La storia della Loggia

La Loggia Pisacane

Simposio sulla libertà

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Carlo Pisacane, Domizio Torrigiani, Placido Martini, Paolo Ungari, quattro Uomini, quattro Massoni, quattro Apostoli della Libertà, che la nostra Loggia ricorda con fierezza nel 70° anniversario della propria fondazione. Epoche diverse, destini diversi, comune il legame ideale delle Loro vite.
Carlo Pisacane, tra i più convinti seguaci di Giuseppe Mazzini, irriducibile propugnatore dell'Unità d'Italia, immola nel 1857 un'esistenza ancor giovane nel tentativo, probabilmente il primo, di affrontare con serietà la questione meridionale.
Domizio Torrigiani, assurto al Supremo Maglietto della Massoneria italiana dopo la luminosa Gran Maestranza di Ernesto Nathan, nel periodo più tragico della nostra Istituzione, affronta nel 1925 con dignitosa fermezza la bieca persecuzione del regime fascista non liberando i Fratelli dall'obbedienza all'Ordine Massonico che continua la vita attraverso il Grande Oriente d'Italia e, per questo, condannato al confino dapprima a Lipari e poi a Ponza ove nel 1931 dà vita in clandestinità alla nostra Loggia intitolata, in significativa continuità ideale, all'intrepido Carlo Pisacane. 
Placido Martini, anch'egli confinato a Ponza per il suo spirito liberale, testimoniato da un'intera vita spesa al servizio del popolo, si unisce a Domizio Torrigiani e ad una dozzina di altri Fratelli - tra i quali Silvio Campanile, destinato, come Lui, ad essere trucidato il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine - per costituire la nostra gloriosa Loggia "scuola di Libertà, centro di resistenza, officina di preparazione" per la rinascita della Massoneria dopo i tempi bui, assumendone il maglietto di Venerabile e gridando alto e forte ai suoi torturatori nazi-fascisti la propria dignità di Gran Maestro della Massoneria che gli sarebbe stata sicuramente riconosciuta se fosse scampato ai suoi aguzzini.
Paolo Ungari, approdato in età matura, sulle orme del Padre, alla Massoneria, vi riversa tutta la passione di laico autentico, di Uomo profondamente credente nella religione della Libertà, di assertore appassionato dei diritti dell'Uomo da Lui difesi, da giurista e politico di vaglia, nell'ambito pubblico, accademico, culturale, anche internazionale come esigenza primaria di riscatto della odierna società totalizzante e globalizzata e come finalità essenziale del lavoro muratorio, al quale dedica ogni energia assolvendo anche con saggezza nel 1987 il mandato di Maestro Venerabile, ma venendo stroncato, universalmente compianto, nel settembre 1998, da un tragico incidente, tuttora inspiegabile.
Queste figure eccelse di Massoni imprimono alla nostra Loggia un profilo unico nella storia della Massoneria, tale da farla considerare la Loggia Madre della rinata Massoneria Italiana, alla quale ha donato anche l'opera di Roberto Ascarelli, quale Gran Maestro Aggiunto nelle Giunte Cipollone e Gamberini, e di chi oggi con tanta commozione verga queste righe, quale Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia dal dicembre 1993 al marzo 1999.
Dedicata dal Gran Maestro martire, Domizio Torrigiani, e dai suoi intrepidi fondatori al Massone Carlo Pisacane, eroe del Risorgimento, essa riaccende idealmente sotto la dittatura fascista la fiaccola della Libertà che il suo ispiratore aveva dovuto abbandonare sotto il piombo borbonico nei pressi di Sapri.
