Traduci il Documento «Rivista Massonica» – N. 6 – agosto 1979 – vol. LXX – XIV della nuova serie – pp. 269-297 (continuazione degli articoli apparsi su R.M. 1977 n. 3: pp. 153-160, n. 4: pp. 215-237, n. 7: pp. 399-424, n. 9: pp. 529-533) Il Ducato di Parma e Piacenza All'avanzata del rullo compressore napoleonico, nel 1796, a questo territorio fu risparmiata, per ora, la vergogna dell'occupazione. Fu firmata una tregua, a costo di ingenti somme di denaro e la consegna di opere d'arte. Però, dopo la morte del Duca Ferdinando, in ottobre 1802, il Ducato fu occupato dalle truppe francesi e nel 1808 seguì l'annessione formale all'Impero. Ovviamente, lo sviluppo della massoneria filo-francese non trovò ostacoli. PARMA (Dipartimento del Taro) R:.L:. Les Philadelphes (Patente del G. Orient de France in data 14 maggio 1804, mentre il Calendrier del 1805 dice 14 giugno 1804). 1805 M:.V:. Mareau de St Mery, «Conseiller- d'Etat», «Administrateur de l'état de Parma». 1808 M:.V:. Pierron, «Directeur de l'hospital militaire». 1809 M:.V:. Lucet (M.V. Agg. Bergongi). 1810, 14 M:.V:. Moissenet, «Inspecteur des douanes». Dal 1809 a questa Loggia era abbinato un Capitolo del Rito Francese. R:.L:. Les Enfants de Minerve (Patente del G. Orient de France in data 6 maggio 1808). 1809, 10 M:.V:. Pierron, «Directeur de l'hôpital militaire» (l'anno precedente era M.V. della R.L. Les Philadelphes!) 1814 M:.V:. Rosazza, «propriétaire». Nel 1814 viene menzionato anche un Capitolo del Rito Francese. R:. L:. des Amis de la Gloire et des Arts, in seno al 3° Reggimento di Fanteria leggera. Patente del G. Orient de France in data 12 febbraio 1802. Questo Reggimento viene segnalato di stanza a Parma nel 1814 (M.V. Réverend, M.V. d'Onore: MacDonald, «maréchal de l'Empire»); non abbiamo verificato la sua presenza negli anni precedenti. LO STATO PONTIFICIO (Roma, Lazio, Umbria) Con il trattato di Tolentino (19 febbr. 1797) Papa Pio VI dovette cedere le legazioni (Bologna, Ferrara, Forlì e Ravenna) alla Repubblica Cisalpina. Seguirono molti moti popolari e giacobini, a Roma e nelle province (Ancona si costituì in Repubblica filo francese). All'inizio del 1798, i francesi occupavano Roma, ed il 15 febbraio fu proclamata la Repubblica Romana. Alla fine del 1798 ci fu una breve occupazione delle truppe napoletane. Nel 1799 le truppe francesi dovettero temporaneamente lasciare Roma ed il 30 novembre rientrarono i napoletani. Dopo il ritorno in Italia di Napoleone, nel 1800, il dominio francese fu ristabilito, malgrado vari moti popolari anti-francesi. Nel 1808 tutto l'ex- territorio Pontificio fu incorporato nell'Impero francese. Nella confusione dei primi anni del secolo, la massoneria stentò a svilupparsi e soltanto a partire dal 1808, furono costituite delle logge stabili. ROMA R:. L:. La Réunion des Amis Sincères. Sappiamo poco di questa Loggia, con Patente del secolo precedente. Negli anni 1802 e 1804 viene segnalata come officina funzionante; nel 1803 e per tutti gli anni dopo il 1804, l'annotazione dei Calendriers è: «travaux pas en vigeur». R:.L:. La Vertu Triomphante (Patente del G. Orient de France in data 5 giugno 1808). La Loggia era affiliata al Rito Scozzese Antico ed Accettato. 1809 M:.V:. Tartaro, «propriétaire», M.V. Agg. Salvioni, M.V. d'Onore Vincentini. 1810 M:.V:. Vincentini. Indirizzo: Salviani, tipografo, Piazza S. Ignazio 153. 