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I Catari erano dei dualisti cristiani, che accettavano il Nuovo Testamento, ed in questo si distinsero dai "Manichei", con i quali erano spesso accomunati dai cattolici (4). Essi credevano che l'intera vita umana fosse segnata dalla lotta tra il principio divino del bene, identificato con il Cristo e con il Dio del Nuovo Testamento, e la divinità del male, delle tenebre e della materia, identificata con Satana e con il Dio dell'Antico Testamento.
Per i dualisti assoluti, i due Dei erano sempre esistiti, in una eterna lotta, ed avevano creato i loro due mondi, quello dello spirito contrapposto a quello imperfetto della materia, il mondo nel quale noi viviamo.
Per i dualisti moderati, Satana non era un dio, ma un angelo ribelle caduto, che aveva comunque creato il mondo materiale e che aveva lusingato circa un terzo degli angeli ad unirsi a lui, che poi li imprigionò nei corpi umani, impedendo loro di ritornare dal Dio "santo e giusto"; per inciso i Catari accusavano la Chiesa Cattolica di essere al servizio di Satana, proprio perché attaccata e condizionata dai beni materiali e profondamente corrotta.

Le convinzioni basilari dei Catari consistevano nell'idea di Dio considerato eterno ed onnipotente, creatore di ogni cosa a partire non dal nulla ma dalla propria sostanza; nel convincimento sulla presenza, nel tempo, di una radice del male, in grado di inficiare ogni manifestazione originariamente buona; nella persuasione circa la mancanza di libertà nella creatura umana e circa la negatività della materia, irrimediabilmente caduca e impura, specie nelle sue manifestazioni corporee ed, infine, nell'interpretazione della figura di Cristo alla stregua di un angelo di Dio che era sceso sulla terra sotto forma di puro spirito assumendo le parvenze umane, chiamandosi Giovanni, secondo Belibasta, e la cui missione non consisteva nell'espiare i peccati e nel salvare il mondo, ma nel richiamare il principio della bontà presente nel cielo e, del pari, intrinseco in ogni uomo; va qui ricordato poi che, per i Catari, anche Maria era considerata di natura angelica.
Anche i Catari, quindi, aderivano al concetto docetista della mera apparenza della nascita, sofferenza e morte di Cristo sulla terra; con ciò questa figura di Cristo, che non coincideva con la dottrina cattolica, faceva sì che cadessero due simboli cristiani, legati alla vita terrena di Cristo: la croce, che i Catari negavano, se non addirittura odiavano, e la transustanziazione, la trasformazione cioè, del pane e vino in corpo e sangue di Cristo durante l'eucaristia, che i Catari respingevano con orrore.

Per i Catari, l'anelito continuo dello spirito era quindi quello di poter tornare un giorno, da "Dio Padre santo e giusto" fuggendo dalla dolorosa prigionia all'interno del corpo dell'uomo; cosa che i Catari cercavano di fare durante la loro vita attraverso il "Consolament" (5) poiché, altrimenti, sarebbero stati costretti a subire una continua metempsicosi, passaggio dello spirito da un corpo ad un altro, anche animale, fino a potersi riunire finalmente con Dio, la sola speranza di salvezza era pertanto riposta nella vita dopo la morte, che liberava dalla schiavitù della materia.
Centrale restava, all'interno della comunità Catara, un'accolta di "Perfetti" (perfecti, bon hommes), od apostoli, gerarchicamente distinti in vescovi e diaconi; essi erano incaricati della predicazione e dovevano condurre una vita ascetica, caratterizzata dalla rinuncia al matrimonio ed alla proprietà dei beni e da rigorose interdizioni alimentari.

Un lungo periodo di addestramento precedeva l'ingresso tra i perfetti, celebrato mediante il rito del Consolament, cioè con la solenne imposizione delle mani e con la consegna del "Pater Noster". La massa dei credenti, detti "auditores" o "credentes", non erano tenuti alle severe norme morali dei "Perfetti" ed, inoltre, potevano rimanere esternamente uniti alla Chiesa; ricevevano comunque, prima della morte, il Consolament, indispensabile, come abbiamo visto, per la salvezza.


