Terza Prescrizione

 

 

 

Rabbi Shimon riprese la sua lezione nel modo successivo: il terzo comandamento consiste nel riconoscere che vi è un solo Dio onnipotente Signore dell’Universo. É  necessario, quindi, proclamare ogni giorno la sua unità nelle sei direzioni celesti, riconducendole di nuovo all’unità, pronunciando le sei parole dello Schéma (Deuteronomio VI,4). Tenete presente che nel proferirle, occorre pronunciarle con l’intenzione di compiere la volontà celeste. Declamando questi versetti occorre anche, indugiare sulla parola “uno”, prolungandone la dizione per un tempo pari a quello occorrente a pronunciare sei vocaboli.

 

 

 

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É per tale motivo che la Scrittura afferma (Genesi I,9): “Che le acque di sotto il cielo si riuniscano in un unico luogo”. Vale a dire: le acque dei fiumi, le quali confluiscono tutte nell’oceano nonostante le disparate direzioni dei loro tragitti, servono da testimonianza all’unità delle sei direzioni celesti. É  sulla lettera finale della parola “Ehad” che occorre porre attenzione, il segno “d” (d), il cui valore numerico è quattro, indica le quattro direzioni dei fiumi che testimoniano dell’unità dei sei orientamenti celesti. Questo è il motivo per cui la lettera “d” della parola “Ehad” è scritta, in questo passo, più grande delle altre.

La Scrittura aggiunge: “E che la terra ferma appaia” vale a dire la lettera d (d) simbolo della terra emersa, testimoni l’unità delle sei direzioni celesti.

 

 

 

Manca testo Ebraico

Il brano è riportato soltanto nell'edizione di Przemyl.

Nelle edizioni di Amsterdam Mantova e Cremona è collocato al foglio 257a del primo volume

 

Le antinomie, infatti, che presenta l’affermazione dell’unità delle sei direzioni, si riducono in realtà a tre: l'orientamento sud come prolungamento di quella del nord, l’ovest quale estensione di quella dell’est, e quella del basso come continuazione della direzione dell’alto. Rimangono, quindi, tre direzioni in apparenza opposte: quella del nord antistante al sud, dell’est all’ovest e dell’alto al basso.

 

 

 

 

 

Ora, secondo i suoi requisiti, la lettera d (d) rappresenta queste tre direzioni e tuttavia essa non configura che un'unità. Dopo aver affermato l’unità delle sei direzioni celesti, l’uomo deve anche proclamare l’unicità di quelle in basso, recitando un altro versetto ugualmente composto di sei parole “Benedetto sia il nome glorioso del suo regno in tutta l’eternità”. Riconoscendo l’unità delle tre direzioni rappresentate dalla lettera d (d) l’uomo camminerà sulla “terra ferma” feconda in frutti e in alberi.

 

 

 

 

 

Ecco perché è scritto: “Dio chiamò il continente, terra”. L’unità in basso è confermata dalla terra, tanto è vero che per ben due volte è scritto, a proposito della terra: “Dio vide che era buona”, una prima per l’unità in alto e un'altra per quella in basso. Così costituita, la terra poté produrre frutti e fiori; come fece.