Dott. Gerard Encausse (Papus) 1899
Tanti errori sono stati detti nei riguardi del movimento martinista, tante
calunnie sono state proferite sulle sue creature e sul suo vero carattere,
che si rende opportuno riprendere alcuni punti della sua storia e mettere in
chiaro la reale situazione ch'esso occupa oggi di fronte alle diverse
società collegate ad un simbolismo qualsiasi. Per permettere ad ogni
ricercatore imparziale, di distruggere per sempre le calunnie più o meno
interessate sparse sull'Ordine, ci accingiamo ad esporre assai
imparzialmente i differenti aspetti che ha presentato e che possono
racchiudersi in quattro grandi periodi:
-
Il Martinezismo di
Martinès de Pasqually
-
Il Willermozismo di J. B. Willermoz
-
Il Martinismo di Claude de Saint-Martin
-
Il Martinismo
contemporaneo
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É impossibile
rendersi conto chiaramente del carattere reale del Martinismo in ogni epoca,
se per prima cosa non si stabilisce la capitale differenza che separa le
società d'illuminati dalle società di massoni. La società d'illuminati è
legata all'invisibile da uno o più capi. Il suo principio di esistenza e
di durata ha dunque la sua origine in un piano superumano e il suo governo
avviene dall'alto in basso, con l'obbligo, per i membri della fratellanza,
di obbedire ai capi, allorchè sono entrati nel cerchio interiore, o di
abbandonare questo cerchio interiore. La società dei massoni non è per
nulla legata all'invisibile. Il suo Principio di esistenza e di durata ha
origine dai suoi membri e soltanto dai suoi membri; tutto il suo governo si
svolge dal basso in alto con selezioni successive per elezione. Ne segue
che quest'ultima forma di fratellanza non può produrre per fortificare la
sua esistenza che le carte e i documenti amministrativi comuni ad ogni
società profana; mentre gli ordini d'Illuminati si riferiscono sempre al
Principio invisibile che li dirige. La vita privata, le opere pubbliche e
il carattere dei capi della maggior parte delle fratellanze d'Illuminati
mostrano che questo Principio invisibile appartiene al Piano divino, e che
non ha nulla a che fare con Satana o i demoni, come cercano di insinuare i
clericali allarmati dal progresso di questa Società. La Fraternità
d'Illuminati più nota, anteriore a Swedenborg e la sola di cui si possa
parlare al mondo profano, è quella dei Fratelli Illuminati della Rosa-Croce,
la costituzione e la chiave della quale saranno rese note fra parecchi anni.
Sono i membri di questa fratellanza che hanno deciso la creazione di società
simboliche, raccomandato di conservare i rudimenti dell'iniziazione ermetica
e che hanno dato pure origine ai diversi riti della Massoneria. Dunque non
vi può essere confusione tra l'Illuminismo o centro superiore di studi
ermetici e la Massoneria o centro inferiore di conservazione riservato ai
principianti. Solamente entrando nelle fratellanze di illuminati i massoni
possono ottenere la conoscenza pratica di questa luce, dopo di che essi
progrediscono di grado in grado.
SWEDENBORG
Agli sforzi incessanti
dei fratelli illuminati della Rosa-Croce, l'invisibile recò un contributo
considerevole con l'illuminazione di Swedenborg il celebre sapiente svedese.
