CAPITOLO QUARTO

Uno scrittore del secolo scorso, ipotizzò che la parola latina planeta, che nella nostra lingua, significa pianeta, fosse il nome misterioso che rinchiude il segreto del nostro magistero; dando per scontato che questa parola conviene ai sette metalli, come alle sette stelle che comunemente si chiamano pianeti, giacché, sostiene, Saturno, Giove, Marzo il Sole, Venere Mercurio, la Luna sono certamente pianeti, ma sono anche dei metalli; & che questa parola planeta, è composta di sette lettere. Ora, sebbene gli Astrologi abbiano attribuito ai sette pianeti, non solo gli stessi nomi di cui i Filosofi si sono serviti per chiamare i sette metalli, ma anche gli stessi caratteri che avevano inventato per distinguerli, non ne deriva tuttavia, &  sarebbe anche ridicolo inferirlo, che lo stagno, per esempio, sia un pianeta, vale a dire, una cosa vagante & peregrinante, che è, poi, quanto la parola latina planeta significa. Ma si deve dire solamente che Giove è una parola di cui i Filosofi & gli Astrologi si servono indifferentemente; i Filosofi per significare il metallo che abitualmente si chiama stagno; & gli Astrologi per indicare il pianeta o stella errante che si situa tra quella che essi chiamano Saturno, & quella che chiamano Marte. Ugualmente è degli altri nomi che sono comuni ai metalli & ai pianeti. Così che, questo nome planeta, non sta’ a significare la vera & unica cosa necessaria alla nostra opera filosofica, quantunque le due lettere greche alfa & eta vi si trovino, come nella nostra vera parola.  

Accorrete, profani, voi che siete apprendisti, non delle scienze, ma delle ricchezze, accorrete; vado a pronunciare questa parola misteriosa. Ricordatela bene, questa parola sacra; perché se non vi farà acquistare delle nuove ricchezze, almeno non vi occasionerà a dissipare quelle che già possedete; e forse vi solleciterà, in avvenire, a rendervi degni di essere iniziati nei nostri misteri. Se siamo troppo severi a negare la ricompensa a quelli che non la meritano, siamo anche molto equanimi per non rifiutare aiuti a quelli che sono degni della nostra attenzione. Ascoltate dunque, vado a pronunciarlo, questo parolone. Eccolo: Saggezza.  

Bene, profani, la parola è detta, siete ora più istruiti? Probabilmente nò. Non è così, però, per quelli che, grazie alla rettitudine della loro intenzione, & la purezza dei loro costumi, hanno acquisito già alcune conoscenze nella nostra arte; a loro questa parola auspicata scopre il resto. Sì, è questa parola che indica loro di cercare il nostro azoth o sperma filosofico soltanto nel regno minerale, dove si trova, & no nel regno animale o quello vegetale dove non si trova. Andate a nascondervi nelle tenebre dunque, & lasciateci lavorare tranquillamente alla luce. 

E voi, cari figli della scienza, se voi non farete mai nulla di indegno con questa parola, sarete sempre felici; non avrete più bisogno delle mie lezioni; anzi, sarete anche in grado di farne agli altri.

 

 

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