La Rivoluzione francese sconvolse tutto l'ordinamento del governo genovese ed invano la Repubblica cercò di mantenersi neutrale durante la guerra fra la Francia e la coalizione Austro- Piemontese. Invano, perché per i piani francesi era vitale il controllo di questo piccolo, ma potente stato, che poteva fornire un facile accesso al territorio italiano (e viceversa a quello francese), che disponeva dell'importante porto di Genova, con possibilità di eventuali sbarchi nemici e che, non in ultimo luogo, disponeva di risorse capaci di riempire i forzieri, disastrosamente vuoti, del Tesoro francese.
Già nel 1792 i Francesi avevano occupato Nizza e la Savoia e, nel 1794, vi era stata una incursione sulle coste liguri, mentre nel novembre 1795 il generale (massone) Schérer avanzò lungo la Riviera per un centinaio di chilometri, riportando la vittoria di Loano sugli Austro-Piemontesi.
Inoltre, all'epoca, Genova era indebolita da lotte intestine. L'oligarchia era in mano degli Spinola e dei Pallavicino, ma molte famiglie patrizie erano all'opposizione e, di conseguenza, non sapevano far di meglio che ostentare le loro simpatie verso la Francia. Infatti, Genova era diventata la piattaforma per la propaganda francese, sostenuta da abili ambasciatori come il Tilly, il (massone) Faypoult e soprattutto dal ministro (massone) Cacault, il quale nel 1792 era stato ministro presso la Corte napoletana.
Non è perciò sorprendente che, malgrado la disapprovazione ufficiale del governo, Genova fosse diventata un centro per tutti i Giacobini profughi dai vari stati italiani. E, dobbiamo ammetterlo, all'epoca era spesso difficile vedere una netta distinzione fra i Clubs dei Giacobini e le Logge massoniche. Molto attivi erano vari profughi napoletani, fuggiti dopo il processo del 1794, che aveva visto il supplizio di Vincenzo Vitaliani (massone) ed altri. In Liguria si erano così congregati: il fratello di quest'ultimo, Andrea, il Cosentino Franco Salfi (dall'amico e Fratello Cacault nominato «attaché» del Consolato francese), Antonio Bussi, Pellissier, Bonafous, Antonio Abamonte ed altri, mentre dalla Francia aiutava l'inflessibile Filippo Buonarroti. Tutti lavoravano instancabilmente per favorire l'intervento delle truppe francesi ed il Vitaliani fece ad esempio varie missioni rischiosissime in territorio piemontese, per preparare i patrioti di Acqui, Alba e, addirittura, di Torino.
A questo punto ci si potrebbe chiedere se tutta questa collusione con una potenza estera non costituiva un tradimento della patria, e perciò in contrasto con un Landmark massonico. Non dobbiamo, però, dimenticare che nella penisola - all'epoca ancora una conglomerazione di stati diversi - i progressisti, spesso Massoni e generalmente appartenenti alla media borghesia, erano relativamente pochi. A differenza di oggi essi non potevano presentare le loro idee rivoluzionarie alla massa del popolo, analfabeta, incapace di esprimere opinioni ragionate ed obbediente soltanto agli istinti che spesso esplosero in manifestazioni rabbiose ed imprevedibili. Generalmente i proclami dei Patrioti erano quindi rivolti ai governanti stessi, dai quali non era, però, da aspettarsi un consenso. Di conseguenza, gli idealisti rivoluzionari vedevano come unica reale possibilità un radicale cambiamento per mezzo dell'intervento militare da parte della Francia, dove la Rivoluzione del 1789 era stata appoggiata da un più largo strato di popolazione, più progredita di quella italiana, con minori differenze etniche e politiche.
Malgrado questa attività frenetica da parte dei Massoni e di altri immigrati, non ci risulta che negli anni '90 del settecento, a Genova ci fossero delle vere e proprie Logge.
Il comando delle truppe francesi nella zona meridionale francese era in mano del generale (massone) Schérer, il quale fece però pochi progressi, a causa della cronica mancanza di danaro. Il 2 marzo 1796 il comando fa dato al ventisettenne corso Buonaparte (nato un anno dopo la rinuncia di Genova alla Corsica), il quale non chiese fondi, ma soltanto potere, aiutato dal suo Commissario Saliceti (anch'egli Massone), uno scaltro ed abile compatriota corso.