Nel dopoguerra seguito al secondo conflitto mondiale, la nostra Loggia, trasferita all'Oriente di Roma e contraddistinta col n. 177, formata da Fratelli che avevano operato in clandestinità, in gran parte anziani sopravvissuti alla dittatura fascista, rimase legata alle loro vicende terrene e dovette essere sciolta per risorgere nel 1949 beneficiando dell'apporto di Fratelli provenienti da altre Officine e, in particolare, dalla R.·. L.·. "Giuseppe Garibaldi", contraddistinta col n. 160, che le fu trasferito quando, dopo qualche anno, essa si fuse con quest'ultima chiamandosi dapprima "Garibaldi - Carlo Pisacane Di Ponza n.160" e, poi, semplicemente "Pisacane Di Ponza n.160" al quale, più tardi, con Decreto n.216/gb del 19 luglio 1965, per volontà dell'allora Gran Maestro Giordano Gamberini, che desiderò ridare alla nostra Loggia il prestigio di un tempo, si aggiunse il significativo termine di "HOD" ( settima sephiroth della Kabbalah che significa, per l'appunto, "autorevolezza", "prestigio", "gloria" ), affidandone la conduzione al proprio Gran Maestro Aggiunto, Roberto Ascarellli, Massone di livello e spiritualità altissimi e mio Maestro di professione, di vita e di formazione muratoria, al cui esempio ho in ogni istante del mio tormentato mandato di Gran Maestro, ispirato tutte le azioni e decisioni più delicate in uno dei momenti più difficili, ma alfine vittoriosamente superati, che abbia attraversato la Massoneria italiana.
Nelle intenzioni del Gran Maestro Gamberini la nostra Loggia doveva rappresentare una sorta di pool di cervelli, un raggruppamento di Fratelli, particolarmente dotati in ogni campo, da quello culturale all'artistico all'economico-sociologico allo scientifico che potesse fungere, in piena libertà e senza direttive di sorta, da centro di ricerca e di studio delle problematiche della nuova società, emersa dopo la fine della seconda guerra mondiale, nella quale la Massoneria, risorta dalle ceneri dell'annientamento voluto dalla dittatura fascista, potesse riassumere quel ruolo di indiscusso prestigio e di punto di riferimento morale riconosciutole all'epoca delle Grandi Maestranze anteriori all'avvento del Regime.
Nella nostra Loggia confluirono pertanto Fratelli di elevate qualità provenienti da varie Officine e, sotto la guida dapprima di Roberto Ascarelli e, poi, degli altri illustri Fratelli che ne ressero il maglietto, si svolsero Tornate memorabili incentrate soprattutto sulla Morale in rapporto alla nuova società e mi piace riportare in questa pubblicazione dedicata alla storia della nostra Officina, una sintesi di quei lavori ad opera dell'elegante penna di Roberto Ascarelli che, quasi quarant'anni fa, la intitolò "Progresso Tecnico E Scienza Morale" ponendo alla meditazione del lettore interrogativi e prospettive ancora di palpitante attualità pur nel Terzo Millennio.
Ad essa si affianca la Tavola su "La Massoneria Oggi" incentrata sui concetti di permanente validità che identificano la Libera Muratoria da sempre e che dovrebbero permeare la vita ed il comportamento di ogni vero Massone sotto ogni latitudine.
La prematura morte del mio Maestro che aveva costituito, col suo carisma, un punto di grande equilibrio in seno al Grande Oriente d' Italia e posto le basi, col suo paziente diplomatico pluriennale lavoro di tessitura con i Fratelli della Gran Loggia Unita d'Inghilterra, per l'ottenimento del sospirato riconoscimento, giunto dopo la Sua scomparsa, ed accolto con grande tripudio dal Gran Maestro Salvini, succeduto a Gamberini, segnò un momento di crisi della nostra Loggia, la quale visse con profonda sofferenza le drammatiche vicende collegate all'esiziale ciclone della Loggia "Propaganda n. 2" che minò per lunghissimi anni la credibilità della nostra Istituzione.
Furono gli anni dell'attesa di tempi migliori nella consapevolezza, propria dei veri Massoni, che la Verità avrebbe trionfato e la Luce sarebbe tornata a risplendere; e ricordo con tenerezza i non pochi anni in cui spesso, non riuscendo a raggiungere il numero legale, rimanevamo comunque tenacemente riuniti in sedute informali a trattare temi esoterici che ci confortavano a non cedere all'amarezza e, soprattutto, a non chiedere lo scioglimento della nostra prestigiosa Officina.
