Ora, non appena irruppe l’amorevole luce del giorno, ed il Sole cominciò a splendere essendosi levato sopra le colline, e avendo ripreso il suo alto incarico nell’alto del Cielo, i miei bravi compagni cominciarono ad alzarsi dai loro letti, e si prepararono senza fretta all’Inquisizione. Quindi, uno dopo l’altro, entrarono ancora nella sala e dissero buon giorno, domandandosi come avevano dormito stanotte. Avendo conosciuto i nostri limiti, gli altri erano quasi sul punto di rimproverarci per la nostra viltà e per non avere piuttosto, come loro, azzardato nuove avventure. Comunque alcuni di essi, i cui cuori conoscevano ancora la compassione, non proseguirono oltre e ci lasciarono in pace. Noi ci scusammo per la nostra ignoranza, sperando volessero adesso lasciarci liberi, avendo già imparato qualcosa da questa disgrazia; mentre loro al contrario non erano ancora scappati via tutti insieme, e forse per loro il grande pericolo doveva ancora arrivare.
Esiste una differenza significativa nell’atteggiamento di CRC rispetto ai suoi compagni. Umiltà opposta ad arroganza.
Alla distanza tutti si riunirono ancora, e le trombe cominciarono a suonare ed i tamburi a battere come in precedenza, e noi non immaginammo niente altro che lo Sposo fosse pronto a presentarsi; il che era invece un grave errore. Infatti venne ancora la Vergine di ieri, vestita di velluto rosso, ornata con una sciarpa bianca. Sul capo portava un verde serto di lauro, che le donava grandemente. Il suo seguito non era più formato di piccole candele, ma constava di duecento uomini in armi, vestiti come lei di rosso e bianco.
Ora, non appena si fu alzata dal trono, arrivò vicino ai prigionieri e dopo averci salutati, disse in poche parole: “Che alcuni di voi siano consapevoli della vostra triste condizione è grandemente piacevole per il mio potentissimo Signore, e Lui si è risolto ad adoperarsi perché sia il meglio per voi.”
E avendo visto me nel mio abito, sorrise e disse “Buon Dio! Hai per caso sottoposto te stesso al gioco? Immagino che ora possa essere soddisfatto di te stesso” con le quali parole fece volgere i miei occhi al Cielo. Dopo ciò, lei comandò che fossimo slegati, riuniti a coppie e portati in una posizione da cui avremmo potuto tranquillamente vedere le Scale. “Perché” disse “è di gran lunga una migliore condizione quella di coloro che stanno qui prigionieri, piuttosto che quella dei presuntuosi che sono ancora in libertà.”
Trombe e tamburi hanno annunciato la Vergine parecchie volte ormai. Questo deve richiamare la nostra attenzione circa l’importanza della consapevolezza interiore. Notiamo come lei usa i colori rosso e bianco, in modo opposto a quello di CRC quando ha cominciato il suo viaggio interiore. Essi simbolizzano il singolo cammino di ridiscesa ed il particolare processo alchemico associato a questo cammino. La Vergine indossa la corona d’alloro della vittoria; Netzcah sull’Albero della Vita. Riconosce lo sforzo dei “prigionieri” e decide di liberarli, in vista del giudizio.
Nel frattempo le scale, che erano interamente d’oro, furono appese nel mezzo della sala; c’era anche un piccolo tavolo coperto di velluto rosso, e sette pesi piazzato su esso. Prima di tutto ce n’era uno piuttosto grosso, vicino altri 4 più piccoli, in ultimo due grandi. E questi pesi erano così pesanti in proporzione al loro volume, che nessun uomo avrebbe potuto crederlo o comprenderlo. Ma ognuno degli uomini armati aveva insieme ad una spada snudata, una forte corda; e furono distribuiti da lei secondo il numero dei pesi in sette gruppi, e fuori da ogni gruppo ne scelse uno per il suo stesso peso, e quindi ancora tornò al suo alto trono. Ora, appena ebbe fatto la sua riverenza, in un tono molto stridulo, cominciò a parlare come segue:
L’oro è il metallo alchemico del sole e lo Sephirâ Thiphereth sull’Albero. Qui si tratta in effetti dell’ “Opera del Sole” delle Tavole di Smeraldo – le scale della giustizia, il bilanciamento degli opposti. Ci sono 7 pesi nella formula: 1 + 4 + 2 = 7; ma chi riuscirà a bilanciare questi pesi? Chi passerà il giudizio? Chi sarà l’ottavo elemento di questa equazione? É la Vergine, perché lei comanda le 7 bande. Perché l’8 è così importante? Perché ci sono 8 scalini nelle Tavole di Smeraldo e 8 sentieri verso il Thiphereth nell’Albero della Vita. Le Tavole e l’Albero sono collegate a questo punto.
Chiunque vada nello studio di un pittore
E non conosce niente della pittura
E ancora parlerà con molta ostentazione
Sarà deriso da tutti.
E chi entra in un ordine di artisti
Senza essere stato scelto
E comincia a dipingere con grande ostentazione
Sarà deriso da tutti.
E chi prenderà parte ad un matrimonio
Senza essere stato invitato
E nonostante questo vi si reca con grande ostentazione
Allora sarà deriso da tutti.
E chi salirà queste scale
E troverà che non pesa
Ma cadrà con grande rumore
E ancora sarà deriso da tutti
A questo livello, c’è ancora un altro avviso affinché gli indegni desistano dal procedere. Naturalmente, noi non saremmo mai capaci di considerarci indegni, perché dovremmo? Naturalmente tutti noi ci sentiamo morali, umili, dotati dei giusti attributi e propriamente autorizzati a procedere, no?
Non appena la Vergine ebbe finito di parlare, uno dei paggi comandò ad ognuno di piazzarsi secondo il suo ordine, e uno dopo l’altro entrarono. Della quale cosa uno degli Imperatori non si fece scrupolo, ma in primo luogo si inchinò un poco davanti alla Vergine, e poco dopo in tutto il suo imponente vestire, ella si alzò; quindi ogni Capitano pose il suo peso, contro il quale (con meraviglia di tutti) l’Imperatore resistette. Ma l’ultimo era troppo pesante per lui, così che dovette andare avanti; e lo fece on tale ansia che (mi sembrò così) la Vergine stessa ebbe pietà di lui e chiamò con un cenno la sua gente affinché lo sostenessero; ancora il buon Imperatore era legato e fu portato avanti al Sesto Gruppo. Dopo di lui venne un altro Imperatore, che camminò verso la scala e avendo un grande libro sotto il vestito, immagino avesse ferma intenzione di non fallire; ma era scarsamente abile a sollevare il terzo peso, e fu impietosamente rimandato giù, ed il libro gli cadde dalle mani e tutti i soldati cominciarono a ridere, e fu portato legato al Terzo Gruppo. Così vennero anche altri degli altri Imperatori, che erano tutti pieni di vergogna e derisi e messi in cattività.
All’inizio del XVII secolo, il tempo del Matrimonio Chimico, era importante per una guida spirituale avere nel contempo anche autorità temporale. Ecco perché il giudizio comincia da alcuni imperatori. Loro falliscono e sono portati via, legati e ricondotti ai rispettivi gruppi. Questo è un giudizio karmico, ed il fatto che siano legati simbolizza le conseguenze karmiche.
Dopo di loro vennero avanti un piccolo uomo con una barba castana e ricciuta, anche lui un Imperatore, che dopo la solita riverenza, salì e arrivò così risolutamente che pensavo che ci sarebbero voluti più pesi e che lui li avrebbe superati tutti. Nel vederlo arrivare, la Vergine si alzò immediatamente, e gli si chinò innanzi, facendogli mettere un abito di velluto rosso. E infine gli diede un ramo di alloro, di cui lei aveva una buona scorta sotto il suo trono, sulle scale dove lo invitò a sedere.
Comunque, non sempre l’autorità temporale è un ostacolo. L’abito rosso è simbolo di un particolare livello del processo alchemico. L’alloro è una prova del successo.
Ora come andò con il resto degli Imperatori, i Re e i Signori dopo di lui, sarebbe troppo lungo da raccontare; ma non posso lasciare senza menzione alcuni dei grandi personaggi che riuscirono. Comunque furono trovate in molti varie ed eminenti virtù (oltre la mia speranza). Uno sarebbe potuto riuscire in una prova, il secondo in un altra, alcuni in 2, alcuni in 3, 4 o 5, ma pochi riuscivano a raggiungere la perfezione; e tutti coloro che fallivano erano infelicemente derisi da tutti gli altri. L’Inquisizione passò oltre la piccola nobiltà, i sapienti e i non sapienti, e tutti gli altri, ed in ogni condizione i vagabondi truffatori, e i farabutti autori di Lapidem Spitalanficum (la medicina universale NDT), che stavano presso la scala con talmente grande indegnità che io stesso, a dispetto di tutto il mio dolore, ero pronto per far scoppiare la mia pancia dal ridere, né avrebbero potuto i prigionieri stessi frenarsi. Per la maggior parte non sarebbero stati abili a prove così severe, ma scattarono fuori dalla Scala con frusta e flagello, ed erano condotti con gli altri prigionieri, ad uno dei gruppi disponibili. Così rimasero così pochi che mi vergogno a rivelare il loro numero. Comunque, c’erano persone di qualità anche in mezzo a loro, che venivano ad essere (come gli altri) onorati con le vesti di velluto e la corona d’alloro.
Molti sono i chiamati, ma pochi gli scelti. Il riferimento alla medicina universale non è altro che l’Elisir della Vita, qualcosa che si svolge al culmine del processo alchemico. Qui possiamo assistere al giudizio di color che affermano falsamente di poter fare l’Elisir. Falsi profeti appaiono in ogni età. Karmicamente, la loro punizione è giustificata.
L’Inquisizione fu così completata. E nessuno, a parte poche coppie, stava ancora in piedi. Uno dei capitani fece un passo avanti, e disse “Graziosa Signora, se questo piace alla sua Signoria, lasciamo che questi poveri uomini, che hanno compreso la ragione del loro fraintendimento, provino a salire sulla scala, senza incorrere nel pericolo di qualunque punizione, ma a solo scopo di divertimento, se magari qualche uomo giusto può essere trovato in mezzo a loro”. Inizialmente fu grande la mia perplessità, perché nell’angoscia il mio solo conforto era quello di non dover sopportare una tale ignominia, o essere fatto cadere giù dalla scala. Per questo non avevo dubbi che molti dei prigionieri si augurassero di stare per dieci notti con noi nella sala.
Adesso ha luogo un giudizio differente. CRC sarà sottoposto ad una prova, ma non incorrerà in sanzioni nel caso di un fallimento. Questo perché lui è già riuscito, in qualche modo? E se si, qual era allora la vera prova? Forse un indizio giace nel riferimento a stare 10 notti nella sala. Ci sono 10 Sephiroth sull’Albero della Vita. Se noi riusciamo ad operare validamente con un Sephirâ
, anche senza conoscerla, si può dire sia come avessimo trascorso una notte nella sala. Dopo 10 notti, abbiamo operato con l’intero Albero e possiamo essere giudicati senza rischio di punizioni, se dovessimo per caso fallire. Questo perché, ad un tale livello, il fallimento non avrebbe qualità morali a riguardo. Un tale fallimento non è basato su intenzioni cattive o su false pretese.
