A.M. 3700 - 304 a.C. Dopo Pitagora, la Geometria divenne lo studio preferito della Grecia, dove nacquero molti insigni filosofi, alcuni dei quali inventarono parecchie proposizioni o elementi di Geometria, e li ridussero all'uso delle Arti meccaniche. Non v'è dubbio che la Muratoria abbia preso vigore con la Geometria o, almeno, abbia seguito sempre, in maniera proporzionata i suoi sviluppi fino a che fiorì in Alessandria il famoso Euclide di Tiro, il quale raccolse gli elementi della Geometria, collezionandoli in un metodo che non fu mai modificato (per cui il suo nome sarà sempre celebrato). Ciò sotto il patrocinio di Tolomeo, figlio del re Lago di Egitto, uno degli immediati successori di Alessandro il Grande. E poiché la nobile Scienza venne ad essere insegnata con maggior metodo, l'Arte Reale fu da tutti stimata e diffusa tra i Greci, i quali, da ultimo, pervennero alla stessa capacità e magnificenza dei loro Maestri, gli Asiatici e gli Egiziani. A.M. 3748 - 256 a.C. L'ultimo Re d'Egitto, Tolomeo Filadelfo, che dette grande impulso alle Arti liberali e a tutte le Scienze utili, raccolse la più grande biblioteca del mondo ed ebbe a tradurre, per primo, in greco il Vecchio Testamento (per lo meno il «Pentateuco»): egli divenne un eccellente Architetto e Maestro Muratore Generale, avendo, fra le sue altre grandi costruzioni, eretto la famosa Torre del Faro, la terza delle sette meraviglie del mondo. Possiamo ritenere che le nazioni dell'Africa, fino ai lidi atlantici, abbiano imitato l'Egitto in tale sviluppo, sebbene si sia privi della loro storia e non vi siano stati viaggiatori che abbiano incoraggiata la scoperta di importanti rovine della Muratoria in quelle rinnovate nazioni. A.M. 3792 - 212 a.C. A.M. 4004 Non possiamo dimenticare la dotta Sicilia, dove fiori il prodigioso Geometra Archimede che fu malauguratamente ucciso da Marcello, generale romano. Dalla Sicilia, come dalla Grecia, dall'Egitto e dall'Asia, gli antichi Romani appresero sia la Scienza, sia l'Arte prima che esse giungessero ad uno stato di decadenza e di disordine. Ma quando essi sottomisero le nazioni e condussero schiavi a Roma saggi uomini, non il popolo se ne giovò, ma le Arti e le Scienze. Coni più eminenti docenti e con gli artigiani vennero fatte importanti scoperte in entrambi i campi, sicché Roma, alla fine, divenne il centro della Scienza e del potere imperiale, finché giunse al suo zenit di gloria sotto Cesare Augusto (sotto il cui regno nacque il Messia di Dio, il grande Architetto della Chiesa) che, avendo estesa la tregua su tutto il mondo, proclamò la pace universale, in ciò altamente incoraggiato da quegli accorti artisti che erano cresciuti nella libertà romana e dai loro dotti scalari e discepoli, ma particolarmente dal grande Vitruvio, il padre di tutti gli autentici architetti fino ad oggi. Perciò è logico credere che il glorioso Augusto sia divenuto Gran Maestro della Loggia di Roma essendo stato in ciò incoraggiato da Vitruvio; che sia stato particolarmente promosso il benessere dei Compagni d'Arte, come appare dalle magnifiche costruzioni compiute sotto il suo regno i cui resti sono esempio e modello per la vera Moratoria di tutti i tempi seguenti. Essi sono, in verità, una epitome dell'Architettura asiatica, egiziana, greca e siciliana che noi spesso esprimiamo con il nome di «Stile Augusteo» e che ora ci sforziamo di imitare senza giungere tuttavia alla sua perfezione. Negli antichi documenti dei Muratori, restano larghi cenni delle loro Logge, dal principio del mondo, nelle nazioni civili e specialmente in tempo di pace e quando il potere civile, allontanando la tirannia e la schiavitù, diede il dovuto impulso al libero genio dei loro felici sudditi. I Muratori, fra tutti li altri artisti, furono i favoriti dei grandi e divennero necessari per le loro capacità in ogni campo, non solo nelle pietre, nei mattoni, nel legname, nel gesso, ma spesso nelle stoffe e nelle pelli od in tutto ciò che era usato per le tende e per le varie specie di architettura. Non bisogna dimenticare che i pittori e gli scultori furono spesso riconosciuti buoni Muratori quanto i costruttori, i tagliatori di pietra, i fabbricanti di mattoni, i carpentieri, i falegnami, gli impresari o fabbricanti di tende e moltï altri Compagni d'Arte che potremmo nominare: costoro costruivano secondo le regole della Geometria e dell'Arte di costruire, sebbene nulla sia stato rinnovato nella Muratoria, per abilità, in ogni parte del inondo, prima di Hiram Abif. Ma di ciò abbiamo detto abbastanza. Se la nobile scienza della Geometria fu particolarmente curata prima e dopo il regno di Augusto, fino al 5° sec. dell'Era cristiana, anche tra i Pagani essa era in grande stima e considerazione: mentre l'Impero Romano