Paragrafo Terzo
22 - Zohar I 145a su 13:24 del testo di Giobbe.
Perché mi nascondi la faccia e mi consideri come un nemico?
… ugualmente si trova in Giobbe: mi conti come tuo nemico (oëb). Così il iyob, cioè Giobbe, è stato trasformato nel parola oïeb, come è stato già spiegato.
22 - Zohar I 6b su 14:11 del testo di Giobbe.
Potranno sparire le acque dal mare e i fiumi prosciugarsi e seccarsi …
Dopo che l'essenza divina chiamata Io, fu esiliata, le acque di questo fiume prosciugarono e non diffusero più luci come in precedenza. È a questo fiume che fanno allusione le parole della Scrittura: il fiume prosciuga, è secco. Le due espressioni prosciugare ed asciugare sottintendono il primo ed il secondo tempio di Gerusalemme.
22a - Zohar I 186b su 14:11 del testo di Giobbe.
Anche le acque dell'alto prosciugarono, così come è scritto: le acque del mare spariscono; il fiume si prosciuga e si secca . Considerato che l'uomo è formato in questo mondo sul modello dell'alto ne consegue che per chi lascia prosciugare la sua sorgente o non produce in questo mondo dei frutti, vale a dire se non prende moglie, o anche ne prende una incapace di avere dei figli, oppure conosce la sua donna in modo contro natura, commette un crimine irreparabile; ed è a lui che si applicano le parole della Scrittura: l'errore non può più essere riparato (Qoelet 1:15).
23 - Zohar III 219a su 15:2 del testo di Giobbe.
Potrebbe il saggio rispondere con ragioni campate in aria e riempirsi il ventre di vento d’oriente?
Il Pastore Fedele chiese, che significano le parole: … con ragioni campate in aria ('abra)? Abra vuole dire collera, ebra, uno dei capi dei cattivi spiriti. Per sviare il cattivo spirito, occorre cambiare residenza, nome e condotta. Abramo agì in questa maniera: lasciò il suo paese; cambiò nome ed anche abitudini. Quando Dio cacciò Adamo dal Giardino dell'Eden, ne trasformò anche le sembianze, così come è scritto: … tu (fatte appassire) cambi le sue facce e le rinnovi. Quando un cattivo spirito passa e l'uomo ha cambiato nome, vede che non è più, e non è più in grado di riconosce il luogo. Ecco perché le case impure sono sbiancate di nuovo ed in alcuni casi distrutte. Un albero che non produce, lo si innesta; parimenti un uomo che risiede in una città abitata dagli atei, dove non può conformarsi ai precetti della Legge, deve cambiare residenza ed andare a vivere con persone devote o dove si trovano dei maestri della Legge. La Legge è chiamata albero, e le sue prescrizioni sono i suoi frutti. La Legge senza pratica è chiamata sterile.
24 - Zohar I 219a su 14:22 del testo di Giobbe.
Soltanto i suoi dolori egli sente e piange sopra di sé
Rabbi Yéhouda disse: durante i primi sette giorni che seguono la morte, l'anima va e viene tra la casa in cui abitava ed il sepolcro dove è deposto il corpo, questo perché porta il lutto [219a] del corpo, così come è scritto: … la sua carne contro lui si addolora e piange sopra di sé. L'anima ritorna in seguito nella casa e vede tutti quelli che sono tristi e piangono il morto. Una tradizione c'insegna inoltre che, durante i sette giorni che seguono la morte, il corpo resta ciò che era, mentre l'anima passeggia; ora va a vedere il posto che gli è riservato, ora rientra nella caverna doppia, in cui i patriarchi sono sepolti; vede ciò che gli è dato da vedere e va ovunque gli è permesso di andare. Infine, arriva alla porta del Giardino dell'Eden dove incontra i Kérouvim e dove vede la spada scintillante del Giardino dell'Eden del basso.
24a - Zohar I 219b su 14:22 del testo di Giobbe.
