"I passi dello Zohar che rivisitano il libro di Giona"

(A cura di Federico Pignatelli)

 

Paragrafo Primo

Zohar I: 69b [Noa'h] su I:1 del testo di Giona

 

E la parola di hwhy cominciò ad essere rivelata a Giona figlio di Amittai…

 

È scritto: Domi l'orgoglio del mare. Quando i suoi fiotti si sollevano, li acquieti (Salmi 89:10). É quando il Santo, baruk ha-shem, proietta verso la mare un raggio sottile simile ad un sottile filo emanante dal lato destro, che il mare si anima e fa sollevare le acque dall'abisso, in un baleno esse si levano formando delle onde, poi così improvvisamente come sono apparse scompaiono nelle profondità, scavando dei vuoti. Poi hwhy arresta gli spruzzi e calma il tumulto delle acque senza che nessuno lo nota. Giona gettato nel mare fu inghiottito da un pesce. Come Giona riuscì a sopravvivere nell'intestino di un pesce senza che la sua anima abbandonasse immediatamente il suo corpo? Perché Dio domina questo raggio sottile come un filo del lato sinistro, che unico ha la capacità di scompigliare il mare e sollevarne le onde. Quando il sottile raggio, simile ad un filo del lato destro scende nel mare, quello sinistro lo raggiunge per unirsi ad esso, ed è allora che le acque si agitano e si sollevano simili a dei voraci impazienti del loro pasto. Il Santo, baruk ha-shem, quando il mare è agitato dalle onde, le ricaccia e le restituisce al loro posto. È quanto la Scrittura vuole dire, con le parole: tu plachi il movimento delle sue onde. La parola teshabem (plachi) significa: infrangi i fiotti, per restituirli al loro posto. Un'altra spiegazione, la parola teshabem deve essere presa nel senso letterale di lodare. Infatti, Dio loda i fiotti del mare per la loro tendenza ad ammirare il raggio sottile come un filo del lato destro proiettato al mare, perché questa tendenza è la loro sola sorgente di turbolenza. La conclusione di questo passo è che ogni uomo merita dei complimenti quando è incline a sondare i misteri divini e si applica a studiarli. Questo uomo è meritevole, anche se non completerà mai il suo lavoro, infatti il cielo non l'avrebbe dotato di una intelligenza atta ad intuire quanto in verità intuisce.

 

Zohar I: 84b [Lék'h Lék'ha] su I:3 del testo di Giona

 

Giona decise di andare a Tarshish per fuggire dalla presenza del Signore

 

È scritto: hwhy dice ad Abram, dopo che Lot si separò da lui... (Genesi XIII:14). Rabbi Abba iniziò così il suo discorso: È scritto: Giona decise di andare a Tarshish per fuggire dalla presenza del Signore. (Giona I:3). Disgrazia a suppone di nascondersi dalla Presenza del Santo, baruk ha-shem, di cui la scrittura dice: Non riempio forse, io, i cieli e la terra? dice hwhy ? (Geremia XXIII:24). Come ha potuto pensare Giona di potersi nascondere dalla Presenza di Dio? Ecco la spiegazione: È scritto: La mia colomba (Giona) che si tiene nelle fessure della roccia. Che si nasconde nelle pareti scoscese " (Cantico II:14). La mia colomba (Giona) indica l'assemblea di Israele. Le fessure della roccia indicano Gerusalemme; così come la roccia è l'elemento più solido della terra, ugualmente Gerusalemme è superiore e la più solida di tutta terra. Le pareti scoscese si riferiscono all'area del Tempio chiamato Santo dei Santi che rappresenta il centro del mondo. Così la scrittura dice: Nelle pareti scoscese perché sottintende la Shekhinah che soggiorna nel Santo dei Santi e che, come una donna virtuosa e fedele al proprio marito, non abbandona mai la propria dimora, come riferisce il passaggio: La tua donna è come una vite feconda all'interno della tua casa (Salmi CXXVIII:3).

 

Zohar I:85a [Lék'h Lék'ha] su I:10 del testo di Giona

 

Poiché gli uomini avevano saputo da lui stesso che fuggiva d’innanzi a hwhy

 

… il fiume Kebar è uno di questi quattro flussi. La Shekhinah si svela ogni tanto, quando ad Israele, nel suo sconforto, ne sale il desiderio; ma lei non si svela in nessun altro frangente. Con l'intento di sottrarsi alla manifestazione della Shekhinah, Giona esce della Terra Santa e fugge, come è scritto: ... Per fuggire d’innanzi a hwhy (Giona I:3); e poi: Poiché gli uomini avevano saputo da lui stesso che fuggiva d’innanzi a hwhy (Giona I:10) Osservate, come la Shekhinah si sveli soltanto nel luogo in cui le aggrada, così come si svela e si rivela soltanto all'uomo che gli si addice. Il giorno in cui Lot decise di proseguire nella sua condotta nociva, il Soffio di santità abbandonò Abramo, ma appena Lot si separò da lui, il Soffio di santità gli tornò vicino come prima, così come è detto: E hwhy dice ad Abram, dopo che Lot si fu staccato da lui.