continuava nella sua gloria, l'Arte Reale venne accuratamente propagata fino all'ULTIMA THULA e una Loggia venne eretta in ogni località conquistata dai Romani e con ciò essi generosamente fecero partecipi della loro abilità il settentrione e l'occidente dell'Europa le quali, fino alla conquista romana, erano cresciute barbare sebbene non si conosca con certezza fino a quanto. Perché, in molte parti d'Europa, si sono scoperti alcuni resti di buona Muratoria precedenti a quel periodo, sorti dalla originale Maestria che queste prime colonie crearono in sé, quali gli edifici dei Celti eretti dagli antichi Galli e dagli antichi Britanni, che erano una colonia dei Celti, molto prima che i Romani invadessero questa isola. Ma quando i Goti e i Vandali, si riversarono sull'Impero Romano, con bellicosa rabbia e con grande ignoranza, distrussero molti dei più belli edifici e altri ne misero in rovina. Assai pochi se ne salvarono, come accadde alle nazioni dell'Asia e dell'Africa quando, a loro volta furono colpite da uguale calamità e cioè quando furono conquistate dai Maomettani, il cui unico scopo era di convertire il mondo col fuoco e con la spada, invece di coltivare le Arti e le scienze. A.D. 448 Dopo la decadenza dell'Impero romano e dopo che le guarnigioni Britanniche cessarono di esistere, gli Angli e i Sassoni, invitati dagli antichi Bretoni perché li aiutassero contro gli Scozzesi e i Pitti, sottomisero alla fine la parte meridionale di questa Isola che essi chiamarono Inghilterra, o Terra degli Angli. Essi, essendo consanguinei dei Goti o piuttosto una ramificazione dei Vandali e con lo stesso bellicoso carattere come pagani ignoranti, incoraggiarono la guerra finché non si convertirono al Cristianesimo. Allora, troppo tardi, si dolsero della ignoranza dei loro avi per la perduta grande Muratoria Romana, ma non poterono porvi alcun riparo. A.D. 741 data della sua morte Tuttavia, essendo divenuto un popolo libero (come affermano le antiche leggi sassoni) ed avendo una tendenza per la Muratoria, essi presto si diedero ad imitare gli Asiatici, i Greci e i Romani nell'erigere Logge e nell'incoraggiare i Muratori traendo insegnamento non soltanto da fedeli tradizioni e da insigni vestigia dei Bretoni, ma spesso da principi stranieri, nei cui domini l'Arte Reale era stata preservata dalla decadenza, specie con il gotico, da Carlo Martello, re di Francia, che, secondo gli antichi documenti dei Muratori, mandò in Inghilterra, per desiderio dei re Sassoni, parecchi esperti Compagni della Fratellanza e dotti architetti: cosicché, durante l'Eptarchia, l'Architettura gotica fu qui incrementata come in tutte le terre cristiane. A.D. 832 E per quanto le frequenti invasioni danesi abbiano causata la perdita di molti documenti, si sa che essi, sia in tempo di guerra, sia in tempo di pace, non trascurarono il buon lavoro anche se non costruito secondo lo «Stile Augusteo». Le ingenti spese sostenute per questo, nonché la particolare fantasia degli Artisti, che fecero del loro meglio per imitare l'abilità romana stanno a provare della capacità e dell'amore loro per l'Arte Reale: e tutto questo ha reso le costruzioni gotiche venerabili e non imitabili da quanti amavano l'antica Architettura. A.D. 1066 Successivamente i Sassoni e i Danesi furono conquistati dai Normanni, ma appena la guerra ebbe termine e venne proclamata la pace, la Muratoria gotica venne, sotto il regno del conquistatore, incoraggiata, tanto che suo figlio, re Guglielmo Rufus, costruì la Westminster-Hall la più grande aula della Terra. Circa A.D. 1362 Né le guerre dei baroni né le molte sanguinose guerre dei successivi re Normanni e dei Rami, loro oppositori, fecero di molto arretrare le sontuose e superbe costruzioni che in quei tempi sorsero per conto dell'alto clero (che possedendo molte rendite poteva ben sopportarne gli oneri) e anche della Corona. Leggiamo che Edoardo III ebbe un ufficiale chiamato il Libero Muratore del re o sovrintendente generale alle sue costruzioni, il cui nome fu Henry Yevele, incaricato da questo re della costruzione di molte abbazie, nonché della cappella di s. Stefano a Westminster, dove ora ha sede la Camera dei Comuni situata nel Parlamento. Circa A.D. 1475 Circa la successiva istruzione dei candidati e dei giovani Fratelli, i documenti dei Liberi Muratori, scritti sotto il regno di Edoardo VI della stirpe Normanna, ci forniscono le seguenti notizie: «Sebbene gli antichi documenti della. Fratellanza d'Inghilterra fossero andati, in gran parte, distrutti o perduti nelle guerre dei Sassoni e dei Danesi, si conosce che re Athelstar, (nipote di Re Alfredo il Grande, un insigne Architetto), il primo che venne unto re d'Inghilterra e che tradusse la Sacra Bibbia in lingua sassone, dopo aver dato