© Montesion

(Per quanto di competenza)

 

Ero uscito faticosamente dalla mia cella e mi inoltravo per la foresta quando pensai che l’intero cielo e  tutti gli elementi avevano già adornato se stessi in preparazione di questo matrimonio. Perfino gli uccelli cantavano in modo più piacevole di prima, e i giovani cerbiatti saltavano così felicemente da far gioire il mio cuore, e mi venne voglia di cantare; cosicché con una voce forte, cominciai così:

 

Nel Giorno Primo, CRC dice di trovarsi nella sua casa. Quindi racconta il sogno della prigione sotterranea. Ora parla di una cella. Se possiamo tracciare un parallelo tra la cella di CRC e la caverna di Platone, allora uscire da essa ed entrare nella foresta significherebbe entrare in un livello più alto di realtà. Così ci si trova in perfetta comunione con il processo alchemico di trasformazione personale; c’è il Cielo (la Quintessenza) e ci sono tutti gli elementi (Acqua, Fuoco, Aria, Terra). Gli elementi rappresentano i 4 passi di discesa e il Cielo è il singolo passo di ridiscesa, menzionato nelle Tavole di Smeraldo. CRC ha detto che esce portando con sé pane, sale e acqua, ed ecco quindi  i tre passi di ascesa. Questi enfatizzano le fasi del processo di discesa verso il luogo ove si sta recando – il Sotto. Il paradosso è che CRC dovrà prima percorrere una lunga discesa per poter poi sperare di risalire.

 

 

Gioisci caro uccellino,

E prega il tuo Creatore,

Aumenta il tono e rendi chiara la tua voce,

Affinché il tuo Dio ne sia maggiormente esaltato,

Il tuo cibo è stato preparato da lui

Per nutrirti in tutte le stagioni

Così sii contento anche qui,

Perché non dovresti essere felice,

Mentre regna il tuo Dio

Che ti ha fatto, piccolo uccellino?

Quale problema potrebbe mai affliggerti

Visto che non ti ha fatto uomo?

Sii tranquillo, perché lui ha pensato bene

E sii felice quindi

Come potrei io, un verme della terra

Pensare di giudicare insieme a Dio?

Che io, in questa tempesta del cielo

Continuo a lottare contro tutto

Nessuno può contendere con Dio.

E chi non è pronto per questo, che corra pure via.

O Uomo, sii soddisfatto

Che non ti ha fatto Re

E non pensare a questo come ad un rimpianto

Per cui tu abbia a disprezzare il suo Nome,

che questa è una materia infelice:

Perché Dio ha occhi chiari più di questo,

E non può essere ingannato da alcuno

 

 

L’uccellino è la voce della Natura, il grande principio femminile che appare nel Giorno Primo sia sotto forma della gloriosa donna con la tromba, sia come la salvatrice di CRC dalla prigione sotterranea. Questa canzone è un’ammonizione preparatoria rivolta al candidato in vista della sua iniziazione. Notiamo bene -  “chi non è pronto per questo, che corra pure via” . All’inizio della misteriosa iniziazione, tutti i profani sono avvisati di lasciare il tempio. Notiamo anche che si dice che Dio ha “occhi chiari”. Se noi ci riferiamo nuovamente al Giorno Primo, potremo richiamare alla mente il Padre della Luce. Ogni Sephirâ
 sull’Albero della Vita può essere vista come una sfera di luce brillante. Comunque l’Albero non può essere considerato simile a Dio nel suo aspetto; ma solo nel modo in cui Lui opera. Infine, noi dovremmo riflettere sul linguaggio della Natura, come il grande principio femminile, che è chiamato Linguaggio degli Uccelli.

 

 

Così cantai dal profondo del mio cuore nella foresta, in modo tale che la mia voce risuonò da tutte le parti, e le colline ripetevano ancora le mie ultime parole; fino a che alla distanza  vidi una curiosa brughiera verde, attraverso la quale mi portai fuori dalla foresta. Su questa brughiera stavano tre cedri alti e belli, che in ragione delle loro chiome, diffondevano un’eccellente e desiderata ombra, sotto la quale mi riposai e gioii grandemente; il cammino mi aveva stancato oltremodo, anche se non mi ero ancora allontanato tanto, e decisi di sdraiarmi sotto gli alberi per riposare un po’,  ma non appena mi avvicinai, vidi una targa inchiodata ad uno di essi, sulla quale (come lessi poco dopo) erano scritte le seguenti parole in lettere curiose:

 

Se la Foresta è la manifestazione della Natura, la brughiera è il luogo in cui comincia il viaggio interiore alla ricerca del principio femminile. I 3 cedri ricordano i 3 pilastri nell’Albero della Vita. Il cartello immediatamente richiama a quell’ altro cartello che porta alla scoperta della tomba di CRC nel Fama Fraternitatis. La tomba con 7 lati si trova nel Sephirâ 7, Netzâ sull’Albero, ed è attribuita a Venere. Qui nella foresta, il cartello ci guiderà al viaggio interiore, ma manterremo l’apparenza di trovarci all’esterno, all’aperto. Nel Linguaggio degli Uccelli, le verità dell’iniziazione sono allo stesso tempo ovvie e oscure.

“Dio ti protegga, straniero! Se hai sentito qualsiasi cosa relativo alle nozze del Re, tieni a mente queste parole. Tramite noi, la Sposa ti ha offerto la possibilità di scegliere tra quattro strade, e tutte e quattro, se non deciderai di arrenderti lungo la strada, ti porteranno parimenti alla corte reale.

Consideriamo questo, lo Sposo (1), presso i cedri (3) ci da una scelta di quattro (4) strade, verso la destinazione (la corte reale) del candidato. Questa è veramente “l’Opera del Sole” menzionata nelle Tavole di Ermes. Le strade sono gli elementi alchemici. Rappresentano 4 livelli di realtà, e (in altro modo) le 4 discipline in ognuno dei 3 gruppi. Come il Maestro disse una volta “chi ha gli occhi per vedere, allora veda”.

 

 

La prima è corta ma pericolosa, e ti porterà attraverso delle gole rocciose, dove è molto difficile passare. La seconda è più lunga, e ti porterà a girare in circolo; è piana e facile, se con l’aiuto del Magnete riuscirai a non girare né a destra né a sinistra. La terza è una strada veramente regale attraverso la quale incontrerai vari piaceri e rappresentazioni del nostro Re, che ti garantiranno un viaggio pieno di gioia; ma questa è stata concessa ad appena uno su mille. Per mezzo della quarta, nessun uomo è mai riuscito a raggiungere la meta desiderata, perché è una strada che consuma, praticabile solo da corpi incorruttibili.

 

 

Se ci fosse data scelta, noi tutti eviteremmo la prima via. Chi nella nostra attuale auto-indulgente società, devoti come siamo ad un’istantanea auto-gratificazione, vorremmo lavorare così sodo?

