|
Dei Fiori |
È scritto: (Gen. I,1) “In Principio”. Rabbi Shimon iniziò una delle sue lezioni esordendo (Cantico II,12): “I fiori sono apparsi sulla terra, è giunto il tempo di tagliare, di sentire nella nostra terra la voce della tortora”. Comprendete... le parole “i fiori”, simboleggiano l’opera della creazione; “sono apparsi sulla terra”, il tempo in cui si mostrarono, vale a dire il terzo giorno, com’è del resto confermato: (Gen. I,12) “al terzo giorno la terra produsse”, per cui i fiori apparvero in quel dì. Le parole: “è giunto il tempo di tagliare” indicano il quarto giorno della creazione, nel quale è raccontata la caduta dei demoni. È in ragione di questo avvenimento che la parola “M’oroth” (= Luci) (Taanith cap. IV,68b) è scritta senza la Vav (úøàî) e può tradursi con “Maledizione”. Il passo: “E la voce della tortora” indica il quinto giorno della creazione; perché a proposito di questo giorno è scritto: (Gen. I,26) “Facciamo l’uomo”, quello stesso che in seguito, al tempo della rivelazione della Legge, esclamerà: “Noi la eseguiremo” piuttosto di dichiarare: “Noi la comprenderemo” (Esodo XIX,8 e XXIV,7), ovverosia contrasse l’impegno ad osservare la Legge prima ancora della sua promulgazione [1b]. Nei due passi, infatti, si trova la medesima espressione: “Noi la eseguiremo”.
E quando apparvero? La Scrittura risponde: nel momento in cui 1’arcobaleno si mostrò in questo mondo. L’arcobaleno annuncia, in realtà, l’epoca indicata con le parole “il tempo di tagliare”, ovverosia il momento dell’eliminazione, da questo mondo, dei peccatori (Zohar III,125a). Per quale motivo, allora, i peccatori non sono sterminati? Perché i “fiori sono apparsi sulla terra”, se ciò non fosse avvenuto, i peccatori, ma anche lo stesso mondo, non esisterebbero (Etz ha-Hayim cap.XIX). La frase “Nella nostra terra” indica il giorno dello Shabath, simbolo del “paese della vita”, il mondo futuro, quello delle anime, il mondo delle consolazioni. Le parole “I fiori”, alludono alle anime dei Patriarchi, le quali esistevano nel pensiero di Dio prima ancora della creazione (Talmud tr. Shabath 88b, Haguiga 13b e 14a, Zebahim 116a). Esse ebbero accesso nel creato ma subito furono nascoste nell’altro mondo, da dove migrano per abitare il corpo di un vero profeta. Fu così che, quando nacque Giuseppe, esse vennero ad abitare in lui, e appena salì “in terra santa” ve le allignò. Le anime dei patriarchi si manifestarono nel mondo in questo modo. É questo il senso delle parole: “I fiori sono apparsi sulla terra”.
Chi è che garantisce il mondo ed è anche la ragione dell’avvento dei Patriarchi? É la voce dei bambini (1) che studiano la Thorah; è soltanto grazie a loro che il mondo è salvo (S. Matteo XVIII,10 e XIX,14), proprio com’è scritto: (Cantico. I,11) “Noi ti faremo tortore d’oro”... “noi”, cioè tutti i bambini, e come è anche detto altrove (Esodo XXV, 18) “Tu farai due cherubini d’oro”.
(1) Alcuni commentatori, in questo lemma “bambini”, vi distinguono gli iniziati alla dottrina esoterica.
|