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Sulle Istruzioni agli Apprendisti, vi invitiamo a leggere
il divertente resoconto che ne fa il F:. Emilio Servadio
Istruzioni agli Apprendisti (della Montesion)
L'essenza vera della
Massoneria, cioè la funzione iniziatica che essa è chiamata a
svolgere nei suoi membri, non è - se non in Logge assai rare e
non facilmente accessibili - pressoché mai esposta nelle nostre
Officine, che hanno invece indirizzato il loro lavori su altre
vie, sia pure commendevoli e necessarie, ma discostantesi dallo
scopo per il quale, sin dai tempi antichissimi, il Sodalizio fu
fondato; Sodalizio che, è ovvio, non rivestiva ancora la forma
esteriore d'oggigiorno.
Infatti l'attuale Istituto Massonico dovrebbe essere una sintesi
delle varie Scuole di Iniziazione dei vari tempi: nei suoi gradi
possiamo facilmente vedere le correnti gnostiche, ermetiche,
cabalistiche, rosicruciane, alchemiche, illuministiche ecc., le
quali ne hanno fatto un organismo quanto mai atto allo sviluppo
interiore dell'uomo.
Mi sono pertanto proposto di dare ai Fratelli Apprendisti
qualche cenno su questo compito evolutivo interiore dell'uomo
che la Massoneria adombra nel suo rituale e nel suo simbolismo,
oggigiorno così posti in non cale.
Forse qualcuno sarà tratto dalle mie parole ad interessarsi di
questo lato occulto della nostra Fratellanza; ed allora altri
Fratelli, ben più competenti di me, aiuteranno a muovere almeno
i primi passi nell'arduo cammino della trasmutazione del vostro
essere.
Gli accenni miei sono assai superficiali, e sono come campati in
aria per chi li ascolta per la prima volta. Ma ad un esame più
profondo, guidato dalla ragione e dallo studio, appariranno come
lievito non indifferente per chi intende essere un vero Massone,
un vero Costruttore del proprio Io nel proprio Tempio.
È ovvio che non è facile trattare questo argomento, la
inadeguatezza della mia parola, il segreto imposto ai seguaci
della Massoneria Iniziatica, la impreparazione degli
ascoltatori, i molteplici aspetti sotto cui possono essere
interpretati ed intuiti i simboli, daranno al mio dire una
insufficienza palese.
Ma, ripeto, non intendo che mostrare un lieve barlume ai
Fratelli Apprendisti e non una fiamma abbagliante: mostrerò loro
quel tanto che è sufficiente per metterli in grado di
intravedere quella meta, per la conquista della quale molti
hanno dedicato e dedicano tutta la loro vita.
Invoco dunque - per l'assunto che mi sono proposto - la
indulgenza dei miei Fratelli.
È sempre esistito, sin dagli albori dell'umanità, un segreto: un
segreto meraviglioso, ma terribilmente arduo per quanto riguarda
la sua conquista. Chi fu il primo essere umano che lo scoprì? Fu
una scoperta dovuta al caso o fu confidato ad un uomo degno da
qualche Intelligenza Superiore extraumana? Insolubile mistero,
che nessuno riuscirà mai a penetrare. Ma il segreto esiste
realmente.
Ora una pleiade di Associazioni, che chiamerò occulte perché non
di pubblico dominio, ha perpetuato codesto segreto sotto una
miriade di nomi, di forme, di simbolismi; e ciò presso tutti i
popoli ed in tutti i tempi. Una di queste Associazioni occulte
fu l'antica Massoneria; dico fu perché questo Sodalizio ha
assunto ai nostri giorni altri caratteri, altri scopi, altre
missioni, nobilissimi sì, ma che hanno fatto porre nel
dimenticatoio la sua primitiva funzione, lo scopo per cui sorse.
Oggidì soltanto pochissimi Fratelli, per lo più ignoti,
mantengono viva e vitale, nelle file dell'Istituto Massonico, la
vetusta face che illumina il cammino per la conquista di quel
formidabile segreto.
