Capitolo VIII

 

Del perché molte Medicine, a causa dei lor nomi altisonanti e delle stima che ne hanno gli uomini, che pensano che ciò che più costa meglio sia, sono tenute in gran considerazione, mentre altre, meno appariscenti e proprie del paese, sono superiori a queste in eccellenza ed in valore.

 

Oltre agli abusi prima mentovati, un altro vi si aggiunge di soppiatto; le prime son truffe in quantità e qualità, che svuotano la borsa, perché esse dipendono dagli umori degli uomini, che credono che una cosa sia buona se l’hanno ben pagata. Per questo Galeno nascose il proprio Impiastro d’Oro dai curiosi, per il quale ebbe cento corone, che invece era di scarso valore in se stesso; poiché vi sono molte cose eccellenti nell’uso che, se divulgate, la gente le disprezzerebbe stoltamente, perché mani volgari insozzano tutto ciò che toccano.

Alcuni motivi per i quali esse non paiono funzionar così efficacemente, è perché non fanno ben lavorar l’immaginazione, scoraggiando quindi alla cura e al risultato, perché se è vero che l’immaginazione altrui avrà su di me piccolo effetto, la mia medesima molto altera il corpo e può intralciare o promuovere un rimedio nella sua propria azione.

Ciò è evidente in molte malattie, e specialmente nella malinconia ipocondriaca, anche detta la vergogna de’ fisici perché raramente curata, ove la non efficacia della cura dipende dall’immaginazione pregiudiziale del paziente, che dispera di trovar aiuto; perché cure, dolore e disperazione alterano e cambiano il sangue, corrodono il cuore e travolgono gli spiriti, così questi più non possono attendere al loro ufficio; se quindi ciò potesse esser prontamente rimosso, vi è grande speranza di guarigione.

Sotto tale mantello, molti coprono la lor furfanteria e bramosia, altro non ricercando che guadagno dalla lor clientela, perché essi chiamano le loro Medicine con grandi nomi cosicché l’immaginazione del paziente, impressionata dalla ricchezza e valore del rimedio, faccia la cura; e quindi essi compongono le lor Medicine d’ingredienti rari come Oro, Argento, Perle, Bezoaro, Spermaceti, Muschio e molti ancora, dandone nomi secondo la lor nascita. Essi le chiamano il Balsamo di Vita, Il Gran Elisir, il Ristoratore di Vita, l’Oro Potabile, il Burro e L’Olio del Sole; e chi mai potrà dubitare dei loro trucchi coi quali confondono grandi moltitudini d’ignoranti? E però c’è del vero nei nomi dei farmaci da essi descritti, perché il Balsamo di Vita, tale è senz’altro per lor stessi, sostentandoli e mantenendoli vivi.

Ma anche ammettendo che queste costose Medicine siano buone ed utili, comunque essi devon confessare che altre, meno care, posseggano grandi virtù in loro stesse. Dobbiamo inoltre domandarci se essi, onestamente, non vendano un po' di sale per oro, o veleno per Balsamo di Vita, e abbiamo saputo di alcuni condotti alla soglia della morte a cagione del loro Mercurio. Dico ciò perché gli altri possano aver più cautela. Pensate cosa succederebbe se, per sbaglio si somministrasse Oppio al posto di Apium o prezzemolo. Così, essi sperimentano sul corpo degli uomini ed uno ne uccidono per salvarne un altro. Per di più, sebbene questi possan essere cordiali o antidoti eccellenti, eppure non sono appropriati alla malattia, e così, di conseguenza, lentamente conducono al dolore e alla rovina. Consideriamo, poi, l’abuso; il paziente caramente paga per ciò che gli è di misero vantaggio e rifiuta i mezzi alla sua portata, dove non vi è pericolo, essendo ciò confermato da esperienza e da tutti color che l’han provato. Non è difficile provare che ogni paese abbonda dei semplici più appropriati alle malattie del paese stesso, non c’è quindi bisogno di recarsi in India o di usar droghe esotiche.

