Gli elementi da me riportati, pur non costituendo (forse) prove “dirette” di un satanismo o luciferismo massonico inteso come adorazione cultuale rivolta esplicitamente al Diavolo/Lucifero da parte di assemblee massoniche élitarie, tuttavia, sono sufficienti per affermare la presenza di un luciferismo (o satanismo gnostico) massonico culturale iniziatico ed esoterico, che non è affatto marginale in ambiente massonico. I Maestri Massoni (anche quelli regolari, membri di Massonerie maggioritarie o tradizionali) esperti di simbolismo massonico e di teorie esoteriche, possono facilmente giungere ad apprezzare Satana e/o Lucifero inteso/i come simbolo/angelo/spirito/forza occulta/manifestazione del Divino/Dio personale (ecc.) di Luce, di Conoscenza, di Bene e/o Male. Il Maestro Massone può inserire o attivare le sue simpatie gnostico-luciferiane nella ritualità massonica, a insaputa di altri massoni presenti. Inoltre, Maestri Massoni (soprattutto di Alti Gradi) convergenti in interessi gnostico-luciferini possono raggrupparsi in logge “speciali” o circoli culturali “extra-loggia” per coltivare ritualmente e speculativamente il loro Luciferismo. Tali Maestri Massoni possono pertanto identificare il Grande Architetto dell’Universo (termine massonico per indicare Dio) con Lucifero, o Satana, inteso come Dio e/o come principio morale e spirituale di “libertà” dai dogmi della Chiesa Cattolica ritenuti (nella cultura massonica) “oppressivi” della libertà di coscienza. In ogni caso, il massone “tradizionale” e “credente” non farà fatica a capire che il suo Dio (il GADU) non corrisponde affatto al Dio dei dogmi della Chiesa Cattolica. I Maestri Massoni protesteranno che nei loro rituali non compare il nome di Satana-Lucifero, ma non è necessario che esso compaia. Il singolo massone, può interiormente (o esotericamente) vivere il rituale con la sua comprensione magari diversa da quella degli altri massoni… La tolleranza religiosa della Loggia non può impedire ad un massone di considerare Lucifero quale nome simbolico o entità benefica di Luce, o addirittura quale nome o attributo di Dio… Interessante notare che scrittori massoni sottolineano che «Lucifer» non è il Satana-Diavolo del dogma cattolico… Questa strana difesa del nome «Lucifero» lascia sospettare che ai massoni quel nome piaccia… Si pensi all’“ossessione” massonica per il simbolismo della Luce, che “splende” soprattutto al 33° grado RSAA. Il rituale prevede che il candidato al 33° grado entri nel Tempio massonico portando una Torcia accesa (egli è perciò un Portatore di Luce ossia LUCIFER!). Il rituale precisa che tra le 11 Luci del Tempio del 33° grado, c’è un candeliere a due bracci che rappresentano il Bene e il Male che costituiscono la Creazione Immateriale. E tuttavia sono uniti in Loggia! E poi c’è un candeliere a 1 sola Luce: il rituale spiega che si tratta della Causa Prima, da cui tutto proviene… . I tentativi massonici di difesa dalle accuse di satanismo non sono sempre ben “architettati” e qui vale il proverbio: «il Diavolo fà le pentole ma non i coperchi». Riporto solo alcuni esempi. Nel 1874, sulla Rivista della Massoneria Italiana (GOI), diretta da Ulisse Bacci (all’epoca 30° grado RSAA) un anonimo massone lamenta che i Massoni sono calunniati ed accusati di adorare il Diavolo . Tuttavia, a proposito del Satana elogiato dal poeta massone Giosué Carducci, l’anonimo massone scrive: «Se, come disse il poeta, Satana è il nume vindice della ragione, i Liberi Muratori, sono lieti che il saggio spirito presieda e informi le loro adunanze; [...].» . Dal 1969 al 1977 si sono svolti dialoghi tra ecclesiastici e massoni, a cui ha partecipato il noto Giordano Gamberini 33°, vescovo gnostico, Gran Maestro del GOI (1960-1969) e, fino al 1979, direttore di Rivista Massonica (GOI). Il 18 giugno a Savona, si svolse l’incontro pubblico tra don Rosario Esposito e Gamberini 33°, nel corso del quale si disse che il satanismo massonico era solo un’invenzione di Leo Taxil e che ormai i cattolici potevano entrare lecitamente in Massoneria. Ma il 25 giugno 1969, lo stesso Gamberini 33° autorizzò la costituzione di una loggia del GOI dedita a studi esoterici, la Montesion di Roma. Negli anni successivi il MV della Loggia Montesion, Ivan Mosca 33° (morto nel novembre 2005), organizzò (col beneplacito del GOI) Seminari Esoterici in tutta Italia per Maestri Massoni del GOI. In quei seminari si evidenziava il carattere magico dei Lavori Rituali massonici. Dunque: da una parte il GOI mostrava ad ecclesiastici ingenui (come don Rosario Esposito) il volto e le mani “pulite” sostenendo la piena compatibilità tra Loggia e Chiesa. Dall’altra parte il GOI favoriva contemporaneamente la formazione esoterica dei suoi Maestri Massoni esortandoli ad esser operatori consapevoli della Magia del Rito Massonico. In uno di quei Seminari (“Seconda Accademia”, Caldaro 1975), nella relazione su La Magia, è scritto che il Massone deve padroneggiare la Legge del Binario o della Polarità, ossia deve Conoscere e Amare le Forze Opposte (del Cielo e dell’Inferno), deve esser capace di praticare la «Teurgia» e la «Demonurgia» (o «Magia Nera»), per cui (è scritto nella suddetta relazione, consultabile on-line): «Per conoscere Dio, insomma, non si deve odiare Lucifero» . I testi di quei Seminari furono pubblicati nel 1977 a cura del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani e oggi (2006) si possono ancora consultare sul website della Loggia Montesion.