Quando il Neshamah incontra un ostacolo che gli impedisce di risalire al suo posto, Rouah va a mettersi alla porta del giardino dell'Eden, ma non glie la apre; [142a] gira qua e la, ma non gli presta alcuna attenzione. Nephesh, durante questo tempo, percorre in volo il mondo, vede il corpo roso dai vermi, considera le pene che si infliggono al corpo nella tomba e si affligge, così come è stato stabilito in virtù delle parole della Scrittura: … la sua carne contro lui si addolora; il suo essere (Nephesh) su di se si funesta. Tutte le parti dell'anima sono, quindi, in pena fin quando Neshamah trova il suo posto in alto; allora tutte si fondono, giacché tutte e tre sono unite da un legame che le rende comunque indivisibili. Le tre parti dell'anima sono costituite sull'esempio dei Tre dell'alto, i quali sono una sola unità. Nephesh non ha luce che gli sia propria; ha di comune col corpo quanto serve soltanto per dilettare e nutrire. Ecco perché la Scrittura dice: … e diede del cibo alla sua famiglia ed alle sue figlie (Proverbi 31:15). La famiglia indica il corpo che è nutrito da Nephesh; le figlie, le membra di questo stesso corpo. Rouah domina ed illumina Nephesh, la seconda serve da piedistallo alla prima. Neshamah domina Rouah e l'illumina con una luce vivificante. Ecco come le tre parti dell'anima si tengono insieme sull'esempio dell'alto. Fino a quando la parte superiore dell'anima non giunge al posto che gli è assegnato, la seconda non può entrare nel Paradiso del basso e la terza non trova riposo nella tomba. Nephesh resta nella tomba fin quando ci sono le ossa. Questo mistero è noto dagli iniziati, i quali conoscono le vie della verità e temono il peccato.
25 - Zohar I 207a su 15:15 del testo di Giobbe.
Ecco neppure dei suoi santi ha fiducia e i cieli non sono puri ai suoi occhi
Secondo un'altra interpretazione, il mondo dell'alto è stato creato con la Saggezza dell'alto, e quello di quaggiù con quella del basso. Tutto ciò che esiste emana, quindi, della Saggezza dell'alto e da quella del basso. Che cosa significano le parole: ...e stabilisce i cieli con la prudenza (Proverbi 3:19). Ciò significa che il Signore stabilisce i cieli tutti i giorni e senza sosta. È questo mistero rinchiuso nelle parole della Scrittura: i cieli non sono puri ai suoi occhi. La Scrittura vuole forse denigrare i cieli affermando che non sono favoriti dinanzi a Dio? No, al contrario, la Scrittura fa l'elogio del mondo celeste, affermando che il Santo, sia Egli benedetto, l'ama talmente che, sebbene lo favorisca ogni giorno, non gli sembra comunque farlo a sufficienza. Ecco perché la Scrittura non dice soltanto: … e i cieli non sono puri, ma aggiunge ancora: ...ai suoi occhi, perché soltanto agli occhi di Dio non sono sufficientemente favoriti. Tale è il senso delle parole: e stabilisce i cieli con la prudenza.
26 - Zohar III 272a su 15:23 del testo di Giobbe.
Destinato in pasto agli avvoltoi sa che gli è preparata la rovina
La tradizione ci informa che è il Padrone della casa che taglia il pane per primo pronunciandone la benedizione. Il Padrone della Casa, è la Colonna del Mezzo. Il giorno del Sabato si mettono sul tavolo due pani che corrispondono alle due Hé. Il Padrone della Casa corrisponde alla vav e il pezzo di pane su cui si fa la benedizione corrisponde alla yud. Chi getta per terra delle briciole diventerà povero, così come è scritto: … gli è preparata la rovina. Il pane sottintende la Legge che proclama dovunque le sue prescrizioni, e che nessuno ascolta. La tradizione c'insegna che è l'invitato (orah) che deve fare la benedizione dopo il pasto, così come è detto: E la strada (orah) dei Tsaddîqîm (i Giusti) è come la luce.
27 - Zohar I 2b su 18:19 del testo di Giobbe.
