Capitolo III Dell’intento generale e dell’effetto di tali leggi nelle particolari circostanze di luogo, tempo, mezzi e finalità. Avendo largamente discorso dell’autore e della causa efficiente di codeste leggi, ne tratteggeremo ora effetti e circostanze. Questo è probabilmente effetto che ovunque conviene alla di lui causa; dimodoché se il nostro autore fu uomo onesto allora quelle leggi da lui scaturite saranno parimenti buone, essendo cosa molto rara il notare degenerazione di germogli virtuosi dai loro genitori ed antenati. Quindi è evidente che queste leggi ben rispondono alla loro intenzione, ciò che si desume dall’ordine e dal fermo nodo di sincera amicizia che ancora continua tra quella Onorata Società; Perché se ragione, Natura e verità giustificar non potessero i propri atti, senza dubbio questi sarebbero da lungo tempo alla rovina e non avrebbero condotto ad alcunché. Molti, invero, puntano giusto ma falliscono nel colpire il bersaglio, e sappiamo che tempeste improvvise attraversano gli sforzi ed il desiderio del marinaio di raggiungere il suo porto sicuro; così colui che si accinge ad ogni nobile impresa troverà impedimento sul suo cammino, e se egli lo attraversa, si dovrà ringraziare Iddio, la cui provvidenza e benedizione sono state tanto felicemente ottenute. Questi fratelli, finora, non mostrano pentimento della loro condizione né lo faranno, essendo servi del Re dei Re, al quale essi dedicano ogni frutto del proprio lavoro. Essi tengono la religione in più gran conto di qualsiasi altra cosa, leggendo dell’onnipotenza di Dio nei libri scritti ed in quelli di Natura, e della provvidenza sua e pietà. L’aiuto ed il sollievo al povero ed all’oppresso essi tengono per dovere, e sicuramente divengono Cristiani per tali azioni, ritenendo disdicevole l’esser sorpassati in pietà da turchi e da pagani! Non è necessario conoscerne il luogo di ritrovo, noto solo a coloro a cui compete. Non è questo luogo in Utopia, o tra i tartari, bensì eziandio nel mezzo di Germania, l’Europa essendo simile a vergine, cui la Germania è ventre: essendo fuor di decenza alla vergine lo spogliarsi, se non vuol esser presa per puttana. Che sia sufficiente il saper che non è sterile, avendo essa concepito e partorito questa Fratellanza felice. Il ventre è illibato, eppur diede vita in abbondanza con arti e scienze rare e sconosciute. Questa è la Germania che oggi fiorisce ed abbonda di rose e gigli, innaffiati in giardini filosofici ove mano scortese non possa cogliere o sciupare. Le ninfe Esperidi Egla, Eretusa ed Espretusa qui han loro sicura dimora coi loro rami dorati, dalle insidie di Ercole. Qui i grandi tori di Gerione pascolano tranquillamente, lontani da Caco e dai maligni suo pari. E chi potrà mai negare la presenza, in questi luoghi, del vello d’oro o dei principeschi giardini di Marte e di Aeta; chi fingerà d’esser di Febo il figlio e di Fetonte il fratello? Qui trovano nutrimento pecore e buoi del Sole Pecude, da cui Pecunia derivò, Regina del mondo. Non servirebbe a scopo alcuno il narrare del come tutto ciò sia stato dedotto dal loro autore primo, perché già i fratelli a lungo ne parlarono, in grande dovizia nei loro scritti e libri. Egli introdusse tali insegnamenti in Germania, suo paese natio, dall’Arabia, inserendoli poi, come principi della Fratellanza. Furono questi originariamente trovati nella prima parte del libro detto "M", più tardi tradotto in latino e molto mentovato, e dal quale essi impararono molti misteri chiaramente osservando, pel tramite di esso come attraverso un vetro, l’anatomia e l’idea dell’universo. E tra breve, senza dubbio alcuno, essi lasceranno che il libro "M" venga dischiuso al mondo, cosicché coloro che bramano la conoscenza possano averne soddisfacimento, essendo io convinto che giorni felici siano prossimi, così che possiamo giudicare il Leone dalle sue zampe; e come riflussi e correnti marine (come dice Basilio Valentino) trasportano ricchezze a regni diversi, così questi segreti, svelati alle genti, avendo in sé stessi l’armonia del mondo cara a Pitagora, arrecherebbero non minor profitto e soddisfazione. Né è mai stato risaputo che due siano stati tanto simili come l’"F" all’"M", né mai vi sarà un altro "M". Il motivo per il quale queste leggi furon fatte fu per il bene comune ed i benefici che, in parte, anche i fratelli ne traggono per sé ed in rispetto agli altri, sia nelle menti o nei corpi per assicurar loro conoscenza, come per trovar rimedio alle altrui malattie, essendo lor ambizione il profitto ed il vantaggio al prossimo, motivo per il quale essi scelsero simile condotta. Ma se taluno avrà delle obiezioni, dicendo che la propria salvezza non fu considerata, questi insegnamenti lo confonderanno, così come invece saranno cagione di benessere per altri. In questo caso i piatti della bilancia sono pari, non favorendo alcuna delle parti, e la prima Unità è come il quinto, o secondo e terzo messi assieme. Ciascuno, come dice il proverbio, battezzerà prima il suo figliuolo, ed i fiumi, l’uomo saggio dice, non straripano se la fonte non è colma; meglio si dà a color che danno spesso. Ma imparerete, dalla Fama, che queste leggi vennero primariamente promulgate nel 1413. Egli nacque nell’anno 1378 ed iniziò a viaggiare a 16 anni, restò fuori sei anni e ritornò dopo otto, ma aspettò ancora cinque anni per compiere la sua opera e dar le leggi: ma tutto ciò è più congettura che realtà, essendo noi più interessati alla storia che ne causò l’origine. |