La missione realizzatrice di Swedenborg consistette soprattutto nella
costituzione di una cavalleria laica del Cristo, incaricata di difendere
l'idea cristiana nella sua primitiva purezza e di attenuare nell'invisibile,
i deplorevoli effetti delle concussioni, degli accaparramenti di fortuna e
di tutti i procedimenti cari al “Principe di questo Mondo", messi in opera
dai gesuiti, con il pretesto di cristianesimo. Swedenborg suddivise la
sua opera di realizzazione in tre sezioni: 1° La sezione di insegnamento
costituita dai suoi libri e dal racconto delle sue visioni. 2° La sezione
religiosa costituita dall'applicazione rituale dei insegnamenti. 3° La
sezione incaricata della tradizione simbolica e pratica, costituita dai
gradi iniziatici del Rito swedenborghiano. Per il momento ci interessa
solo quest'ultima. Era suddivisa in tre sezioni secondarie: la prima
elementare e massonica, la seconda elevava il recipiendario sino
all'illuminismo e la terza attiva. La prima sezione comprendeva i gradi
di: apprendista, compagno, maestro e maestro eletto. La seconda sezione
comprendeva i gradi di: apprendista cohen (o maestro eletto illuminato),
compagno cohen, maestro cohen. La terza sezione comprendeva i gradi di:
1° maestro cohen delegato alla realizzazione elementare o apprendista
Rosa-croce; 2° cavaliere Rosa-Croce commendatore; 3° Rosa-Croce illuminato o
Kadosch (maestro grande architetto) . Si rivelerà che gli scrittori
massoni e fra gli altri il Ragon, non hanno avuto, sull'illuminismo, che
informazioni di seconda mano e che non hanno potuto dare le informazioni che
diamo adesso, nè vedere la chiave del passaggio da una sezione all'altra con
Io sdoppiamento del grado superiore di ogni sezione. Inoltre si osserverà
che il solo vero creatore degli alti gradi è Swedenborg e che questi gradi
si allacciano esclusivamente all'Illuminismo e sono stati gerarchizzati e
costituiti direttamente dagli Invisibili. Più tardi, certi falsi massoni
cercheranno di appropriarsi dei gradi dell'Illuminismo e non perverranno che
a mettere in mostra la loro ignoranza. Infatti, il possesso del grado di
fratello illuminato della Rosa-Croce non consiste nella proprietà di una
pergamena e di un collare. Essa si prova solo con il possesso di poteri
spirituali attivi che la pergamena e il collare non possono che indicare.
Ora, fra gli iniziati di Swedenborg uno di coloro ai quali l'Invisibile
prestò in modo particolare la sua incessante assistenza, vi fu un uomo
dotato di grandi capacità di realizzazioni in tutti i piani: Martinez de
Pasqually che ricevette l'iniziazione dal Maestro a Londra e che venne
incaricato di diffonderla in Francia.
IL MARTINEZISMO
Grazie alle
stesse lettere di Martinez, abbiamo potuto fissare l'esatta ortografia del
suo nome, finora storpiato dai critici (Reghellini, 2° vol. pag 434, citato
dal Ragon): grazie anche agli archivi che possediamo, e all'appoggio
incessante dell'invisibile, se noi potremo dimostrare che Martinez non ha
mai avuto l'idea di ricondurre la massoneria a "principi essenziali" che
egli disprezzò sempre, da buon illuminato che era. Martinez ha passato metà
della sua vita a combattere i nefasti effetti della propaganda senza fede di
quei pedanti delle logge che, abbandonando la via segnata dai Superiori
Incogniti, hanno voluto farsi perni dell'Universo e sostituire l'azione del
Cristo con la loro e i consigli dell'Invisibile con i risultati degli
scrutini emessi dalla moltitudine. Dunque, in che cosa consisteva il
Martinezismo? Nell'acquisizione, con la purezza corporale, animica e
spirituale dei poteri che permettono all'uomo di entrare in relazione con
gli esseri invisibili, quelli che le chiese chiamano angeli e di pervenire
così, non solo alla reintegrazione personale dell'operatore, ma anche a
quella di tutti i suoi discepoli di buona volontà. Martinez accoglieva
nella sala delle sedute coloro che gli chiedevano la luce. Tracciava i
cerchi rituali, scriveva le parole sacre, pregava umilmente e con fervore
agendo sempre in nome del Cristo, così come ne hanno fatto testimonianza
tutti coloro che hanno assistito alle sue operazioni e come attestano anche
tutti i suoi scritti. Allora gli esseri invisibili apparivano, sempre in
piena luce. Questi esseri agivano e parlavano: impartivano insegnamenti
elevati, invitavano alla preghiera e al raccoglimento, e ciò senza medium in
trance, senza estasi nè allucinazioni morbose. Quando l'operazione era
terminata e gli esseri invisibili erano scomparsi, Martinez dava ai suoi
discepoli il mezzo d'arrivare a ottenere, da soli, i medesimi risultati.