 

Zohar I:121 a/b [H'ayé Sarah] su I:15 del testo di Giona

 

Ed essi hanno preso Giona e l'hanno gettato nel mare, e il mare si placò

 

È scritto: Ed essi hanno preso Giona e l'hanno gettato nel mare, e il mare si placò (Giona I:15). Questo passaggio richiede uno studio attento. Per quale motivo il mare si scatenò soltanto alla presenza di Giona, in altre parole, quando tentò di sottrarsi alla Shekhinah non desiderando che si attaccasse a lui? Per quale motivo anche la terra non si comportò così con Giona? Esiste una ragione unica che spiega il motivo di questa rivolta del mare alla presenza di Giona. Abbiamo studiato, infatti, che il mare è simile al firmamento, ed il firmamento. A sua volta. al trono celeste. Giona fuggiva il trono celeste e le acque del mare, che ne sono il riflesso, l'hanno cacciato. Il Libro dice: Hanno preso Giona e l'hanno gettato nel mare. Abbiamo studiato il passaggio nel quale i marinai immersero per metà Giona nelle acque, e subito il mare si acchetò. I marinai decisero, allora, di tirarlo fuori delle acque, ma in quel preciso istante, la tempesta si rinvigorì. Giona realizzò in quel momento che il mare cercava di inghiottirlo, e rivolgendosi, allora, ai marinai disse: Prendetemi e gettatemi nel mare: ed esso si placherà. È scritto poi: Ed essi hanno preso Giona e l'hanno gettato nel mare. Nel medesimo istante in cui Giona fu gettato in la mare, la sua anima si involò innalzandosi fino al trono del Re, dove fu giudicata e rispedita nel corpo. L'anima ricostituì Giona che fu inghiottito da un pesce. Giona morì quando il pesce lo inghiottì, ma risuscitò nel momento in cui hwhy gli comandò di vomitarlo. Questo passaggio si spiega così. Osservate, durante la notte, quando l'uomo si addormenta nel suo letto, l'anima si alza e si presenta davanti al tribunale del Re. Se è giudicata degna di animare ancora il corpo che gli corrisponde, ridiscende di nuovo. La sentenza celeste riposa su due regole: non è tenuto conto delle cattive azioni che farà nel futuro, come è scritto: Dio ha sentito la voce del bambino nel luogo dove è (Genesi XXI:17). Se le future cattive azioni dell'anima non sono considerate, lo sono invece quelle buone che compierà nel futuro. Ecco perché tante anime sono assolte dal giudizio divino e rispedite quaggiù per animare i corpi, non in virtù degli atti commessi ma per quelli che faranno. Grande è la Clemenza del Santo, baruk ha-shem, per le sue creature. Non li condanna per le cattive azioni che verranno, ma le incoraggia per le buone azioni che faranno. La Clemenza del Santo, baruk ha-shem, fa’ in modo che sia lui a giudicare gli uomini, giudizio che non lo demanda ad uno dei suoi ministri. Osservate, appena Giona fu gettato in mare, il testo dice: E il mare si placò. L’intento del Libro è di indicare il mare celeste, il dominio di Guebourâ. Il mare ritrovò la propria quiete, soltanto dopo che Guebourâ (rigore) si manifestò. La manifestazione del Rigore, in questo mondo, è paragonabile ad una donna durante il parto. I dolori del parto terminano con la nascita del bambino, così come l'ira celeste si placa dopo che il rigore ha messo alla prova i colpevoli. Ecco i commenti degli intendimenti del versetto: E si canta la perdita dei cattivi (Proverbi XI:10). Sembra, tuttavia, che questo versetto sia in disaccordo con le parole della scrittura: Voglio la morte dall'ateo? dice il Signore Dio (Ezechiele 18:23). Il Santo, baruk ha-shem, non prova piacere nell’esercitare il Rigore contro i colpevoli; come dunque armonizzare questi due propositi? L'ultimo versetto indica il periodo in cui la Rigore non si è ancora esercitato, mentre il primo, è in relazione al periodo dopo l'azione del rigore (vedere Zohar I:61b).

 


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