La seconda strada è molto più difficile di quanto possa sembrare. Chiaramente noi dovremmo navigare tra le paia di opposti senza girare né a destra né a sinistra. Ma abbiamo bisogno del Magnete. Che cos’è il Magnete? Questo è un criptico riferimento alla Pietra filosofale, la Pietra della Saggezza. Essa richiede di sviluppare i nostri centri psichici in un modo particolare. Chi tra di noi può farlo?

Tutti vorremmo percorrere la terza via, ma siamo meritevoli abbastanza per essere l’uno su mille? Siamo in grado di comprendere quale sforzo essa implica? Chi, tra di noi, ha potuto svolgere “l’Opera del Sole”?

Il quarto sentiero richiede un corpo incorruttibile. Un veicolo di alta consapevolezza che chiamiamo comunemente spirito. Per un candidato agire consapevolmente per mezzo dello spirito è talmente raro, che saremmo certamente consumati se affrontassimo la strada impreparati.

Per propositi pratici, dunque, la scelta si restringe a tre vie, per le persone medie. Allora, quale scegliere? Nel nostro ragionamento e nell’operare una scelta, potremo anche ricordare le parole di Gesù: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa è la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!” (Matteo7, 13-15)

 

 

Scegli adesso quale vorrai percorrere delle tre, e prosegui con costanza lungo la strada, perché è quella che ti è stata destinata dal Fato immutabile, e non potrai tornare indietro e salvarti anche in grande pericolo di vita. Queste sono le cose che abbiamo voluto che tu sapessi, ma, oh, attenzione! Tu non sai con quanto pericolo ti affiderai ad una di queste, perché se credi di essere meritevole di biasimo anche per la più piccola colpa nei confronti delle leggi del nostro Re, ti avviso, finché sei ancora in tempo, torna  lentamente alla tua casa per la via da cui sei venuto.”

 

 

Dobbiamo scegliere, a questo punto. Niente ci viene dato gratuitamente. Dobbiamo essere pronti a mettere in gioco la nostra vita. E dobbiamo perseverare. Ecco perché dobbiamo preparare noi stessi mediante la pratica delle 12 Discipline Spirituali. Il Fato Immutabile non è altro che il nostro karma. Siamo qui per via di quello che siamo stati e per quello che abbiamo fatto. Il viaggio interiore, una volta iniziato, non potrà essere abbandonato senza un grave pericolo. Come tutti i candidati, siamo ammoniti dell’importanza dell’iniziazione a tali misteri. Se non abbiamo mai sperimentato e messo in pratica le 12 Discipline, riconciliato le 7 paia di Opposti, e orientato noi stessi alla Divina Provvidenza, o se ancora sentiamo di avere la più piccola delle colpe verso Dio, torniamo indietro adesso! prima che sia troppo tardi.

 

 

 

Non appena lessi questo scritto, tutta la mia gioia di poco prima svanì quasi, ed io che prima cantavo felicemente, cominciavo adesso a lamentarmi. Per quello che avevo visto, avevo tre vie innanzi a me, e capivo che avrei dovuto sceglierne una, ed era una cosa che mi preoccupava, perché se avessi percorso la strada pietrosa e rocciosa, avrei potuto finire male e uccidermi cadendo. Se avessi preso quella lunga, avrei potuto vagare senza meta, o essere altrimenti a lungo trattenuto nel grande viaggio. Né avrei potuto sperare di essere proprio io quell’uno in mezzo a mille che aveva il dono di scegliere la strada reale. Vidi anche la quarta innanzi a me, ma era così circondata da fuoco ed esalazioni, che non avrei potuto osare (per molto) di passarvi attraverso, e ancora e ancora mi interrogavo sull’opportunità di tornare indietro, o prendere una delle vie davanti a me. Consideravo bene la mia indegnità, ma il sogno mi confortava ancora perché ero stato portato fuori dalla torre; ma ancora non osavo fare affidamento con leggerezza di un sogno; per cui ero perplesso in molti modi, e grande stanchezza, fame e sete mi afferravano.

 

 

CRC ha ragione di essere preoccupato. Egli dà voce alle nostre preoccupazioni. Ma il sogno lo conforta, come conforterebbe noi. Intuitivamente “noi sappiamo”, e questa conoscenza è la fondazione (Yesod sull’Albero della Vita) del nostro viaggio interiore. Abbiamo solo bisogno di coraggio.

 

 

La fame e la sete mi torturavano e presi il mio pane, ne tagliai una fetta; e una colomba bianca come la neve, che non avevo visto prima, da sopra l’albero, la vide e (forse secondo il suo solito modo di comportarsi) discese. Si avvicinò a me con grande familiarità, ed io divisi volentieri il mio cibo con lei, e lei lo prese, e la sua bellezza mi rinfrescò per un poco. Ma non appena il suo nemico, un corvo nero, se ne accorse, rapidamente volo giù sulla colomba, e non accorgendosi di me, tentò di portarle via il cibo, e lei non poté difendersi altrimenti che volando. Dopo di che entrambe volarono insieme verso sud, ed io ero così profondamente esasperato e afflitto che, senza pensare a quello che facevo, mi affrettai dietro al corvo, e così, contro la mia volontà, corsi dentro una delle summenzionate vie per una buona lunghezza; e  non appena il corvo fu scappato via e la colomba ormai lontana, pensai a cosa avevo così sconsideratamente fatto, e che ero già entrato in una delle strade, dai cui pericoli e dalle cui gravi punizioni ormai non mi sarei più potuto sottrarre.

 

 

Dalla Tavole di Smeraldo, noi apprendiamo che le 4 strade che CRC ha incontrato, sono i 4 passi di discesa. Adesso lui prende il suo pane, che rappresenta simbolicamente, uno dei 3 passi di ascesa. Questo porta la colomba come veicolo di consapevolezza, spirito (che è un più alto aspetto di sé dal Sopra al Sotto) e il suo opposto polare, il corvo. Dove si accende una luce, ci forma subito anche l’ombra. Il corvo è il processo alchemico di dissoluzione e la colomba è lo spirito personale ispirato dal Sopra. Per cogliere questo paio di opposti, CRC segna irrevocabilmente il suo destino. Ciò non avviene “contro la sua volontà” di ordinaria consapevolezza, perché si accorda con il grande volere del suo spirito. Lui è asceso ed il Sopra ha risposto. In più, la corretta scelta della strada da percorrere, non può essere fatta razionalmente. Deve essere ispirata.

 

 

E nonostante avessi ancora in qualche misura una ragione per confortarmi, quello che mi sembrò peggio era avere lasciato la mia borsa ed il pane sotto l’albero, e non poter tornare indietro a recuperarli. Perché non appena feci per voltarmi indietro, un forte vento contrario mi soffiò addosso, da farmi quasi cadere. Mentre se proseguivo avanti lungo la via, non sentivo impedimenti di nessun tipo. Di qui potei agevolmente concludere che mi sarebbe costato la vita cercare di tornare indietro contro il vento, per cui pazientemente presi la mia croce, proseguii sui miei piedi e mi convinsi  che, se così doveva essere, avrei usato le mie forze residue per concludere il viaggio prima della notte.

