Tra gli autori cattolici contemporanei, dediti allo studio della Massoneria, ci sono coloro che sostengono l’esistenza attuale del satanismo massonico, ossia il culto a Satana/Lucifero celebrato da Massoni di Alti Gradi in segrete ritualità massoniche o “paramassoniche” con Messe nere (più o meno orgiastiche) e profanazioni eucaristiche…. Altri studiosi sostengono invece che la magia avrebbe una presenza ed un ruolo marginali nella scena internazionale della Massoneria regolare e maggioritaria, per cui le principali ragioni di incompatibilità tra Chiesa e Loggia sarebbero esclusivamente di ordine filosofico (razionalismo e relativismo). In genere, tali studiosi non riconoscono che la Massoneria sia legata al satanismo. Inoltre, non manca chi sostiene, addirittura, la perfetta compatibilità tra Chiesa e Massoneria. Generalmente, oggi, chi collega la Massoneria al culto demoniaco, è facilmente accusato di taxillismo o anche di “antimassonismo patologico”. Nel 1885, Leo Taxil, imbroglione marsigliese ed ex-Apprendista massone, si dichiara convertito al Cattolicesimo, e da allora comincia a pubblicare libri in cui denuncia il satanismo delle Logge massoniche. Secondo Leo Taxil, i massoni del 30° grado RSAA (i Cavalieri Kadosch) sono «i veri massoni», ricevono tutta «la luce» massonica e adorano esplicitamente «Lucifero». Nelle adunanze ordinarie dei Cavalieri Kadosh è prevista anche la recita della «Orazione a Lucifero» composta dal massone socialista Pierre Proudhon e tradotta in tutte le lingue dei Paesi in cui c’è il Rito Scozzese Antico e Accettato (RSAA). Così comincia l’Orazione: «Vieni, Lucifero, vieni! o calunniato dai preti e dai re!». In quell’inno satanico, Dio («Adonai» o «Jehovah») viene maledetto, dichiarato «detronizzato e distrutto», definito «ostile» (all’uomo e alla sua libertà), «carnefice della nostra ragione» e «spettro della nostra coscienza». Inoltre, alle riunioni ordinarie del 30° grado RSAA, quando si riesce a ottenere Ostie consacrate, queste vengono pugnalate più volte. I massoni riescono a procurarsi le Ostie «per mezzo della corruzione e dell’ipocrisia». Leo Taxil ha anche affermato l’esistenza del Palladismo, ossia la Massoneria superiore (diffusa in Europa, tra cui anche Inghilterra, Italia, Spagna incluse, e poi America, Africa), la quale recluta adepti tra i Massoni che abbiano almeno il 30° grado RSAA, e tra le Massone insignite almeno del 3° grado. I Massoni palladisti custodiscono la fede “ortodossa” in Lucifero, dio uguale a Jehova-Adonai (ossia il Dio dei Cristiani), e rifiutano di chiamare il loro dio di luce con il nome eterodosso di Satana (Avversario), con cui i preti del tenebroso e crudele Adonai calunniano il dio dei palladisti. Inoltre, le logge palladistiche celebrano sacrifici, o messe bianche, in onore del loro dio, Lucifero, da non confondersi – per i Palladisti – con le volgari messe nere dei satanisti ordinari. Nel suo discorso del 19 aprile 1897 (riportato anche su Rivista della Massoneria Italiana del 1897) Leo Taxil dichiara di aver inventato la “favola” del Palladismo. Tuttavia, se ci limitiamo ad un’analisi strettamente letterale del testo del suo discorso, Taxil non smentisce affatto il culto a Lucifero (con l’“Orazione a Lucifero” del massone Proudhon) che i Massoni del 30° grado possono apprendere (e le connesse profanazioni eucaristiche), così come è illustrato nel suo libro I misteri della Frammassoneria, libro in cui non c’è ancora traccia del Palladismo luciferiano dei posteriori “racconti” taxilliani. Inoltre, in quel discorso del 1897, Taxil spiega che «alcuni massoni», e «dei giornali massonici, come la Renaissance Symbolique» hanno “creduto” al Palladismo. Addirittura anche «dei massoni, dei 33», hanno creduto all’esistenza del Palladismo e hanno chiesto di farne parte. È chiaro che a partire dalla smentita parigina di Taxil (anno 1897), chi “osa” sostenere l’esistenza e l’attualità (dall’Ottocento ad oggi) del satanismo massonico, si vede tacciato di taxillismo o di antimassonismo patologico… A questo punto mi sono chiesto: il luciferismo massonico è stato davvero, da cima a fondo, un’invenzione di Leo Taxil? Dinanzi a tali fatti, ho sentito l’esigenza di studiare il problema, accostandomi direttamente – per quanto possibile – a fonti massoniche e, dopo un’attenta analisi, sono giunto alla seguente conclusione: gli studiosi che ritengono il luciferismo massonico una favola taxilliana sono piuttosto superficiali e, in fondo, molto più “taxilliani” (creduloni) di quelli che hanno creduto al “primo Taxil”. |