Allora la Vergine acconsentì, perché così doveva essere, e noi fummo slegati, e uno dopo l’altro, ancora condotti a lei. Ora, anche se la maggior parte di noi rinunciò alla prova, non erano nemmeno da deridere, né da flagellare, ma furono pacificamente condotti da una parte. Il mio compagno era il quinto, e andava avanti coraggiosamente, e tutti, ma specialmente il capitano che aveva fatto questa richiesta per noi, lo applaudivano, e la Vergine mostrava a lui il solito rispetto. Dopo di lui ancora due vennero accompagnati in un istante. Infine venne il mio turno, ed ero l’ottavo.
Significativamente, CRC è l’8° nel sostenere la prova. Ricordiamo il processo in 8 gradini nelle Tavole di Smeraldo, che si rispecchiano negli 8 sentieri verso il Thiphereth sull’Albero. L’ “Opera del Sole” delle Tavole è equivalente al Thiphereth sull’Albero. Chiaramente CRC ha raggiunto questo livello. Ha già avuto successo.
Adesso, non appena (tremante) mi accinsi a salire, il mio compagno, che era già stato seduto vicino nel suo velluto, mi guardava amichevolmente e la Vergine stessa sorrise un poco. Ma per quanto io sopportassi questi pesi, la Vergine comandò loro di portarmi su con la forza, e anche tre uomini si appesero dall’altro lato dell’asta, ma ancora niente poteva prevalere. Quindi uno dei paggi immediatamente si alzò, e gridò in modo esageratamente forte “É LUI”; e dopo di lui gli altri replicarono dicendo: “Allora lasciamolo libero”; cosa che la Vergine accordò. E, avendo ricevuto le dovute cerimonie, mi fu data possibilità di rilasciare uno dei prigionieri, chiunque io volessi; ma non impiegai molto a decidere, e scelsi il primo Imperatore che avevo per lungo tempo compatito, che fu immediatamente lasciato libero, e con tutto rispetto si sedette in mezzo a noi. Ora anche l’ultimo di noi fu sottoposto alla prova, ma si dimostrò che i pesi erano troppo pesanti per lui.
Se ricordiamo che il paggio è un ragazzino, e che i bambini sono simboli della consapevolezza di Cristo nel Thiphereth, e che CRC è l’8° che deve essere giudicato, è chiaro il motivo per cui la sua identità è proclamata. Chi è CRC? L’indizio è il potere che gli viene accordato di liberare un prigioniero. CRC agisce come un Bodhisattva. Dopo che ha completato con successo la Nobile Ottuplice Via, egli lega la sua liberazione alla liberazione degli altri. Da che cosa viene liberato? In Occidente, noi diremmo, dalla Legge. In termini gnostici questo è il dualismo tra necessità e possibilità. É libero dalla necessità, e dunque dal ciclo ossessivo del suo karma. Il suo rango è quello di un Adeptus Exemptus. In questo modo lui non si pone al di sopra della legge, bensì la incorpora. La sua volontà unica è compiere la Legge.
Nello stesso tempo la Vergine aveva notato le mie rose, che avevo tirato fuori dal cappello nelle mie mani, e subito tramite il paggio le chiese graziosamente a me, e io prontamente gliele mandai. E così il primo atto si concluse alle 10 del mattino.
CRC raggiunge il risultato dei primi 4 passi di discesa che ha compiuto. Ricordiamo che lui ha già posto in atto uno scambio quando è riuscito a superare i tre passi di ascesa, per riuscire ad accedere alla sala del giudizio. Adesso c’è soltanto una cosa che deve essere ancora data – se stesso. Cioè, dovrà ridiscendere per completare il processo alchemico delle Tavole di Smeraldo. Questo è il ruolo del Bodhisattva. Notiamo che questo è il primo “atto”. Naturalmente esso finirà a 10, quando l’Albero dei 10 Sephiroth potrà dirsi completato.
Quindi le trombe ricominciarono a suonare, e ancora non riuscivamo a vederle. Nello stesso tempo i gruppi erano andati accanto con i prigionieri, e attendevano il giudizio. Dopo ciò fu formato un concilio dei 7 capitani e noi, e l’intera vicenda fu deliberata con la Vergine come Presidente, perché ognuno desiderava dare la sua opinione sul modo in cui i prigionieri dovevano essere trattati.
Il concilio ora consiste di (7) capitani, CRC e l’imperatore liberato (2), più la Vergine (1). Questo è un chiaro riferimento all’Albero della Vita, così:
Kether (Corona) + H'ocmâ (Sapienza)& Binâ (Comprensione) + i 7 Sephiroth più bassi.
La Corona è il profondo principio spirituale che i Greci chiamavano Nous. É la nostra autentica identità, il nostro Soffio Divino. Esso ci porta a sopportare il giudizio che deve adesso essere considerato, sapienza e comprensione. In quale altro modo potrebbe essere attuata una giustizia karmica? I 7 Sephiroth più bassi sono attribuiti ai 7 pianeti, e in questo contesto, sono meccanismi per i quali il karma deve essere eseguito.
La prima opinione fu che sarebbero dovuti essere messi a morte, e uno più severamente dell’altro, in particolare coloro che avevano presuntuosamente introdotto se stessi, in spregio delle regole esplicitate. Altri volevano tenerli prigionieri stretti. Entrambe queste opinioni piacquero al presidente, ma non a me. Uno degli Imperatori (lo stesso che avevo liberato), il mio compagno, ed io, sostenevamo una versione differente: che il primo di tutti i Signori fosse condotto fuori dal Castello con il dovuto rispetto; che gli altri invece fossero condotti fuori più sdegnosamente. ove sarebbero stati svestiti, e costretti a correre nudi; il quarto invece sarebbe stato cacciato con verghe, fruste o cani. Quelli che il giorno precedente volontariamente si erano arresi, sarebbero stati allontanati senza nessuna colpa. Ed in ultimo, tutti i presuntuosi, e quelli che si erano comportati in modo indecente il giorno precedente al pranzo, sarebbero stati puniti nel corpo e nella vita secondo il loro demerito dell’uomo. Questa opinione piacque alla Vergine, e ottenne l’approvazione per alzata di mano. C’era un altro pranzo pronto per loro, e gli sarebbe stato comunicato presto a riguardo. Ma l’esecuzione fu deferita fino a mezzogiorno. Quindi il senato si alzò e così la Vergine insieme con i suoi attendenti, ritornò alle sue occupazione usuali.
Sapienza e comprensione hanno portato ad un verdetto giusto. Ogni uomo deve essere giudicati secondo le sue proprie circostanze. La punizione ripagherà il crimine. Ecco come il karma opera. L’esecuzione dovrà avvenire a mezzogiorno, le dodici. Il 12 significa i 12 segni dello Zodiaco, perché i 7 pianeti sono agenti del karma, i 12 segni sono i campi del karma. I segni sono luoghi metafisici nei quali gli agenti operano.
Ma il più grande tavolo nella stanza era destinato a noi, e ci chiesero di prendere posto fino a che la questione non fosse stata risolta completamente. Solo allora saremmo stati condotti presso il Signor Sposo e la Sposa, con i quali saremmo stati certo ben contenti.
CRC e l’imperatore liberato sono promossi al tavolo più importante della stanza. Questo è il posto normalmente riservato agli ufficiali più anziani. Ma CRC ha l’autorità spirituale e l’imperatore ha quella temporale, per questo sono sistemati insieme.
I prigionieri erano stati portati ancora nella sala, ed ogni uomo messo a sedere, secondo le sue qualità. A loro era stato detto di comportarsi in modo più civile di quanto non avessero fatto il giorno precedente, ma in verità non sarebbe stato necessario che fossero ammoniti nuovamente al riguardo. E posso dire spavaldamente, non con adulazione, ma per amore della verità, che le persone che appartenevano al più alto rango meglio compresero come comportarsi in questa così inaspettata disgrazia. Il loro trattamento era indifferente, ma rispettoso; né avrebbero potuto vedere i loro attendenti, a noi ora invece visibili, e per questo ero eccessivamente felice. Ora nonostante la fortuna ci avesse esaltato, ancora non riuscivamo a sentirci superiori agli altri, ma tentavamo di tener loro su l’umore, ché ciò che li attendeva non poteva essere tanto brutto. Ora anche se loro avessero già conosciuto la loro sentenza, noi ci sentivamo ancora così profondamente intimiditi che nessuno avrebbe osato aprire la bocca al riguardo. Ciononostante li confortammo come potemmo, bevendo con loro sperando che il vino li rendesse un po’ più allegri.
I prigionieri saranno invero trattati secondo sapienza e comprensione. Noi lo sappiamo perché CRC può adesso vedere gli attendenti che sono ancora invisibili per i prigionieri.
Il nostro tavolo era coperto di velluto rosso, apparecchiato con coppe per bere di puro argento e oro, che gli altri non potevano non notare con meraviglia e con grande angoscia. Ma prima che ci fossimo seduti, vennero dentro i due paggi, che si presentarono ai presenti in nome dello Sposo, con il Vello d’Oro ed il Leone volante, chiedendoci di indossarli alla tavola, per conformarci alla reputazione e alla dignità dell’Ordine al quale appartenevamo ormai per volere regale. E avremmo dovuto essere riconosciuti degni con adeguate cerimonie. Questo noi ricevemmo con profonda sottomissione, promettendo obbedientemente di compiere tutto ciò che sarebbe piaciuto alla sua Maestà. Oltre a questo, i paggi avevano un foglio in cui i nomi erano elencati in ordine. E per quanto mi riguarda avrei voluto potere celare agli altri la mia posizione, se questo non avesse dato prova di orgoglio da parte mia, il che è espressamente contrario al quarto peso.
Avete notato il velluto rosso? É la fase “rossa” del processo alchemico. L’argento e l’oro ricordano della luna e del sole, come principi di polarità; e la coppa è il ricettacolo della “rugiada” alchemica, che è il prodotto dell’unione del sole e della luna. Così, a questo livello (“rosso”) dobbiamo unire l’energia del nostro centro psichico Intellettuale, (“luna”) con l’energia del centro Spirituale (“sole”), per raggiungere la creazione la “rugiada” che riempie la coppa. Cosa accade allora? Viene concesso l’Ordine del Vello d’Oro con il leone volante. Il Vello d’Oro sarà significativo per la Massoneria. In alchimia è l’equivalente della Pietra Filosofale. Ed il leone volante? In considerazione di questo la Pietra della Saggezza è il prodotto dalla congiunzione del Sole e della Luna, con l’aiuto di Mercurio. Chi ha gli occhi per vedere, veda.