Già il 28 marzo di quell'anno Napoleone era pronto per quello che, inizialmente, era inteso soltanto come un attacco diversivo all'esercito Austro-Piemontese e lanciava il famoso proclama alle sue truppe malnutrite, malvestite e maleducate, composte da solo 30.000 uomini:
«Voi siete nudi e affamati... io voglio condurvi nelle più fertili pianure del mondo. Vi troverete gloria, onore, ricchezza...».
All'indomani l'abilissimo generale iniziava il suo vittorioso Blitzkrieg, scacciando l'esercito piemontese e mettendo in ginocchio l'Austria. Nel maggio 1796 fu occupata Milano e, nella scia delle truppe francesi, i Giacobini-Massoni, come il Salfi, Abamonti ed altri, entrarono in Lombardia, dove li abbiamo già incontrati in un nostro precedente articolo (8, 9).
La Superba conservò la sua indipendenza dietro pagamento di forti somme di «indennità», ma questa libertà fu di breve durata ed il 6 giugno 1797, dopo vari tumulti ed il conseguente intervento militare francese, l'oligarchia capitolò e fu proclamata la Repubblica Ligure, che naturalmente era virtualmente asservita allo Stato francese, come le altre «Repubbliche sorelle» dell'era napoleonica.
Ci sono indizi (3) sulla successiva creazione di una o più Logge massoniche, ma a noi risulta nulla di documentato al riguardo. Ad ogni modo, se sono esistite, esse furono certamente proibite alcuni anni dopo, a causa della temporanea avanzata delle truppe alleate, durante la quale, a Genova, il generale (massone) Massena subì un duro assedio di 2 mesi, a cavallo fra 1799 e 1800.
Dopo la vittoria napoleonica di Marengo fu ricostituita la Repubblica Ligure (1802), sotto la rigorosa direzione del poco amato generale (massone) Déjan e sotto la guida amministrativa del (massone) Saliceti. Capo di polizia fu il (massone) Antonio Maghella (che in seguito rivedremo nel Regno di Napoli del Murat).
Da quel momento (1802) la Massoneria non trovò più ostacoli e poté operare alla luce del giorno. Di conseguenza, il 1° marzo 1802 il G. Oriente di Francia emanò una patente alla R:.L:. Fille de la Paix (5). Il primo Venerabile fu il Fr. Sebatier, seguito nel 1805 dal Fr. Cazac.
Il 12 aprile 1805 fu poi costituita la R:.L:. Les Vrais Amis de Napoléon, in seno al «67° Régiment de Ligne ou de Bataille», di stanza a Genova. Dai vari Calendriers del G. Oriente risulta (5) che il primo Venerabile fu il Fr. Raynaud («Chef de Bataillon»), seguito, nel corso dell'anno 1807, dal Fr. Desblaches «aide chirurgien-major»), dal Fr. Querilhac («major») e, nel 1807/08, dal Fr. Challaye («procurateur-général»). Sembra che verso la fine del 1807 il Reggimento abbia lasciato Genova e di conseguenza sia stata creata una omonima Loggia civile, la quale risulta aver ottenuto una Patente dal
G. Oriente in data 1 dicembre 1807, con il Fr. Challaye Venerabile. In quell'anno fu innestato sulla
Loggia anche un Capitolo del Rito Moderno (il Rito del G. Oriente di Francia).
Non disponiamo di piedilista di queste due Logge, ma dai pochi dati conosciuti traspare che esse furono di chiaro stampo francese, anche se Fratelli italiani erano ammessi. Nel 1805, l'anno in cui il territorio ligure fu incorporato nell'Impero francese, il G. Oriente di Francia ricevette una petizione per la costituzione di una nuova Loggia, con il titolo distintivo di Saint Napoléon, la quale dimostra segni di essere stata una iniziativa italiana. La Patente fu concessa e registrata il 2 dicembre 1805 ed il documento fu spedito alla Loggia più antica, cioè alla R:.L:. La Fille de la Paix, con il compito di presentarlo ufficialmente alla nuova consorella. Abbiamo, però, trovato un curioso stampato, una specie di libro bianco (leggi nota bibliografica 3), nel quale la R:.L:. Fille de la Paix e la R:.L:. Les Vrais Amis de Napoléon hanno spiegato perché la Costituzione per la R:.L:. St. Napoléon non fu mai presentata.