Forse qualcuno mi obietterà: «Non devi confondere elementi di “massoneria di frangia” con la massoneria regolare». Rispondo: la magia segna indelebilmente e intrinsecamente i rituali della Massoneria regolare e tradizionale, i quali, di fatto, invitano il massone a penetrare “di più” l’occulto… Il concetto di “ricerca”, come quello di “Luce” e “illuminazione” è uno dei leitmotiv della cultura massonica… Un sistema di Alti Gradi massonici come il RSAA non è affatto “marginale” o “periferico” e i suoi rituali di iniziazione presentano elementi della cultura magica. Ribadisco che la tesi di Ellic Howe & Soci sulla “massoneria di frangia” è solo “fumo negli occhi” per i profani… Ribadisco la mia personale convinzione che la Massoneria e le Massonerie covano dentro di sé luciferismo gnostico e magia. Del resto troviamo anche massoni che notoriamente sono regolari ed implicati nelle cosiddette “massonerie di frangia” (es. il caso di William W. Westcott, John Yarker, Robert Ambelain…). La tolleranza massonica (della Massoneria “regolare” e “tradizionale”) non vieta affatto ai Massoni di dare culto (almeno interiore) a Lucifero purché lo si intenda come Dio o Principio di Luce e di Bene. Nella prima edizione italiana (1983-1986) di Morals and Dogma di Albert Pike 33°, curata da Elvio Sciubba e Ludovico Fulci (massoni del GOI e del 33° grado RSAA), troviamo anche note italiane al testo pikeiano, note che sono ovviamente a cura di Sciubba-Fulci. Nel commento al Terzo Grado di Maestro Massone, Pike scrive che «Pensiero e Azione sono i due principi regolativi della vita umana [...]. Il vero Pensiero è quello in cui culmina la vita. Tutti i pensieri saggi e sinceri suscitano nobili stimoli per attuare grandi iniziative17» . Alla nota n° 17 (curata da Sciubba-Fulci), riportata alla fine del capitolo pikeiano sul Terzo Grado, leggiamo: «Lettera di Giuseppe Mazzini ad Albert Pike, 22 gennaio 1870 (D. Margiotta, Ricordi di un trentatré. Parigi – Lione 1895, p. 74 nota)» . Quest’opera del Margiotta 33° è stata ristampata anastaticamente dalle Edizioni Brenner (Walter Brenner Editore) di Cosenza, nel 1988, anno in cui Elvio Sciubba era Sovrano del Supremo Consiglio 33° del RSAA giustinianeo. Le Edizioni Brenner stampano anche altri libri di Massoneria, scritti proprio da Massoni. Dunque Sciubba-Fulci mostrano di riconoscere a quel libro di Domenico Margiotta (ex-33°) una qual certa autorità e credibilità e sembrano proprio invitare i massoni a leggerla. In quel libro, Margiotta afferma che per i Massoni dal 30° al 33° grado RSAA, «Lucifero» è il «dio della luce» e non «il Satanasso» dei maghi neri e dei preti cattolici . Ed è proprio in Morals and Dogma (testo fondamentale nel RSAA) che i massoni italiani del RSAA possono imparare a conoscere (almeno qualcosa) di colui che è «il Portatore di luce o Fosforo, cioè il Lucifero della Leggenda» . E «la Stella del Mattino, alzandosi dall’Est» è, per i Massoni, «un emblema dell’alba della perfezione e della Luce Massonica, che sempre si avvicina» . Ancora a proposito di «Lucifero, il Portatore di Luce! […] Lucifero, il figlio del Mattino!» , Pike insegna ai massoni a non dubitare («Non ne dubitate!») che è proprio lui, «Lucifero», «è lui che porta la Luce» (ovviamente quella massonica). Sulla rivista fondata da Elvio Sciubba 33° (1915-2001), L’Incontro delle genti, il massone Francesco Indraccolo ha elogiato il «Lucifero», non il Lucifero=diavolo sulfureo (secondo quanto insegna il dogma cattolico), ma il Lucifero «caro al poeta Carducci» (cioè il Satana del celebre inno carducciano), «il Lucifero caro ai laici e coloro che tendono a