Solamente dopo che essi avevano ottenuto, da soli, l'assistenza
dell'Invisibile, Martinez dava loro il grado di Rosa-Croce, come lo
dimostrano, con evidenza, le sue lettere. L'iniziazione di Willermoz, che
durò più di dieci anni, quella di Claude de Saint-Martin e degli altri ci
insegnano che il Martinezismo era consacrato a cosa diversa dalla pratica
della massoneria simbolica e che occorre non essere mai stati ammessi alla
soglia di un centro reale d'Illuminismo per confondere i discorsi dei
venerabili con i lavori attivi dei Rosa-Croce martinisti. Martinez vuole
innovare così poco che conserva integralmente i nomi dati ai gradi dagli
invisibili e trasmessi da Swedenborg. Dunque sarebbe più logico dire
Swedenborghismo adattato anzichè Martinezismo. (Nei misteri - del Rito di
Swedenborg - è detto che quando l'uomo, con una vita nuova, santa e
esemplare, si è Integrato nella sua primitiva dignità e che, con utili
lavori, ha ricuperato i suoi diritti primitivi, allora si riaccosta al suo
Creatore con una vita nuova speculativa, animata dal soffio divino: è
Iniziato eletto Cohen: nelle Istruzioni che riceve, impara le scienze
occulte in ogni loro parte, che gli fanno conoscere i segreti della natura,
l'arte chimica, l'ontologia e l'astronomia.). Ma Martinez considera
talmente la Massoneria come una scuola d'istruzione elementare e inferiore
che il suo "Maestro Cohen" dice: Sono stato ricevuto maestro Cohen passando
dal triangolo ai cerchi. Il che vuol dire, traducendo i simboli: "Sono
stato ricevuto maestro illuminato passando dalla Massoneria alla pratica
dell'Illuminismo". Ugualmente si domanda all'apprendista cohen: "Quali
sono i differenti segni, parole e toccamenti convenzionali degli Eletti
Massoni Apocrifi? Ed egli risponde: "Per l'apprendista Jachin, la parola
di passo Tubalkain; per il compagno Booz, la parola di passo Shibbolet, per
il Maestro Makbenak, la parola di passo Giblin". Dunque, era necessario
possedere non tre, ma almeno sette gradi della Massoneria ordinaria per
diventare cohen. La lettura, anche superficiale, del catechismo è
sufficiente a questo grado. Martinez cercò di sviluppare ogni membro del
suo Ordine con il lavoro personale lasciandogli tutta la libertà e
responsabilità dei suoi atti. Selezionò con la massima cura ciascuno dei
suoi membri e non conferì i gradi che a una reale aristocrazia
dell'intelligenza. Infine ammetteva all'iniziazione le donne con gli stessi
diritti degli uomini e con le stesse garanzie. Gli iniziati, una volta
preparati, si riunivano tra loro per aiutarsi a vicenda e queste riunioni
erano tenute nelle epoche astronomiche determinate a questo fine. Così si
costituì la cavalleria del Cristo, cavalleria laica, tollerante, che si
discostava dalle pratiche abituali dei diversi cleri. Proseguimento
individuale della reintegrazione con il Cristo, gruppo di sforzi spirituali
per aiutare i deboli e i principianti: tale era, riassumendo, il ruolo del
Martinezismo. Rievochiamo ora la sua situazione in Francia. Il
Martinezismo reclutò i suoi discepoli, sia per azione diretta, come avvenne
per Claude de Saint-Martin, sia più frequentemente tra gli uomini già
titolari di alti gradi massonici. Nel 1754, Martinez si trovava in presenza
di: 1° da una parte, della Massoneria venuta dall'Inghilterra e
costituente la Grande Loggia Inglese di Francia (dal 1743) che presto doveva
diventare la Grande Loggia di Francia (1756) e dare origine agli intrighi
del maestro di danza Lacome. Questa massoneria elementare e costituita dai
tre gradi azzurri (apprendista, compagno, maestro) era senza pretese e
formava un eccellente centro di selezione. 2° accanto a questa Loggia
Inglese esisteva, con il nome di Capitolo di Clermont, un gruppo che
praticava il sistema templare che Ramsay aveva, nel 1728, aggiunto alla
Massoneria con i gradi di: "Scozzese, Novizio, Cavaliere del Tempio" ecc.
