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Il 29 kislew 5744 (5 dicembre 1983), il Pr Katz partecipava una conferenza sui dilouguim, all’interno di un seminario di studi ebraici. Tra gli altri conferenzieri, che partecipano a questo simposio, si trovava un giovane fisico di nome Doron Witztum che era venuto a presentare le sue ricerche su "Creazione ed Evoluzione". Confrontato alle teorie del Pr Katz, e incredulo inizialmente, da semplicemente curioso si trasformò in un "mordu" (morso). Aiutato dal Dr Rips, sottopose il fenomeno ad un’investigazione meticolosa, cercando soprattutto di mettere in evidenza delle leggi simili a quelle della fisica, la sua specialità, piuttosto che ripercorrere le esperienze della matematica pura. Le conclusioni delle sue analisi sono state pubblicate nel libro Ha-mémad ha-nossaf ("La dimensione supplementare") nel 5749/1989. Vi presenta in modo molto convincente la tesi che ci sono non solo molte parole, e talvolta delle frasi intere, nascosti nel testo di ‘Houmach ad intervalli regolari, come i suoi predecessori l’avevano già riscontrato, ma anche che questi "codici" ubbidiscono a delle leggi costanti molto semplici e molto precise. Di più, queste parole queste frasi, queste idee e concetti codificati nella Thorah, possono, talvolta, riferirsi ad avvenimenti storici molto posteriori all’epoca in cui la Thorah fu scritta. Una sorta di oracoli profetici, per così dire. La prima legge scoperta da Doron Witztum fu quella dell’intervallo minimo, conosciuta anche come "effetto minimale". Su una somma di lettere enorme quanto la totalità del libro del Beréchith, la probabilità di trovare delle parole ad intervalli regolari, soprattutto se queste parole sono brevi e sono costituite da lettere correnti, è relativamente alta. Affinché la ricerca avesse un qualche valore, e non fosse semplicemente il prodotto del caso, il Doron Witztum, stabilì che occorreva prendere in considerazione soltanto gli intervalli più brevi, su un totale di lettere più grande possibile. Incredibile quanto si è scoperto, si è constatato, infatti, che questo intervallo minimo ha tendenza, in un numero di caso statisticamente molto elevato, ad emergere immediatamente vicino alla stessa parola o al concetto come appare in lettere nello stesso testo Houmach. Ciò è particolarmente vero quando questa parola è la chiave di volta, il concetto centrale di tutto il passaggio. Ed ancora di più, se la parola è estremamente rara, o compare una sola volta in tutta la Thorah. Non è chiaro che cosa ci si sarebbe aspettato dal fatto contrario, vale a dire se ciò fosse dovuto solamente alla fortuna ed al gioco delle probabilità. I casi sono innumerevoli, e tre esempi basteranno per farci un’idea della costanza del fenomeno: Primo caso: l’intervallo minimo con il quale la parola ha-berith ("l’alleanza") compare in tutto il libro del Beréchith è di -8 e si trova al capitolo 9, versetti 12 a 14, dove - come per caso - si parla dell’arcobaleno, segno dell’alleanza con la posterità di Noa’h/Noé. Le parole berith ("alleanza") e ha-berith ("l’alleanza", con l’articolo definito) appaiono in lettere in questo passaggio: "E D. dice: Questo è il segno dell’alleanza che stabilisco per ogni generazione tra Me e voi, e tutti gli esseri viventi che sono con voi. Ho posto il Mio arco nella nuvola, ed egli diventerà un segno di alleanza tra Me e la terra. In avvenire, quando ammasserò delle nuvole su la terra e l’arco apparirà nelle nubi..." Contando al contrario con intervalli di 8 lettere a partire dall’ehi di wehaya, si scopre la parola haberith. Altro esempio: la parola gavia’ ("coppa", nel senso di una coppa di vino, o una coppa di denaro, o di un bussolotto). Il suo intervallo minimo è di 8, ed appare in uno solo versetto (cCh. 44, v. 