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Il CICLO DI PILATO Lettera di Pilato ad Erode
Erode, tetrarca dei Galilei, a Ponzio Pilato, governatore degli Ebrei, salute! [1] É con non poca tristezza che scrivo queste cose, come dicono le Scritture sacre, e penso che anche tu ti affliggerai al sentirle. Mia figlia Erodiade, ch'io amavo ardentemente, è morta giocando vicino all'acqua avendo questa valicato gli argini del fiume; effettivamente l'acqua la coprì fino al collo e sua madre l'afferrò subito per il capo affinché non fosse portata via dalla corrente, ma il capo della fanciulla fu troncato sicché a mia moglie non restò altro che il capo e tutto il resto del corpo fu preso dall'acqua. Mia moglie siede e piange tenendo tra le ginocchia il capo di sua figlia mentre tutta la casa è piena di tristezza. [2] Io poi sono andato incontro a molti mali dopo che ho udito che tu hai vilipeso questo Gesù, ed altro non desidero che andare a vederlo, adorarlo e ascoltare qualcosa dalle sue labbra ho compiuto in verità molto male contro di lui e contro Giovanni Battista e non ricevo che quanto mi merito. Mio padre, a causa di Gesù, ricoprì la terra con il sangue di bambini altrui; ed io a mia volta ho decollato Giovanni il battezzatore. [3] I giudizi di Dio sono giusti poiché ognuno riceve la ricompensa in conformità dei suoi desideri. E siccome a te è dato vedere di nuovo l'uomo Gesù, sforzati in mio favore e intercedi per me: secondo i profeti e secondo Gesù, il regno è stato dato a voi gentili. [4] Mio figlio Lesbonax si trova in grandissimo bisogno, in fin di vita, gravato ormai da molti giorni da una grave malattia Ed anch'io sono malato, afflitto dall'idropisia al punto che escono i vermi dalla mia bocca. Mia moglie ha perso un occhio a forza di piangere per i mali che si sono abbattuti sulla mia famiglia. [5] Giusti sono i giudizi di Dio avendo noi disprezzato lo sguardo dell'occhio giusto. Per i sacerdoti non c'è pace, dice il Signore. Li coglierà la morte e con essi il senato dei figli di Israele avendo essi steso iniquamente la mano contro il giusto Gesù. Ciò si realizzerà alla consumazione dei secoli, sicché i gentili prendano l'eredità del regno di Dio, mentre i figli della luce saranno gettati fuori: noi non avendo voluto custodire n‚ le cose del Signore n‚ quelle del Figlio suo. [6] Cingi dunque i tuoi lombi, esercita giorno e notte la tua autorità giudiziaria e resta unito a tua moglie nel ricordo di Gesù: vostro, infatti, sarà il regno. Noi abbiamo fatto patire il Giusto. E se v'è qualcosa che ci unisce, o Pilato, avendo noi la stessa età, dà una accurata sepoltura alla mia famiglia: preferiamo essere sepolti da te piuttosto che dai sacerdoti sui quali tra breve, secondo le Scritture di Gesù, verrà il giudizio. Addio! [7] Ti ho mandato gli orecchini di mia moglie ed anche il mio anello. Se qualcosa mi devi, me lo restituirai nell'ultimo giorno. Ecco che i vermi già escono dalla mia bocca e sto ricevendo la condanna di questo mondo. Ma temo assai più l'altra sentenza per la quale il Dio vivo mi applicherà criteri di giustizia doppiamente severi. Ce ne andiamo fugacemente scomparendo da questa vita dopo appena pochi anni dalla nascita: e qui troviamo il giudizio eterno e la retribuzione delle nostre azioni.
Anafora di Pilato Paradosis di Pilato Lettere di Pilato e Erode
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