Qui è necessario una breve spiegazione. Uno dei più attivi rappresentanti
dell'iniziazione templare era stato Fenelon il quale, durante i suoi studi
di cabala, era entrato in relazione con parecchi cabalisti ed ermetisti.
Quando, dopo la lotta con Bossuet, Fenelon fu costretto a fuggire il mondo e
a esiliarsi in penosa inattività, organizzò con cura un piano d'azione che
presto o tardi doveva assicurargli la rivincita. Il cavaliere di Ramsey
venne iniziato da Fenelon e incaricato di eseguire il piano con l'appoggio
dei Templari che avrebbero assicurato nello stesso tempo la loro vendetta.
Il cavaliere di Bonneville, nel 1754, aveva fondato il Capitolo di Clermont
con i gradi templari e perseguiva uno scopo politico ed una rivoluzione
sanguinosa che Martinez non poteva approvare, nè alcun vero cavaliere del
Cristo. Così, non solo Martinez, ma anche i discepoli di tutti i gradi del
suo Ordine, come Saint-Martin e Willermoz, combatteranno energicamente il
rito templare che in parte raggiungerà Io scopo nel 1789 e nel 1793 facendo
ghigliottinare la maggior parte dei capi del Martinismo- Ma non anticipiamo.
3° oltre a queste due correnti, c'erano ancora in Francia altri
rappresentanti dell'Illuminismo. Innanzi tutto citiamo Pernety che tradusse
Il Cielo e l'Inferno di Swedenborg e che doveva costituire il sistema degli
Illuminati di Avignone (1766) ed avere una parte importante nella
costituzione dei Filaleti (1773). Allo stesso centro occorre allacciare
l'opera di Chastenier (benedettino), il quale, nel 1767, a Londra gettò le
prime basi del rito degli Illuminati Teosofi che brillò particolarmente a
partire dal 1783, L'Illuminismo in tal modo crea parecchi gruppi uniti tra
loro da un comune fine e da guide invisibili venute dal medesimo centro e
che in seguito si riuniranno tutti sul piano fisico. In questa azione
l'opera più feconda spetta a Martinez, poiché a lui sono stati dati dal
cielo quei "poteri attivi" che i suoi discepoli ricorderanno sempre con
ammirazione e rispetto. Dal punto di vista amministrativo, il
Martinezismo seguirà esattamente i gradi di Swedenborg, come constateremo
nella lettera di Martinez del 16 giugno 1760. Il titolo di Maestro Grande
Architetto riassume infatti i tre gradi della terza sezione. Sotto
l'autorità d'un tribunale sovrano si costituiranno le logge e i gruppi della
provincia, di cui si potranno seguire la nascita e l'evoluzione nelle sue
lettere che abbiamo pubblicate.
IL WILLERMOZISMO
Fra i discepoli
di Martinez, due meritano in modo particolare la nostra attenzione per le
loro opere realizzatrici, sono: Willermoz di Lione e Claude de Saint-Martin.
Occupiamoci subito del primo. Jean Baptiste Willermoz, negoziante lionese,
era massone quando cominciò la corrispondenza iniziatica con Martinez.
Abituato alla gerarchia massonica, ai gruppi e alle logge, egli con centrerò
la sua opera di realizzazione verso questo scopo e tenderà sempre a
costituire riunioni e logge d'illuminati, mentre Saint-Martin concentrerà i
suoi sforzi soprattutto verso Io sviluppo individuale. Ma l'opera capitale
di Willermoz sarà l'organizzazione dei congressi massonici o Conventi, che
permisero ai Martinisti di smascherare, in anticipo, l'opera fatale dei
Templari e che presentarono il Martinismo con il suo vero carattere di
Università integrale e imparziale della Scienza ermetica. Quando Martinez
cominciò la sua iniziazione, Willermoz era venerabile regolare della loggia
La Perfetta Amicizia di Lione, posto che occupò dal 1752 al 1763. Questa
loggia dipendeva dalla Grande Loggia di Francia. Nel 1760, una prima
selezione era stata operata e tutti i membri detentori del grado di Maestro
avevano costituito una Grande Loggia dei Maestri di Lione con Willermoz Gran
Maestro. Nel 1765, fu operata una nuova selezione con la creazione di un
Capitolo dei Cavalieri dell'Aquila Nera, sotto la direzione del dott.
