorare, senza pausa e senza paura, al bene e al progresso dell'umanità.
 


I Fratelli rispondono:
 


Tutti: Lo giuriamo!
 

 

Il Venerabile accende il terzo candelabro, con la torcia del padrino e ordina di portare il bicchiere depositato sull'altare che contiene del vino, lo consegna al padrino, che lo afferrerà con la mano sinistra, immerge poi il suo (del padrino) indice destro che porrà poi sulle labbra del lupacchiotto e dice:
 


M.V.: Che la tua bocca non sia mai lorda di menzogna, ma che le tue labbra si aprano per proclamare la verità; che la tua voce echeggi arditamente a difesa della disgrazia e dell'innocenza contro l'oppressione, che porti la consolazione e la pace nel cuore dei tuoi simili ed il terrore nell'anima dei malvagi
 


Immerge un secondo volta il dito indice (sempre il destro) del padrino nel vino, appoggiandolo in successione sui due orecchi del lupacchiotto e dice:
 


M.V.: Sii sempre attento alle lezioni della saggezza e dell'esperienza; che mai la voce della sventura trovi il tuo orecchio insensibile, ma chiudila sempre alle seduzioni del vizio, ai sofismi dell'errore ed alle suggestioni dell'ingiustizia.
 


Immerge una terza volta l'indice nel vino e lo passa sulle palpebre del lupacchiotto e dice:

 

 

M.V.: "Che i tuoi occhi imparino a leggere nel sublime libro della natura, e che si aprano presto ai raggi della luce come la comprendono gli amici della libertà. Fratelli, spegnete le vostre fiaccole. Possano i voti che abbiamo appena formato, gli impegni che abbiamo preso, contribuire a rendere questo lupacchiotto felice e degno di sedere al banchetto degli eletti della scienza.
 


Il Venerabile innalza un'invocazione al Sublime Architetto dei Mondi (l'espressione Grande, o Sublime, Architetto dei Mondi in luogo del tradizionale Grande Architetto dell'Universo è caratteristico dei riti egizi), e proclama il lupacchiotto membro e figlio adottivo della Loggia.
I lavori terminano con le cerimonie ordinarie, ed al termine dei Lavori il Venerabile dice:

 


M.V.: Ritiratevi in pace, Fratelli miei, e portate i voti ardenti che noi formuliamo per la prosperità di quelli a voi più vicini per legami di sangue e di amicizia.