Ma quale è questo segreto? Sino a non molti anni fa non lo si
poteva svelare: bisognava intuirlo. Oggi, mutati i tempi e
riscontrata una forte refrattarietà tra gli uomini ad accogliere
certe verità, vista la indifferenza e la incostanza per lo
studio e soprattutto per la pratica necessaria per la Grande
Opera, ed il materialismo, la incredulità e lo scetticismo
imperanti, questo divieto è stato in parte tolto; ed è lecito di
rivelare che esiste nell'uomo la possibilità di oltrepassare la
sfera dell'umanità quale comunemente la si conosce e di
raggiungere ciò che per adesso chiamerò la “divinità”.
È possibile, sì, all'uomo di deificarsi; è possibile come si
dice ridurre il piombo in oro puro, lavorare la pietra grezza
sino a ridurla in pietra cubica a punta.
Perché dunque, ammesso o saputo questo, il grande segreto non
viene posto alla portata di tutti, sia pure con un insegnamento
graduale? Perché l'opera di deificazione di cui parlo non può
essere insegnata nelle scuole con lo stesso metodo usato per le
discipline umane, e non può venir confidata a chi non è “onesto
e di buoni costumi”, come si dice in Massoneria, cioè a chi non
riveste certe peculiari qualità. È necessario prima il formarsi
di una concezione fondamentale diversa dalla consueta di ciò che
è l'uomo; è necessario ridurre questo a materiale atto all'opera
di trasformazione sviluppando in lui facoltà e forze latenti nel
suo essere, ma ignorate dalla massa; è necessario infine che a
sua volta trovi la materia sulla quale operare la trasmutazione
dell'uomo animale in uomo dio.
Come dunque si perviene a questa gnosi, a questa conoscenza,
dapprima, e poi all'opera vera e propria di rigenerazione (e non
uso questa parola a caso) di se stessi? Le Società che ho
chiamato occulte seguono questo processo: Primo compito è quello
di scegliere gli individui, non tutti hanno raggiunto lo
sviluppo animico, intellettuale e spirituale necessari o
possiedono una mente ed un potere intuitivo rispondenti allo
scopo. Quindi, bisogna rendere i prescelti atti a comprendere
l'insegnamento, lavoro questo lunghissimo e tutt'altro che
facile. In ultimo, sottoporre agli individui che risultano
idonei gli insegnamenti che conducono alla pratica
indispensabile per il conseguimento del fine.
L'intera operazione consiste quindi in tre processi iniziatici
che si susseguono logicamente. Così, nell'antica Massoneria, i
Fratelli presentatori reclutavano per la Loggia la persona
munita delle necessarie qualità, un Fratello Maestro
successivamente prendeva sotto la sua direzione il Fratello
Apprendista e con i metodi rituali lo preparava ad accogliere il
Mistero Massonico; riconosciuto idoneo lo istruiva; infine la
Camera di Mezzo lo attendeva e la Scienza Occulta diveniva Luce
per lui, rinato a vita altamente superiore.
Ma in che modo si dà l'insegnamento ai prescelti? Ho detto che
l'insegnamento non poteva esser data con i comuni metodi
scolastici, perché si riferiscono a facoltà umane latenti ed a
forze necessitanti un risveglio interiore, le quali facoltà e
forze sono ignorate dai più. Perciò - una volta poste in
attività con il metodo adatto queste facoltà e queste forze - si
usano i simboli, rappresentazioni analogiche ed omologiche, idee
ineffabili, idee che non possono essere trasmesse con i metodi
ordinari all'uomo comune.
Questi simboli - figurativi, alchemici, cabalistici, ermetici,
numerici, cromatici ecc. ecc. - meditati ed infine assimilati
nel proprio essere interiore conducono grado a grado alla
conoscenza e poi alla pratica.
Tutti i Sodalizi esoterici, nessuno escluso, debbono per forza
adoperare questo sistema; e questo sistema infatti usa anche la
Massoneria.