Ora, poiché il banchetto che ci veniva offerto era assolutamente sontuoso, domandammo ad uno dei paggi, se non ci avesse potuto concedere di mandare alcuni bocconi scelti ai nostri amici e conoscenti; lui non fece difficoltà, e ognuno di noi mandò qualcosa ai conoscenti tramite i camerieri, anche se loro non ne potevano vedere alcuno; e poiché non capivano da dove provenissero, fui felice di portare qualcosa ad uno di loro personalmente. Ma non appena mi alzai, uno dei camerieri che stava alle mie spalle, mi disse che era stato mandato da uno dei paggi per avvisarmi amichevolmente, che se una cosa simile fosse giunta alle orecchie del Re, sarebbe certamente parso un comportamento sbagliato da parte mia; ma dato che nessuno aveva visto, eccetto lui stesso, non intendeva tradirmi; ma che avrei dovuto avere maggiore cautela in futuro, e un maggior riguardo per la dignità dell’ordine. Queste parole del servitore mi impressionarono talmente che per lungo tempo, dopo averle udite, mi mossi appena dalla mia sedia, e lo ringraziai di nuovo per il suo ammonimento gentile, come ero capace di fare, sconvolto dalle mie paure.
CRC ha buona intenzioni, ma non può interferire con la giustizia karmica. Questa è un’ammonizione che si estende a ciascuno di noi. Semplicemente non possiamo sapere qual è la verità quando il karma opera in noi. Le buone intenzioni non superano il buon giudizio.
Poco dopo il tamburo cominciò a battere ancora, tanto che vi eravamo ormai abituati: e sapevamo bene che annunciavano così la Vergine, e ci preparammo a riceverla. Lei adesso veniva con il suo solito seguito, sopra la sua alta sedia; uno dei paggi la precedeva portando un calice d’oro molto alto, ed un altro un attestato fatto di pergamena. Essendosi sollevata dalla sedia in un modo meraviglioso, prese il calice dalle mani del paggio, e presentò lo stesso nel nome del Re, dicendo che era stato portato da Sua Maestà, e che in onore suo avremmo dovuto far sì che circolasse tra noi. Sulla copertura di questo calice stava la Fortuna stranamente dipinta in oro, che aveva nella sua mano un’insegna rossa sventolante, per la quale cosa io bevvi più tristemente, avendo avuto troppo bene conoscenza della cocciutaggine della Fortuna. La Vergine, come noi, era ornata con il Vello d’oro ed il Leone, dal che osservai che forse era presidente dell’Ordine. Le chiedemmo come si chiamasse l’Ordine. Lei rispose che questo non era il momento giusto per rivelarlo, fino a che la questione dei prigionieri non si fosse risolta. E poiché i loro occhi erano ancora velati, quello che finora ci era successo era per loro solo offesa e scandalo, anche se sarebbe stato considerato niente in riguardo all’onore che ci attendeva.
Notiamo che la Vergine ed i Paggi raffigurano i tre pilastri dell’Albero della Vita. Lei è il pilastro di mezzo e il paggi sono i pilastri esterni. Il destro è il pilastro della severità ed il sinistro è il pilastro della Misericordia. Il pilastro di mezzo è la Grazia. In conseguenza, la Vergine prende il calice dorato (dal Re, dunque dal pilastro mascolino della Misericordia) e la pergamena (per la pronuncia di una sentenza, ecco il pilastro della Severità). É interessante che il calice raffiguri la Fortuna (con la bandiera rossa), che personifica il concetto gnostico della possibilità. La pergamena simbolizza la necessità perché si tratta di un giudizio legale. É piuttosto chiaro che si sta svolgendo una funzione karmica.
Quindi lei iniziò a svolgere l’attestato che gli altri paggi tenevano in due parti separate, perché una prima parte doveva essere letta alla prima compagnia.
“Per necessità, loro dovrebbero confessare di avere troppo lievemente dato credito a libri falsi e fittizi, di avere preteso troppo da se stessi; e che avevano deciso di venire in questo castello, pur senza essere stati invitati. E forse la maggior parte aveva presentato se stesso con l’idea di fare i propri affari qui, per poter poi vivere in grande orgoglio e ricchezza; e così uno aveva sedotto un altro, e precipitati tutti nella disgrazia e nell’ignominia. E dunque meritano certamente di essere puniti con severità”. Al che loro con grande umiltà, avevano prontamente capito, e protendevano le loro mani in avanti. Dopo di che, un severo controllo fu fatto sugli altri, allo stesso proposito.
Il giudizio è adesso presentato sotto forma di riconoscimento di ciò che dovremmo tutti considerare, perché può essere applicato a ciascuno di noi.
“Loro sanno bene e sono ormai persuasi nelle loro coscienze, di aver portato avanti libri falsi e fittizi, di avere ingannato e truffato altre persone, e di avere sminuito la loro dignità regale, soprattutto. Sono parimenti consapevoli di quali empie e false figure hanno fatto uso, di avere agito perfino in spregio della Divina Trinità, abituandosi a truffare la gente per tutto il paese. É ormai chiaro come il giorno, con quale pratica avevano tentato di ingannare i veri ospiti, e raggirare gli ignoranti; in modo tale da palesare a tutto il mondo che sguazzavano nella prostituzione, nell’adulterio, nella ghiottoneria, ed in altre impudicizie: tutto questo è contrario all’espresso ordine del nostro regno. In breve loro sanno perfettamente di avere disprezzato la Maestà del Re, anche tra la specie comune, e quindi dovrebbero confessare e ammettere di essersi comportati come vagabondi-truffatori, ladri e impostori. Per questo, meritano di essere separati dal consorzio della gente civile, ed essere severamente puniti.”
Siamo così anche noi? Notiamo quello che deve essere confessato, e cioè riconoscere chi siamo ed ammetterlo davanti a noi stessi ed agli altri. Ricordiamo della Disciplina spirituale della confessione.
I buoni compagni erano riluttanti ad accostarsi alla confessione auspicata dalla Vergine. Ma un po’ perché la Vergine li aveva minacciati e aveva promesso loro la morte; un po’ perché l’altra fazione gli si era sollevata rabbiosamente contro, e unanimemente aveva protestato a voce alta, perché la maggior parte di loro era stata ignobilmente sedotta e trasportata lontano dalla Luce; per prevenire peggiori sfortune, confessarono tutto con grande tristezza, e ancora aggiunsero che ciò che avevano fatto non era stato da essi compreso fino in fondo ed inteso nel suo senso peggiore. Per questo, dato che i signori erano assolutamente risolti ad entrare nel castello, e avevano promesso grandi somme di danaro a questo effetto, ognuno aveva usato tutta il mestiere per ottenere qualcosa. Loro - dicevano - meritavano di essere puniti non più che i signori stessi; e speravano di ottenere comprensione in considerazione di ciò. Se non fossero stati sicuri di poter entrare, non avrebbero scalato il muro con loro; perché invero correre un così grande pericolo allo scopo di uno scarso guadagno? E i loro libri erano anche venduti così bene, che chiunque non avesse altro mezzo per mantenersi, era incoraggiato ad ingaggiare un tale ingannevole commercio. Loro speravano, ancora, che se un giudizio giusto fosse stato fatto, non avrebbero dovuto essere accusati, per il modo in cui si erano comportati nei confronti del Signore, ma ridotti a servi, in forza di questa seria supplica.
Notiamo l’accorata richiesta di mitigare la sentenza. Anche quando sbagliamo, ci sforziamo di credere di avere qualche giustificazione. Quanto poco conosciamo noi stessi, e quanto meno conosciamo la verità!
Ma la risposta gli fu presto nota. La sua Maestà Reale che aveva deciso di punire tutti, ogni uomo, anche uno più severamente dell’altro. Quello che avevano detto poteva anche essere vero in parte, e per questo il Signore sarebbe certo stato indulgente, ma avevano comunque delle buone ragioni per prepararsi alla morte, coloro che si erano comportati così presuntuosamente, e avevano sedotto i più ignoranti contro la loro volontà; come parimenti quelli che avevano violato la Maestà Reale con libri falsi, come si poteva agevolmente verificare dai libri e dagli scritti stessi.
Chi è il Re che comanda la punizione? Kabalisticamente lui è Kether (Corona) sull’Albero della Vita e la Scintilla Divina che anima ognuno di noi. Noi ci puniamo da soli, ed è per questo che non possiamo prendere in giro noi stessi.
Per questo molti cominciarono a piangere e lamentarsi, supplicando e prostrandosi molto pietosamente, ma nonostante tutto ciò non avrebbero potuto ottenere niente, ed io mi meravigliai molto che la Vergine potesse essere così risoluta, quando la loro miseria faceva rivoltare i loro occhi, e muoveva la nostra compassione (anche se la maggior parte di loro ci aveva causato grandi dolori e vessazioni). Per questo lei condusse subito il suo paggio, che portò con sé tutti i membri della curia, convocati alla Scala per questo giorno, ai quali era stato comandato di prendere il proprio con sé, ed in ordinata processione, così che ogni curiale dovesse andare con uno dei prigionieri, per condurli in un grande giardino. Ognuno di loro conosceva così precisamente il proprio uomo, che rimasi meravigliato. Anche i miei compagni di ieri furono liberati per andare fuori nel giardino slegati, ed essere presenti all’esecuzione della sentenza.
Dobbiamo notare che ogni prigioniero ha una guida, anche se non è riconosciuta. Ricordiamo che siamo tutti “chiamati” al matrimonio mistico e sono previste delle guide anche per noi, anche se generalmente non riusciamo a riconoscerle. Dobbiamo prestare adesso molta attenzione a ciò che sta per accadere nel grande giardino. Esso simbolizza il luogo d’entrata in un più elevato livello di consapevolezza.
Ora, non appena furono tutti usciti, la Vergine salì sul suo alto trono e ci chiese di sederci sotto gli scalini, e di presenziare al giudizio, cosa che noi rifiutammo; ma lasciato tutto sul tavolo (salvo il calice che la Vergine aveva incaricato un paggio di prendere) uscimmo anche noi nei nostri abiti, sul trono, che si muoveva da solo così lievemente come se passasse attraverso l’aria; ed in quella maniera uscimmo in giardino dove ci alzammo tutti insieme. Questo giardino non era straordinariamente bello, ma mi piaceva che gli alberi fossero piantati in quel preciso ordine. Oltre a ciò l’acqua scorrevano fluentemente delle fontane, adornate con figure meravigliose, e iscrizioni in strani caratteri (che, a Dio piacendo, menzionerò in un libro futuro). In questo giardino sorgeva un patibolo di legno, decorato con figure curiose sulla superficie.
CRC viene condotto sul trono semovente nel giardino. Questo ci ricorda il cocchio del misticismo Merkava, antesignano della cabala per come è oggi comunemente intesa. La fonte di questa linea di pensiero è il cocchio di fuoco che conduce Elia in cielo (Quarto Libro dei Re, 2-11,12 “Mentre continuavano a camminare e a discorrere insieme, ecco un cocchio di fuoco e dei cavalli di fuoco a separarli l’un dall’altro. Elia salì al cielo in un turbine, mentre Eliseo stava a guardare e gridava <<Padre mio, padre mio, cocchio d’Israele e suo duce!>>…”). CRC trova una fontana. Cosa simbolizza? L’acqua sgorga dal profondo della terra. Questo è il sorgere della consapevolezza dal profondo della nostra anima, alla superficie. Un uomo veramente illuminato non ha subconscio, perché è riuscito ad unificare tutti gli aspetti del suo essere, sia sopra che sotto la soglia del senso di ordinaria consapevolezza. La fontana e la forca sono coperte di vari simboli. Tutto questo ci suggerisce l’impressione di una esperienza iniziatica.
