Capitolo IV Della prima Legge e dell’eccellenza della Medicina sopra alle altre Arti, alla quale i Fratelli son devoti. Siamo ora giunti a parlar più nel dettaglio di ogni legge, ed inizieremo con la prima, cioè: Chiunque di essi si ponga in viaggio dovrà professar la medicina e curare gratuitamente, senza compenso alcuno. Fu la necessità a forzar l’uomo ad inventare le Arti per il di lui aiuto; la curiosità ha spinto alcuni all’opra per soddisfar la fantasia, mentre la lussuria non è rimasta indietro nel cercar mezzi per soddisfar sé stessa. Ora, tra queste arti ed invenzioni, alcune sono più nobili ed eccellenti, sia rispetto a sé stesse che nella stima degli uomini. Non crediamo forse l’essere il governare cosa Divina e maestosa? Cosa di più glorioso esiste che l’ingaggiar guerra con successo? Nella società, esistono mercanti, artigiani e uomini d’affari, e ciascuno agisce nella sua propria sfera. Per ogni profonda questione di divinità consultiamo l’abile clero e per casi legali dubbi e sottili, andiamo da un abile ed onesto avvocato; per malattie disperate cerchiamo il consiglio del fisico istruito e con molta esperienza. Ma la medicina, sembra di aver, meritoriamente, la priorità perché per quanto attiene alla malattia, il fisico governa l’Imperatore e prescrive regole e direzioni come il legale non può fare, perché la legge non ha forza e può essere cambiata ed alterata a piacere da chi primo la redasse. Allo stesso modo il fisico combatte con le malattie del corpo umano ed ingaggia fiere battaglie con queste, per pervenire al ristoro ed al mantenimento della salute, quasi perduta e decaduta. Così Aristotele pone la salute tra quelle cose sulle quali tutti gli uomini concordano, perché ognuno sa essere cosa migliore e desiderata lo star bene, quasi come l’esser ricco e prosperoso. Per cui l’impiego di un fisico è lontano dall’esser disprezzabil cosa, essendo nella chiara volontà umana, sempre tendente alla bontà ed alla felicità, il desiderio di mantener salute e guarirsi dalla malattia. Dio, all’inizio, creò l’uomo, e la Natura, di lui levatrice, ne condusse alla generazione dai semi dei due sessi; ed è ufficio del fisico il guarire l’uomo ammalato e ristorarlo alla sua salute originaria. Quest’arte, così, ha in sé molto del divino, avendo lo stesso oggetto della creazione e della generazione, cioè l’Uomo, che creato ad immagine di Dio fu Suo in virtù della creazione stessa, partorito da generazione di Natura. Anche l’incarnato Cristo, assieme alla cura dell’Anima, non disdegnò quella del corpo. Tra gli israeliti, i profeti praticarono la fisica, e tra gli egizi i sacerdoti, tra i quali venivano scelti i Re. Infine, grandi principi hanno studiato quest’arte, non per brama di ricompensa, ma per poter aiutare l’ammalato. Abbiamo udito di alcuni che, avendo molto ucciso in una giusta guerra, si dedicarono poscia, per ripulir se stessi, a professar la fisica senza compenso, facendo il bene in espiazione al male prima praticato. Essendo quindi la professione fisica si’ alta, nobile e sacra, dovremmo questa maggiormente ammirare tra le altre arti e scienze nelle quali eccellono questi Fratelli della onorata Società. Essendo io con confidenza convinto che essi, conoscendo i più intimi segreti di Natura, naturalmente possono produrre effetti alquanto strani, che molto stupiscono l’ignorante spettatore siccome testa di Gorgone, perché la medicina è a loro la più cara, essendo di grande profitto, e di valore. Ma alcuni peraltro, potranno obbiettare nei confronti del Fratelli che non di fisici si tratta, ma di empirici, che solo intrudono nel campo della fisica. Costoro, in verità meglio farebbero a guardar a casa che fuori. Vero é, e lo confesso, che pochi Fratelli furono educati, ma grandi eruditi essi sono; a conoscenza di saper profondo e competenti alquanto. La medicina da lor amministrata, essi osservano, essere il midollo del Gran Mondo. Per parlar ancora più schietto, la lor Medicina essendo il fuoco di Prometeo che, con l’aiuto di Minerva, questi rubò dal sole e portò all’uomo, e sebbene malattie e pene vennero poscia inflitte dagli dei (come narra il poeta) sugli uomini, eppur più potente della pena fu il balsamo di Natura. Il fuoco fu diffuso per il mondo tutto a beneficio del corpo e della mente, liberando chi dalle infermità, chi da passione dolorosa, perché nulla rallegra e contenta il cuore umano come questa Medicina Universale. Pietre preziose lavorate in polvere finissima e foglie d’oro fino ne sono gli ingredienti, come della medicina detta Edel heriz Pulver. Eschilo attribuiva l’invenzione della piromanzia, la composizione delle Medicine, la lavorazione dell’oro, ferro ed altri metalli a Prometeo, e per questo gli ateniesi gli eressero un altare assieme a Vulcano e a Pallas, in considerazione del fuoco necessario alla scoperta dei segreti di Natura. Deve però sapersi che, per portar la Medicina a perfezione, un fuoco a quattro facce è necessario, che, mancandone una sola, il lavoro tutto è perduto. |