 

 

Nella borsa ha lasciato indietro c’era il pane. Ma una volta scelta la strada, non si può tornare indietro, il forte vento che soffia in una direzione sola ce lo conferma.  Notiamo la citazione della croce. Possiamo leggervi due differenti significati. Il primo è un richiamo alle parole di Gesù Cristo: “Se qualcuno vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà”” (Marco, 8 34-36). Il secondo può essere inteso come un gioco di parole, perché abbiamo capito che CRC significa Christian Rosa Croce. In questo modo lui prende in considerazione un aspetto di se stesso, in piena consapevolezza.

Questo passaggio merita comunque un’occhiata più attenta. Che cosa rappresenta il simbolo della Croce? Ricordiamo la pietra menzionata per 3 volte nel Giorno Primo? Se è pensato che essa fosse rappresentata nella forma di un cubo o, paradossalmente, di una caverna, allora potrebbe essere stilizzata in una croce con 6 bracci. La tradizione ci dice che fissato al braccio centrale, vi si può fare emergere una rosa rossa di 5 petali. Rosa-Croce. Questo è il mistero del Pentagramma, il Sotto, e dell’Esagramma, il Sopra. Una volta che noi abbiamo preso la nostra croce in piena consapevolezza, saremmo anche noi Christian Rosa Croce. Per raggiungere questo livello dobbiamo iniziare il nostro viaggio interiore, per riuscire a trovare quello che abbiamo veramente dentro di noi.

 

 

Ora mi si mostravano molti apparenti bivi, e ancora io procedevo con la mia bussola, e non avrei mosso un passo in direzione diversa dalla linea Meridiana; per quanto la strada fosse spesso accidentata e difficile da percorrere, non avevo il minimo dubbio al riguardo. Lungo la strada ripensavo continuamente alla colomba ed al corvo, e ancora non riuscivo a trovare un significato, fino a che alla fine, sopra una grande collina poco lontano, vidi un imponente portone, verso il quale, non badando quanto lontano fosse sia da me, che dalla strada su cui ero, mi affrettai, perché il sole si era già nascosto dietro le colline, e non riuscivo a vedere alcun altro posto introno; e questa visione la ascrissi a Dio, perché Lui solo poteva avere permesso che io arrivassi su questa via, e che aveva illuminato i miei occhi affinché potessi vedere oltre questo cancello.

 

 

La Linea Meridiana è un sottile riferimento alla metafisica Greca, ed in particolare alla matematica di Pitagora, e Platone. La dottrina del Punto Medio implica studi sui numeri irrazionali sulla geometria che genera questo genere di numeri. Questa indagine naturalmente si pone oltre lo scopo di queste note di commento. É sufficiente per noi notare che Platone insegnava che esiste un aspetto della realtà talmente astruso che possiamo sperare di “afferrarlo” con la mente solo mediante la contemplazione dei numeri “in se stessi”. Questo è il punto centrale del livello di realtà della Creazione. Questo è il livello delle pure idee in astratto. La forma di queste idee esiste sul livello seguente, e più basso della Formazione. A quel livello, noi abbiamo a che fare con immagini, simboli, metafore, parabole, miti, etc. E che cos’è la bussola che CRC adopera per non perdere la via? É la funzione spirituale per mezzo della quale si orienta alla Divina Provvidenza. É il centro psichico che specificamente si sviluppa nel momento in cui diventiamo capaci di seguire la Linea Meridiana. Possiamo farlo quando abbiamo messo in atto le 12 Discipline e le 7 Riconciliazioni. Abbiamo un lavoro da fare.

 

 

Mi affrettai grandemente verso esso, e lo raggiunsi con una luce sufficiente da averne una visione molto buona. Sembrava un portale esageratamente bello e regale. Su di esso erano intagliate una moltitudine di nobili figure ed immagini, ognuna delle quali (come dopo scoprii) aveva il suo preciso significato. Sopra di esso era fissata una tavola piuttosto ampia, con incise queste parole “Procul hinc, procul ite profani” ( Alla larga! Alla larga, voi che non siete stati chiamati), e ancora altre cose, che mi era seriamente impossibile capire.

 

 

CRC è arrivato al portale della iniziazione. Ancora, trova un cartello, questa volta con un ammonimento preciso rivolto a tutti coloro che arrivano ad incontrare il mistero senza un’adeguata preparazione.

 

 

Non appena fui sotto il portone, venne avanti un uomo con una veste colore del cielo. Lo salutai in modo amichevole, e nonostante ricambiò con gratitudine il mio saluto, mi chiese immediatamente la lettera d’invito. Quanto fui felice di averla portata con me! Perché avrei potuto facilmente dimenticarla (come era anche capitato ad altri) e come lui stesso mi aveva detto! La presentai celermente, e lui fu non solo soddisfatto, ma ( e ciò mi meravigliò non poco) mi mostrò grande rispetto dicendomi: “Vieni dentro, fratello, sei un ospite molto gradito”; e mi invitò a non nascondergli il mio nome. Ora, avendo io risposto dicendo che ero un Fratello della Rosa Croce, si mostrò stupito e felice allo stesso tempo, e quindi aggiunse: “Fratello mio, non hai niente con te con cui acquistare un sigillo?” Risposi dicendo che non avevo particolari doti, ma che mi sarei posto al suo servizio, se riteneva potessi rendermi utile in qualche modo.

 

 

Appena attraversa il portone, CRC incontra il portinaio dei misteri, (gatekeeper nel racconto originale), e gli è richiesta una prova del suo diritto di entrare nel palazzo. Notiamo che questo diritto si riceve solo per invito. Nessuno di noi può chiedere di entrare, possiamo solo essere invitati, e questo avviene solo se abbiamo svolto il lavoro di preparazione e siamo stati giudicati meritevoli. Altri avevano “dimenticato” il loro invito, il che significa dimenticare le loro lezioni spirituali, e dunque fallire il lavoro preliminare di preparazione. Loro non avranno diritto di entrata. Presto scopriremo che vi sono 3 cancelli. CRC si qualifica dicendo i essere una fratello della Rosa Croce, perché ha piena consapevolezza della sua identità. Non avrebbe mai ricevuto un invito se non fosse stato così. É necessario uno scambio per potere avere il sigillo. Dobbiamo dare per poter ricevere.

 

 

Ora, lui mi domandò la bottiglia d’ acqua, e io prontamente gliela diedi. In ragione di ciò, mi diede un sigillo d’oro su cui stavano non più che queste due lettere S.C. (Sanitate Constantia, Fermezza nella Pietà), e mi disse che quando mi sarei trovato in una buona condizione, lo avrei ricordato. Dopo di che gli chiesi quante altre persone erano venute prima di me, e lui mi rispose, e in ultimo mi diede una lettera sigillata per il secondo Portiere.