12), dove è chiesta, coincidenza curiosa, della coppa di denaro che Yossef / Giuseppe aveva fatto mettere nella borsa del suo giovane fratello Binyamin /Benjamin: "L’amministratore perquisì, iniziando dal più vecchio, finendo con più giovane e la coppa fu trovata nella borsa di Benjamin". Si nota che il parola ha-gavia‘ appare in chiare lettere in questo stesso versetto. Terzo ed ultimo esempio: I’intervallo minimo con il quale la parola matÊtéreth ("effrazione, clandestinità") appare in codice in tutto il libro del Beréchith è solamente di 3 lettere, e si trova nel versetto 27 del ch. 31 (è Lavan che parla a Ya’aqov): "Perché sei fuggito di nascosto, mi hai ingannato e non mi hai detto niente?" Se la parola ma’htéreth non appare, questa volta, nel contesto del versetto, tuttavia abbiamo la parola wa-tig’now che significa "mi hai rubato" (o qui, piuttosto: "mi hai ingannato"). Ora, la sola volta in cui parola ma’htéreth compare in tutto Houmach è nel v. 2 del Ch. 22 di Chemoth/Esodo, dove le due parole ma’htéreth ("effrazione") e ganav ("ladro") sono messi in relazione diretta: "Se un ladro è preso sul fatto di effrazione..." Che cosa dobbiamo pensare di tutte queste bizzarre coincidenze? Intervalli regolari, di parecchie migliaia di lettere, possono realmente essere considerati come significativi e dovuti ad un piano cosciente e voluto? Si può, in questo caso, parlare ancora di intervallo minimo? E messo da parte l’aspetto della curiosità intrigante, che cosa aggiunge tutto questo all’émouna (la fede)? Questo non rischia, dopo tutto, di causare più danni che altro, suscitando sarcasmi che, nella migliore delle ipotesi, non sarebbero completamente ingiustificati? Consideriamo innanzitutto il lato puramente statistico: l’elenco di numeri di telefono, sotto riportati, ci servirà come esempio per illustrare il nostro pensiero. 28 40 88... 28 32 48... 22 47 45... 22 55 55... 22 21 11... 22 21 12... 22 12 22... 24 22 22... 22 25 10... 22 27 22... 29 22 33... 22 22 34... 52 22 77... 53 58 88... 22 23 34... 23 42 34... 22 23 33... 52 79 35... 28 43 34... 23 32 33... 22 12 21... 22 32 23... 28 36 34... 28 40 15... 22 45 45... 53 56 66... 53 55 66... 53 33 33... 53 44 44... 28 43 61... 22 22 20... 22 22 22... 66 66 55... 42 11 11... 42 29 22... 42 83 33... 22 69 85... 22 31 31... 22 32 33... 22 72 27... 23 12 31... 23 33 32... 66 44 44... 63 22 44... 63 44 44... 28 32 81... 28 62 92... 22 57 06... 22 59 22... 52 53 19.... Consideriamo, in questo elenco, unicamente le paia di cifre simili. Se l’elenco fosse totalmente aleatorio, la legge della probabilità prevede che, delle 250 paia possibili che abbiamo qui (ogni numero di 6 cifre può contare 5 possibilità di paia), otterremmo una media di 25 paia di "gemelli". Ora, se si verificano attentamente, si constaterà che, in questo elenco, ci sono in effetti 104 paia di cifre simili. La probabilità che questo sia dovuto al puro caso è molto debole: 106 (1 su 10 seguito da 59 zeri)! Ne deduciamo che queste cifre sono state messe intenzionalmente con delle paia di cifre simili o raddoppiate. Ed infatti, queste serie di 6 cifre sono i numeri di telefono di compagnie di taxi, ripresi dall’elenco del telefono di Gerusalemme. Intenzionalmente abbiamo utilizzato dei numeri di taxi, in quanto sono più facili da memorizzare per i clienti. Quindi, ogni scollamento importante dalla media pronosticata con calcolo delle probabilità rivela un piano, un disegno concertato ed intenzionale, cosa che elimina l’ipotesi del caso. Per quanto riguarda i dilouguim, è ovvio che più gli intervalli sono bervi e più la "coincidenza" nei termini è significata, più l’eventualità casuale perde della sua credibilità. Invece, nel caso di intervalli di parecchie centinaia, addirittura parecchie migliaia di lettere