L'Idea Pronominale. L'idea pronominale affonda le proprie radici nei fondamenti metafisici più remoti. Essa tenta di cogliere la realtà e, conseguentemente, gli attributi e le azioni che la manifestano, tramite i rapporti primordiali dell'essere che si afferma. Ora, la realtà che pone il suo essere in esistenza in qualche luogo, vela la propria essenza mostrandosi come causa ed effetto, da qui i due generi di determinazioni pronominali: la prima in funzione dell'essere, l'altra in funzione del sapere. La nozione d'essere, ci appare, però, con il rapporto di soggetto e d'oggetto; è quindi grazie ad una localizzazione soggettiva che le diverse realtà si distinguono per prime. La linguistica ci informa che me proviene dall'idea qui; te dall'idea la vicino; egli dall'idea laggiù, in lontananza. Occorre sottolineare, inoltre che i pronomi personali distinguono tre persone: io, tu, egli, il noi rappresenta, in qualche modo, una quarta persona, perché comprende, riunisce un me e diversi tu o diversi egli, del resto è proprio la seconda persona, quella di cui si avvale la sua radice linguistica. Nel pronome personale si distinguono, quindi, tre o quattro aspetti. La prima persona afferma la realtà come soggetto, la seconda come oggetto collegato al soggetto, la terza come oggetto separato dal soggetto; infine il noi determina la sintesi del soggetto e dell'oggetto. Questi sono i caratteri primordiali di tutte le relazioni; e considerato che l'essenza divina realizza relazioni superiori, si comprende allora come, nella Qabalah, la meditazione sui pronomi personali possa orientare il pensiero verso i misteri della natura divina. |