La nostra fede fu premiata perché alcuni Fratelli provenienti dalla Loggia intitolata - magie del destino - a quel "Placido Martini" che aveva costituito una delle nostre colonne fondanti, chiesero di affiliarsi alla nostra Loggia e, da quel momento, come se avessimo beneficiato di una trasfusione di sangue sano, i lavori poterono riprendere con sempre maggior impegno, grazie all'affiliazione e all'ingresso di numerosi ottimi Fratelli che per alcuni trienni mi fecero anche l'onore di affidarmi il maglietto della Loggia.
Come non ricordare le Tavole sulla Morte, sulla Tolleranza, sulla Felicità, sulla Musica di Mozart e le ricerche approfondite e documentate sulla Storia della Massoneria europea, italiana e romana che ci appassionarono per svariate affollate sedute con la presenza anche di numerosi Fratelli ospiti ?
Ma è fatale che la memoria si soffermi sulla galleria, straordinariamente ricca, dei Fratelli che hanno popolato il piedilista della nostra Officina e che, pur se parecchi ormai pervenuti alla Luce dell'Oriente Eterno, hanno donato al mio spirito una carica indicibile di serenità pur nelle vicissitudini della vita e nella malinconia del distacco fisico da Loro.
So bene che ognuno di noi suscita nei propri simili sensazioni del tutto differenti e che il ricordo è strettamente personale, ma da ognuno di noi sgorga quel quid che travalica i confini della soggettività per connotare il nostro essere in termini di oggettività percepibile da tutti e, perciò, chiedendo scusa se l'emozione sottenderà questa sorta di Amarcord, tra i tanti Fratelli verso i quali sono debitore della vera felicità, voglio parlare - senza svelarne i cognomi per rispetto della legge sulla privacy - di Giorgio N., Giuseppe R., Francesco M., Radu A., i primi tre direttori d'orchestra, specie il terzo, di fama internazionale, il quarto tra i più grandi violoncellisti del mondo, capace di estrarre dal suo vibrante strumento armonie rarissime. E, accanto a lui, Chris A., esule come Radu dalla natia Romania, attore classico di grande talento, consunto dallo struggente desiderio di libertà negata alla sua terra. E, sempre nel campo dell'arte, Silverio B., famoso regista teatrale, cinematografico e televisivo, che ispirò tutte le sue opere di altissimo valore all'esaltazione della Libertà, pagando a caro prezzo il rifiuto di compromessi impostigli da una cultura codina.
E poi Tino L., Carmelo C., Armando G., Silvano L., Enzo G., Gastone P. (questi ultimi due autori delle brillanti ricerche storiche), Carlo R., Giuseppe C., Franco M., Guido C., Gioacchino B., docenti universitari che hanno profuso i tesori della loro scienza nelle più disparate discipline a beneficio dei Fratelli. Ma, tra loro, il velo della riservatezza deve necessariamente cadere di fronte alla figura di Paolo Ungari, così assurdamente e tragicamente rapito al nostro affetto, del quale ho già ricordato la figura splendida ormai consegnata alla Storia non solo della Massoneria ma dell'Umanità.
Oltre che da tali illustri Fratelli, la nostra Loggia, caratterizzata da un rigoroso vaglio delle domande dei bussanti, ha potuto beneficiare dell'apporto, dato sempre in un clima di serena collaborazione e senza coltivare perniciose ambizioni prevaricatrici, di professionisti delle più disparate discipline, di giornalisti, scrittori, dirigenti d'azienda, funzionari e dirigenti privati e statali, industriali, ma anche commercianti e vigili urbani, che hanno convissuto nel pieno rispetto reciproco pur nella diversità di condizioni sociali e di preparazione culturale.
Era quindi naturale che la nostra Loggia, così aperta e ricca di fermenti ma pur sempre in stretta osservanza della Tradizione, si aprisse al mondo massonico non solo nazionale ma universale: sicché da tempo essa coltiva rapporti di grande amicizia e collaborazione con Logge italiane ed estere recandosi a visitarle e ricevendone calorosamente gli appartenenti. Già nel 1991, in occasione della celebrazione del 60° anniversario della nostra fondazione, fummo onorati della presenza di parecchi Fratelli tedeschi della R.·.L.·."Todtenkopf Und Phoenix" all'Oriente di Berlino, austriaci della R.·.L.·. "Mozart" all'Oriente di Vienna e spagnoli della R.·.L.·. "Fidelitas" all'Oriente di Barcellona e riteniamo fare cosa gradita ai nostri lettori pubblicare il testo delle orazioni pronunciate allora da chi scrive e, soprattutto, dall'indimenticabile Paolo Ungari, sempre così sensibile all'Europa unita e, a pieno titolo, nominato Gran Maestro Onorario in memoriam del Grande Oriente d'Italia.