1814 M:.V:. Tartaro, «propriétaire», M.V. d'Onore: «Comte Miollis, général de Division, Gouverneur-général de Rome».Nel 1811 circa fu installato un Capitolo del Rito Francese. In quell'anno la Loggia, insieme al Capitolo, fece stampare il verbale della festa «in rallegramento della nascita del Re di Roma». R:. L:. Marie Louise (Patente del G. Orient de France in data 5 giugno 1810). 1814 M:.V:. Nicolas, «major de la trentième légion de Gendarmerie». Nel 1810 la Loggia fece stampare il verbale della festa di Napoleone e di Marie Louise. CIVITAVECCHIA R:. L:. Le Flambeau de la Méditerranée (Patente del G. Orient de France in data 15 ottobre 1811). 1814 M:.V:. Gallo, «Commandant d'armes, membre de la Légion d'Honneur». FROSINONE R:. L:. Les Amis de l'Honneur (Patente del G. Orient de France in data 10 maggio 1812). 1814 M:.V:. Scifelli, «Controleur des contributions directes» M.V. d'Onore: Borgia, «Chev. de la Légion d'Honneur». PERUGIA (Dipartimento del Trasimeno) Per i dati concernenti la massoneria napoleonica in questa città, ci rifacciamo quasi esclusivamente all'eccellente opera di Ugo Bistoni e Paola Monacchia 22 i quali, in 588 pagine, trattano la massoneria umbra con molta competenza. Già nella seconda metà del settecento, a Perugia fu attivo un «Triangolo» di massoni, che si appoggiava alla R:.L:. La Réunion des Amis Sincères di Roma. Da questo nucleo si sviluppò poi, nel 1788, la R:. L:. I Forti, vari membri della quale erano susseguentemente attivi anche nel Partito Giacobino. Ovviamente, l'essere massone non era senza pericoli nello Stato Pontificio, «dove la vigilanza del potere temporale era sempre più pressante, specialmente nelle piccole e medie cittadine in cui, al primo cenno sospetto, si incappava nella rete di solerti inquisitori sempre pronti a manifestare un eccesso di zelo alle superiori autorità». Nella Repubblica Romana (1798) i massoni erano molto attivi ed essi coprivano molte cariche pubbliche. Ma, all'avvento di Napoleone Imperatore, vari Fratelli cominciarono a mettere in forse le sue vere intenzioni. Diciassette massoni, invece, disposti a seguire le direttive imperiali con entusiasmo, fecero domanda (12 luglio 1810) al G. Oriente di Francia, per ottenere una Patente per una nuova Loggia, chiamata La Fermeté. Secondo gli autori del libro sopracitato, la Bolla fu rilasciata soltanto il 29 gennaio 1811, ma questo ritardo non viene confermato dai dati forniti dal G. Orient de France. Infatti, secondo i Calendriers, la Patente è in data 2 agosto 1810; forse quest'ultima data è quella dei registri francesi, mentre il 29 gennaio 1811 si riferisce alla data della stesura del documento. L'installazione ebbe luogo il 3 maggio 1811. R:. L:. La Fermeté (Patente del G. Orient de France in data 2 agosto 1810). 1810 M:.V:. Thomas Aubino (Aubin?), francese, sostituto procuratore generale imperiale. 1814 M:.V:. Rubimi (?) Forse da leggersi Aubino? L'Isola d'Elba L'ultima di questa serie di territori incorporati nell'Impero francese, è l'isola d'Elba, la cui Loggia napoleonica si è distinta, in più di un senso, da tutte le officine finora esaminate. Per i dati, ci rifacciamo largamente all'articolo dettagliatissimo di Carlo Francovich, originariamente apparso nella Rivista di Livorno (n. 4-1956), purtroppo oggi difficilmente reperibile. Attraverso i secoli, l'isola, soprattutto per ragioni strategiche, ha