Ora c’erano 4 gallerie poste una sopra l’altra; la prima era la più maestosa delle altre, ed era coperta con una sorta di tenda di taffettà, così che al momento presente non potevamo capire cosa ci fosse sotto. La seconda era vuota e scoperta. Ancora le altre due erano coperte con taffettà rosso e blu.
Le 4 gallerie suggeriscono i 4 elementi alchemici e i 4 aspetti basici della nostra natura. Il bianco denota l’Aria ed il nostro lato intuitivo; quella vuota è la Terra ed il nostro senso ordinario di consapevolezza; il rosso è il Fuoco ed il nostro intelletto; mentre blu è l’Acqua e la nostra natura emozionale. Questa è la struttura del nostro essere.
Ora, appena arrivati al patibolo, la Vergine si chinò fino a terra, al che noi fummo grandemente spaventati, perché potevamo facilmente immaginare che il Re e la Regina non dovessero essere molto lontani. Anche noi mostrammo la nostra riverenza, e la Vergine ci condusse alle scale verso la seconda galleria, e si fermò sulla sua sommità, e così facemmo anche noi nell’ordine precedente. Il modo in cui l’imperatore che avevo rilasciato si era comportato verso di me, sia al momento presente, che in precedenza, a tavola, non riuscirei a riferire correttamente, senza usare parole poco cortesi o diffamatorie nei suoi riguardi. Credo infatti che lui potesse ben immaginare in quali angoscia ed impazienza si sarebbe trovato, nel caso in cui ci fossimo trovati lì per attendere un tale ignominioso giudizio; e che invece solo grazie a me poteva adesso fregiarsi di tali dignità e valore. Nel frattempo venne la Vergine che il primo giorno mi aveva consegnato l’invito, e che fino adesso non avevo mai più rivisto. Prima di tutto diede uno squillo sulla sua tromba, e quindi, con voce molto alta, pronunciò la sentenza in questa maniera:
É interessante, notiamo che ci sono due Vergini coinvolte nel racconto. É la seconda che pronuncia la sentenza.
“La Maestà del Re, mio grazioso Signore vorrebbe con tutti il suo cuore che ogni persona qui riunita, si fosse presentata su invito di sua Maestà, così ben meritevole e degno, da accrescere in onore la solennità di questo appuntamento nuziale e festa gioiosa. Ma dato che è altrimenti piaciuto al Buon Signore, la sua Maestà non avrà motivo di lamentarsi, ma sarà costretto, a dispetto della sua stessa inclinazione, a sopportare l’antica quanto lodevole legge costituzionale di questo regno. Ma affinché l’innata clemenza di sua Maestà possa essere celebrata attraverso il mondo, pur dovendo assolutamente conformarsi alle decisioni del suo Consiglio, l’usuale sentenza sarà considerata con indulgenza. Così in primo luogo vuole assicurare ai Signori e ai Potenti che non solo avranno salva la vita, ma che saranno altresì liberati; amichevolmente e cortesemente supplicando la loro Signoria di non prendere come un’offesa il fatto che non siano stati ammessi alla celebrazione di questa Festa di Maestà e d’Onore, ma di ricordare sopra tutti i poteri e le imposizioni si trova il volere del Buon Dio (che nella distribuzione dei beni segue disegni misteriosissimi) come potete agevolmente e facilmente comprendere. Né sarà la vostra reputazione altrimenti pregiudicata, anche se siete stai esclusi dal suo Ordine.
Viene ora esercitata la prerogativa reale della misericordia. Questo significa perdono senza merito. Anche se meriterebbero una punizione, questi particolari prigionieri ottengono un giudizio di clemenza, pur senza aver fatto niente per meritarlo. Hanno fallito in un senso, ma il loro fallimento è solo relativo. Questo sottende tacitamente la circostanza che loro abbiano tentato di fare la cosa giusta, e dunque avevano un buon motivo per agire. Questo è il loro motivo di salvezza.
Ma essendo la sua Signoria stata sedotta e oltraggiata dai truffatori, questo non sarà fatto passare del tutto impunemente. E ancora sua Maestà si risolve brevemente a comunicare alla vostra Signoria un elenco di eretici dell’Index Expurgatorius, grazie ai quali potrete agevolmente riuscire a distinguere tra bene e male con migliore giudizio. E perché Sua Maestà, a questo proposito, ha a lungo cercato nella sua libreria, per offrire tutte le scritture ingannatrici a Vulcano, lui amichevolmente, e cortesemente supplica ognuno di voi di fare lo stesso, sperando che in questo modo tutto il male e i tradimenti possano essere rimediati. Voi sei stato in questo modo ammoniti, mai più osiate tornare qui così sconsideratamente; perché allora le vostre colpe pregresse non saranno dimenticate, e cadrete in disgrazia e subirete la condanna di tutti gli uomini. Fino a quando il patrimonio della terra avrà ancora qualcosa da eccepire sull’onore della vostra Signoria, sua Maestà spera che nessun uomo possa pensare di redimere se stesso con una catena o qualunque altra cosa che lo riguardi, e così in un amichevole modo si potrà allontanare da noi, e per la nostra sicurezza, ritornare a casa.
Vengono offerti in questo modo i mezzi di discernimento – il fuoco di Vulcano; il fuoco dell’intelletto, la base per la giusta conoscenza. Ma qui è anche la ammonizione pungente, loro sono diffidati dal ripresentarsi in questo luogo, adducendo come scusa l’essere stati ingannati. La vera punizione per loro è essere scacciati dal Tempio del Mistero.
Sua Maestà non potrà dimettere così alla leggera chi non ha resistito al primo, terzo e quarto peso. Ma affinché anche loro possano avere esperienza della gentilezza di sua Maestà, il suo comando è che vengano completamente denudati e siano mandati via così.
Anche questi prigionieri saranno trattati con mitezza. Ma saranno completamente esposti al pubblico ludibrio per palesare la loro vera natura. Non siamo forse puniti quando dobbiamo mostrare in pubblico la nostra debolezza?
Quelli che sono stati trovati troppo leggeri nel secondo e quinto peso, dopo essere denudati, saranno segnati con uno, due, o più marchi, secondo quali di loro era più leggero o più pesante.
In un senso spirituale, la marchiatura significa che un “segno” permarrà impresso sulla nostra aura. Questo appare ovvio a chi ha gli occhi per vedere.
Coloro che hanno sollevato fino al sesto o al settimo peso, ma non sono andati oltre, dovranno in qualche modo affrontare questa situazione, e così avanti (per ogni combinazione c’era una certa punizione ordinata, che qui è troppo lunga per essere raccontata).
Il karma agisce con precisione straordinaria nel comminare la proporzione adeguata ad ogni crimine. Sicuramente non avremo mai motivo di lamentarci per le conseguenze delle nostre azioni. La giustizia karmica, dopo tutto, è perfetta.
Coloro che ieri scelsero di separarsi dagli altri per loro stessa volontà, andranno fuori in libertà e senza alcuna colpa.
Questi sono gli umili. Coloro che hanno riconosciuto il loro autentico valore e che hanno scelto di agire conformemente. Forse noi stessi ci possiamo riconoscere in questa categoria?
Infine i convitati vagabondi-truffatori che non poterono muovere alcuno dei pesi, potranno come occasione essere puniti nel corpo e nella vita, con la spada, la frusta, l’acqua e lo scudiscio. L’esecuzione di questo giudizio sarà osservata inderogabilmente affinché possa fungere da esempio per gli altri.”
Coloro che hanno fallito nelle questioni spirituali, sono i peggiori. Saranno puniti secondo la polarità della loro natura (corpo e vita) nel quadriforme aspetto del loro essere (spada, frusta, acqua e scudiscio). Come potremmo resistere davanti a questa giustizia? Saremo capaci di accettare le inevitabili conseguenze del nostro comportamento, o rimpiangeremo la nostra inettitudine nell’affrontare le questioni spirituali? La negazione dell’esito del giudizio, è un fattore che aggrava la nostra condizione e annulla ogni speranza di clemenza, nella punizione che abbiamo meritato.
Nel dire questo, una Vergine ruppe la sua bacchetta, e l’altra , che aveva letto la sentenza, suonò la sua tromba, e camminò con la più profonda riverenza verso coloro che stavano dietro la tenda. Ma qui io non posso omettere di rivelare ai lettori qualcosa riguardo al numero dei nostri prigionieri, di cui quelli che sollevarono uno, erano sette; quelli di due, ventuno; di tre, trentacinque; quelli di quattro, trentacinque; quelli di cinque, ventuno; quelli di sei, sette; e quello che era arrivato al settimo, e ancora non poteva sollevarlo era solo uno, e proprio lo stesso che avevo rilasciato.
Fermiamoci un attimo e badiamo ai numeri per un attimo. Ci sono 2 Vergini. Una rompe la sua bacchetta per simbolizzare la fine del processo per mezzo del quale il potere e l’autorità sono esercitati. L’altra suona la tromba per lo stesso proposito. Coloro che hanno gli occhi, vedano la bacchetta; coloro che hanno le orecchie, ascoltino la tromba.
Ci sono 7 pesi e vari prigionieri che raggiungono differenti livelli. Cosa significa questo? Analizziamolo in questo modo:
Pesi – Prigionieri - Centri psichici sull’Albero della Vita - Attributi alchemici
L’indizio è il fatto che il numero totale dei prigionieri è 127. Per addizione cabalistica:
127 = 1 + 2 + 7 = 10
Ci sono 10 Sephiroth sull’Albero della Vita. Ci sono anche 7 livelli sull’Albero. CRC ci sta facendo conoscere il più alto livello raggiungibile, tramite le esperienze dei vari prigionieri. Questo è misurabile per mezzo dei centri psichici che questi raggiungono. In conseguenza, è possibile correlarli ai livelli sull’albero. Potremo forse riuscire a fare di meglio? Incidentalmente, i prigionieri che raggiungono il settimo peso, non riescono comunque a sollevarlo, neppure colui che viene rilasciato da CRC. Questo è un chiaro indizio circa la natura della Grazia e le sue relazioni con la giusta condotta. Dobbiamo lavorare duramente per raggiungere un sufficiente merito karmico, prima che la Grazia ci sia liberamente concessa. Comunque, non ci sarà alcuna Grazia se non ci sarà un notevole sforzo da parte nostra.