 

 

CRC ha passato la sua prima prova, è saldo nella sua pietà. Comunque, questa non è un’iniziazione. É solo un test di valore, per avere concessa l’opportunità di proseguire nel cammino, Così riceve una lettera sigillata per il secondo Portiere. Per averla, però, deve cedere la sua acqua. Il secondo tramite di ascesa indicato nelle Tavole di Smeraldo.

 

 

Avendo trascorso molto tempo in sua compagnia, la notte crebbe. E un grande faro fu immediatamente acceso sopra il cancello, cosicché chiunque si fosse trovato sulla strada avrebbe avuto la via illuminata. Ma la via, dove finiva al castello, era cinta su entrambe i lati da alte mura, e aveva alberi dai frutti eccellenti, e su un albero ogni tre alberi erano appese delle lanterne, e tutte le candele accese dal tocco glorioso di una bellissima Vergine, vestita del colore del cielo, ed era uno spettacolo così nobile e meraviglioso che io ancora indugiai più del necessario.

 

 

Il sentiero di iniziazione è acceso da 3 fuochi: un grande faro, candele e torce. Il candidato potrà sempre avere l’illuminazione necessaria alla sua iniziazione. In più, c’è anche un indicatore della via, in questo caso ancora un’altra manifestazione del grande principio femminile. A questo punto possiamo agevolmente inferire che tutti i misteri che verranno mostrati a CRC sono i misteri del principio femminile. Questo troverà conferma nel momento in cui incontreremo Lady Venere.

 

 

Ma dopo avere ricevuto sufficienti informazioni e vantaggiose istruzioni, mi allontanai amichevolmente dal primo Portiere. Mentre camminavo, avrei voluto ardentemente sapere cosa era scritto sulla mia lettera, ma non avendo ragione di non fidarmi del Portiere, desistetti dal mio proposito, e proseguii lungo la via al fine di raggiungere il secondo cancello, che era molto simile all’altro, adornato con immagini di significato mistico. Sul cartello affisso si leggevano le parole “Date et dabitur vobis” (date e vi sarà dato).

 

 

Alla fine della prima prova, sono date istruzioni ed informazioni per abilitare il candidato al superamento della seconda prova. Al secondo cancello, c’è un altro cartello. Ancora una volta, CRC passa perché ha dato al primo Portiere, e adesso può ricevere. Come recita la scritta, e come Gesù insegna: Date e vi sarà dato.

 

 

Sotto questo cancello stava sdraiato un terribile leone incatenato. Non appena mi vide, si alzò e  mi si rivolse con grandi ruggiti; e il secondo Portiere che stava seduto su una pietra di marmo si svegliò, e mi chiese di non essere preoccupato o spaventato, e portò indietro il leone; e avendo ricevuto la lettera che gli avevo porto, tremante, mi si rivolse con grande rispetto e mi disse così: “Do il benvenuto, nel nome di Dio, all’uomo che per lungo tempo avevo sperato di vedere”. Nel contempo mi diede un sigillo e mi chiese se potevo comperarlo. Ma non avendo niente se non il mio sale, glielo presentai, e lui accettò con ringraziamenti. Sopra questo gettone stavano ancora solo due lettere, S.M. (Studio Merentis, Meritevole nello studio).

 

 

Il leone è simbolo di un processo alchemico collegato allo Zolfo come uno dei 3 principi. La chiave per riuscire con successo a completare il processo, è il buon intento di CRC. Notiamo che il secondo portiere è associato ad una pietra. Ancora, si tratta di un riferimento ad uno specifico centro psichico in correlazione al processo alchemico. Le aspettative del portiere nei confronti dell’arrivo di CRC sono significative. Lo capiremo meglio andando avanti. Ancora, c’è un nuovo scambio, sale per il sigillo. Il sigillo finale dei 3 passi di ascesa nelle Tavole di Smeraldo è stato consegnato. Un’altra prova è stata superata, perché CRC è meritevole nello studio. Ricordate le 12 Discipline?

 

 

Stavo per iniziare a discorrere con lui, quando una campana cominciò a suonare nel castello, e il Portiere mi suggerì di correre, o tutto il dolore ed il lavoro che avevo fatto fino ad ora sarebbe stato vano, perché le luci sopra già cominciavano ad estinguersi. Mi venne una tale fretta che non prestai attenzione al Portiere, ero in una tale ansia!  Perché se non fossi corso via non avrei più avuto luce, e la Vergine non avrebbe potuto mostrarmi più il cammino con le sue torce. Dovevo riuscire ad entrare dal cancello proprio accanto a lei, ed il cancello si chiuse tanto rapidamente, che una parte del mio cappotto rimase imprigionata e fui costretto a lasciarlo lì. Né io, né chiunque altro stesse pronto vicino al cancello e chiedesse di entrare, avrebbe potuto convincere il Portiere a riaprirlo, ma lui consegnò le chiavi alla Vergine, che le portò con sé nella corte.

 

 

La campana è un segnale d’allarme da parte del nostro ego superiore, sempre attento e vigile. Anche se la strada è scura, il nostro principio femminile interiore ci guiderà sempre e ci illuminerà la via. CRC ha perduto il suo cappotto. Ricordiamo, alla fine del Giorno Primo, come parte della sua preparazione per il viaggio interiore, il cappotto era un elemento del singolo passo di ridiscesa, come nelle Tavole di Smeraldo. Ancora, per attraversare il terzo portale, è necessario lasciarsi qualcosa alle spalle. É adesso chiara la funzione di psicopompo della Vergine, i “Conduttori di anime” dei misteri Greci. É la Vergine che prende in consegna le chiavi del tempio dei misteri. Lei è responsabile per CRC.

 

 

Nel frattempo osservavo con grande attenzione il cancello, che appariva adesso così ricco, ma così ricco che l’intero mondo non avrebbe potuto eguagliarlo. Presso la porta stavano due colonne. Su di una stava una piacevole figura con l’ iscrizione “Congratulator”. L’ altra avendo il suo volto velato, era triste e sotto era scritto “Condoleo”. In breve, le iscrizioni e le figure erano così oscure e misteriose, che neanche il più furbo e intelligente uomo sulla terra avrebbe potuto spiegarle. Ma tutto queste cose ( se Dio permette) riuscirò un giorno a rendere pubbliche e spiegare. Sotto questo cancello mi fu chiesto nuovamente di dare il mio nome, che questa ultima volta fu scritto su un piccolo libro di pelle, ed immediatamente, con il resto, rimesso al Signor Sposo. Fu proprio qui che io ricevetti  per la prima volta il vero sigillo dell’ospite, che era in qualche modo più piccolo dei precedenti, ma ancora molto più pesante. Sopra questo stavano tre lettere S.P.N. (Salus per Naturam, Salvezza attraverso la Natura).