Pare che la nascita della nuova Loggia non fosse gradita alla L. Fille de la Paix, che fece tentativi per arrivare ad una fusione, per cui fu costituita una Commissione con componenti delle due Logge Fille de la Paix e St. Napoléon. La Commissione presentò una proposta per la creazione di una Loggia riunita, sotto il titolo di Fille de la Paix et St. Napoléon réunis, oppure, più semplicemente: La Paix et Napoléon. Alcuni dettagli riguardanti le preminenze e la distribuzione delle cariche non furono, però, ritenuti accettabili alla L. Fille de la Paix e di conseguenza, l'11 giugno 1806, il Venerabile Cazac scrisse una lettera, proponendo alcune modifiche, al Venerabile Pouyer della L. St. Napoléon.
Furono appunto questi dettagli a far fallire i tentativi, a portare ad una rottura aperta ed una guerra massonica (cose che fortunatamente oggi non capitano più, o quasi ...). In una lettera, indirizzata al G. Oriente, in data 28 ottobre 1806, la L. Fille de la Paix avanzò delle insinuazioni che nella nuova Loggia vi fossero degli elementi poco raccomandabili, che in essa regnasse il caos e che si lavorava clandestinamente nei gradi superiori. Fu detto che, per tali ragioni, si era stimato meglio di non procedere all'installazione della L. St. Napoléon.
Frattanto, la Fille de la Paix aveva trovato un alleato nella Loggia militare Les Vrais Amis de Napoléon, che all'epoca aveva i seguenti ufficiali: Raynaud (Venerabile), Chossat (l°S), Jacquement (2° S), Fournet (Segr.), Loutil, Desblaches SPR, Dufour, Ponthenier. Anche questa Loggia comunicò col G. Oriente, in data 9 novembre 1806, confermando il giudizio della L. Fille de la Paix. Riportiamo qui la traduzione di una parte di quella lettera, che non ha bisogno di commento e che sembra confermare che la storia ha l'abitudine di ripetersi:
... «Simili scene [di scandalo in seno alla L. St. Napoléon, con pubblicità nel mondo profano] in tutti gli altri posti sarebbero state soltanto indecenti; ma in queste contrade esse sono di una più grave conseguenza. Qui l'intolleranza esercita ancora il dispotismo più assoluto sull'opinione pubblica; il nostro istituto è l'oggetto principale del suo risentimento e suoi sospetti cadono su ogni nostra azione. Ardenti a perseguitarci, essi inventano ogni giorno le più atroci calunnie...» «... In questo Oriente dobbiamo rinunciare a qualsiasi speranza di successo e di gloria per l'Arte sublime che professiamo se, invece di usare i nostri vantaggi contro un nemico pericoloso, gli forniamo noi stessi i mezzi per attaccarci...».
Siamo a conoscenza soltanto delle accuse da parte delle Logge Fille de la Paix e Les Vrais Amis de Napoléon. Senza dubbio, però, la L. St. Napoléon avrà esposto il suo punto di vista, ed evidentemente con successo. Infatti, il 15 gennaio 1807, la L. Fille de la Paix ricevette una lettera dal suo rappresentante presso il G. Oriente Fr. Houel, il quale spiegava che il G. Oriente non aveva accolto le rimostranze e che riconfermava la disposizione di procedere alla presentazione della Costituzione.