Oltre a questi, coloro che avevano fallito interamente erano molti, mentre coloro che avevano sollevato tutti i pesi da terra, pochi. E mentre si trovavano innanzi a noi, li contai con attenzione, e annotai il loro numero sul mio libretto; ed è veramente ammirevole che in mezzo a tutti loro, qualunque entità di peso fossero riusciti a sollevare, nessuno fosse uguale all’altro. Per cui tra coloro che avevano sollevato tre, che erano trentacinque, uno aveva sollevato il primo, secondo e terzo; un altro il terzo, il quarto e il quinto; un terzo il quinto il sesto ed il settimo, e così via. Era veramente bellissimo che tra le cento venti sei persone che erano riuscite a sollevare ogni peso, nessuna fosse uguale all’altra. Ed avrei veramente voluto segnare tutti i loro nomi, con ogni peso di ogni uomo, non essendomi proibito. Ma spero che possa essere in seguito pubblicato con la sua interpretazione.
Cosa significano tutti questi numeri? Dopo tutto CRC ci dice che esiste un’interpretazione. Mettiamole su una tabella ed analizziamo la sequenza di strani numeri (ancora polarità):
La tavola sovrastante emerge da coloro “che hanno sollevato 3”. Se questo si riferisce al terzo centro psichico, allora si collega all’elemento alchemico del Fuoco ed all’aspetto intellettuale del nostro essere. Nella tavola, il numero 3 appare in una sequenza fissa, ma gli altri numeri variano. I valori totali sono il prodotto di un numero “fisso” e di numeri “volatili”. Ricordiamo le Tavole di Hermes? Non ci dicono forse di tenere distinto il “sottile” (volatile) dal “grosso” (fisso)? In questa tavola, noi abbiamo fatto un passo verso la comprensione della ragione di questa separazione. Un solo passo, però.
Ora letto che fu questo giuramento, i signori nel primo posto erano ben soddisfatti, perché in tale severità non avrebbero mai osato sperare in una sentenza tanto mite. Per questa ragione diedero più di quanto avessero desiderato, ed ognuno riscattò se stesso con catene, gioielli, oro, monete ed altre cose, quante ne avevano, e con reverenza se ne andarono. Ora anche se ai servi del Re era proibito prendersi gioco di chi andava via, ancora i più beffardi di loro non riuscirono a trattenere le loro risate e certamente fu uno spettacolo ridicolo vederli andare via con tale velocità, senza guardarsi indietro una volta. Alcuni desideravano che l’elenco promesso potesse essere inviato loro dopo di loro, per poter selezionare il libri, come sarebbe piaciuto a sua Maestà; e questo fu loro assicurato. Alla porta era dato ad ognuno di loro una tazza, un sorso di dimenticanza, così che non avrebbero avuto alcuna memoria futura della loro sfortuna.
Che cos’è la dimenticanza? I Greci credevano che un fiume di dimenticanza dividesse il mondo interiore e quello esteriore. Forse esiste un confine tra questo livello di realtà e il prossimo livello più elevato. É il confine che noi attraversiamo al momento della nascita e della morte. Non abbiamo alcuna memoria delle nostre precedenti incarnazioni. Questo ci permette di vivere la vita come la troviamo, e cercando di fare il meglio possibile, con quello che abbiamo e quello che siamo. Questa è una grande fortuna per noi, una benedizione. Dimenticare gli errori del passato allevia la nostra coscienza da una poderoso fardello di colpa. Ci permette di ricominciare daccapo.
Dopo di loro, partirono i volontari, poiché a causa della loro ingenuità veniva loro concesso di passare, ma col divieto espresso di fare ritorno, come per gli altri. Ma se a loro (così come agli altri) qualche cosa di più importante fosse stato in seguito rivelato, allora sarebbero stati benvenuti ospiti.
Comunque, alcuni di coloro che ora partono, potranno ancora essere accolti nel Tempio del Mistero, se vorranno provare ancora. Questo è il punto, possiamo ritentare. Ci sono date tante opportunità quante ce ne servono per riuscire.
Nel frattempo, gli altri venivano spogliati in considerazione della disuguaglianza (secondo il demerito di ciascuno). Alcuni erano mandati via nudi, senza altre ferite. Altri erano accompagnati fuori con piccole campane. Alcuni venivano spinti avanti. In breve, le punizioni erano così varie, che non sono capace di raccontarle tutte. Alla fine si arrivò agli ultimi, perché il tempo si accorciava; infatti, mentre alcuni venivano impiccati, alcuni decapitati, altri costretti a saltare nell’acqua, ed il resto in altri modi consegnati, molto tempo era trascorso. In verità non riuscivo a reggere la vista di queste esecuzioni, non tanto per la punizione, che era stata meritata per causa della loro imprudenza, ma in considerazione della cecità umana, per tutte le cose inutili in cui stiamo continuamente occupati, le cose che fin dalla prima Caduta sono state impresse su di noi.
Ancora ci viene mostrato con precisione meticolosa il modo in cui la giustizia karmica trova esecuzione. Noi otteniamo esattamente quello che meritiamo e ancora rimaniamo moralmente e spiritualmente ciechi.
Il giardino che solo fino a poco tempo fa era silenzioso e piuttosto pieno, adesso si svuotò rapidamente, e nessun altro uomo era rimasto oltre ai soldati. Ora, non appena questo fu fatto, ed il silenzio aveva regnato per 5 minuti, venne avanti un bellissimo unicorno bianco come la neve con un collare d’oro (che aveva incise alcune lettere) attorno al collo. Subito si chinò su entrambe le zampe, come se avesse mostrato onore al leone che stava immobile presso la fontana, che io avevo creduto essere di pietra o ottone. Il leone immediatamente impugnò la spada nuda che aveva teneva nella sua zampa, e la spezzò in due parti nel mezzo, e i pezzi di questa, mi sembrò, caddero nella fontana; dopo che ruggì a lungo, fino a che una colomba bianca portò un ramo di olivo nel suo becco, che il leone divorò all’istante, e poi tutti fu calmo. E così l’unicorno ritornò al suo posto con gioia.
Notiamo il silenzio. Perché è così enfatizzato? Che cosa significa? Prima del “principio”, c’era solo silenzio. É segnale di un cambiamento significativo. Nei Misteri, un tale silenzio è una pausa nel ritmo cosmico. Abbiano necessità di ascoltare il silenzio. E cosa sono gli animali? L’unicorno è portatore di iniziazione. Il suo candore si riferisce al nostro aspetto intuitivo che, in una volta, è il reale soggetto del processo di iniziazione. Il leone è simbolo del sole del Thiphereth, e quindi del Figlio. Il fatto che questi brandisca una spada, ci dice che il Figlio è sul cammino della spada, Zain sull’Albero della Vita, e la nostra facoltà di retta discriminazione interiore. Nello spezzare la spada, il leone dimostra che la via della verso la Grande Madre è ormai aperta. Il candidato all’iniziazione può procedere. Dobbiamo considerare che la spada spezzata è affondata nella fontana, il Terrore sulla Soglia è precipitato nelle profondità della nostra consapevolezza, non è più un pericolo. La colomba bianca è un simbolo del nostro veicolo di consapevolezza, spirito e porta il ramo di olivo come messaggio di un livello superiore. Recependo il messaggio l’aspetto leonino (Fuoco) della nostra natura è adesso calmo. Terminato la sua opera di iniziazione, l’unicorno si allontana.
Subito dopo la Vergine ci portò ancora presso la scala ritorta ai piedi del patibolo, e facemmo ancora una riverenza alla tenda. Ci lavammo le mani e la testa nella fontana e aspettammo un po’ nel nostro ordine, fino a che il Re fu tornato nella sala attraverso un certo passaggio segreto, e quindi fummo anche noi introdotti nella nostra precedente sistemazione con musica scelta, e discorsi piacevoli. E questo fu fatto verso le quattro del pomeriggio.
CRC è condotto giù dalla scala, ad un inferiore livello di realtà. Si inchina davanti alla fontana. Questo è il velo dei Misteri ed è una barriera per coloro che non sono abbastanza degni di entrare nel tempio. Lavandosi nella fontana, CRC è in contatto diretto con la base della sua vita interiore, l’acqua della vita eterna, l’alchemica Fontana della Giovinezza. Il Re di questo Tempio del Mistero è atteso attraverso un passaggio segreto perché solo a qualcuno è riuscito ad avanzare allo stadio che CRC ha raggiunto, è permesso di vederlo.
Ma il tempo non poteva esserci sembrato così lungo, e la Vergine affiancò ad ognuno di noi un paggio, che non era solo molto ben vestito, ma esageratamente colto, e poteva discorrere con grande preparazione di ogni argomento, al punto da farci necessariamente vergognare di noi stessi. Fu loro ordinato di condurci su e giù per il Castello, ad eccezione di certe stanze, in modo da permetterci, se possibile, di ingannare il tempo secondo i nostri desideri.
A CRC viene dato un paggio molto colto, una guida interiore. Quando noi raggiungiamo questo particolare stadio del nostro viaggio interiore, necessitiamo di una guida, ed è qui che il vecchio detto acquista verità, - quando lo studente è pronto, il maestro apparirà. Come a CRC nel castello, ci viene dato accesso ad un nuovo livello di conoscenza, ma attenzione! Non ci è ancora concesso di vedere tutto… alcune aree del castello sono proibite anche a CRC. Non riusciamo forse a collegare questa situazione alla proibizione che Dio fece ad Adamo ed Eva nel paradiso terrestre?
Mentre la Vergine si allontanava con la promessa consolatrice che sarebbe stata ancora con noi a pranzo, e dopo ebbe celebrato le cerimonie del sollevamento dei pesi, ci chiese di attendere con pazienza fino al giorno dopo, perché al mattino saremmo dovuti essere presentati al Re. Così si allontanò da noi, ed ognuno di noi poté fare quel che più gli piaceva. Una parte guardava le meravigliose pitture, che copiava per se stesso e cercava anche di comprendere quali meravigliosi personaggi esse volessero rappresentare. Altri continuavano ad occuparsi di cibo e bevande. Io invece chiesi al mio paggio di condurmi (insieme al mio compagno) su e giù per il castello, e questa passeggiata non la potrei rimpiangere mai, ma anzi ne serberò indelebile ricordo per tutto il resto della mia vita. Oltre alle molte gloriose antichità, mi mostrato fu il Sepolcro Reale, dal quale imparai molto di più di quanto è contenuto in tutti i libri.
Il sepolcro reale che contiene più sapienza che tutti i libri della terra, ci ricorda la tomba di CRC nel Fama Fraternitatis.
Hanno entrambe la stessa funzione, sono contenitori della gnosi.
C’era nello stesso posto anche la gloriosa fenice (sulla quale avevo pubblicato un piccolo discorso due anni fa). Ed io sono risolto qualora questa narrazione si dimostri utile a raccontare ancora molti particolari sul leone, l’aquila, il grifone, il falcone, ed altri, insieme con la loro iscrizione e disegno. Mi dispiaceva per i miei compagni, che si erano persi una cosa così bella e preziosa. E ancora non potevo fare a meno di pensare che fosse solo per volontà di Dio che mi stessero accadendo queste cose. Cercai ancora di trarre il maggior beneficio possibile dalla cultura mio paggio, e mi affidai al suo genio, affinché mi conducesse in tutti i quartieri e i luoghi che gli piacevano.