razionalizzare tutti gli stati di coscienza», «il portatore di luce», «la Stella del mattino», simbolo della massonica «ricerca della Luce» . Nel 1999-2000 la rivista L’Incontro delle genti (come testimonia un suo foglio pubblicitario) distribuiva tra vari testi di esoterismo e massoneria anche il celebre libro di René Guénon, L’esoterismo di Dante. Discesa all’Inferno e salita al Cielo: le due tappe dantesche alludono – secondo Guénon – alle due inscindibili fasi di un unico processo alchemico: la Grande Opera. Per risalire è necessario prima scendere al centro della terra, dove si trova Lucifero… Nel pensiero esoterico, il centro è il luogo dove si conciliano tutti i contrasti e le contraddizioni… «Lucifero» è «il punto centrale» a partire dal quale comincia la successiva ascesa… Guénon spiega che il passaggio dantesco attraverso «Lucifero» non è privo di rapporti con i misteri della Camera di Mezzo (la Loggia dei Maestri Massoni), in cui si compie la morte-resurrezione simbolica del candidato… . Alla luce di quello che ho scritto in questo studio, e a prescindere dall’autenticità della circolare di Albert Pike 33° riportata da Margiotta, credo proprio che non sia difficile per un massone del 30° o 33° grado RSAA giungere a detestare il Dio dei dogmi cattolici (o per lo meno l’immagine di Dio rivendicata dai dogmi cattolici) e ad amare «Lucifero» inteso però quale «Dio di Luce e di Bene» (o per lo meno simbolo portatore della Luce Massonica) e non quale Diavolo del dogma cattolico. A tal proposito è curioso notare che il satanismo (Lucifero=Diavolo) è condannato anche dalla circolare pseudo-pikeiana riportata dal Margiotta… Insomma la Massoneria (e le Massonerie) costituisce un ambiente misterico-tenebroso le cui difese dalle accuse di satanismo non devono essere ingenuamente accolte come “oro colato”. A proposito dei rituali massonici, è pressoché facile conoscere le cerimonie di iniziazione (soprattutto dei primi tre gradi e, almeno in Italia, del RSAA), ma è difficile, o impossibile, conoscere i rituali dei Lavori di Loggia. Pertanto ci chiediamo: all’infuori delle cerimonie di iniziazione ai rispettivi gradi, cosa fanno ritualmente le Logge dei Cavalieri Kadosch (30° RSAA) e i Supremi Consigli del 33° grado RSAA? Per noi “profani” la risposta resta segreta e coperta da un velo di “tenebre”… Tuttavia, alla luce di questo mio studio, è lecito e ragionevole sospettare che tra i “Venerabili” Maestri di Loggia, i Cavalieri Kadosch, i “33”, ecc., ci siano coloro che si riuniscono in Loggia o in circoli extra-loggia per compiere “speciali” Lavori rituali a gloria della Luce del Grande Architetto dell’Universo… LUCIFERO! Certo, i Massoni che onestamente – con “trasparenza” – ammettono di “apprezzare” il nome «Lucifero» sottolineano energicamente che il loro Lucifer (Stella del Mattino) non è il Diavolo… ma il simbolo benefico della ricerca e della trasmissione della Luce massonica , o, addirittura, l’attributo luminoso del GADU, o il Cristo… Tuttavia, sta di fatto che la Luce Massonica è inconciliabile con la Vera Luce che è Gesù Cristo, il Cristo del Dogma Cattolico, Vera Splendente Stella del Mattino. Sta di fatto che la “luce massonica” è più simile, se non identica, a quella del Diavolo («Darkness Visibile»). Insomma, aveva ragione san Massimiliano Kolbe ad annoverare i Massoni tra i «servi di Lucifero»… Ovviamente liberi di interpretare il nome di «Lucifero» e la realtà da esso indicata… FINE.. no! l'articolo prosegue con una lunga sfilza di riferimenti bibliografici e di note, che abbiamo voluto risparmiarvi.
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