 

 

Capiamo di essere entrati nel tempio vero e proprio quando vediamo le colonne ai lati del portone. Sono i pilastri della Misericordia (Congratulor) e della Severità (Condoleo) sull’Albero della Vita, ai lati del pilastro centrale, (in questo caso la porta stessa) della Grazia. Le iscrizioni e le figure possono solo essere spiegate mediante una dura prova da parte di candidati come CRC. Il suo nome (come quello di un aspirante al successo finale) è registrato in modo che ci ricorda ancora il Libro della Vita nell’Apocalisse di San Giovanni. Avendo ceduto anche il suo cappotto CRC riceve il vero sigillo, perché ha superato anche la quarta prova. Potrà adesso sperare di raggiungere la salvezza tramite la Natura.

Fermiamoci ora un attimo a considerare. Per raggiungere questo punto CRC (1) ha superato 3 cancelli e passato 4 prove. Ancora, possiamo ricordare la formula del Processo Alchemico nelle Tavole di Smeraldo. Ci sono 4 passi di discesa, 3 di ascesa e 1 di ridiscesa, tutti incentrati sul Sole del Thiphereth. Noi “ascendiamo” per mezzo di uno scambio, dando qualcosa che ci appartiene. Questo è in congiunzione con la prova che ci chiede di “discendere”. Éimportante considerare con attenzione queste prove, perché ogni volta che ne viene superata una, si scopre anche una nuova formula di quello che ci è richiesto.

[     Fermezza nella pietà

[     Date e vi sarà dato

[     Meritevole nello studio

[     Salvezza attraverso la natura.

Sapendo quello che dobbiamo fare, siamo capaci di discendere in piena consapevolezza della nostra identità spirituale superiore, e dell’opera che deve essere compiuta, l’ “opera del Sole”. Questo è preliminare all’iniziazione.

Cerchiamo adesso di paragonare quello che è detto nel Fama Fraternitatis sul modo in cui CRC stabilisce il suo ordine. Prima di tutto, è solo (1). Quindi, trova 3 membri. Infine, ne trova altri 4. Così nel Fama la formula è 1+3+4=8. Nelle Tavole di Smeraldo la formula è rovesciata: 4+3+1=8. Questa polarità suggerisce che le Tavole e il Fama sono lo specchio l’una dell’altra. Cosa fa uno specchio? Riflette la realtà. É questo il punto? Qual è la realtà e qual è l’immagine – le Tavole di Smeraldo o il Fama Fraternitatis? Qual è in ultimo la realtà e come possiamo riconoscerla?

Siamo il Sognatore, il Sognato o il Sogno?

 

 

Oltre a questo mi furono date un nuovo paio di scarpe per il pavimento del castello che era di puro marmo scintillante; le mie vecchie scarpe le diedi ad un poverino che stava seduto in un angolo, anche se in buon ordine, sotto il cancello. Mi misi d’accordo su di esse con un vecchio uomo, dopo di che due paggi con molte torce mi condussero in una piccola stanza. Nella stanza, mi chiesero di sedermi su una forma, cosa che feci, ma loro, infilando le torce in due buchi, fatti nel pavimento, se ne andarono e mi lasciarono solo. Poco dopo sentii un rumore, ma non vidi niente, e si scoprì essere un certo uomo che inciampò su di me; ma dal momento che non riuscivo a  vedere niente, soffrivo, e aspettavo di scoprire cosa mi avrebbero fatto mai. Tosto mi accorsi che si trattava di barbieri e li pregai di non maltrattarmi, perché sarei stato felice di fare tutto quello che desideravano se mi avessero lasciato andare via, e uno di loro (che non potevo ancora vedere) finemente e gentilmente tagliò via i capelli tutto intorno, fino alla corona della mia testa, ma su fronte, orecchie ed occhi lasciò ancora pendere le mie ciocche grigio ghiaccio.

 

 

La Cabala ci dice che una delle immagini di Yesod sull’albero della Vita, è un paio di sandali. Quindi le nuove scarpe che CRC riceve, simbolizzano la nostra abilità a camminare lungo il sentiero del viaggio interiore. Chiaramente CRC si trova su un livello superiore di realtà, cabalisticamente, il livello di Formazione. Quindi cominciamo ad avere a che fare con il problema della realtà. Dare via le scarpe vecchie al pover’uomo, significa conferire tanta spiritualità ai “poveri in spirito”, quanta loro ne possono ricevere data la loro situazione deteriore. I 2 paggi con le torce e CRC, simbolizzano ancora l’Albero della Vita, che vive all’interno di ciascuno di noi. CRC è il pilastro di mezzo, e ogni torcia è una dei pilastri laterali. La camera scura è il nostro stato presente di conoscenza spirituale, e qui noi abbiamo restare da soli per qualche tempo, in ordine a meditare profondamente. Notiamo che CRC è seduto tra 2 torce fiammeggianti – l’ entrata verso un cancello interiore. Il taglio dei capelli in forma di corona è un riferimento al centro psichico chiamato Loto dai Cento Petali, e allo Sephirâ chiamato “Corona” sull’Albero della vita. Ricordiamo, noi siamo l’Albero vivente.

 

 

In questo primo incontro (devo confessare) ero sul punto di disperare, per come alcuni di loro mi spingevano con forza, e ancora non potevo vedere niente, non potevo pensare ad altro che Dio mi stava punendo per la mia curiosità. Adesso questi invisibili barbieri raccolsero diligentemente i capelli che mi avevano tagliato, e li portarono via con loro. Poco dopo, i due paggi entrarono di nuovo, e risero di cuore per quanto mi videro terrorizzato. Avevano appena scambiato poche parole con me, che ancora una piccola campana cominciò a suonare, e dava notizia di un’assemblea, (come i paggi mi dissero). Poco dopo mi chiesero di alzarmi, e attraverso molte porte, passaggi e scale, mi aprii la strada verso una spaziosa sala. In questa sala c’era una grande moltitudine di ospiti, imperatori e re, principi e signori, nobili e ignobili, ricchi e poveri, e tutto i tipi di gente, al che io mi meravigliai grandemente, e pensai fra me e me “quanto sciocco sei stato ad affrontare questo viaggio con tanta paura e amarezza, quando raccolte qui ci sono persone che tu conosci bene, e non avresti avuto ragione di stimare. Sono tutti qui adesso, e tu con tutte le tue preghiere e suppliche sei faticosamente arrivato, alla fine”. Questo e ancora di più il Diavolo in questo momento mi suggeriva, mentre ( nel modo in cui potevo) mi dirigevo al centro della sala.

 

Dopo quello che è chiaramente un altro passo in direzione del processo di iniziazione, una campanella suona affinché si prosegua nel viaggio. Dopo aver attraversato un labirinto, CRC arriva nella Sala (del Giudizio). Ogni tipo di umanità è qui presente, apparentemente senza aver fatto alcuno sforzo per arrivarvi.