Gli uccelli e gli altri animali mitologici sono importanti perché simboleggiano le trasformazioni della natura del nostro essere. La fenice è l’uccello della resurrezione, che muore e quindi rinasce. É la nostra Scintilla Divina per come si manifesta nella sua vera gloria per mezzo del processo alchemico. Le altre sono l’intuizione (aquila), l’intelletto (leone), le emozioni (falcone), e il senso di consapevolezza (grifone). Anche adesso, i compagni di CRC respingono questa conoscenza. Comunque, insieme alla sua guida, lui continua la sua ricerca.
Ora, le chiavi del castello erano state date al mio paggio, e questo per mia buona fortuna accadde prima del resto; perché lui aveva invitato altri ad entrare, ma loro credevano che tali tombe si trovassero solo nel sagrato della chiesa, e pensavano che non avrebbero perso poi tanto, seppure non avessero visto le cose che si trovavano qui. Ma io non avrei potuto nascondere la descrizione di questi monumenti (che noi copiammo e trascrivemmo) ai miei scolari riconoscenti. Altre cose invero furono mostrate a noi due, come la nobile libreria, che era composta interamente di testi precedenti la Riforma. Ma di questa (anche se il mio cuore gioisce non appena la richiamo alla mente) ho poco da dire perché il catalogo è molto breve per essere pubblicato. All’entrata di questa stanza stava un grande libro, come non ne ho mai visto uno, in cui sono è delineato tutto ciò che può essere visto nell’intero Castello, le figure, le stanze, i portali, anche le scritture gli enigmi e simili. Abbiamo fatto anche una promessa riguardo a questo, e devo ancora contenermi, e prima imparare a conoscere meglio il mondo. In ogni libro stava dipinto il suo autore, e molti di questi (come capii) erano stati arsi vivi, così che la loro memoria doveva essere perpetuata insieme ai giusti.
Alla guida vengono consegnate le chiavi per le stanze chiuse. Questa è la conoscenza che riceviamo come risultato della iniziazione. Ancora, i compagni di CRC rifiutano questa opportunità. CRC può entrare nella grande libreria. É importante osservare che troviamo questo luogo metafisico nel momento in cui riusciamo a comprendere appieno la disciplina della guida. Così, abbiamo incontrato 10 delle12 Discipline spirituali. Le ultime due sono l’adorazione e la celebrazione. Dobbiamo stare attenti a riconoscerle nel prosieguo del racconto. Per quanto attiene alla libreria, CRC commenta che si trattava di testi anteriori alla Riforma. Questo è un indizio che molto danno è stato fatto e molta conoscenza persa in seguito alla “riforma” della Chiesa.
Ora, avendo preso piena visione di questo, ed essendo andato un poco avanti, un altro paggio arrivò di corsa da noi, e dopo aver sussurrato qualcosa alle orecchie del nostro paggio, gli prese le chiavi, che furono immediatamente portate via, verso la scala ritorta. Ma il nostro paggio era molto contrariato, e noi lo supplicammo con grande insistenza, fino a che ci disse che la Maestà reale non avrebbe mai potuto permettere che nessuna delle due, nominatamente la libreria ed i sepolcri, fossero stati visti da uomo, e ci supplicò che, per amore della sua stessa vita, di non rivelarlo a nessuno, perché lui avrebbe sempre negato. E quindi noi vivevamo in bilico tra gioia e paura, mentre ancora continuava in silenzio, e nessun uomo avrebbe indagato oltre su questo. Così in entrambe i luoghi trascorremmo 3 ore, che non rimpiango affatto.
Prestiamo attenzione: le chiavi della conoscenza vengono portate via, di nuovo sulle scale, ad un livello di realtà superiore.
La libreria ed il sepolcro sono oltre i confini, anche per gli iniziati del rango di CRC. In più, CRC è già stato guidato al questi luoghi. Questo è molto significativo. Lui ha visto la conoscenza proibita. Lo farà ancora con Donna Venere, e ancora, per mezzo della guida.
Ora anche se erano già le sette, e non avevamo ancora mangiato niente, la nostra fame era facile da combattere per le continue emozioni e scoperte , e sarei stato felice di vivere tutta la mia vita con un tale intrattenimento.
É anche significativo che la prima delle Discipline spirituali viene qui nuovamente enfatizzata – il digiuno.
Fondamentalmente, il digiuno attiene al controllo del nostro veicolo di consapevolezza, il corpo. Abbiamo bisogno di tenerlo disciplinato così che non ci potrà distrarre dall’opera di trasformazione durante il viaggio in noi stessi.
A questo tempo stavano per esserci mostrate le curiose fontane, le miniere, ed ogni tipo di esposizione d’arte, e tutte superavano in bellezza tutta la nostra arte, anche se fossero state riunite in una sola cosa. Tutte le loro camere erano costruite in semicerchio, così che potessero avere sempre davanti agli occhi il costoso meccanismo che era stato eretto sopra una maestosa torretta nel centro, e regolare se stessi secondo il corso dei pianeti, che potevano essere osservati su di esso in modo glorioso. E da qui io potevo facilmente congetturare dove i nostri artisti sbagliavano, comunque non è mio dovere informarli. Entrai in una stanza spaziosa (mostrata quindi agli altri molto prima che a me) nel mezzo della quale stava un globo terrestre, il cui diametro era di 30 piedi, anche se neppure la metà di questo, eccetto un poco che era coperto con i gradini, era lasciato nella terra. Due uomini potevano prontamente girare questo globo con tutti i suoi accessori , così che non più di questo potesse mai essere visto, ma solo quanto stava sopra l’orizzonte. Ora, nonostante io potessi agevolmente comprendere che questo aveva un uso speciale, ancora non potevo capire a cosa servissero certi anelli d’oro (che si trovavano sulla sua superficie in parecchi punti); al che il mio paggio rise, e mi avvisò di guardarli più da vicino. In breve, trovai che qui c’era il mio paese natale, cerchiato in oro; e il mio compagno vide il suo, e trovò questo così cerchiato anche lui.
Questa è una visione di Yesod e del meccanismo interno dell’universo. Gli anelli d’oro identificano le località degli iniziati nel mondo.
Ora la stessa cosa accadde al resto delle persone che stavano qui, e il paggio ci disse veramente che era stato dichiarato ieri dalla Maestà del Re, per mezzo del loro vecchio Atlante (così è stato nominato dagli astronomi) che tutti i punti dorati corrispondessero esattamente ai loro paesi natii, secondo quanto doveva essere mostrato a ciascuno di loro. E dopo anche lui, non appena si rese conto che io sottovalutavo me stesso nonostante ci fosse un punto corrispondente al mio paese natale, ordinò ad uno dei capitani di intercedere per noi, affinché potessimo salire in cima alle scale (senza alcun pericolo per noi) per tutte le avventure; in particolare l’avere visto i nostri rispettivi paesi natali sul globo costituiva certamente un buon segno. E veramente non c’era nessuna ragione perché lui, il paggio che aveva il più grande potere su tutti gli altri, si fosse messo d’accordo con me. Per questo lo ringraziai di nuovo, ed immediatamente guardai più diligentemente sul mio paese natale e trovai che accanto all’anello si vedeva una certa traccia delicata su di esso. Non è con il pensiero delle mie stesse preghiere che racconto questo. Vidi molto di più su questo globo di quello che intendo rivelare, ma lascio che ogni uomo prenda in considerazione perché ogni città non produce un filosofo.
Chiaramente c’è un tracciato sul globo che fornisce informazioni rilevanti a coloro che vengono iniziati, e che suggerisce un organizzazione di alcune descrizioni. Forse l’Ordine dei Rosacroce?
Dopo questo lui ci portò dentro al globo, che era fatto così: sul mare (dove c’era un vasto quadrato) c’era un cartello, sul quale stavano tre dediche e il nome dell’autore, che un uomo poteva delicatamente sollevare per accedere ad un piccolo passaggio, ed entrare al suo interno, che era capace di contenere fino a quattro persone, essendo niente più che una tavola tonda su cui ci potevamo sedere, e agevolmente, in pieno giorno (era adesso già scuro) vedere le stelle. Al mio pensiero loro erano semplici rubini rosso acceso che luccicavano in un ordine predefinito, e che si muovevano così galantemente che non avevo nessuna voglia di andare di nuovo fuori, come il paggio disse dopo alla Vergine, con quale cosa lei spesso mi dava noia.
Così vanno dentro il globo. Questo implica un’esperienza nel mondo interiore. Nella mitologia Greca, Orfeo entra nell’Oltretomba per cercare il principio femminile perduto, sua moglie Euridice. I misteri dei Rosacroce concernono il principio femminile. L’entrata è attraverso una tavola inscritta con un nome e tre dediche: 1 + 3 = 4. Questa è la formula per trovare l’Ordine dei Rosacroce, come descritta nel Fama Fraternitatis. 1 (CRC) + 3 (fratelli monaci). Il globo contiene 4 persone: la guida (1) più 3 altri. All’interno del globo, si possono osservare le stelle come in un planetario. Tutte le stelle sono all’interno del globo terrestre. Questo è un indizio circa il modo in cui l’astrologia opera. I Greci riferiscono i centri psichici o chakras come stelle interiori. Quindi i centri sono attribuiti ai pianeti. Ma cosa descrive l’astrologia: i pianeti, o i nostri centri psichici? L’esterno o l’interno? Il Sopra o il Sotto? Il con o il senza?
Essendo quasi ora di cena, ed essendomi a lungo trattenuto dentro al globo, ero quasi l’ultimo del tavolo; così decisi di non tardare più, ma avendo indossato di nuovo la mia veste (che prima avevo lasciato da una parte), arrivato al tavolo, i camerieri mi trattarono con molta riverenza e onore, che per vergogna non riuscivo a sollevare lo sguardo. E così la Vergine, che mi stava accanto da un lato, mi strattonò per la veste, e mi condusse al tavolo. Tentai di parlare ancora della musica, o del resto del magnifico intrattenimento, ma non era una cosa semplice, sia perché non era agevole esprimersi bene in merito, e sia perché avevo già tentato di riferire tutte queste cose secondo le mie possibilità. In breve non c’era nient’altro oltre che arte e amenità. Dopo che ci fummo raccontati vicendevolmente di come avevamo trascorso il tempo fino a mezzogiorno (comunque non una parola fu detta sulla libreria e sui monumenti) essendo già brilli per il vino, la Vergine cominciò così:
Il fatto che CRC indossa nuovamente la sua veste è un piccolo dettaglio che può essere facilmente sottovalutato. Non è un simbolo del suo status. Ci dice invece del modo in cui CRC usa il suo veicolo di consapevolezza per entrare in luoghi in cui noi non possiamo entrare. Dovremmo anche osservare la sua umiltà e notare quanto siamo succubi del nostro orgoglio spirituale.
“Mio Signore, ho una grande contesa con una delle mie sorelle. Nella nostra camera abbiamo un’aquila. Noi la curiamo con tale diligenza, che ognuna di noi desidera essere la più amata, e per questo scopo abbiamo molti litigi. Un giorno abbiamo concluso di andare entrambe da insieme da lei, e con chi si sarebbe mostrata più amichevole, lei ne sarebbe stato proprietaria. Io (come sempre) portavo nella mia mano un ramo di lauro, ma mia sorella non aveva niente. Ora non appena lei ci vide entrambe, immediatamente diede a mia sorella un altro ramo di lauro, che aveva nel suo becco, e volle prendere il mio, e glielo lasciai. Ora ognuna di noi immagina di essere la più amata da lei, come mi devo risolvere?”