I Riti e la Liturgia
La stessa convinzione che tutto il mondo materiale fosse opera del male esitava, inevitabilmente, nel rifiuto del battesimo trasmesso attraverso l'acqua, poiché si riteneva non potersi dare esecuzione al disegno di Dio utilizzando l'acqua che, in quanto materia, era stata creata da Satana, così come, per analogia era rifiutata l'Eucarestia ed anche il matrimonio, in quanto suggello dell'unione carnale, genitrice dei corpi materiali - prigione dell'anima - vale la pena di ricordare, a questo proposito che allo stesso modo era rifiutato ogni alimento originato da un atto sessuale, carni, latte, uova, ad eccezione del pesce, di cui, in epoca medievale, non era ancora conosciuta la riproduzione sessuale.
I Catari rifiutarono, pertanto, la maggior parte dei riti e delle liturgie cristiane per utilizzare le proprie, che erano rappresentate innanzi tutto dal "Consolament", una forma di rito complesso, fatto a adulti, con imposizione delle mani, e che riuniva in sé il valore dei sacramenti cristiani del battesimo, della comunione, della ordinazione e della estrema unzione. Con questa cerimonia, i Catari, da semplici fedeli si rinnovavano nei "Perfetti"; questi praticavano forme estreme di ascetismo, rinunciando ad ogni proprietà e vivendo unicamente di elemosina; solo i "Perfetti" potevano rivolgersi a Dio con la preghiera.
I semplici credenti potevano sperare di divenire "Perfetti" solamente attraverso un lungo cammino di iniziazione, seguito dalla comunicazione dello Spirito Santo, il "Consolamen”, mediante l'imposizione delle mani; molti credenti aspettavano di essere in fin di vita per chiedere il "Consolament" e preferivano, a quel punto, lasciarsi morire per digiuno, per non rischiare di essere esposti alle possibilità di peccato; questa pratica fu chiamata "enduro" e diventò popolare nel periodo del tardo Catarismo, quando la scarsità di "Perfetti" poteva rendere impossibile una seconda cerimonia di "Consolament", ove se ne fosse presentata
la necessità.

Il "Consolament" era anche somministrato quando un "Credente" era ritenuto inguaribilmente malato o ferito poiché era ritenuta questa l'unica via per permettere all'anima di fuggire dal corpo, dalla prigione terrena, affinché potesse ricongiungersi a Dio, in Paradiso.
Ricordiamo poi, tra le poche liturgie dei Catari, che anche in ragione di ciò mai edificarono chiese per le pratiche del loro culto, vi è il "Melhorament" (6), un'elaborata forma di saluto tra "Credenti" e "Perfetti"; "l'Aparelhament" (7), una confessione pubblica dei propri peccati e la "Caretas", un bacio rituale di pace.
La recita del "Padre Nostro", fatta eccezione per alcune invocazioni minori, costituiva, in pratica, l'unica preghiera accettata dai Catari ed a cui erano state apportate alcune significative correzioni del testo, come ad esempio il riferimento al "pane soprasostanziale" al posto del "pane quotidiano", inteso non come cibo materiale ma come insegnamenti di Cristo, e l'aggiunta in fondo alla preghiera della postilla "perché Tuo è il regno, Tua la potenza e Tua la gloria nei secoli dei secoli. Amen"; va ricordato inoltre che i "Perfetti" avevano l'obbligo di recitare il "Padre Nostro" più volte al giorno, solitamente in serie da sei, "serena", da otto, "sembla", o da sedici, "dobla".