Il discepolo non solo deve intuire e comprendere con il suo sé
interiore (che è qualche cosa di diverso dalla comune mente
intellettiva) gli insegnamenti simbolici, ma vivendo
periodicamente (dirò, anzi, ritmicamente) in ambiente - nel
nostro caso la Loggia Massonica - decorato di simboli acconci di
cui parte tiene su di sé (gli Ornamenti massonici) ne deve
assorbire quasi per osmosi la influenza nascosta; ed il rituale
(anch'esso simbolico) deve indirizzare, se così posso
esprimermi, l'essere interiore del discepolo ad una comprensione
sempre più profonda e sublime dei simboli stessi e del lavoro
che su di sé viene mano a mano a compiere. E questa è la ragione
per cui in ogni cerchia iniziatica vige un certo rito e vengono
compiute certe formalità rituali: all'atto pratico, si è
constatata l'enorme influenza di queste pratiche
sistematicamente applicate.
Lo studio delle Società Iniziatiche - o esoteriche - dimostra
che in ogni tempo ed in ogni luogo quanto ho accennato fu ed è
praticato, ciò che comprova anche su quale solida base poggia la
conoscenza di questo segreto, che il volger dei tempi e le
vicende umane (ed anche cosmiche) mai ha potuto far rivelare al
volgo profano.
Anche nel Catechismo dell'Apprendista Massone, il Venerabile
domanda all'Apprendista:
- Che vi è di comune fra di noi?
E l'Apprendista risponde:
- Un segreto.
Ed il Venerabile:
- Quale è questo segreto?
E l'Apprendista:
- Il segreto Massonico.
E questo segreto massonico non è certamente quello della
appartenenza ad una Loggia o allo stesso Sodalizio Massonico,
cosa che, più o meno, presto o tardi, viene conosciuto e che
sarebbe in ogni modo puerile consacrare in un Rituale che si
perpetua da secoli. È invece proprio quel segreto che si
trasmette di evo in evo, di popolo in popolo, incomunicabile ed
ineffabile.
È proprio quel segreto di cui il postulante intuisce l'esistenza
e per il quale chiede la luce della conoscenza, per il quale
rinuncia alla vita profana impegnandosi alla realizzazione del
compito che liberamente e volontariamente ha assunto, nella
speranza che la pazienza, la costanza, l'illuminazione interiore
gli schiudano ciò che chiamerò “L'Olimpo”.
Giacché non tutti i chiamati raggiungono la meta. Anzi,
infinitamente pochi hanno la ricompensa del loro immane e
diuturno lavoro. I più, non oltrepassano il grado della
conoscenza; pochi hanno qualche manifestazione del cambiamento
che si opera in loro; rarissimi - come ho detto - sono coloro
che addivengono alla “deificazione” del loro essere. Ma il
lavoro compiuto su se stesso non va perduto: di vita in vita,
nelle successive reincarnazioni, porterà il suo frutto ed
avanzerà sempre di più. Potrà restare, magari, latente se in
qualche vita successiva le condizioni ambientali o una
sopravvenuta indifferenza per le cose dello spirito
distoglieranno l'Operaio dal riprendere il lavoro interrotto
dalla cosiddetta morte; ma non potrà mai essere annullato e
progredirà sempre.
Non dimentichiamo a proposito dell'accenno alle molteplici vite
che anche la Chiesa Cattolica nel “Credo” dice: “Credo nella
resurrezione della carne” (più correttamente: “Credo nel
rinnovamento della carne”) e lo dice chiaramente, come
professione di fede anche se la Chiesa stessa dimenticando che è
basata sul simbolismo esoterico ha perduto o non vuole più
ammettere il significato vero di quella frase.
A conclusione di questo cenno sul “Segreto” riaffermo che il
“segreto iniziatico” è la generazione dell'uomo deificato
dall'uomo comune e che la vera ragion d'essere della Massoneria
(come di ogni altro Sodalizio occulto) è l'insegnamento e la
pratica conducenti a questo risultato.
Di ciò ne fa fede tutto il simbolismo, tutto il ritualismo,
tutta la sapiente organizzazione della piramide dei gradi di
questa nostra Grande Istituzione.
Indice
Il Segreto massonico
La Massoneria
La Purificazione
Le Quattro Prove
Il Tempio
Conclusioni
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