Non famiglia, non discendenza avrà nel suo popolo …
Quando l'uomo si inorgoglisce, Dio lo rende povero. Dio dà dei figli all'uomo, affinché insegni loro le vie del Santo, sia Egli benedetto, ed i suoi comandamenti, così è detto ha proposito di Abramo: lo ho amato affinché ordini ai suoi figli di osservare la via del Signore (Genesi18:13). Se l'uomo si inorgoglisce, è colpito da Dio così come è scritto: nessuna discendenza. Allo stesso modo, quando Dio diede la bellezza suprema ad Adamo, lo fece affinché osservasse i suoi comandamenti. Ma appena non camminò nelle sue vie, Dio gliela tolse.
28 - Zohar I 94a su 19:26 del testo di Giobbe.
Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, senza la mia carne vedrò Dio
… un altro iniziò a parlare così, è scritto: nella mia carne vedrò il mio Dio (Éloha). Perché Giobbe diceva ... nella mia carne? Perché non diceva in me? Giobbe parlava realmente della carne, e cosa intendeva con questo termine? Faceva riferimento alla carne di cui parla la Scrittura: la carne santa, la hanno sporcata; ed altrove: l'alleanza che faccio con voi sarà segnata nella vostra carne, come segno dell'Alleanza eterna (Gen. 17:13). Infatti sappiamo, grazie ad una tradizione, che tutte le volte che l'uomo è segnato con il segno consacrato dell'Alleanza, vede lo stesso Santo, sia Egli benedetto; giacché è in quel preciso momento che l'anima santa (Neshamah) si unisce al corpo dell'uomo. Se l'uomo è indegno e non conserva in tutta la sua purezza questo segno dell'Alleanza, la Scrittura dice di lui: sono persi dal soffio di Dio (minischmath Éloha). Chiunque non conserva in tutta la propria purezza il segno del Santo, baruk ha-shem, perde anche la sua anima. Ma la Shechinah non si separa mai da chi è degno e conserva il segno in tutta la sua purezza. Quando lo Shechinah si fissa definitivamente nell'uomo? Quando questo si sposa. Perché sappiamo grazie ad una tradizione che le lettere vav ed Hé sono, per questa ragione, poste in ordine alfabetico, l'una affianco all'altra; la lettera vav è il simbolo del principio maschile (w), mentre la Hé lo è di quello femminile (h). Questi due principi sono uniti insieme. Quando il marito e la moglie sono uniti, costituiscono una unità; ed un raggio di grazia celeste li copre. Questo raggio emana dal lato del principio maschile. È chiamato H'esed (grazia), secondo le parole della Scrittura: la Grazia di Dio (H'èsed El) dura sempre (Salmi 52:3). Questo raggio esce della Saggezza suprema e penetra nel principio maschile; e questo a sua volta lo comunica a quello femminile. Sappiamo, grazie ad un'altra tradizione, che le lettere del parola Éloha (hwla) si alternano in questo modo: El (la) indica la luce della Saggezza; O (w) indica il principio maschile, ed Hé (h) quello femminile. Tutti e tre uniti insieme formano il nome Éloha. L'anima santa che ne emana resta attaccata all'uomo nella misura in cui questo custodisce in tutta la sua purezza la segno dell'Alleanza; ecco perché Giobbe ha detto: nella mia carne vedrò il mio Dio (Éloha).
29 - Zohar III 52b su 19:29 del testo di Giobbe.