Struttura, Organizzazione e Vita dei Catari
Così come già abbiamo visto, le comunità di fedeli erano divise in "Credenti", che tra di loro si chiamavano "Buon Uomini", "Buone Donne" o "Buoni Cristiani", ed i "Perfetti".
Tra i "Perfetti" esisteva una gerarchia definita da una semplice organizzazione in cui il capo di una comunità Catara, o di una "Ecclesiam", assumeva il titolo di "Vescovo" mentre il "Perfetto", destinato a succedergli era denominato "Figlio Maggiore" e quello destinato a succedere a sua volta "Figlio Minore", queste tre figure erano assistite, nelle diverse comunità, da "Diaconi"; non esistevano altre figure gerarchicamente superiori a quella del Vescovo né, tanto meno, un "Papa Cataro", titolo impropriamente attribuito a Niceta.
I precetti esistenti riguardavano i soli "Perfetti" che, per quanto già richiamato, non potevano che essere vegetariani, abolendo dalla loro dieta carne, uova, latte e derivati, ma, per la ragione già addotta, non il pesce ed i crostacei.
I "Perfetti" praticavano spessissimo il digiuno, a pane ed acqua, tre giorni alla settimana, oltre che nella Quaresima, nell'Avvento, dopo la Pentecoste o come penitenza per peccati di lieve entità.
I "Perfetti" non potevano mentire ed erano inoltre casti, condannando, come abbiamo visto, il matrimonio e l'unione sessuale, che portava alla procreazione, vista come atto peculiare del mondo materiale creato da Satana e che perpetrava continuamente quella catena delle reincarnazioni che proprio ai Catari spettava troncare.
Infine i "Perfetti" erano tenuti al precetto di non uccidere, il che li mise spesso in forte crisi quando si trattò di difendersi durante la crociate e durante tutte le successive campagne di persecuzioni intraprese dalla "Santa Inquisizione".
A questi precetti, tuttavia, non erano tenuti i "Credenti" od i semplici simpatizzanti, che poterono invece impugnare le armi per difendere la propria causa e la propria vita.

 


4 - Erano detti "manichei" poiché tutte le eresie dell'XI secolo comparse in Europa Occidentale sono state chiamate "manichee" dai cattolici, che utilizzavano tale denominazione in guisa di “eretico".

5 - Il rituale del "Consolamentum" o, in lingua d'oc, "consolament", inizia con il "Melhorament " il saluto formale dovuto dal "Credente" al "Perfetto"; il "Credente" si inginocchia dopo aver ricevuto la benedizione, da parte del "Perfetto" che pone il "Nuovo Testamento" sulla testa del "Credente" che recita un " Benedicte", tre "Adoremus" e sette "Pater Nostrum"; il "Perfetto", a questo punto, dà lettura, ad alta voce, dell'inizio del Vangelo di San Giovanni dopo di ché tende le mani sopra la testa del "Credente" come gesto del battesimo attraverso lo "Spirito Santo".

6 - II Melioramentum" o, in lingua d'oc, "Melhorament", era praticato dai Catari più volte al giorno come gesto di riconoscimento dei "Perfetti" in prossimità dei luoghi dove essi vivevano; nell'incontrare i "Perfetti", i "Credenti", dovevano inginocchiarsi tre volte intrecciando le mani in un gesto di preghiera, qualche volta i "Credenti" potevano semplicemente genuflettersi tre volte anziché inginocchiarsi; ad ogni inchino i "Credenti" richiedevano ai "Perfetti" la benedizione ed, in fine, la possibilità di essere da loro accompagnati verso "una buona fine"; così rispondevano i Perfetti: "Dio ti benedica. Noi preghiamo Dio perché faccia di te un buon cristiano e ti conduca ad una buona fine".

7 - L'"Aparelhamentum" o, in lingua d'oc, "Aparelhament" rappresentò una fattispecie di pubblica, generale, confessione praticata mensilmente; qualche volta aperta a tutti i "Credenti"; qualche volta aperta ai soli "Perfetti". La confessione era esternata in termini generali e sempre presenziata da un "Perfetto" che aveva titolo di assolvere i "Credenti"; qualche volta potevano essere imposte delle penitenze che si estrinsecavano nella recitazione di preghiere o nella pratica del digiuno.

 

 

Indice

Premessa Le Crisi Alimentari L'Eresia Catara La Dottrina Catara

La Repressione I Catari in Italia Conclusioni