Questa questione venne affrontata da molti uomini di studio e non vi perderemo ora troppo tempo. Noi non vogliamo negar l’uso, nel cibo e nella fisica, di spezie indiane ed arabe, né vogliamo condannar altri doni eccellenti di Dio, ma qui crediamo vi sia dolo nel lor prezzo. Usiamole quindi nei loro propri posti e tempi. Forse simili preziose cose furono fatte per grandi personaggi, e gran cura va profusa nella preparazione alfine di non sofisticarle. Dico che i ricchi posson permettersi di pagar salato per queste medicine, e cioè coloro che amano mangiar e bere l’oro, e sperano che, per via di questo, essi possano comprar ogni cosa terrena, e quindi anche la salute stessa.

Neanche vorremo si pensasse che noi ignoriamo le grandi virtù ed efficacia dell’Oro, ma qui diciamo degli abusi di quegli impostori che invece truffano e derubano: e possiamo tutti assicurare che nulla vi è di buono nel bollir e ribollir l’Oro. Essi gabellano il loro mestruo per Oro dissolto che, essendo ridotto a Spirito, può corrodere (e lasciamo che gli uomini lo sappiano); Imitando il cuoco distratto, che, avendo perso il brodo ove la carne bollì, porta a tavola una pietanza senza cuore né forza alcuna. Così essi, avendo consumato e perso il loro Oro con Sali ed in altri modi, vendono ciò che ne rimane. Quando l’uccello è fuggito, essi ne vendono il nido, e ciò essi chiamano L’Oro Potabile, spiritualizzato sol perché invisibile. Può essere che essi pongano dell’Oro nel lor forno, ma che, in tal maniera, essi possano produrre simili Medicine, noi lo neghiamo. Molti si chiamarono Alessandro, o Giulio, ma uno soltanto fu Alessandro il Grande, uno Giulio Cesare, gli altri avendone il nome solamente. Se alcuno dovesse investigar nell’eccellenza dei semplici dei nostri paesi, troverebbe lavoro bastante per se stesso, ma lasceremo ciò ad un’altra volta. Ma, per non dir del prezzo, possiamo forse noi non sospettar della preparazione, e cioè che essi, invece del vero, vendano preparazioni ingannevoli, facendo difetto della lor arte e professione? Perché la bilancia dell’umana fragilità ha giustizia da un lato, dall’altro profitto, con questo, spesso prevalente; onestà ci può essere d’intralcio, ma il profitto con sé reca piacere e delizia.

Così oggi i mercanti considerano parte del loro commercio l’imparar le tecniche per meglio adulterar le loro mercanzie. Questo quando i Tebani non avrebbero permesso ad alcuno di divenir magistrato se questi non avesse dismesso i propri commerci da dieci anni almeno, tempo nel quale egli dimenticato avrebbe la frode, ma io qui tutto questo non censurerò. Lo stesso potrebbe esser detto di coloro che vendono Medicine, siano essi fisici o farmacisti, se questi abusano della lor professione. Rimane quindi da mostrare che specifici o vegetabili e cose di poco valore esser più potenti contro il male di ciò che ha grande prezzo, né il motivo va’ cercato troppo lontano, perché le cose le cui proprietà assolutamente resistono alla malattia, queste di necessità abbisognano esser più efficaci di quelle che, per sbaglio, si accompagnano alla malattia e casualmente ne effettuano la cura. Nell’arte meccanica, se colui che eccelle in qualcosa si vanta delle proprie capacita in ciò che pur non ha mai visto, voi direste trattarsi di un abborraccione, ma impiegatelo in un commercio nel quale egli sia stato ben preparato ed egli mostrerà l’essere operaio valente; così nelle malattie, ove ogni specifico agisce nel suo proprio campo, ma se applicato ad un altro, risulta inefficace. Né ci possiamo attendere da alcuno (anche se fornito di cento mani) di conquistar un intero esercito, che però può essere vinto da piccola schiera di esperti militi, ma di ciò abbiamo detto.