Jacques Willermoz, fratello minore del precedente. Nello stesso tempo,
Jean Baptiste Willermoz lasciava la presidenza della Loggia ordinaria e
della Loggia dei Maestri che era posta sotto la direzione del f.::. Sellonf,
per mettersi a capo della loggia degli Eletti Cohen, formata dai migliori
elementi del Capitolo. Sellonf, il dott. Willermoz e J. B. Willermoz
formavano il Consiglio Segreto che dirigeva tutti i fratelli di Lione.
Occupiamoci prima di quanto avveniva nelle logge dei Cohen e poi parleremo
dei conventi. Risulta formalmente dai documenti attualmente custoditi dal
Supremo Consiglio Martinista e provenienti direttamente da Willermoz che le
sedute, riservate ai membri di grado, di poter giustificare il loro titolo
d'illuminati, erano consacrati alla preghiera collettiva ed alle operazioni
che permettevano la comunicazione diretta con l'Invisibile. Possediamo tutti
i particolari concernenti la modalità di questa comunicazione; ma devono
essere riservati esclusivamente al Comitato direttivo del Supremo Consiglio.
Ciò che dobbiamo rivelare e che getterà una grande luce su molti punti è che
gli iniziati chiamavano l'essere invisibile il Filosofo Incognito; che è lui
che ha dettato, in parte, il libro "degli Errori e della Verità" e che
Claude de Saint-Martin non ha assunto per sè questo pseudonimo che più tardi
e per ordine. Diamo le prove di questa affermazione nel nostro volume su
Saint-Martin. Ma ciò che teniamo ad affermare sin d'ora, è che la
spiritualità più grande, la sottomissione più completa alle volontà del
Cielo e le preghiere più ardenti a N. S. Gesù Cristo non hanno mai cessato
di precedere, accompagnare e terminare le sedute presiedute da Willermoz.
(Ho conosciuto molti Martinisti, sia di Lione che di altre città delle
province meridionali. Lungi dall'apparire attaccati alle opinioni dei
filosofi moderni, essi professavano il disprezzo dei loro principi- La loro
Immaginazione, esaltata dall'oscurità degli scritti del loro patriarca, li
disponeva ad ogni genere di credulità; sebbene parecchi si distinguessero
per capacità e conoscenze, essi avevano la mente incessantemente occupata da
fantasmi e prodigi. Non si limitavano a seguire i precetti della religione
dominante; ma si davano alle pratiche di devozione della classe meno
istruita. Generalmente i loro costumi erano molto regolari. Si notava un
grande cambiamento nella condotta di coloro che, prima di adottare le
opinioni dei Martinisti, erano vissuti nella dissipazione e nella ricerca
dei piaceri. (Mounier: Influence des Illuminès dans la Revolution, Paris,
1822, pag- l57))
Dopo di che, se i clericali vogliono vedere un
diavolo peloso e cornuto in ogni influenza invisibile e sono sempre disposti
a confondere tutto ciò che è extra terrestre con le influenze inferiori, ciò
li riguarda e noi non possiamo che deplorare tal partito preso che apre le
porte a tutte le mistificazioni e a tutti gli schemi. Il Willermozismo, come
il Martinezismo e il Martinismo, è sempre stato esclusivamente cristiano, ma
mai clericale e giustamente. Esso dà a Cesare quello che è di Cesare e a
Cristo quello che è di Cristo; ma non vende Cristo a Cesare. "L'Agente o
Filosofo Incognito" aveva dettato 166 quaderni di istruzioni, dei quali
Claude de Saint-Martin aveva preso conoscenza e ne aveva copiato alcuni di
propria mano. Di questi quaderni circa 80 furono distrutti nei primi mesi
del 1790 dall'agente stesso, che volle evitare di farli cadere nelle mani
degli inviati di Robespierre che compirono sforzi inauditi per
impossessarsene.