Da allora, dopo aver ricevuto ancora una volta l'alto onore di riprendere il Maglietto della nostra amata Loggia dopo l'esperienza drammatica ma straordinariamente esaltante della Gran Maestranza del Grande Oriente d'Italia, i legami con i Fratelli di altre Logge si sono intensificati e lo scorso anno abbiamo dato vita ai gemellaggi con la bulgara R.·. L.·. "Svetlina" all'Oriente di Sofia e con le italiane R.·.L.·. "Savorgnan D'osoppo n.587" all'Oriente di Pinerolo, "Galileo Galilei" n. 664 all'Oriente di Firenze e "ALETHEIA" n. 1156 all'Oriente di Napoli, con le quali abbiamo già attuato programmi di qualificanti lavori in comune, mentre ci accingiamo, in occasione della celebrazione del 70° anniversario della nostra fondazione, a gemellarci anche con la greca R.·. L.·. "Giuseppe Garibaldi" n.130 all'Oriente di Atene che ha la caratteristica, per noi italiani così gratificante, di tenere i propri lavori nella nostra lingua pur essendo composta di Fratelli in massima parte greci. Con loro ed i numerosi altri Fratelli convenuti a Roma anche dall'estero per la nostra festa rifletteremo sul tema "Libertà, valore universale ed eterno" che abbiamo voluto proporre in onore di tutti i Fratelli che ne hanno fatto religione di vita e di sacrificio.
Ecco tracciata a grandi linee la storia della nostra gloriosa Loggia che vide la luce un anno dopo la mia venuta in questo mondo, figlio di Ettore, Massone che fu impavido difensore della Libertà ad onta delle persecuzioni fasciste. E, se è lecito parlare di coincidenze o di segni del destino, il genetliaco della nostra Loggia coincide col cinquantesimo anniversario della mia iniziazione avvenuta nel 1951, per l'appunto nella R.·.L.·. "Domizio Torrigiani" all'Oriente di Roma, intitolata ad un grandissimo Gran Maestro al cui luminoso, sofferto esempio, ho cercato ispirare la mia condotta al vertice della nostra ineguagliabile Istituzione ricordando l'alto insegnamento, di cui Egli fece tesoro e che, in un Suo scritto, riferisce esserGli stato elargito da quell'altro purissimo Gran Maestro che fu Ernesto Nathan: "Non avrete vita facile in questo momento storico, ma, in ogni circostanza della Vostra vita, ascoltate sempre la Vostra coscienza, unica sicura consigliera, e, se essa nulla Vi rimprovererà, andate avanti, accada quel che vuole accadere, perché sarete sempre nel giusto!".
Nel solco tracciato da Fratelli così cari e degni, ai quali va il ringraziamento profondo per l'esempio luminoso lasciatoci, le nostre orme, e quelle degli Apprendisti, dei Compagni e dei Maestri, dei quali siamo orgogliosi e che arricchiscono numerosi le Colonne di questa amatissima Officina -autentico crogiuolo di Uomini veri- si immergeranno con estremo rispetto, attenti a non deformarlo perché sia sempre la guida sicura per il bene ed il progresso della nostra Rispettabile Loggia e della Massoneria Universale. 
E quando sarà giunta l'ora del passaggio all'Oriente Eterno, vedremo venire ad accoglierci la sorridente figura di Camillo Santoro, Maestro Venerabile impareggiabile, tra i Fratelli più amati, che ci ha insegnato a lasciare questo mondo con estrema dignità e serenità ed accanto a Lui, a Carlo Pisacane, a Domizio Torrigiani, a Placido Martini, a Roberto Ascarelli, a Paolo Ungari ed ai tanti degnissimi Fratelli che ci hanno arricchito della loro ineguagliabile spiritualità, potremo contemplare con gioia il cammino percorso che è quello che porta alla vera Felicità per tutti gli Uomini di buona volontà.

Alla Gloria del Grande Architetto dell'Universo.

Il Maestro Venerabile
Virgilio Gaito

Dalla Valle del Tevere, 25 Maggio 2001

 

Da: www.grandeoriente.it