alla sua terra, pace e tregua compì molti grandi lavori e che incoraggiò molti Liberi Muratori, venuti dalla Francia, e che essi furono da lui nominati sovraintendenti. Costoro portarono i Doveri e i Regolamenti delle Logge, conservati sin dal tempo dei Romani, il che permise al re di perfezionare la Costituzione delle Logge Inglesi secondo il modello straniero e di aumentare le mercedi dei lavoratori Muratori. Il più giovane figlio di tale Re, il principe Edwin, essendo dotto in Muratoria e accollandosi i Doveri di un Maestro Muratore, per l'amore che egli aveva verso l'Ordine, per gli onorabili principi che esso professava, ottenne una Carta di franchigia da re Athelstan, suo padre, onde i Muratori avessero dei miglioramenti (ciò era stato antecedentemente stabilito) e la libertà e il potere di provvedere essi stessi a correggere ciò che di cattivo poteva accadere fra di loro e di tenere una Comunicazione annuale e una Assemblea Generale. Il principe Edwin ordinò a tutti i Muratori del reame di incontrarsi con lui ad una congregazione da tenersi a York: ed essi vi andarono e vi costituirono una Loggia Generale di cui il Principe fu il Gran Maestro. Ed avendo portato con sé tutti gli scritti e i documenti esistenti, alcuni in greco, altri in latino, altri in francese ed altri in varie lingue, l'Assemblea, in base al loro contenuto, compilò la Costituzione e i Doveri., di una Loggia Inglese e promulgò una legge per preservare e far osservare, in tutti i tempi futuri, tale Costituzione. Ordinò, infine, che fosse corrisposta una buona paga a tutti i lavoratori Muratori ecc. Nei tempi successivi, quando le Logge, con il consenso dei Lords del reame, furono più numerose, gli onorevolissimi Maestri e Compagni (dato che molti illustri uomini eremo Muratori) disposero che nel futuro, nel creare o nell'ammettere un Fratello, la Costituzione avrebbe dovuto esser letta e così i Doveri sino a quel momento stabiliti dal Maestro o dal Sorvegliante, e che quanti erano ammessi come Maestri Muratori o Maestri del Lavoro, dovevano essere esaminati per constatare se idonei a servire i loro rispettivi padroni, sia i più importanti sia i minori e ciò per l'onore e la dignità della suddetta Arte e per il vantaggio dei loro stessi padroni che erano coloro che li utilizzavano e pagavano per il loro servizio e per il loro lavoro. E molte altre cose i detti documenti riferiscono: che questi Doveri e queste leggi dei Liberi Muratori erano state vistate ed approvate dal sovrano Re Enrico VI e dai Lords del suo onorevole Consiglio; che esse avevano trovato applicazione, e vi si afferma inoltre che esse fossero giuste e buone, essendo state tratte e collezionate su documenti degli antichi tempi». Ora, nel terzo anno di regno di detto Enrico VI - quando egli era ancora bambino - il Parlamento promulgò una legge, la quale, pur riguardando i Muratori di mestiere, contrariamente agli Statuti dei lavoratori, riunì non l'opera, ma le ricompense e le mercedi. E allo scopo di far credere che tali accordi fossero stati presi d'intesa con la Loggia generale, nella legge vennero nominati i Capitoli e le Congregazioni dei Muratori onde giungere ad uguagliare tale legge con quella relativa alle Congregazioni. Tuttavia, quando Enrico VI giunse a maturità, i Muratori posero innanzi a lui e ai suoi Lords i già noti documenti e i Doveri che furono solennemente riesumati e approvati da loro come buoni e come se fosse giusto adottarli. Questo re e i suoi Lords dovettero essere ammessi come Liberi Muratori prima che si procedesse alla revisione dei documenti. In questo regno, prima che a re Enrico sorgessero alcuni dubbi, i Muratori furono molto incoraggiati. Non venne avanzata alcuna istanza per la esecuzione di quella legge né in questo né in alcun successivo altro regno. I Muratori non trascurarono mai le loro Logge per tale legge ne mai pensarono che essa valesse tanto da essere adottata dal loro nobile ed eminente Fratello che l'aveva annullata. Perché i Muratori di mestiere, che erano liberi nella Loggia, temevano di essere colpiti da tale associazione mentre gli altri Liberi Muratori non avevano interesse a violare gli Statuti dei lavoratori. I re di Scozia incoraggiarono l'Arte Reale dai primi tempi, fino all'unione delle corone, come appare da ciò che rimane delle gloriose costruzioni di quell'antico regno e dal numero delle Logge che furono aperte senza interruzione, per molti secoli, dai documenti e dalla tradizione che testimoniano del grande rispetto di questi re verso la loro onorabile Fraternità, la quale diede molte prove del suo amore e della sua lealtà: da ciò vennero fuori gli antichi brindisi dei Muratori Scozzesi «Dio benedica il Re e l'Ordine».
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