Libro Terzo Non curarti del riso e del giudizio della folla. Non eccedere mai nel bere vino. Non illuderti e non lasciarti illudere. Fa abitualmente le tue ablazioni giornaliere. Cena, se ceni, leggermente; e ricorda che è bene di non cenare dopo il tramonto. Ama teneramente col cuore. Mantieni in eterno il secreto sulle cose sacre (in eterno, cioè a qualunque costo; questo precetto si collega strettamente a quello del silenzio). Lavora rivolto ad Oriente. Adopra le erbe aromatiche per i profumi, i pentacoli per le preghiere, i coltelli per i sacrifici, le coppe pel sangue delle vittime, gli scongiuri per gli Eoni, gli animali per gli olocausti e le acque magiche pei sacrifici. Ricorda che tutto é trino, e lavora da solo ed in secreto (di nuovo!); ungendoti il corpo (di dentro o di fuori?) di speciali unguenti, diverrai corpo volante (uccello, Ibis), per ritornare poi uomo col bagno nell'acqua di fonte e col bere una coppa d'acqua profumata d'anice e lauro. (Sulle erbe magiche e sui profumi magici esiste una ricca letteratura speciale). Ricorda però che bisogna avere la scienza esatta delle cose per poter usare con frutto ed impiegare senza pericolo questi mezzi, come per servirsi di tutti questi precetti senza esporre te ed altrui a deplorevoli conseguenze Rassegnati alla tua ignoranza (ci vuol pazienza!) intanto che attendi quella Luce a cui devi aspirare con tutte le tue forze. Abbi pertanto tanta ma tanta pazienza nella tua lunga attesa, e sii molto prudente quando ti troverai in procinto di ricevere la Luce. Libro Quarto I Fratelli hanno un modo speciale di abbracciarsi, riconoscersi, avvicinarsi, parlarsi (sottovoce) e ricambiarsi doni. L'abitudine al regime vegetariano non si consegue immediatamente; bisogna colla volontà comandare poco per volta alla gola, desiderando vivamente le rose (cioè la Luce), e badando di non confondere la Rosa Mistica cogli altri fiori rossi velenosi. Che il Maestro possa allontanarti da questi fiori rossi, i quali sarebbero la tua rovina e ti addurrebbero alla morte (dell'anima)! La conquista della Rosa Mistica costa pene, fatiche, dolori, delusioni e mali infiniti; a causa di questi malanni molti neofiti cadono affranti per via e non si rialzano più. I traditori ed i ciarloni (Ricorda il precetto del Silenzio) vengono scannati (moralmente e magicamente) dai Maestri; bisogna quindi essere in ogni circostanza forte, onesto e fedele al patto. La casa (palatium regis) a cui tendi arrivare é posta sulla vetta di un'alta montagna e vi si accede per una strada ed attraverso una caverna che sono quasi impraticabili. Lavati tutto il corpo con acqua tepida (ecco le abluzioni su cui Apuleio, insiste) ed ungiti d'olio profumato (la sacra unzione) prima d'assiderti al desco (cioè prima di incominciare qualsiasi operazione magica). Vivi solo e ritirato in casa piccola, vesti semplicemente (senza stringere la cintura ed i legami che possono ritardare la circolazione del sangue, in modo che la veste non costringa il tuo corpo). Non bisogna aver timore di sacrificare, pel bene, qualche membro del proprio corpo ed occorrendo la vita intera. Bisogna che tu abbia un coraggio degno dell'immortalità. Non credere agli inganni dei profani, non lasciar che altri scuota la tua costanza, non dare il menomo lamento od il menomo grido che possa tradire o lasciar ad essi scoprire il tuo dolore ed il tuo disegno, all'occorrenza sfida la morte con virtù eroica; é solo così che si arriva alla meta. Quando bevi in onore di una Divinità, spandi parte del liquido in sacrificio di essa; e ricorda che l'acqua é la miglior bevanda ed il pane il miglior alimento. L'incantatore deve essere giovane, bello, forte, buono ed avere almeno tre anni d'età più della incantata; in queste condizioni è facile produrre nella vergine delle visioni nette del futuro. (Avverti che qui non si parla affatto di Ipnotismo). I sogni fatti di giorno sono falsi ed ingannatori, quelli fatti di notte sono quasi sempre veritieri, ma spesso significano il contrario di ciò che rappresentano. Per gli iniziati, la vita é un sogno, come il sogno é la vita, perché tutto ciò che si ode tanto col sogno quanto nella vita appartiene ad un solo ordine di verità. Il difficile consiste nello interpretare ciò che si vede in sogno, come ciò che si vede da sveglio; ma l'una e l'altra visione si interpretano collo stesso mezzo della mente solare, appunto perché il Sole è uno solo tanto quando è sopra come quando é sotto l'orizzonte. Se non che il sogno si verifica in generale durante il sonno. Il sonno naturale é quell'ipnosi che forma lo emiciclo inferiore della gran sfera della Natura vivente, o meglio dell'anima Universale, mentre l'altro sonno più intenso (che é sonno soltanto pei mortali ed è vita vera per gli immortali) è la sfera Superiore del circolo dell'Anima. Il sonno naturale è la morte: morire alla vita terrestre è nascere alla vita celeste, e morire alla vita celeste è nascere alla vita terrestre, perché il processo magnetico della iniziazione, ossia della morte, ci stacca dalla natura inferiore per farci entrare nella vita superiore. L'avvento dalla vita celeste alla terrestre fa a noi obliare tutto quanto è del mondo primitivo, perché la via è attraversata dal fiume Lete. Gli antichi pregavano ed adoravano Dio facendo prima una riverenza (verso Oriente) col corpo, e poi portavano alla bocca la mano destra con l’indice accavallato sul pollice eretto. La fusione dell'Anima nell'Amore genera un Bambino, che sarà Dio se si tiene nascosto il secreto della sua nascita, ma sarà un semplice mortale se il secreto del suo nascere sarà svelato; sappi quindi serbarne inviolabile il secreto. La musica dei liùti, dei flauti e delle voci umane calma lo spirito e dispone all'opera divina (qui si allude alla preghiera cantata sottovoce). La sobrietà sola può spegnere la fiamma dall'Amore Carnale, distruggere l'ardore ed i moti della Concupiscenza; sii sobrio adunque se vuoi essere magicamente casto.
Indice Introduzione Sala dell’Asino d’Oro della Rocca dei Rossi Commento al libro I° e II° Commento al libro III° e IV Commento al libro V° Commento al libro VI° e VII° Commento al libro VIII° e IX° Commento al libro X° e XI° Conclusioni |