sempre avuto una esistenza assai travagliata ed ha conosciuto una moltitudine di «proprietari». Alla fine del settecento, la città principale, Portoferraio, apparteneva alla Toscana; Rio Marina, Marciana Marina, Campo e Longone (oggi Porto Azzurro) erano occupati dalle truppe napoletane, mentre il resto dell'isola era sotto il dominio dei Signori di Piombino, i quali sfruttavano anche le miniere di ferro (Rio). A Portoferraio, già nella seconda metà del settecento, vi erano state una o due logge, di cui, però, non si sa molto. Dopo la Rivoluzione francese, m quella città emerse un numero sorprendente di Giacobini, soprattutto nella classe più colta e più agiata della popolazione. Il 29 marzo 1799 le truppe francesi del generale (massone) Miollis sbarcarono sull'isola. A Portoferraio ed a Rio (la classe operaia delle miniere) esse furono bene accolte, ma nel resto dell'isola la popolazione, aizzata dai napoletani, fece una forte resistenza e, di conseguenza, il 17 luglio i francesi furono costretti alla capitolazione. Molti Giacobini locali furono deportati, per finire poi in Francia. Ovviamente, dopo la vittoria napoleonica di Marengo, nel 1800 le cose cambiarono e questa volta tutta l'isola fu occupata, mentre anche gli esuli giacobini ritornavano, all'inizio del 1801. Come negli altri luoghi italiani, anche a Portoferraio, presto, i militari e funzionari francesi fondarono una Loggia, il 2 giugno 1803. Un fatto eccezionale è che il libro dei verbali di questa Loggia (dal 2 giugno 1803 al 19 luglio 1806) è oggi conservato nell'Archivio Comunale di Portoferraio. La fondazione viene così annunziata: «Procès verbal de la Réunion des Maçons de differents ateliers, pour aviser l'édification d'un Temple dans la ville de Portoferraio (isle d'Elba) le deuxième jour du quatrième mois de l'an de la Vraie Lumière 5803 (2 messidor anno XI)». Fra i primi dignitari ci furono: M:.V:. Giraud, «chevalier Rose-Croix, Vénérable de la R. Loge régulière de la Paix à l'Orient de Toulon». 2° Sorv. Mariotti, «Elu, Vénérable de la Loge […?]» (*c). Orat. P. J. Briot, «Chevalier Rose-Croix, membre du Grand Orient de France». Segr. Sigisbert Hugo, «Chevalier de l'Orient, membre de plusieurs ateliers et notamment de celle des Amis de la Vertu à l'Orient de Paris». ◊Fr. Terribile Laroudraye, «M. A…, membre des Amis [de la Parfaite Union?] à l'Orient de Livourne». Durante quella prima riunione, prese la parola l'Oratore, il Fr. Briot, il quale propose «de donner à la R. Loge, vu les circonstances et les dispositions menaçantes de l'Ennemi, le titre distinctif des Amis de l'Honneur français». Infatti, sotto questo nome la Loggia fu iscritta nei registri del G. Oriente di Francia, in data 5 giugno 1804, cioè con un ritardo di un anno (*d). Ben presto furono iniziati anche un numero sempre crescente di cittadini elbani, molti dei quali erano ex-Giacobini e futuri aderenti alla Giovine Italia. Ricordiamo i Fratelli: Vantini, Izzo, Fortini (di Rio), Bigeschi, Manganaro, Traditi, Lapi e Pezzella. Interessante la presenza di Pierre Joseph Briot, l'idealista «democratico», che molti ritengono abbia introdotto la Carboneria in Italia (a Cosenza, dove egli risiedette per due anni, a partire dal 7 luglio 1807, quale Intendente della Calabria Citeriore). Vari di questi idealisti della Rivoluzione, come appunto Briot, non potevano andare d'accordo con