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La Prima Prescrizione |
É scritto (Genesi I,1) “In principio creò Dio”. Queste parole compendiano il primo comandamento che è chiamato “Il timore del Signore". Il timore del Signore, infatti, è indicato nella Scrittura con il termine “Inizio”, così com'è scritto (Salmi CXI,10): “Il timore del Signore è l’inizio della Saggezza”. É chiamato “inizio” perché esso è la porta tramite la quale si accede alla fede, e perché è il fondamento su cui appoggia il mondo.
Vi sono tre generi di timore per il Signore, di cui due sono deplorevoli e uno solo meritorio. Esistono uomini il cui timore per il Signore è motivato dal desiderio di mantenere la vita ai propri figli e di preservarli da morte prematura, oppure motivata dalla paura delle sofferenze fisiche o dalla perdita dell’agiatezza. Il timore per il Signore giustificato da tali ragioni, non è assolutamente meritorio. Vi sono altri uomini che paventano il Santo, benedetto il suo, perché hanno paura delle punizioni di questo mondo e delle sofferenze dello Še'ol. Questi due tipi di timore per il Signore, non sono meritevoli.
Il solo corretto, è quello dell’uomo che teme il suo Signore perché esso è grande, onnipossente, radice di tutti i mondi e perché tutto ciò che esiste è vanità ai propri occhi, com'è riferito (Daniele IV,32 e Salmo XXXVIII,6): “Tutti gli abitanti della Terra sono nullità dinanzi a lui”. Quando il timore per il Signore è di questa caratura, accelera l’ora in cui la volontà di Dio sarà concertata nelle regioni inferiori chiamate “timore”.
Proferendo tali parole, Rabbi Shimon esclamò con rammarico: ho dubbi nel parlare ma anche angoscia a restare in silenzio. Parlando, i malvagi sapranno in quale maniera servire il loro Signore. Tacendo, depaupererò i miei compagni della conoscenza del fatto che, così come esiste nei siti superiori un timore di Dio, similmente è in basso un timore tristo.
L’uomo, il cui timore per il Signore è generato dalla paura per le sofferenze, cade in potere dei demoni che diverranno suoi carnefici. Un tale timore non è veritiero timore per il Signore, ma solo paura della sofferenza.
Per tale motivo la Scrittura precisa il genere di timore che è l’inizio della Saggezza: il “timore” per il Signore. Nel primo versetto del Genesi si trova condensata questa prescrizione la quale costituisce il fondamento e la base di tutte le altre. Considerato che il timore è la soglia d'accesso a tutti i comandamenti, chiunque si conforma a questa prescrizione osserva automaticamente anche tutte le altre; al contrario, chiunque la trascurerà, negligerà anche tutte le altre.
É per tale motivo che troviamo scritto “Be - reschith”, vale a dire “Con l’inizio (che è il vero timore del Signore) creò Dio i cieli e la terra”. Chi viola la prima prescrizione (la legge del timore), trasgredisce anche tutti i comandamenti della Legge. La sua punizione è indicata dalle parole: “ E la terra era Tohou e bohou; e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso, e lo spirito di Dio aleggiava sopra le acque”. In questo versetto sono riportati le quattro categorie di castighi capitali che s'infliggono ai colpevoli.
La parola “Thohou” sottintende la punizione dello strangolamento, così com'è riferito (Isaia XXXIV,11): “La corda di Tohou”. La parola “Bohou” sottintende la pena della lapidazione, poiché le pietre si conficcano nel grande abisso per la punizione dei rei. Le parole “ E le tenebre” intuiscono il castigo tramite combustione, così com'è scritto (Deuteronomio V,23): “All’udire la voce in mezzo alle tenebre, mentre il monte era tutto in fiamme” e in seguito “Abbiamo ascoltato la sua voce provenire dalle fiamme”. Costatiamo, quindi, che la Scrittura considera analoghe queste due parole “fuoco” e “tenebre”.
La parafrasi “E lo spirito di Dio aleggiava sulle acque” indica la punizione della decapitazione tramite spada. Il vento della tempesta, infatti, è simile ad una fiammeggiante spada tagliente, così com'è detto (Genesi III,24): “E avendolo cacciato mise dinanzi il giardino dell’Eden, a protezione dell’accesso che conduce all’albero della vita, due Cherub; i quali facevano lampeggiare una spada di fuoco”. Questa spada di fuoco porta il nome di “Spirito”. Questo è il castigo per gli scellerati che hanno profanato i comandamenti della Legge. Dopo aver compendiato la prescrizione del timore per il Signore, chiamata “Principio”, comandamento che riassume tutti gli altri, la Scrittura prosegue con le altre.
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