 

 

Nel frattempo una o più delle mie conoscenze si avvicinarono per parlarmi; “Oh fratello Rosencreutz! Sei qui anche tu?” “Si, (fratello mio)” replicai, “la grazia di Dio ha aiutato anche me”; al che si alzarono potenti risate, per quanto ridicola appariva loro la necessità dell’intervento di Dio in una così leggera circostanza. Avendo domandato ad ognuno di loro riguardo alla strada percorsa, e trovando che la maggior parte erano stati costretti a scalare le rocce, alcune trombe (nessuna delle quali ancora vedemmo) iniziarono a suonare per chiamarci alla tavola, dove tutti ci sedemmo, ognuno come se giudicasse se stesso superiore agli altri, così che per me e per molti altri tristi compagni c’era a malapena un piccolo cantuccio per sederci al lato del tavolo. Subito entrarono i due paggi, ed uno di loro rese grazie in una così bella ed eccellente maniera, che fece gioire il mio cuore all’interno del mio corpo.

 

 

Gli altri nella sala hanno intrapreso il viaggio interiore, ma chiaramente non possono comprenderne il significato, neppure nonostante abbiano percorso la via più accidentata. Il pilastro della Grazia sull’Albero ha lo Sephirâ Thiphereth al suo centro, ed è assegnato al “cuore”. Il paggio che dice grazia, è un fanciullo. Una delle immagini del Thiphereth è un fanciullo. Il Maestro ha detto “Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso” (Marco 10,15-16) Dobbiamo raggiungere la consapevolezza del Thiphereth per raggiungere lo stato di grazia necessario. Il Thiphereth è il luogo del Sole e quindi il centro dell’ “Opera del Sole”, i passi 4+3+1 delle Tavole di Smeraldo.

Abbiamo un altro riferimento al Vangelo, una lezione di umiltà e carità da parte di Christian e di pochi altri. Mano a mano che arriveremo a conoscere Christian ci renderemo conto di quanto umile e caritatevole sia la sua anima. Nell’assegnazione dei posti a tavola, la maggior parte dei convitati sceglie il proprio posto come se giudicasse se stesso superiore agli altri. Ricordiamo invece le parole di Gesù: “Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, và a metterti all’ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dice: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”(Luca, 14,8-11)

 

 

Comunque, un certo grande Sr Giovanni riconobbe alcuni di loro, ma sorrisero e ammiccarono l’uno l’altro, morsicando le loro labbra, dentro i loro cappelli, e usando altri simili gesti. Dopo questo, la carne fu portata e anche se nessuno poteva vedere, ancora ogni cosa era così ordinatamente disposta, che sembrava come se ogni ospite avesse il suo proprio attendente. Adesso che i miei compagni avevano in qualche modo rigenerato se stessi, e che il vino aveva rimosso la vergogna dal loro cuore, cominciarono a dare sfoggio delle loro abilità. Uno raccontava questo, un altro quest’altro, e tutti insieme questi sciocchi producevano il più forte baccano. Ah, quando ricordo quante innaturali ed impossibili imprese avevo sentito, mi viene ancora da vomitare. Non prendevano mai la parola secondo il  loro ordine, ma un mascalzone qui, un altro là, riuscivano ad insinuarsi in mezzo ai nobili, e raccontavano di avere vissuto tali avventure che nemmeno Sansone o Ercole con tutta la loro forza, sarebbero stati in grado di compiere. Uno aveva sollevato Atlante dal suo fardello; un altro aveva cacciato il cane a tre teste Cerbero fuori dall’Inferno. In breve, ognuno di loro aveva la sua storia;  i grandi signori erano tanto ingenui da credere alle loro sciocchezze, e i furfanti tanto audaci, che uno o l’altro di loro era qui e là che colpivano con un coltello in mezzo alle dita, e neppure per questo indietreggiavano, ma di quando in  quando qualcuno rubacchiava  una catena d’oro, allora avrebbero corso tutti i rischi.

Vidi uno che aveva sentito il mormorio del cielo. Il secondo era riuscito a vedere l’Idea di Platone. Un terzo poteva numerare gli atomi di Democrito. C’erano anche non pochi millantatori del moto perpetuo. Molti (secondo la mia opinione) avevano un buon modo di capire, ma fingevano troppo e in questo modo si rendevano ridicoli.

 

 

Spesso le persone di poco sapere e di piccolo discernimento possono tentare di nascondersi dietro un apparenza di grande saggezza. Comunque, come vedremo, c’è per tutti il momento di essere giudicati per quello che si è.

 

 

In ultimo c’era uno che voleva riuscire a convincerci, fatto del tutto fuori luogo, di vedere i servitori che ci assistevano. E ci avrebbe perfino persuasi, se non fosse che uno di questi invisibili camerieri lo raggiunse con un sonoro schiaffone sulla sua bocca bugiarda, che non solo lui, ma molti di quelli che erano con lui divennero muti come topi. Ma quello che mi fece piacere più di tutto, fu notare che tutti coloro che avevo stimato erano molto tranquilli nei loro affari, e non si disperavano o piangevano per questo, ma avevano piena consapevolezza di essere uomini pieni di  fraintendimenti, per i quali i misteri della natura sembravano ancora troppo alti, e loro stessi ancora troppo bassi. In questo grande  tumulto, avevo quasi maledetto il giorno in cui ero arrivato qui; perché non riuscivo a tollerare tutta la gente falsa e laida che si era seduta alla tavola, mentre io dovevo rimanere seduto in un angolino così triste. Mi era anche impossibile riposare in pace, quando uno di questi farabutti continuava sdegnosamente a rimproverarmi come fossi uno sciocco. Ora io non riuscivo a capire che  questo era ancora  un passaggio che  dovevo riuscire a superare, ma immaginavo che durante l’intero matrimonio, avrei dovuto continuare ad assistere a questa tristezza e indegnità, che ancora non erano in alcun modo meritate, né dal Signor Sposo né dalla Sposa. E in più, secondo la mia opinione, lui avrebbe fatto meglio a far sì che alcuni di questi sciocchi non venissero al matrimonio. Guarda, a quale impazienza l’iniquità di questo mondo riduce i cuori semplici! Ma questa era realmente una parte della mia debolezza, di cui (come ho già detto) sognavo. E veramente questo clamore più durava e più aumentava di intensità. Per cui continuavano ad esserci coloro che raccontavano delle loro immaginarie e false visioni, e cercavano di persuaderci di sogni palesemente bugiardi.

 

 

Questo processo di dubbio su se stesso, è una nuova prova. É molto facile per noi fallire se non esercitiamo una stretta disciplina sui nostri pensieri, parole e azioni.

 

 

Ora si era seduto vicino a  me un uomo molto fine, che discuteva spesso di materie eccellenti. Mi si rivolse con queste parole: “Dimmi, fratello, se qualcuno dovesse adesso tentare di istruire questa gentaglia nel modo giusto, sarebbe ascoltato?”