I CONVENTI
Il 12 agosto 1778
Willermoz annunciava la preparazione del Convento delle Gallie che si tenne
a Lione dal 25 novembre al 27 dicembre. Lo scopo di questo convento era
di epurare il sistema scozzese distruggendo i cattivi germi che vi avevano
introdotti i Templari. Da questa riunione uscì la prima condanna, sotto
l'influenza degli Illuminati di ogni paese, del sistema di vendetta
sanguinosa, che si preparava in silenzio in certe logge. Il risultato dei
lavori di questo convento è contenuto nel Nuovo Codice delle logge
rettificate di Francia che si trova nel nostro archivio ed è stato
pubblicato nel 1779. Per comprendere la necessità di questo sforzo verso
l'unione non dobbiamo dimenticare che il mondo massonico era in piena
anarchia. Il Grande Oriente di Francia era nato nel 1772,
dall'usurpazione della Grande Loggia di Francia da parte di Lacorne e dei
suoi, diretti di nascosto dai Templari i quali, dopo aver fondato il
Capitolo di Clermont, si erano trasformati nel 1760 in consiglio degli
Imperatori d'Oriente e d'Occidente, poi in Cavalieri d'Oriente (1762) e
infine erano entrati nel Grande Oriente al seguito di Lacorne. A cagione
della loro influenza il sistema delle logge venne modificato profondamente;
dappertutto il regime parlamentare con elezioni successive di tutti gli
ufficiali sostituì l'antica unità e l'autorità gerarchica. Nella confusione
causata da questa rivoluzione, intervennero i Martinisti per portare a tutti
la conciliazione. Da ciò il primo convento del 1778 e i suoi sforzi per
impedire le dissipazioni finanziarie che avvenivano dappertutto.
Incoraggiato da questo primo successo, J. B. Willermoz convocò il 9
settembre 1780 "tutte le grandi logge scozzesi dell'Europa al Convento di
Wilhelmsbad, nei pressi di Hanau" (Ragon, 162) . Il Convento ebbe inizio
martedì 16 luglio 1782, sotto la presidenza di Ferdinando di Brunswick, uno
dei capi dell'Illuminismo internazionale. Da questo Convento sorse l'Ordine
dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa di Gerusalemme ed una nuova
condanna del sistema templare. Così il Willermozismo tende sempre al
raggruppamento delle fratellanze iniziatiche, alla costituzione di
collettività di iniziati dirette da centri attivi collegati all'Illuminismo.
Si è creduto a torto che Willermoz avesse abbandonato le idee dei suoi
maestri; vuol dire conoscere male il suo nobile carattere. Sempre, sino alla
morte, egli ha voluto stabilire la Massoneria su solide basi dandole per
fine la pratica delle virtù per i suoi membri e della carità verso gli
altri; ma ha sempre mirato a fare delle logge e dei capitoli un centro di
selezione per i gruppi d'Illuminati. La prima parte della sua opera era
palese, la seconda occulta; ecco perché le persone poco informate vedono
Willermoz diversamente dal suo vero Carattere. Dopo la tormenta
rivoluzionaria, dopo che suo fratello fu ghigliottinato con tutti i suoi
iniziati e che egli stesso a stento riuscì a sfuggire alla stessa sorte, è
ancora lui che ristabilisce in Francia la Massoneria spiritualista, grazie
ai rituali che aveva potuto salvare dal disastro. Tale fu l'opera di
questo Martinista, al quale dedicheremo un intero volume, se Dio vorrà.
CLAUDE DE SAINT-MARTIN E IL MARTINISMO
Se non si conosceva neppure il modo di scrivere il nome di Martinez, se non
si sapeva di più circa l'opera reale di Willermoz, prima dell'apparizione
delle lettere di Pasqually che abbiamo pubblicate, al contrario si è scritto
molto, e strane cose, su Claude de Saint-Martin. Le critiche, le analisi, le
supposizioni ed anche le calunnie fatte a questo proposito si basano
unicamente sulle opere e sulle lettere exoteriche del Filosofo Incognito- La
sua corrispondenza d'iniziato indirizzata al collega Willermoz, dimostra gli
errori commessi dai critici e, in particolare, da Matter. É vero che non si
poteva estrarre di più dai documenti attualmente conosciuti, soprattutto
quando non si ha alcuna idea delle possibilità che offre l'Illuminismo a
questo riguardo. Così attenderemo, per pubblicare queste lettere, che nuove
inesattezze siano state prodotte sul conto del grande realizzatore
martinista, in maniera da distruggere in una sola volta molte ingenuità e
molte leggende. Se Willermoz fu soprattutto incaricato del gruppo degli
elementi martinisti e dell'azione in Francia, Claude de Saint Martin
ricevette la missione di creare la iniziazione individuale e di portare la
sua azione più lontano possibile. A questo scopo gli fu concesso di studiare
gli insegnamenti dell' “Agente Incognito" e possediamo, nell'archivio
dell'Ordine, parecchi quaderni copiati e annotati da Saint-Martin. Come
abbiamo detto prima, il libro degli Errori e della Verità è dovuto quasi
interamente a questa origine invisibile e in questo occorre vedere la causa
dell'emozione provocata, nei centri d'iniziazione, dall'apparizione di
questo libro, emozione che i critici cercano di spiegare con tanta pena.