… temete per voi la spada, poiché punitrice di iniquità è la spada, affinché sappiate che c’è un giudice
… ed il Signore parlò a Mosé e gli disse: ecco quanto osserverai a proposito del lebbroso, quando dovrà essere dichiaro puro. Sarà portato al sacerdote ... . Rabbi Abba parlò così: spaventatevi davanti alla spada che vi minaccia, perché c'è una spada vendicatrice dell'iniquità, affinché conosciate Shadoun (il giudice). L'ultima parola di questo versetto si pronuncia scbadoun e si scrive schadin. Corre l'obbligo agli uomini di vegliare sui propri atti e temere Dio, di non deviare della buona via di non trasgredire le prescrizioni della Legge e di non trascurarne lo studio. Chiunque non studia la Legge, infatti, è messo al bando da Dio; la Shechinah si allontana da lui e gli angeli custodi lo abbandonano. Una voce, gridando, ricorda continuamente ovunque passa: allontanatevi da questo uomo che non ha cura della gloria del suo Signore. Sventura a lui! Esso è abbandonato dagli esseri dell'alto e da quelli del basso, e non partecipa al cammino della vita. Ma l'uomo che studia la Legge è circondato di numerosi angeli custodi; la Shechinah si posa su lui ed una voce grida ovunque passa: rendete onore all'immagine del Re; rendete onore al figlio del Re; fa la guardia in questo mondo e nel mondo futuro; felice la sua sorte! Considerate che è a causa della maldicenza (4) che il serpente ha prodotto la morte di Adamo, della sua donna e di tutti. Ecco perché la Scrittura dice: temete per voi la spada. Temete la spada che vi minaccia, così come è scritto: e la loro lingua è una spada tagliente (Salmi 57:5). È con una spada che Dio castigherà i colpevoli, così come è scritto: la spada del Signore è piena di sangue (Isaia 34:6). Chi ha una malalingua simile ad una spada tagliente sarà castigato con la spada insanguinata. Ma gli uomini non ascoltano quella voce che grida, tutti i giorni, ovunque vadano. Quando la notte inizia, le porte del grande abisso si aprono e numerose legioni di demoni ne escono ed invadono il mondo. Dio immerge, allora, tutti gli uomini nel sonno, ed i demoni percorrono il mondo e comunicano agli esseri umani a volte delle cose menzognere altre volte delle cose vere. A mezzanotte, quando la tramontana si alza, una fiamma esce e colpisce il gallo sotto le ali; ed è questo che lo fa cantare. Dio entra nel Paradiso per dilettarsi con i Tsaddîqîm (i Giusti), mentre quaggiù, gli uomini degni si alzano e lodano il Signore, fino al mattino.
30 - Zohar I 241a su 23:13 del testo di Giobbe.
Se egli sceglie, chi lo farà cambiare? Ciò che egli vuole lo fa
Rabbi Eléazar chiese a Rabbi Abba: perché il grado di quaggiù non è contato come quello dell'alto? Rabbi Abba gli rispose: quando entra un leone nel Giardino, chi oserebbe entrare con lui? Rabbi Eléazar cominciò a parlare in questo modo: È scritto: ... ma lui è uno: chi lo farà cambiare? Il suo essere desidera ed egli lo fa. Questo versetto indica il grado dell'alto dove non esiste separazione come in quello del basso, così come è scritto: ... e, di là, questo fiume si divide in quattro capi (Genesi 2:10). Sebbene questo grado sembri, comunque, presentare una divisione, in realtà costituisce un'unità. Le tre articolazioni del braccio destro indicano la Sephirâ H'esed; ora, il plurale di H'esed è Hasadim. Le tre articolazioni del braccio sinistro sottintendono la Sephirâ Guebourâ; ora, il plurale di Guebourâ è Guebouroth Le tre articolazioni della coscia destra designano la Sephirâ Netzâ; ora, Netzâ fa al plurale Neçahim. Infine le tre articolazioni della coscia sinistra indicano la Sephirâ Hod che fa al plurale Hodot. Le dodici articolazioni ed il corpo, quindi, fanno insieme tredici, numero che corrisponde alle tredici regole ermeneutiche.
31 - Zohar III 12b su 25:2 del testo di Giobbe.
V’è forse dominio e paura presso Colui che fa regnare la pace nelle sue altezze?
… è scritto: è potente e temibile, e fa regnare la pace nelle sue altezze. La parola potente indica [12b] Abramo, così come è scritto: sei un principe potente tra noi (Gen. 23:6). La parola temibile, sottintende Isacco, così come è scritto: il timore di Isacco. Le parole: fai regnare la pace sottintendono Giacobbe. Così anche nel versetto la verità e la pace si amano, verità e pace sono unite insieme. Quello che offre un sacrificio pacifico aumenta la pace nel mondo. Secondo un'altra interpretazione, potente, sottintenderebbe Mikael, e temibile, Gabriel . Considerato che l'elemento costitutivo di uno è l'acqua e quello dell'altro il fuoco, Dio fa la pace tra essi, così la Scrittura aggiunge: … che fa regnare la pace nelle sue altezze. Rabbi Hiya c'insegna che il sacrificio pacifico è il più perfetto di tutti.