All’aquila è richiesto di giudicare le due Vergini. Questa è un’allusione alla mitologia greca e al giudizio di Paride, quando le tre dee furono giudicate dal principe di Troia. In questo caso, l’aquila è molto più diplomatica. L’alloro è il simbolo della pace e l’aquila tratta con grande cautela nel porgerlo all’una e prenderlo dalle mani dell’altra. Chi è l’aquila? É il simbolo dell’elemento alchemico dell’Aria e del nostro aspetto interiore dell’intuizione. Giudica rettamente ed evita i conflitti che Paride invece aveva provocato.
Il quesito proposito della Vergine ci piacque alquanto, ed ognuno di noi avrebbe voluto ardentemente sentire l’esatta soluzione, ma tutto guardavano me, e volevano che io cominciassi a parlare, la mia mente era così estremamente confusa che non sapevo cos’altro fare se non proporre un altro quesito invece, e quindi dissi “Graziosa Signora, la questione di sua Signoria potrebbe essere facilmente risolta se una cosa non mi lasciasse perplesso. Avevo due compagni, entrambi mi amavano in modo esagerato; ora, avevano il dubbio di quale di loro fosse a me più caro, e decisero di correre da me, io inconsapevole, e quello che io avessi abbracciato sarebbe stato quello giusto. Così fecero, anche se uno di loro non poteva camminare di pari passo con l’altro, così uno stava dietro e vicino, e io abbracciai l’altro con entusiasmo. Ora quando mi ebbero spiegato la questione, non sapevo come risolvermi, non avevo prima d’allora tenuto considerazione della mia preferenza, fino a che riuscii a trovare un buon suggerimento”.
Siamo sottoposti ad una prova senza sapere dell’esistenza della prova stessa. E questo rende tutto più difficile perché non ci viene data l’opportunità di considerare adeguatamente la questione. Dobbiamo agire intuitivamente e riconsiderare quindi il tutto in un momento successivo, quando la situazione è ormai pienamente conosciuta. É forse giusto?
La Vergine chiese di poterlo conoscere, e osservò bene dove io fossi. Quindi replicò “Bene, allora, stiamo tutt’e due in pace” e poi desiderò conoscere le soluzioni prospettate dagli altri. Ma io avevo già reso loro saggi. Quindi il successivo cominciò così: “Nella città dove vivo, una Vergine era stata recentemente condannata a morte, ma il Giudice, essendo in qualche modo pietoso con lei, aveva dichiarato che se un uomo desiderasse diventare il protettore della Vergine, l’avrebbe lasciata libera di andare. Ora, la Vergine aveva due amanti; uno si presentò prontamente per sfidare il suo avversario; anche l’altro si presentò, ma arrivò ormai troppo tardi; si risolse comunque a combattere, e volutamente si lasciò sconfiggere, così che la vita della vergine potesse essere risparmiata, cosa che accadde. Al che ognuno dei campioni decise di sfidarla. Miei signori, istruitemi, a quale uomo la vergine dovrebbe appartenere?”
Il vero giudizio deriva dalla facoltà della giusta discriminazione, combinata con l’intuizione. Queste sono facoltà differenti, ma relazionate. Richiedono un’attenta preparazione, dobbiamo operare per riuscire a svilupparle.
La Vergine non poteva trattenersi ancora per molto, ma disse:”Pensavo di riuscire ad avere più informazioni, ed ho posto me stessa in una rete, ma ancora vorrei cortesemente sapere se ci sono altri racconti da ascoltare”. “Si, ce ne sono” rispose un terzo, “un’ avventura straniera non è ancora stata raccontata ed è accaduta a me. Nella mia giovinezza amavo una meritevole fanciulla; affinché il mio amore potesse raggiungere il suo desiderato fine, ero solito chiedere l’aiuto di un’anziana matrona, che agevolmente mi conduceva da lei. Ora accadde che i fratelli della mia ragazza, vennero in casa proprio quando noi tre eravamo insieme, ed erano così furiosi che mi avrebbero potuto uccidere, ma dietro le mie veementi suppliche, mi costrinsero a giurare di prendere ognuno di loro per un anno, prima di poter sposare la mia donna. Ora ditemi, miei Signori, avrei dovuto prendere per primo il giovane o il vecchio?”. Tutti ridemmo di cuore all’udire questo nuovo enigma, e alcuni mormorarono a riguardo, ma nessuno ancora riusciva a risolverlo.
Quello che è un desiderio ovvio, non è sempre e necessariamente corretto. Qual è la cosa giusta da fare? La logica non può essere di alcun aiuto, perché la verità è più grande della logica. Possiamo prendere la decisione giusta per le ragioni sbagliate e viceversa.
Quindi il quarto cominciò: “In una certa città viveva una signora onorevole, che era amata da tutti, ma specialmente da un giovane nobiluomo che era troppo importuno con lei. Lei gli diede, alla lunga, questa determinazione: se avesse potuto guidarla entro un verde giardino di rose in pieno inverno, allora avrebbe ottenuto quello che desiderava, ma diversamente, doveva risolversi a non vederla mai più. Il nobiluomo viaggiò per tutti i paesi del mondo per trovare un uomo in grado di realizzare una cosa simile, tanto che alla fine trovò un piccolo uomo anziano che gli promise di farlo per lui, se gli avesse assicurato metà del suo patrimonio; il nobiluomo acconsentì, ed il vecchio mantenne la sua parola. Quindi invitò la signora al suo giardino, dove ella, contrariamente alle sue aspettative, trovò tute le cose verdi, piacevoli e calde, e nel ricordare la sua promessa, chiese di potere tornare per un’ultima volta dal suo signore, a cui con pianti e singhiozzi spiegò quale era la sua triste situazione. Ma poiché aveva conosciuto la lealtà della sua amata, il signore la condusse indietro dal suo amante che l’aveva così caramente comprata, cosicché potesse dare a lui soddisfazione. L’integrità di questo marito afflisse così caramente il nobiluomo, che gli sembrò un peccato toccare una moglie così onesta; e così la mandò di nuovo a casa, con il suo onore, al suo signore. Ora il piccolo uomo percepiva tale fede in entrambe loro, e non avrebbe, per quanto fosse povero, potuto essere minore in onore, ma restituì al nobiluomo tutti i suoi beni ancora e tornò per la sua strada. Ora, miei signori, io non so quale di queste persone possa avere mostrato la più grande ingenuità.”
Notiamo la ricerca maschile del principio femminile; il viaggio iniziatico; il lasciare ogni possesso materiale; la prova; e la scoperta di quello che deve essere lasciato. Quello che veramente vale, non sarà mai perso.
Qui le nostre lingue erano come mozzate. Né avrebbe la Vergine potuto fare alcuna replica, ma solo attese che un altro continuasse. Così il quinto, senza ritardo, cominciò: “Miei Signori, non vorrei essere tanto lungo; chi ha più grande gioia, colui che possiede l’oggetto del suo amore, o colui che non lo possiede e vi può solo pensare?”.”Colui che la tiene” disse la Vergine. “No” risposi. Quindi crebbe un dibattito, e il sesto disse “Miei signori, sto per prendere moglie; avevo davanti a me una ragazza, una donna sposata, ed una vedova; aiutatemi in questo dubbio, e vi aiuterò senza dubbio riguardo al resto”.
Notiamo il contrasto tra l’amare ed il pensare ed oltre, i tre aspetti del principio femminile. Tutto questo rappresenta un mistero per il mascolino. Notiamo anche che 6 uomini hanno parlato e adesso ve ne sarà un settimo.
“Così è semplice,” rispose il 7° “quando l’uomo ha una scelta, ma per me il caso è differente. Nella mia gioventù amavo una giusta e virtuosa vergine dal profondo del mio cuore, e lei mi amava in modo simile; comunque, a causa del diniego di un suo amico, non potemmo sposarci. Quindi lei fu sposata ad un altro, e che una persona onesta e discreta, che la manteneva onorevolmente e con affetto. Quando però giunsero per lei i dolori del parto, furono così strazianti che tutti la credettero morta, e con grande dolore e pianto, fu seppellita. Io pensai che se anche durante la vita non avevo potuto avere questa donna, ora che era morta avrei potuto abbracciarla e baciarla a sufficienza; così presi con me il mio servo che, con un lavoro di tutta la notte, la dissotterrò. Aprii la bara e la strinsi lei tra le mie braccia, ma presto mi accorsi che il suo cuore conservava ancora qualche vitalità, che crebbe più e più per il mio calore, fino a che potei avere la certezza che fosse ancora viva. Quindi io la portai tranquillamente a casa e dopo che aver riscaldato il suo corpo congelato con un costoso bagno d’erbe, la affidai a mia madre affinché lei facesse nascere suo figlio nel modo giusto, che (come la madre) io accudii con grande amore. Dopo due giorni (e con sua grande meraviglia) le rivelai tutti i particolari, chiedendole al tempo stesso, di venire a vivere con me come mia moglie; ma lei eccepì che un comportamento simile sarebbe stato molto grave da sopportare per suo marito che l’aveva mantenuta bene e onorabilmente. Ma non potendo essere altrimenti, lei si sarebbe sentita obbligata ad amare tanto l’uno quanto l’altro. Ora, dopo due mesi (essendo quindi prossima a fare un viaggio altrove) invitai suo marito come ospite, e tra le altre cose gli domandai cosa avrebbe fatto se la sua moglie defunta fosse tornata a casa, se sarebbe stato contento di riceverla. Lui disse di sì con pianti e lamenti e io gli portai la moglie insieme a suo figlio, e gli diedi un racconto di tutto quello che era successo, pregandolo di darmi il suo consenso perché intendevo sposarla. Dopo una lunga disputa lui non poté che riconoscere il mio diritto, ma decise di lasciarmi sua moglie di buon grado. Ma c’era ancora una questione riguardo al figlio”. Qui la Vergine lo interruppe e disse “Mi domando come tu possa duplicare così i tormenti del marito afflitto”. “Cosa?” lui rispose “credete forse che non fossi dispiaciuto per quello che accadeva?”
Ci sono molti indizi in questo racconto, ma il più importante attiene alla morte e risurrezione del principio femminile ed alla nascita del figlio. Sull’Albero della Vita, la vita e la morte sono le esperienze del sentiero tra il Thiphereth ed il Netzâ. Questa è un’esperienza iniziatica cruciale. La relazione tra madre e figlio, è la via tra Thiphereth e Binâ. Questi due sentieri sono diametralmente opposti l’uno all’altro sull’Albero, ma, come in questa parabola, devono essere considerati insieme.
Su tutto ciò crebbe una disputa tra noi, e la maggior parte affermavano che avesse agito bene. “No” lui disse “Io gli resi liberamente la moglie e il figlio. Ora ditemi, miei Signori, cos’ era più grande, la mia onestà, o la sua gioia?”. Queste parole rallegrarono la Vergine tanto che (come se fosse stato per la salvezza di questi due) lei propose un brindisi.