di intervalli, la probità intellettuale, c’impone un prudente scetticismo. Siamo lontano dal condividere in materia, l’entusiasmo missionario dei Witztum, Katz Rips e dei loro colleghi. Questa squadra di ricercatori che si occupa attualmente dei dilouguim, con lo scopo di fare accettare i risultati delle loro ricerche dalla comunità scientifica internazionale, in quanto fenomeno reale e provato statisticamente. Sarebbe stupefacente se il mondo scientifico ammettesse, di buona grazia, una teoria che ha la pretesa di stabilire scientificamente l’origine divina della Thorah, anche se la prova matematica si mostra incontrovertibile. Vedere, per esempio, la teoria dell’evoluzione, nonostante sia screditata affatto sul piano scientifico, continua a mostrare sorpresa nei media, i manuali scolastici ed i musei. D’altronde, si è in diritto di chiedersi se è augurabile che i dilouguim siano una buona volta provati, per tutti, scientificamente. Cosa resterebbe, allora, dell’émouna (la fede) e della Be’hira (il libero-arbitro)? Quale merito si avrebbe, allora, ad essere religiosi verso e contro tutti in un mondo materialista ("Il merito è proporzionale alla difficoltà" - Pirqé Avoth/Ethique dei Padri, fine del 5 capitolo)? Consideriamo su tale argomento quanto ne pensa il rav Baroukh Horowitz, di var Yerouchalayim. Malgrado tutto, scienziati di rinomanza internazionale hanno ben accettato di prefazionare il libro di D. Witztum, Hamémad ha-nossaf, in questi termini, che però sono, per chi sa leggere fra le righe, incoraggianti soltanto in apparenza: "Il fenomeno trattato in dettaglio in questo volume fu scoperto parecchie decine di anni addietro dal rav Ch. Weismandel, il quale notò che un certo numero di parole chiavi, si presentavano nel testo biblico massoretico, sotto forma di progressioni aritmetiche. Durante gli anni, altri esempi furono presentati da altri ricercatori ispirati dalle scoperte di rav Weismandel. Benché impressionanti che fossero queste occorrenze, non esiste alcun mezzo rigoroso per determinare se non erano dovute semplicemente all’enorme quantità di combinazioni di parole e di espressioni che si possono ricostituire cercando delle progressioni aritmetiche in un testo. L’autore del presente lavoro, Doron Witztum, ed i suoi collaboratori Pr Ilya Rips e Yoav Rosenberg, hanno tentato di studiare il fenomeno in modo sistematico, utilizzando dei computer con grande capacità di trattamento. Lo scopo perseguito, quello di dimostrare che il fenomeno è molto reale, in altri termini che la sua esistenza non può essere spiegata unicamente con delle combinazioni puramente fortuite. (...) Il lavoro che abbiamo sotto gli occhi rappresenta unaLe Sephiroth ricerca seria, realizzata da ricercatori seri. Considerando, però, che l’interpretazione del fenomeno in questione è enigmatica e soggetta a controversia, sarebbe legittimo esigere un livello di significato statistico più rigoroso che non quello richiesto per conclusioni più ordinarie. Sebbene sia ancora prematuro affermare che la tesi dell’autore sia stata confermata in modo decisivo, i risultati ottenuti sono sufficientemente sorprendenti per meritare di essere diffusi presso il largo pubblico, e per incoraggiare una ricerca più approfondita". (firma:) Professore H. Furstenberg, Università Ebraica di Gerusalemme, Professore I. Piatetski-Shapiro, Università di Tale-Aviv e Yale University, Professore D. Kazhdan, Harvard University Professore J. Bernstein, Harvard University ". Ricordiamo che, come lo diceva già il Dr Elie Merzbach, solo due di questi professori sono degli ebrei praticanti. La testimonianza di questi quattro eminenze del mondo scientifico può essere considerata, dunque, come relativamente imparziale. •
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