Questo smacco fu, però, considerato troppo e, nella seduta del 15 gennaio 1807, la L. Fille de la Paix, che frattanto aveva perso 2 dei suoi membri in circostanze non meglio precisate (probabilmente essi erano andati alla L. St. Napoléon), decise di sciogliersi e di fare domanda di entrare nella L. Les Vrais Amis de Napoléon. La Costituzione per la L. St. Napoléon fu restituita al G. Oriente e fu suggerito che quest'ultimo nominasse 7 membri di ciascuna delle Logge Fille de la Paix e St. Napoléon per costituire un nucleo per una nuova Loggia riunita. Senza esito, però: la L. Fille de la Paix cessò di esistere ed il 17 gennaio 1807 la L. Les Vrais Amis de Napoléon accolse gli ex-componenti, fra i quali conosciamo i seguenti nomi: Cazac SPR (Ven.), Albert (1° S.), Bompois (2° S.), Armand (Orat.), Michel (Segr.). La L. Les Vrais Amis de Napoléon indirizzò un ultima lettera di rimprovero, assai amara, al G. Oriente ma con ciò la faccenda si concluse.
La contestata Loggia St. Napoléon continuò ad esistere e presto diventò la Loggia più importante di Genova. Il primo Venerabile fu Pouyer (Commissario di Marina), seguito, nel 1807 dall'avvocato italiano Tanlongo. Durante l'ufficio di questo ultimo, la Loggia creò anche un Capitolo del Rito Moderno. Il 4 luglio 1808 la Loggia approvò il proprio Regolamento (1), composto da 470 Articoli, in lingua francese. Furono stampati 250 esemplari, dal tipografo (Fr.) Giacinto Bonaudo (Piazza delle Vigne). Dall'art. 414 risulta che il costo della iniziazione era: Fr. 120. - (l°), Fr. 30. (2°), Fr. 50. (3°), mentre la quota annuale era di Fr. 3.50.
Dalle firme sul Regolamento risulta che a quel momento alcuni ufficiali e membri erano: Assolino (1° S.), E. Baldi [Batti ?], SPR (2° S.), Menici (Orat), Rezza RT (Segr.), Pasio, Rolandelli, G. Bonaudi (tipografo).
Inoltre, di questa Loggia sono conosciuti 2 stampati, di una importanza relativa, ed esattamente: il verbale della festa patronale dell'Ordine (S. Giovanni d'inverno) del 27 dicembre 1812 (2), ed una poesia, intitolata «La Maçonnerie regardée comme la plus utile et la plus sublime de toutes les institutions humaines», recitata durante la festa di S. Giovanni d'Estate dell'anno 1812 (4).
Le 4 Logge discusse finora appartenevano tutte al Rito Moderno (o Rito Francese) del G. Oriente di
Francia, mentre non vi è traccia dell'esistenza del Rito Scozzese Antico ed Accettato, così forte nel Regno d'Italia e nel Regno di Napoli. Fu, però, risuscitata una Loggia S. ]ean des Vrais Amis Réunis, costituita la prima volta nel 1787 da parte della Mère Loge de Marseille, accanita concorrente del G. Oriente di Francia, la quale aveva ripreso i suoi lavori nel 1801, assumendo la denominazione di Mère Loge Ecossaise de France (da non confondere coll'omonima organizzazione del Rito Filosofico di Parigi). La L:. des Vrais Amis Réunis non viene riportata sui Calendriers del G. Oriente (vedi nota bibliografica 5), probabilmente perché ricevette di nuovo una Costituzione da Marsiglia (non dal Rito Filosofico, e non nel 1811, come asserisce Le Bihan (7). Certo é che, il 21 giugno 1810, la Loggia si affiliò al Rito Filosofico (6) e questo sembra essere tutto quello che si conosce di questa Loggia.
L'unica altra Loggia napoleonica nel territorio ligure, menzionata nei Calendriers del G. Oriente, è la L. S. Jean des Apennins di Chiavari, costituita il 25 giugno 1806. Venerabile era il Fr. Mosselmann, un nome che fa pensare che si tratta di un Olandese o un Fiammingo.
In conclusione, dal verbale dell'installazione della L:.R:. Elisa all'O:. di Firenze in data 28 gennaio 1810 (9), risulta che quella Loggia era in rapporto con una R:.L:. La Nouvelle Réunion di Savona, che noi non abbiamo potuto trovare negli elenchi del G. Oriente di Francia né su quelli del Rito Filosofico e della Mère Loge de Marseille. Probabilmente si trattava di una Loggia militare.