le tendenze dittatoriali di Napoleone e, di conseguenza, essi cercavano di stare lontani da Parigi. A causa di questi contrasti, Briot si dimise dalla carica di Commissario Generale dell'Elba, e lasciò l'isola il 15 novembre 1803. Un altro personaggio di riguardo era il padre di Victor Hugo, il Fr. Sigismond Hugo, il quale all'epoca era di stanza a Portoferraio. Uno dei fondatori della Loggia Les Amis de l'Honneur français era François Morenas, un Fratello che abbiamo già conosciuto in precedenza, quale Venerabile della L. Les Amis de la Parfaite Union, all'O. di Livorno. Questo francese, originario di Avignone, dopo la sua condanna da parte del Governo Granducale nell'anno 1800, tornò in Francia, ma, all'inizio del 1801, egli si trasferì all'Elba, nella scia dei Giacobini elbani, esiliati nel 1799. Sull'isola, Morenas, godendo della fiducia di Briot e del suo successore Galeazzini, ebbe una serie di cariche pubbliche e militari ed è anche stato Venerabile per molti anni. Nei vari Calendriers del G. Orient de France (1807), il Venerabile Morenas figura come «rentier». Probabilmente a causa di personaggi indipendenti come Briot, la R:.L:. Les Amis de l'Honneur français non si abbandonò mai agli stomachevoli elogi al «grande Pacificatore» Napoleone, come fecero invece tutte le logge finora esaminate. Anzi, nei verbali, egli non viene mai menzionato, neppure durante la sua permanenza sull'isola dal 21 aprile 1814 al primo marzo 1815. E sembra che anche Napoleone abbia ignorato la Loggia. Mancano i verbali tra giugno 1805 e giugno 1814. L'ultima elezione per le cariche ebbe luogo il 21 giugno 1815 (non era ancora arrivata la notizia della disfatta di Waterloo il 18 di quel mese), con il seguente esito: M:.V:. A. Ph. Hector Dejoli, S.P.R.+, «Payeur de la Guerre». 1° S. Jean Baptiste Dalesme, rosacroce, Governatore militare dell'isola. Orat. Vincenzo Vantini, S.P.R.+ Segr. Manganaro. Tes. Cesar Dejoli, «officier de marine». Il 6 agosto 1815, «vu les circostances politiques où l'on se trouve», la Loggia si sciolse. In questo contesto, però, è da notare che, tra le altre eccezionalità, questa Loggia può vantarsi del fatto di essere stata l'ultima Loggia napoleonica, in vita in Italia. Infatti, il verbale del 9 dicembre 1814 parla di un modenese che aveva fatto il viaggio all'Elba per essere iniziato, Portoferraio essendo «le seul Orient d'Italie ou la Lumière brille». Secondo noi, sarebbe molto utile riesaminare l'interessantissimo materiale, presente a Portoferraio, da un punto di vista puramente massonico (Carlo Francovich non è Massone). *c Non sappiamo se si tratta di omissioni da parte di Francovich, oppure del verbale stesso. Abbiamo suggerito che si trattasse (nel secondo caso) della loggia «Les Amis de la Parfaite Union», perché non conosciamo un'altra loggia il cui nome comincia con «Amis». D'altra parte, non sapevamo che quella loggia si era risuscitata, dopo il 1800 31. *d Francovich pensa che la risposta del G. Orient de France sia venuta soltanto il 2 febbraio 1805, ma la lettera da lui citata si riferisce alla circolare, spedita a tutte le logge, annunciante che il G. Orient aveva concluso un concordato con tutti i Riti (coi quali in precedenza era in contrasto). Le logge appartenenti a quei Riti, in precedenza espulsi, venivano con questo accordo di nuovo iscritte nel registro, con il loro vecchio numero. |