Distintissimi di Montesion, il mio nome è Alberto V. e abito a Perugia, non sono un massone, anche se seguo con regolarità giornaliera il vostro stupendo sito.
Vorrei rivolgervi una domanda.
Mozart, che sembra essere stato massone, nelle sue opere introduce la simbologia della Luce la stessa simbologia che usa, nelle proprie opere, Wagner. Ho guardato nella sezione dedicata alla filatelia massonica del sito di Montesion: "I Grandi della Terra", ma Wagner non è contemplato. Ma era un massone?

 

 

Carissimo Alberto, se le vacche sono mammiferi, questo fatto non implica necessariamente che i mammiferi siano vacche. Così si esprimeva, poco poeticamente, un mio professore liceale di oltre 40 anni fa.
Per analogia: non può destare sorpresa che un compositore-Massone (come Mozart), nelle sue opere, introduca la simbologia della luce. Ma la luce, ed altri simboli a noi cari, non sono quantità sulle quali, noi, abbiamo il diritto di esclusività e, perciò, se Wagner o Beethoven, nelle loro composizioni, hanno espresso pensieri che condividiamo, questo non dimostra necessariamente che essi facevano parte della Massoneria.
Il sassone Richard Wagner, che vari autori hanno cercato di battezzare quale Massone a tutti i costi, è nato a Lipsia nel 1813. All'età di 20 anni si trasferì a Wiirzburg e poi, nel 1816, a Magdeburg, dove si fermò però soltanto un anno. Dal 1837 al 1842 egli fu a Konigsberg, Riga e Parigi, ma soltanto dopo il suo ritorno in Sassonia (Dresda) Wagner ebbe per la prima volta successo, malgrado le accanite polemiche contro le sue innovazioni rivoluzionarie nell'ambito musicale e teatrale. Nel 1849 dovette fuggire a Zurigo, dove dimorò fino al 1858. Seguì un periodo di viaggi in vari paesi d'Europa, inclusa Venezia (dove finì il primo atto del Tristano), ma nel 1865 si rifugiò di nuovo in Svizzera. Finalmente, nel 1872, malgrado le forti contestazioni, Wagner ottenne l'appoggio del Re di Baviera (Luigi II, il «matto») per il progetto del famoso teatro wagneriano a Bayreuth, ove il compositore si stabilì permanentemente, e da dove intraprese vari viaggi, tra l'altro in Italia. Finì il Parsifal, nel gennaio 1882, a Palermo (nel Grand Hotel delle Palme, tuttora esistente). Egli morì per infarto cardiaco, a Venezia, nel febbraio 1883.


Abbiamo dato questo riassunto dei pellegrinaggi del famoso compositore per poter meglio valutare dove un eventuale contatto con la Massoneria poteva aver avuto luogo.

Nel «Prager Tageblatt» (Giornale di Praga) del 12 gennaio 1922, il giornalista Max Graf tratta «le relazioni di Wagner con la Loggia di Magdeburg». Purtroppo non abbiamo potuto trovare l'articolo in questione e, perciò, non possiamo immaginare quali furono quelle «relazioni» nella città dove Wagner visse, del resto, per un breve lasso di tempo.
Molto più conclusivo ci sembra un articolo che apparve nel numero di settembre 1905 del «Bayreuther Bundesblatt, Freimaur. Zeitschrift der Gross-Loge Zur Sonne» (la «Rivista Massonica» di una delle molte Grandi Logge tedesche dell'epoca, e precisamente la Gran Loggia «Zur Sonne» di Bayreuth). L'articolo, che merita di essere sottratto all'oblio, cita parte di una lettera scritta dal Fr. Christian Feuchtel, figlio del noto Gran Maestro all'epoca della permanenza di Wagner a Bayreuth. Ecco la traduzione:
«È probabile che Wagner non abbia fatto una petizione alla Loggia. Una volta (1883), in risposta alla mia domanda sull'atteggiamento di Wagner rispetto alla Massoneria, mio padre mi raccontò che Wagner, dopo essersi stabilito a Bayreuth, aveva addirittura pensato di entrare nella Loggia Eleusis der Verschwiegenheit. Egli stesso [il G. Maestro] lo aveva però sconsigliato, perché poteva darsi che la persecuzione ultramontana contro Richard Wagner potesse esplodere nuovamente, e di conseguenza potessero appesantirsi le relazioni fra di lui ed il Re Luigi II, così importanti per il bene di Bayreuth».
L'articolo prosegue:
«Vista la grande fiducia che Richard Wagner aveva per il suo amico Feustel, è facilmente spiegabile che il grande maestro del regno della musica abbia seguito il suo consiglio, rimanendo lontano dalla Loggia».
L'«Herold, Wochenblatt für Brr. Freimaurer» (settimanale per FF. Massoni) dell'anno 1912, contiene un articolo del direttore, il noto Fr. dr. Stephan Kekule von Stradowitz, sui «pensieri massonici» e la filosofia di Wagner. Egli comincia così: «Richard Wagner non è mai stato un Massone ...» e l'autore continua poi col dire che alcuni pensieri wagneriani sono senz'altro di valore per noi Massoni, come per esempio: la «posizione dell'uomo rispetto al mondo degli animali», la «tesi della rigenerazione», la «misericordia» e la «libertà dell'uomo». II Lohengrin, poi, è l'opera del «silenzio»(Verschwiegenheit = silenzio, nel senso di segretezza, discrezione, riserbo).


Abbiamo citato i pareri di vari illustri Massoni tedeschi che vissero all'inizio di questo secolo e, perciò, non troppo lontano dalla morte di Wagner. Da quell'epoca, nessun ricercatore ha potuto trovare delle testimonianze diverse ed anche il «Allgemeines Handbuch der Freimaurerei» (l'enciclopedia massonica per eccellenza) sostiene che Wagner non era un Massone.
Del resto, ci sembra impensabile che una Loggia che avesse avuto come membro un personaggio del calibro di Wagner, non se ne fosse mai vantata.
La Montesion