31a - Zohar II 155a su 25:2 del testo di Giobbe.
La Scrittura si serve di tre termini: crea, che sottintende il lato sinistro, forma, che lascia intuire il lato destro, così come è scritto: che forma la luce e crea le tenebre (Isaia 45:7), e fa, che sottintende il mezzo, così come è scritto: … fa regnare la pace nelle sue altezze?. La Scrittura applica dunque all'uomo questi tre termini, per indicarci che l'uomo rappresenta quaggiù esattamente la Gloria divina dell'alto. E dove la Scrittura applica i tre termini al mondo dell'alto? Nel seguente versetto: che forma la luce, crea le tenebre, fa regnare la pace nelle sue altezze?... . Ecco gli stessi tre termini adoperati per la formazione del mondo dell'Alto, così come per quello di quaggiù. Felice il distino dell'uomo che giunge con le sue opere ad essere l'immagine dell'alto! Ecco perché la Scrittura dice: che i tuoi abiti siano sempre bianchi e che l'olio non manchi sulla tua testa (Qoelet 9:8). Come l'olio sacro non mancherà mai nel mondo dell'alto, così non mancherà ha mai l'uomo i cui abiti saranno sempre bianchi.
31b - Zohar I 266b su 25:2 del testo di Giobbe.
Da dove apprendiamo che la parola schamaim (cielo) indica il Santo, sia Egli benedetto? Dalle seguenti parole della Scrittura (3 Re 7:32): esaudiscici, schamaim. Ora, si può ipotizzare che Salomone invocasse il firmamento? Certamente no! esso invocava Dio che porta il nome di Schamaim. Perché è indicato con questo nome? Perché il firmamento, a causa della sua forma rotonda, assomiglia ad una testa. Inferiamo inoltre, da questo nome, che Dio ha alla sua destra l'acqua e il fuoco alla sua sinistra, in modo che egli dimori nel mezzo. La parola schamaim, infatti, si pronuncia scia mai; ora, se si capovolge l'ordine delle lettere della parola scia, si ottiene esc mai (fuoco e acqua), Dio armonizza, così, il fuoco e l'acqua. Quando è il fuoco ad avvicinarlo trova la gradazione del fuoco, e quando invece è l'acqua, essa trova quella dell'acqua. É per questo che la Scrittura dichiara: egli fa regnare la pace nelle sue altezze. Concludiamo, quindi, a proposito della parola schamaim, che il Santo, baruk ha-shem, ha unito il fuoco all'acqua amalgamandoli insieme e facendone il principio delle sue parole, proprio come è scritto: la verità è il principio delle tue parole.
32 - Zohar I 31a su 26:14 del testo di Giobbe.
Ma il tuono della sua potenza chi può comprenderlo?
Con le parole il Dio maestoso ha tuonato, la Scrittura fa allusione al mistero espresso nel versetto: il tuono della sua potenza chi può comprenderlo? Parole che indicano la Sephirâ chiamata Guebourâ.
33 - Zohar III 101a su 27:17 del testo di Giobbe.
(Vesti) … Egli le prepara, ma il Tsaddîq (il Giusto) le indosserà
Rabbi Abba disse: Sappiamo che le buone opere servono da vestito celeste a quello che le ha compiute; sappiamo inoltre che l'uomo che devia dalla retta via e cade nel vizio, è perso in questo mondo e nel mondo futuro. Cosa ne fa Dio, quindi, delle buone opere che questo uomo ha compiuto prima di divenire un peccatore? Queste opere pie non vanno perse. Ci sono dei Tsaddîqîm (Giusti) che muoiono prima di avere compiuto opere buone sufficienti a preparare le vesti celesti. In questo caso, Dio le completa con quelle fatte dall’uomo prima della sua perdita. Tale è il senso delle parole della Scrittura: … le prepara, ma il Tsaddîq (il Giusto) le indosserà. È il peccatore che contribuisce a vestire il Tsaddîq (il Giusto).
• Indice della Sezione •
• Paragrafo Primo • Paragrafo Secondo • Paragrafo Terzo • Paragrafo Quarto •
•
Le Note •