“No, veramente” risposi. “Questo mondo” lui disse “è fatto apposta (qualsiasi cosa  derivi da ciò) per essere truffato, e non presterà attenzione a coloro che cercano di parlare per il suo bene. Tu stesso vedi qui quanti impostori, con quali stravaganti figure e con quali stupidi concetti tentino di attirare l’attenzione degli altri. Qui uno tenta di incantare la gente con parole di mistero mai sentite. Ti dico, amico mio, credimi, sta per giungere il tempo in cui questi stregoni  pieni di vergogna saranno smascherati, e allora il mondo intero saprà che razza di vagabondi imbroglioni si nascondevano dietro le apparenze. Allora forse si riuscirà ad apprezzare quello che al momento presente non è neppure preso in considerazione.”

 

 

Ognuno di noi può incontrare un “uomo molto fine”. É la nostra coscienza e attraverso essa, raggiungiamo la nostra vera natura, la nostra Scintilla Divina. Stiamo ad ascoltarla quando ci parla?

 

 

Mentre mi parlava in questo modo, il clamore continuava a  cresceva peggio di prima, ma  tutto d’improvviso là nella sala cominciò una musica così eccellente e soave come non avevo mai sentito in vita mia; e ognuno stette in pace e aspettò di vedere cosa sarebbe accaduto. Ora,  c’era in questa musica  ogni sorta di strumento musicale immaginabile, e suonavano insieme in tale armonia che mi dimenticai di me stesso, e sedetti così,  immobile; e tutti quelli che erano seduti con me erano meravigliati e sorpresi; e questo durò per circa mezz’ora durante la quale nessuno di noi disse una parola. Non appena eravamo sul punto di aprire la bocca, arrivava un soffio inaspettato che non si capiva da dove provenisse. Pensai che se non ci fosse stato permesso di vedere i musicisti, sarei stato felice di vedere almeno gli strumenti che usavano. Dopo mezz’ora circa la musica cessò inaspettatamente e noi non potemmo vedere né sentire nient’altro. Immediatamente dopo, crebbe un grande rumore al di fuori delle porte della sala, con suoni e battere di tamburi, e trombe, come stesse entrando la maestà dell’imperatore di Roma. E dopo la porta si aprì da sola e il rumore delle trombe fu così forte che non avremmo potuto resistervi a lungo. Nel frattempo (nel mio pensiero) migliaia di piccole candele entrarono nella sala, tutte marciavano in un ordine preciso insieme e ci stupivano, fino a che i due summenzionati paggi con grandi torce fiammeggianti entrarono nella sala anch’essi, illuminando la via alla più bella delle Vergini, tutta splendente nel suo gloriosamente trionfante trono semovente.

 

 

La musica lascia l’auditorio letteralmente senza parole. C’è un tempo in cui dobbiamo solo ascoltare e rimanere in silenzio. É parte del processo. Se non capiamo, saremo comunque costretti a tacere. I paggi (i bambini del Thiphereth) ancora una volta incarnano i due pilastri di fuoco su ogni lato della figura femminile. Sul suo trono, lei ci ricorda Iside e i misteri dell’Amore; come la Sacerdotessa dei Tarocchi.

 

 

Mi sembrava fosse la stessa che prima,  lungo la strada,  accendeva gentilmente le luci, e che quelle che reggevano i suoi attendenti fossero esattamente le stesse che aveva piazzato sotto gli alberi. Adesso non era  vestita come prima nei colori del cielo, ma in abiti bianchi come la neve, che si tingevano di puro oro, e così scintillanti che non riuscivamo a reggere lo sguardo. Entrambe i paggi erano vestiti nello stesso modo (anche se più modestamente). Non appena giunta al centro della sala, e scesa dal trono, tutte le piccole candele la riverirono. Noi stavamo tutti ai nostri banchi, ognuno al suo posto. Adesso, avendoci lei mostrato, e noi di rimando a lei, grande rispetto e riverenza, cominciò a parlarci in tono piacevolissimo:

 

 

La Vergine ed i paggi a fianco a lei, sono l’Albero della Vita vivente. Il candore dei suoi abiti ci ricorda l’intensa luce del Kether, la sorgente da cui tutta la vita scaturisce.

 

 

Il re, il mio grazioso Signore,

non è lontano

né la sua amata sposa

fidanzata a lui nell’onore.

Loro hanno adesso con la più grande gioia

avendovi visti arrivare qui

per cui specialmente vorrebbero offrire

il loro favore ad ognuno di voi;

e desiderano dal profondo del loro cuore

che tutti i giorni vi trovino bene

e che voi condividiate la gioia del matrimonio

non unita ad altri dolori

 

 

Notiamo che la Vergine non è la Sposa. Se il Re è la personificazione di Cristo sull’Albero e la Sposa è Binâ, chi è allora la Vergine? Forse è la manifestazione di ciò che esiste dietro, quello che i cabalisti chiamano, i 3 Veli della Esistenza Negativa. Lei è veramente misteriosa perché è la sorgente del potere dietro l’Albero. Ecco perché è lei ad annunciare la Sposa ed il Re.

 

 

Quindi con tutte le sue piccole candele si chinò cortesemente di nuovo, e ricominciò così:

Voi sapete cosa si trova nell’invito:

 

nessun uomo è stato chiamato qui

se non era già stato chiamato da Dio

e tutti i doni più belli

non abbia già ricevuto in passato

E abbia adornato se stesso nel modo giusto

Per come si conviene in queste circostanze.

E anche se loro potrebbero non credere,

che qualche uomo possa essere tanto azzardato

o in condizioni così disperate

inserirsi qui senza riguardo,

senza essersi adeguatamente preparato

a questo matrimonio, tanto tempo fa;

e stare così nella speranza

di essere qui come fanno gli altri (i degni)

Eppure gli uomini sono diventati così rudi e vanagloriosi,

e non considerano la loro stessa inettitudine,

e ancora insistono a presentarsi

dove non sono stati invitati.

Nessun impostore ha diritto di stare qui,

né farabutti insieme agli altri;

loro dichiarino apertamente

di essere puri per il matrimonio,

cosicché al mattino di domani

le scale degli artisti saranno preparate

ed ognuno sarà pesato

e così ognuno potrà facilmente ritrovare

quello che aveva lasciato a casa dietro sé.

Se c’è qualcuno qui tra voi

Che abbia una buona ragione per dubitare di se stesso,

che si allontani in fretta

perché se dovesse aspettare ancora

perderà tutta la grazia ed il favore,

verrà scalciato sotto i piedi

E colui la cui coscienza punge

 sarà lasciato oggi  in questa stanza,

e per domani sarà libero

ma non tornerà qui mai più

lui che sa cosa c’è dentro di lui;

lo lascino andare con i suoi servitori

che lo cureranno nella sua stanza

e staranno a riposare lì per il resto del giorno

con preghiere, in attesa delle scale

ed il suo sonno sarà difficilissimo.

gli altri invece troveranno conforto qui,

Ma per chi ha osato oltre il possibile

Sarebbe stato meglio si fosse già  allontanato

Ma di tutti voi noi speriamo per il  meglio.

