Ben sappiamo che il sindaco bloccardo in mezzo al coro di sdegnose proteste del mondo cristiano non ebbe tanto di pudore da farsi perdonare col silenzio gli sgarroni commessi: e pretese rispondere alla lettera pontificia con una lettera indirizzata ai giornali, dove con putida affettazione di linguaggio moderato ripete le stesse goffaggini, come le definì il Journal des Débats, certo non sospetto di tenerezza clericale. Ma ormai il disgraziato settario si è reso inviso a tutti, compreso pure il Times (è tutto dire), che parlando della commemorazione di Porta Pia scriveva così : Qualche agitazione si è manifestata in questi giorni nei giornali italiani di parte cattolica, a causa del discorso pronunziato dal sindaco di Roma, signor Nathan, nella circostanza della commemorazione del 40° anniversario della entrata in Roma delle ruppe italiane. Malgrado la difesa della stampa radicale e socialista, non possono esistere due opinioni sulla estrema scorrettezza degli sfoghi (utterances) del Sindaco, come pubblico ufficiale, dopo che egli uscì di strada fino a permettersi una violenta tirate contro molte dottrine della religione cattolica. Ma a Roma, da tempo, il signor Nathan ed i suoi discorsi hanno cessato di essere presi sul serio.
E due giorni dopo, tornando sulla lettera del Nathan ai giornali, rincarava la dose: Questa scappata, come quasi tutti gli altri atti pubblici del signor Nathan, dimostra soltanto una cosa: l'inconveniente di aver scelto per primo funzionario della città un uomo, che, per quante mirabili qualità possa possedere, evidentemente manca della conoscenza del mondo e di molte delle più ordinarie regole di condotta. Il signor Nathan, non v'ha dubbio, è assolutamente leale nella professione della sua fede, ma come rappresentante di una città cattolica romana e capitale di uno Stato monarchico, si potrebbe desiderare, che egli non insistesse, in ogni occasione nella quale è chiamato a prendere parte a pubbliche funzioni, nel ricordare ai suoi uditori che egli è un repubblicano, un framassone, un libero pensatore. Non ha guari il signor Luzzatti deplorava che la libertà religiosa troppo spesso in Italia fosse interpretata per la libertà di offendere 1a religione degli altri. Questo malinteso generalmente prevalente nella plebe più ignorante, si è ora, disgraziatamente, appiccato al sindaco, nel caso del quale il fatto è specialmente deplorevole dacché si verifica che egli è di fede differente da quella dei suoi amministrati ». Per un compatriota e protestante non c'è male! I fogli annunziano che il senatore Pelloux ha mandato un'interpellanza al Governo «sul modo di interpretare la legge delle guarentige».
Vedremo. Civiltà Cattolica, 1910, vol. IV, pp. 2389-240 |