"Atalanta Fugiens Fuga L°" Michaël Maier 1687
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Il Compagno, il vicario ed il successore di S. Francesco, l'uomo tanto invidiato e tanto combattuto per la sua concezione grandiosa dell'Ordine Francescano, di sapienza umana famoso, fu egli dunque un alchimista. Se non riuscì e forse non riuscì nella composizione della Pietra Filosofale, fu certamente un cultore e studioso di Alchimia. Dopo una vita attivissima consumata a favore dell'Ordine Francescano ed in seguito alla scomunica, si unì all'Imperatore Federigo e poi si ritirò in Cortona dove fece costruire un tempio ad imitazione di quello che fece erigere ad Assisi. Nonostante la scomunica continuò a portare il saio e visse in aperta ribellione unitamente ai suoi seguaci. l sonetto che presentiamo ai cultori è tratto dal Codice Magliabechiano della Biblioteca Nazionale di Firenze segnato II - III - 308 a carte 39, secondo la versione che ne da il Crescimbeni. |
Prendete lo Spirito che Vola Spiritum volatem capite et in radium solis traite ut fixum debite et fixum fiat volatile. Et ipsum suaviter coquite et de parte terram facite quam in humido ponite ut humidetur optime. Cito humidam coniungite cum hamalgama terite super durissimum lapide, tunc in vase proprio ponite ut calcinetur optime. Post ipsum suo lacte imbibite, ut moltiplicetur utime quando assatum pro tempore vestitur alba clamide et multiplicato regimine reducitur in cinerem cui sudorem suum redite donec regali diademate rex coronetur debite et disolutum facillime ingrediantur in corpore. Et si subtillius vis agere fac fixum volatile cum impetuoso flammine deinde in terram reddite cum ignis moderamine e tali servato ordine protraetur debite donee flaut levissime. Et sic lapidem habebitisr ex quo semper gaudebitis. Amen.
Traduzione Prendete lo spirito che vola e spingetelo verso il raggio del Sole (1) finché debitamente si fermi e si faccia fisso ciò che é volatile. Poi dolcemente cocetelo e in parte terra fatelo e in luogo umido tenetelo perché si inumidisca bene. Subito l'umido con l'amalgama unite sopra durissima pietra e battetelo e poi in un proprio vaso mettetelo perché completamente si calcini (2). Dopo col suo latte imbevetelo perché finalmente si moltiplichi. Quando sarà cotto a suo tempo si veste di bianco manto e col trattamento raddoppiato si riduce in polvere a cui rendete il proprio sudore finché con regale diadema sia incoronato il re (3). E così sciolte in modo facile entri nel corpo. E se poi più sottilmente volete agire con spirito impetuoso rendete fisso ciò che vola; quindi con moderazione di fuoco in terra riducetelo e tale ordine osservando si continui finché scorra leggermente. Così la pietra avrete per la quale sempre godrete (4).
Note 1- É bene ricordarsi sempre che tale linguaggio, come quello di tutte le poesie, è convenzionale e nel nostro caso il Sole è «l'oro». 2- Mettetelo nel «vaso o forno filosofico» cioè nell'Atanòr. 3- Qui si accenna ai colori dell'Opera: si fa bianco (dal nero) quindi s'incorona il Re con regale diadema, con corona regale, cioè d'oro. 4- Nell'ultima parte de la poesia si parla, evidentemente, delle «Acque forti» sistema Energico per far venire in atto la forza profonda del Mercurio Solare.
Frate Elia
Alchimista
Thesaurum Rerum
Solvete i Corpi
in Acqua
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