 

 

Ora arrivano gli ultimi avvisi. Ci sarà una prova di valore, un severo giudizio. Se non siamo sicuri del nostro stato spirituale, non dovremmo procedere. L’ammonizione della Vergine sarà ripetuta diverse volte.

 

 

Non appena ebbe finito di parlare, fece ancora  una riverenza, e si sedette felicemente sul trono, e le trombe ripresero a suonare, ma ancora non potevano coprire i gemiti di molti. Così la condussero invisibilmente via ancora, ma la maggior parte delle piccole candele rimasero nella stanza,  ed ognuna di esse accompagnò ognuno di noi.

 

 

Notiamo che tutti noi siamo accompagnati da una candelina, un simbolo della Scintilla Divina che è la nostra vera essenza.

 

 

In questo turbamento non era veramente possibile esprimere quali considerazioni e sensazioni si agitassero in noi, e ancora, la maggior parte dei presenti si era risolta ad attendere la prova della scala, e solo nel caso le cose non dovessero andare bene, andare via (come loro speravano) in pace. Avevo cercato di raccogliere i miei pensieri, e nonostante la mia incertezza e inadeguatezza, decisi di rimanere con gli altri nella sala, e mi accontentai di mangiare la carne che avevo già  preso, piuttosto che correre il rischio di una futura ripulsa. Adesso dopo che ognuno era stato condotto in una camera dalla sua piccola candela, (ognuno, come avevo capito,  in una camera  particolare) rimasero 9 di noi, e, tra gli altri, colui che aveva parlato con me a tavola.

 

 

Dopo un attento auto-esame circa la propria meritevolezza, 9 candidati sono posto in camere separati e lasciati solo con i loro veri ego (le candeline) per un’ulteriore introspezione. Perché 9? Dei 10 Sephiroth sull’Albero della Vita, solo 1, Malcouth, è il livello di realtà che viene descritto come qui ed ora. Il resto sono su livelli superiori di realtà, che noi normalmente non riusciamo a percepire. Ci sono camere alle quali normalmente noi non abbiamo accesso. Ancora, dobbiamo andare in queste camere buie, accompagnati unicamente dalla piccola luce della nostra natura Divina. É nelle tenebre che questa luce brilla più forte.

 

 

Ma anche le nostre piccole candele non ci lasciavano, e ben presto uno dei paggi venne portando un grande fascio di corde con sé. Prima ci domandò se avessimo deciso di restare; e quando rispondemmo affermativamente con un sospiro, lui condusse ognuno di noi in un luogo particolare, e le piccole candele andarono via, e ci lasciarono ancora una volta nell’oscurità. Quindi alcuni cominciarono a sentire dapprima l’imminente pericolo, e io stesso  non riuscii a  frenare le lacrime. E anche se non ci era proibito parlare, l’ansia e l’afflizione non permettevano a nessuno di noi di proferire parola. E le corde erano così meravigliosamente intrecciate che nessuno poteva pensare di tagliarle, specialmente dai piedi. Questo mi confortava, perché, dato  ciò che attendeva quelli che erano andati a riposare,  avrebbero avuto pochi motivi per essere soddisfatti. Ma noi per una notte di pena avremmo potuto espiare tutta la nostra presunzione. Per la lunghezza dei miei pensieri infelici, fui sopraffatto dal sonno, ed ebbi un sogno.

 

 

La fase successiva del viaggio interiore è la Notte Scura dell’Anima, quando noi ci sentiamo irrimediabilmente abbandonati e soli. Anche la consapevolezza della nostra luce Divina ci viene portata via. C’è solo senso di perdita e desolazione. Dobbiamo perdere ogni cosa, perfino la speranza. E ancora una volta, CRC ha un sogno. Qual è l’immagine e quale la realtà?

 

 

Ora nonostante non vi fosse un grande contenuto in esso, credo che raccontarlo possa essere importante.

Ero sopra una montagna, e vedevo di fronte a me una grande valle. In questa valle era raccolta insieme un’incredibile moltitudine di persone, ed  ognuna di loro aveva un filo sulla testa, per mezzo del quale era appesa al cielo; ora uno era appeso in alto, un altro in basso, e alcuni stavano quasi sulla terra. Ma attraverso l’aria volava in alto e in basso un vecchio uomo che teneva tra le mani un paio di forbici, con le quali recideva il filo ora dell’uno ora dell’altro. Chi si trovava già vicino a terra, era molto più pronto e cadeva senza rumore; ma quando cadeva qualcuno che si trovava appeso più in alto, produceva un tale fragore che la terra si scuoteva. Per alcuni invece i fili erano così lunghi e tesi che precipitavano a terra ancora  prima che fossero tagliati. Io provavo piacere in questi tonfi, e mi davano gioia al cuore, quando chi aveva voluto elevare oltremodo se stesso nell’aria per questo matrimonio, cadeva così vergognosamente e trascinava con sé anche alcuni dei suoi vicini. In un modo simile gioivo nel vedere che chi si era mantenuto per tutto questo tempo in prossimità del suolo, poteva adesso scendere giù così finemente e gentilmente che neppure l’uomo che gli stava accanto se ne sarebbe accorto.

Ma essendo ora nella mia più piena forma di gioia, fui ridestato da uno dei miei compagni di prigionia, sul quale stavo sveglio, e mi adirai molto con lui. Comunque, considerai il mio sogno e lo raccontai al mio fratello che giaceva con me sull’altro lato, che non fu insoddisfatto di questo, ma sperava che potesse significare che avremmo ricevuto conforto. In questo discorso trascorremmo il resto della notte nell’attesa dell’indomani.

 

 

L’alta montagna indica un superiore livello di consapevolezza. I fili che ci tengono appesi al cielo rappresentano i motivi della nostra presunzione, e dell’alta considerazione che nutriamo per noi stessi. L’uomo vecchio è il guardiano che conosce il nostro autentico valore e che ci butta giù. Richiama alla mente, per il suo modo di agire, una delle tre Parche della mitologia greca, Atropo, alla quale era demandato il compito di decidere il momento della morte di ognuno, recidendo il filo della vita con le forbici.

Noi non siamo in grado di farlo da noi stessi, pieni come siamo di sogni e illusioni. Noi dobbiamo svegliarci e capire finalmente chi siamo in realtà. CRC  viene svegliato, ma ciononostante continua a riflettere sulla sua condizione. Ricordiamo, è ancora nella camera, ma adesso ha ritrovato la speranza.

Dopo la Scura Notte arriva sempre l’alba di luce.