Il settimo uomo non fornisce una risposta immediata. Siamo lasciati in sospeso con una questione che può essere risolta solamente per giusta discriminazione. Questo è il risultato del sentiero tra la Madre (Binâ) ed il figlio (Thiphereth), la via della spada nascosta tra le icone della Madonna e del Bambino,
Dopo di che il resto delle proposizioni andò avanti con qualche incertezza, così che io non potevo seguire i discorsi di tutti loro; ancora mi tornò alla mente che un uomo una volta aveva raccontato di aver visto un medico che aveva portato una buona quantità di legna per difendersi dai rigori dell’inverno, ma non appena tornò la primavera, lui vendette la stessa legna ancora una volta, e così non aveva usato di essa per niente. “Qui ci deve essere abilità” disse la Vergine “ma il tempo è ora trascorso”. “Si” replicò il mio compagno, “chiunque non capisca come risolvere tutti questi misteri può darne notizia ad ogni uomo mediante un proprio messaggero, sono sicuro che non gli sarà negato”
La risposta all’enigma è un paradosso. L’intuizione ci fornisce una risposta. Questo è il motivo per cui dobbiamo cercare il femminino.
A questo tempo loro cominciarono a rendere grazie, e ci alzammo tutti insieme dal tavolo, soddisfatti e felici più che sazi; e ci si dovrebbe augurare che tutte le feste e gli inviti siano così. Avendo adesso fatto un paio di giri su e giù per la sala, la Vergine ci chiese se desiderassimo che si desse inizio al matrimonio. “Si, nobile e virtuosa signora” disse uno. Al che lei separatamente mandò un paggio e ancora nello stesso tempo continuò a discutere con noi. In breve aveva già acquisito una tale familiarità con noi, che osai chiederle il suo Nome.
Dopo la lunga opera di preparazione, arriva il Matrimonio Mistico. La Vergine manda un messaggero ad un superiore livello di realtà per poter preparare il processo. CRC chiede il suo nome. Non possiamo avere esperienza della unione mistica fino a quando non conosciamo questo segreto, e dobbiamo sapere abbastanza da capire che dobbiamo porre certe domande.
La Vergine sorrise per la mia curiosità, ancora non si mosse, ma replicò: “Il mio Nome contiene sei e cinquanta, e ancora ha solo otto lettere; la terza è la terza parte della quinta, che se aggiunta alla sesta darà un numero la cui radice eccederà la terza stessa,ma solo per il primo, ed è la metà del quarto. Ora la quinta e la settima sono uguali, l’ultima e la quinta sono anche uguali, e fanno, con la seconda tanto quanto la sesta, che contiene solo 4 più della terza triplicata. Ora dimmi mio signore, come mi chiamo?”
Allora come?
La risposta era abbastanza intricata per me, ma non volevo lasciare perdere, e dissi “Nobile e virtuosa signora, potrei conoscere una sola lettera? “Si” rispose, “può essere fatto”. “Quale, allora” (replicai ancora) “può la settima contenere?”. “Essa contiene” (disse) “tanti quanti sono i signori qui”. Al che io fui soddisfatto, e scoprii facilmente il suo nome, al che lei fu molto felice, e mi assicurò che ancora molto di più ci sarebbe stato rivelato.
Il suo nome ha un numero. Similmente, la Bestia dell’Apocalisse ha un nome che contiene un numero (Apocalisse di Giovanni, 12,17-18 “e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei”.) Ora noi sappiamo che nell’Apocalisse di Giovanni 666 è probabilmente la somma del valore numerico delle singole lettere ebraiche corrispondenti al nome “Nerone Cesare”; il primo persecutore dei cristiani e prototipo dell’anticristo per la sua crudeltà ed ipocrisia.
La Vergine ci rivela molto, affinché riusciamo a trovare il numero del suo nome. Proviamo.
Numero lettere | Nome | Numero dell’indizio |
1 | A | 1 |
2 | L | 12 |
3 | C | 3 |
4 | H | 8 |
5 | I | 9 |
6 | M | 13 |
7 | I | 9 |
8 | A | 1 |
8 Lettere = | Nome | 56 |
Attraverso la sottile interposizione della cabala Latina e di quella germanica, (il Matrimonio Chimico fu scritto in Germania). Noi abbiamo scoperto che lei è Donna Alchimia. É la personificazione dell’intero processo di trasformazione. Le 8 lettere del suo Nome evidenziano gli 8 sentieri del Thiphereth e gli 8 passi nella Tavola di Smeraldo. Il numero del suo Nome, 56, ci ricorda dei 56 arcana minori dei Tarocchi. Infatti il processo alchemico può anche essere descritto tramite le 56 carte degli arcana minori. Inoltre, il numero degli indizi ci da uno specifico riferimento a particolari sentieri sull’Albero della Vita, ed all’ordine in cui dovremmo percorrerli: (1) Kether-Binâ; (3) Binâ; (8) Hod; (9) Yesod; (13) Kether-Thiphereth; (9) Yesod; (1) Kether.
Se li osserviamo in questo modo riusciamo a scorgere un disegno:
Numero dell’indizio | Albero della Vita | Tarocchi |
1 | Kether | |
12 | Kether-Binâ | Mago |
3 | Binâ | |
8 | Hod | |
9 | Yesod | |
13 | Kether-Thiphereth | Sacerdotessa |
9 | Yesod | |
1 | Kether | |
Prima di tutto, guardiamo all’ordine dello Sephiroth: Kether, Binâ, Hod, Yesod, Kether. É un circuito in basso a destra del pilastro dell’Albero. Questo è il pilastro femminile della Severità, procedendo dalla Scintilla Divina del Kether
alla Grande Madre di Binâ, basata sull’intelletto di Hod, attraverso il sub-conscio di Yesod, e ancora indietro fino al Kether. Questo è l’orientamento a Dio per mezzo della conoscenza. Il circuito è attivato dal principio guida maschile del Mago e dal principio creatore femminile dell’Alta Sacerdotessa. In secondo luogo il circuito deve essere locato nel cuore dell’Albero al Thiphereth mediante l’attivazione degli otto sentieri che conducono a questo. Comunque essendo già stato usato il doppio sentiero dell’Alta Sacerdotessa, dobbiamo attivare i rimanenti 7 sentieri che consistono nei 3 sentieri discendenti e nei 4 ascendenti nelle Tavole di Ermes. In terzo luogo, ovviamente, sta di fatto che stiamo trattando con il fondamentale principio creativo femminile. L’alchimia è una donna. Per trasformare noi stessi dobbiamo raggiungere il principio femminile che è dentro di noi.
In quarto luogo, stiamo attenti al mistero che coinvolge il tempo. Sull’Albero della Vita ci sono 12 sentieri che si relazionano a singole lettere e 7 sentieri che si relazionano a lettere doppie. Ci sono 365.25 giorni in un anno, 12 mesi e 7 giorni nella settimana. Cabalisticamente, per il numero dei giorni nell’anno, possiamo moltiplicare il numero dei giorni per il numero delle settimane, e tenere nota del rimanente (1.25)
12 x 30 = 360 + 5.25 = 365.25
Addizioniamo ora i due rimanenti: 1.25 + 5.25 = 6.50, sono i numeri chiave di Donna Alchimia e del suo nome; sei e cinquanta. Ci sono 3 sentieri sull’Albero che si relazionano alle lettere madre; con riguardo al tempo, ci sono 3 numeri, inclusi sei e cinquanta, che indicano il processo alchemico.
Naturalmente questa è solo la punta dell’iceberg.
Nel frattempo certe vergini si erano preparate ed erano entrate nella sala con grande cerimonia. Prima di tutto due giovani portarono delle luci; uno di loro era di aspetto giocondo, con occhi luminosi e gentili proporzioni. L’altro sembrava piuttosto arrabbiato, o aveva comunque qualche motivo di insoddisfazione, come avevo potuto chiaramente notare. Dopo di loro, entrarono 4 vergini. Una di loro teneva il capo chino, quasi a fissare il pavimento come per vergogna, molto umile nel comportamento. La seconda era anche una modesta, timida vergine. La terza non appena fu nella stanza, sembrava incantata da qualcosa, e come capii, non riusciva sopportare i luoghi troppo chiassosi. La quarta portava con sé certe piccole ghirlande, certo per manifestare la sua gentilezza e generosità.
Ci sono 2 giovani con le luci, i pilastri destro e sinistro dell’Albero della Vita, nella disposizione opposta così reggendo i pilastri della Misericordia e della Severità. Ci sono anche 4 vergini, simbolo dei 4 elementi alchemici del nostro essere. Notiamo ancora una volta la contrapposizione di polarità tra femminile e maschile.
Dopo queste quattro arrivarono due che erano in qualche modo più gloriosamente abbigliate e ci salutarono cortesemente. Una di loro aveva un vestito del colore del cielo tempestato di stelle dorate. Quello dell’altra era verde, reso più bello da strisce rosse e bianche. Sulle loro teste c’erano fini fiocchi svolazzanti che le adornavano in modo delicato. Alla fine ne arrivò una da sola (teologia NDT), che aveva una corona sulla sua testa. Guardava piuttosto verso il cielo che verso terra. Noi tutti allora pensammo che fosse la sposa, ma non era che uno dei nostri fraintendimenti, anche se questa Vergine, per onore, ricchezza e stato, di molto superava la Sposa, e fu lei in seguito a regolare lo svolgersi dell’intero Matrimonio.
Ci sono altre 3 Vergini per arrivare ad un totale di 7. Questo per controbilanciare i 7 uomini e le loro parabole. Abbiamo 7 paia di maschi e di femmine, 7 paia di opposti. I colori degli abiti sono alchemici. L’ultime vergine è chiamata “Teologia”. Questa è una parola di origine greca, che come sappiamo significa “colei che parla di Dio”. Non c’è quindi motivo di spiegare perché lei guardi al Cielo. Supera la Sposa e regola il Matrimonio, perché sull’Albero della Vita, la Sposa è Malcouth, mentre Teologia è ancora più in alto. Teologia è l’aspetto più elevato dell’Alchimia.
Ora, in questa occasione, tutti noi seguimmo la nostra Vergine, e cademmo sulle ginocchia; comunque lei si mostrò estremamente umile, offrì a tutti la sua mano, ammonendoci di non essere troppo sorpresi per questo, perché non era che uno dei suoi più piccoli benefici, ma di sollevare invece gli occhi al nostro Creatore e imparare a riconoscere la sua onnipotenza, e così procedere nel corso che avevamo intrapreso, impiegandoci per la grazia e le preghiere di Dio, e per il bene dell’uomo. Insomma, le sue parole furono piuttosto differenti da quelle della Vergine che era stata in qualche modo più prolissa. Mi penetrarono perfino nelle ossa e nel midollo.
“E tu” mi disse dopo “hai ricevuto molto più degli altri, farai un più grande ritorno”.
Da chi ha più ricevuto, più sarà preteso.