Questo punto, come molti altri, verrà schiarito quando sarà necessario.
Oltre agli studi relativi all'Illuminismo, iniziati accanto a Martinez e
continuati con Willermoz, Claude de Saint-Martin si occupò attivamente
d'ermetismo pratico e un poco d'alchimia. Aveva a Lione un laboratorio
organizzato a questo scopo. Ma lasciamo la sua vita che ricostruiremo più
tardi, ed occupiamoci solamente della sua opera dal punto di vista che ci
interessa. Dovendo spingere la sua azione in lontananza, Claude de Saint
Martin era costretto a compiere certe riforme nel Martinezismo. Così gli
autori classici della Massoneria hanno dato il nome del grande realizzatore
al suo adattamento e designano con il nome di Martinismo il movimento sorto
da Claude de Saint-Martin. É divertente vedere certi critici, che ci
asterremo dal qualificare, sforzarsi di far credere che Saint-Martin non
fondò mai un ordine. Dobbiamo veramente ritenere i lettori male informati
per osar sostenere ingenuamente tale assurdità. É l'Ordine di Saint-Martin
che, penetrato in Russia sotto il regno della Grande Caterina, ottenne un
tal successo al punto che venne recitata a corte una commedia interamente
dedicata al Martinismo che si voleva mettere in ridicolo. All'Ordine di
Saint-Martin si ricollegano le iniziazioni individuali di cui si parla nelle
memorie della baronessa d'Oberkierch; infine l'autore classico della
Massoneria, il positivista Ragon, che non è tenero con i Riti degli
Illuminati, descrive alle pagine 167 e 168 della sua Ortodossia Massonica i
cambiamenti operati da Saint-Martin per costituire il Martinismo.
Sappiamo che non vale la pena di prendere parte a queste critiche più
seriamente dei loro autori e che certi massoni difficilmente perdoneranno a
Saint-Martin di aver disprezzato, per tutta la vita, la massoneria
positivista, come fece Martinez e di averla riportata al suo vero ruolo di
scuola elementare e di centro d’istruzione simbolica inferiore. Quando si
vogliono negare dei fatti storici, ci si rende ridicoli. Colui che i critici
universitari hanno chiamato il Teosofo d’Amboise era dunque un realizzatore
molto pratico sotto l’apparenza mistica. Usò, come Weishaupt l’iniziazione
individuale, e grazie a questo procedimento, diede all’Ordine una facilità
d’adattamento e d’estensione che gli invidiano molti riti massonici. E’ così
vero che Saint-Martin fu il grande diffusore della Cavalleria Cristiana di
Martinez, che i più violenti attacchi furono rivolti contro la sua opera, il
suo carattere e anche contro la sua vita. Occorrerebbe un intero volume
per rispondere minutamente a questi attacchi; così noi ci limiteremo, in
questo breve studio, a indicare, servendoci soprattutto dei documenti già
stampati, quale era il vero carattere del martinismo all’epoca di
Saint-Martin.
In
Archivio sullo stesso soggetto presenti anche:
Martinismo e Martinezismo
Martinezismo
Willermozismo
La
Massoneria Speculativa
De Pasqually
e l'Esoterismo Massonico
Louis-Claude de Saint Martin
Gli Eletti Coen
La Massoneria Occultista
nel secolo XVIII° e l'Ordine degli Eletti Cohen
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