Introduzione

Sul "Conoscere se stessi"

Il Massone e la Morte

Conosci te stesso

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Introduzione

   Noi della Paracelso abbiamo sempre considerato l’Officina, come un organismo che funziona e vive grazie all’interazione dei suoi componenti.
Una nostra caratteristica è la Ricerca, sempre guidata dai rituali e dalle regole Massoniche, che motiva e distingue tutti noi, pur con i nostri limiti e difetti, ed è il legante che ci rende orgogliosi di essere parte integrante dell’Officina e più in grande della Massoneria.

   I nostri MM\ VV\, nel formulare il programma dei lavori, hanno perseguito gli obbiettivi di migliorare l’Egrègore, accrescere la consapevolezza dell’essere Massone, migliorare l’impegno nell’adempiere ai ruoli esoterici ed essoterici assunti nella gestione dell’Officina, favorire la crescita iniziatica e numerica della Loggia.

   Nel biennio 2003-2004, allo scopo di soddisfare il principio di "edificare templi alla virtù e scavare oscure prigioni al vizio", si è proposto il tema "Conosci te stesso".

   Nel passato molti uomini si sono applicati con maggiore o minore successo nella ricerca. Dice Stendhal "Si può conoscere tutto tranne se stessi", Pascal è più sfumato:"Bisogna conoscere se stessi, e qualora non servisse a conoscere la verità, servirebbe a regolare la propria vita".
Ma noi sappiamo come condurre questa introspezione? Come "Conoscere se stessi"? Ognuno può avere le proprie idee, ma dovremmo forse toglierci le molteplici maschere che indossiamo, anche quella di quando ci osserviamo davanti allo specchio? Quella soprattutto, è la maschera che ci protegge dal nostro stesso giudizio. Toglierla significa demolire la nostra immagine. E’ certo che il perfezionamento comincia dalla demolizione di ciò che non va, per ricostruire con "pietre" ben squadrate.

   La frequenza di un gruppo legato dagli stessi intenti, dai rituali, può sicuramente aiutare. La Massoneria con le sue proposte ed i suoi strumenti ha la finalità di migliorare l'Uomo. Ognuno matura le convinzioni sulla propria immagine, influenzato dalla cultura, dalle proprie capacità percettive, cognitive, riflessive, intuitive, professionali. Il desiderio di migliorarsi però, non può prescindere dall'analisi di se stesso, ed il lavoro comune in cui ci si confronta con gli altri, facilita questo compito.
"Per conoscere se stessi", dice Socrate, "bisognerebbe intanto conoscere l’uomo, in modo che conoscendo se stessi, potremmo prendercene cura".
Quindi è necessario guardare nell’anima dell’Altro per conoscere la propria.
Le espressioni verbali, mimiche corporee, grafiche, artistiche o letterarie dell’Altro, aiutano ad intravedere frammenti che conosciamo o riconosciamo, a scoprire e intuire tutto ciò che i nostri occhi possono e vogliono vedere, a conoscere parti di realtà ancora sconosciuta dell’oggetto/soggetto "uomo" nella ricerca di noi stessi.

   Dalla proposta "Conosci te stesso", che nell’athanor dell’officina ha portato a numerosi interventi e sicuramente a profonde riflessioni, ogni fratello ha tracciato tavole stimolanti, qui ve ne proponiamo alcune.

Da: www.grandeoriente.it