"O quanta sanctitate et gracia"

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di Giovanni di Girolamo

Peregrinus (1) in latino significa straniero,esiliato.
Peregrinazione è sinonimo di esilio (peregrinatio=viaggio in terra straniera) e trova radicamento nell’Antico Testamento poiché significava il ritorno alla terra promessa. Nell’alto medioevo il pellegrino già esule diventa asceta attraverso il rifiuto del mondo. Pellegrino è quindi colui che “attraversa” una terra greve ed ostile della quale può restare vittima.
I signa peregrinationis venivano attribuiti durante una particolare cerimonia religiosa, la vestizione del pellegrino. Venivano consegnati al viandante:la bisaccia (2) e il bordone (3) dove la prima rimandava ai principi di povertà e carità mentre il secondo (che è un lungo bastone dalla punta metallica) aveva il compito difendere il pellegrino dai pericoli e dalle tentazioni del viaggio, mentre la conchiglia (mollusco bivalve del genere pettine, detta anche conchiglia-ventaglio ) veniva addossata solo a coloro che riuscivano nell’impresa di raggiungere Santiago.
“Tuttavia la conchiglia del genere pettine (Pecten Jacobeus dei naturalisti) ha da sempre servito da insegna ai pellegrini di San Giacomo. La si collocava o sul cappello, o sul collo o sul petto, comunque sempre in bella evidenza. La Conchiglia di Compostela (4) sulla quale noi avremmo molte cose da dire, serve, nella simbolica segreta, a disegnare il principio Mercurio (il Mercurio è l’acqua benedetta dei Filosofi. Le grandi conchiglie servivano a contenere l’acqua benedetta come le si può incontrare spesso nelle chiese rurali (5)), chiamato anche viaggiatore o pellegrino. Essa è portata misticamente da tutti coloro che intraprendono il lavoro e cercano di ottenere la stella (compos stella)

Tutti gli alchimisti al loro debutto si trovano in quel punto. Bisogna compiere con il bordone per guida e la conchiglia per insegna, questo lungo e pericoloso tragitto del quale una metà è terrestre e l’altra marittima. Pellegrini prima, piloti in seguito”. (6)
Sono queste le caritatevoli parole dell’Adepto deputato al XXI° secolo che debbono farci riflettere affinché tornando sui nostri propri passi si possa far luce nel cuore avvolto dall’oscurità dell’errore e della ignoranza.
Giacomo fu il primo dei dodici apostoli condannato dal sinedrio a patire il martirio . Insieme a Pietro e suo fratello Giovanni,assistette alla trasfigurazione di Gesù “su un alto monte”, dove il commento all’opera del Giambellino conservata al Museo Correr di Venezia, riesce niente affatto convenzionale: “Le diverse posture alludono alle opposte dimensioni spirituali dei due gruppi, l’uno già assunto alla sfera eterea (Gesù e chi assiste alla trasfigurazione che sono rappresentati in piedi), l’altro ancora legato all’esistenza terrena, immerso com’è nel sonno (7), e quasi confuso con la roccia di cui mima i contorni ”.
Nicolas Flamel nelle Figure Geroglifiche,non essendo riuscito a comprendere le immagini del singolare Libro di Abramo in suo possesso “fa un voto a Dio e al Signor Giacomo di Galizia per domandare le interpretazione di quelle (immagini)……”. Lo scrivano-alchimista indossa quindi, l’abito del “jacque ” e anch’egli munito di un grande bordone “à la calebasse” (8) lascia la sua casa (la Fleur du Lys) per intraprendere un lungo e periglioso pellegrinaggio.
“Questo pellegrinaggio tutti gli alchimisti lo devono intraprendere. É un viaggio simbolico e colui che ne vuole trarre profitto, non può, nemmeno per un solo istante, lasciare il laboratorio.Deve vegliare senza tregua il vaso, la materia e il fuoco. Egli deve giorno e notte dimorare sulla breccia.
Compostella città emblematica non è situata in terra spagnola , ma nella terra stessa del soggetto filosofico.
Cammino rude, penoso, pieno di imprevisti e di pericoli. É una strada lunga e faticosa, dove il potenziale diventa attuale e l’occulto manifesto. É questa la preparazione delicata della prima materia, o mercurio comune che i saggi hanno velato sotto l’allegoria del pellegrinaggio a Compostella.” (9).

 


 

1. Peregrino é colui che è diretto a Santiago di Compostella; Palmiere chi va oltremare, in Terra santa; l’evocativo Romeo ha come meta Roma (così li definiva Dante nella Vita Nova ).

2. É questa l’opinione comune a riguardo. Ma la bisaccia potrebbe significare anche frugalità economica non foss’altro per necessità, o senza dare scandalo, riportare al mito di Perseo e Andromeda e della bisaccia magica che fu donata all’intrepido eroe dalle ninfe. Piero di Cosimo interpreta magistralmente nella composizione conservata presso gli Uffizi fiorentini tale ragionamento dove l’uccisore della gorgone salva la principessa d’Etiopia dall’orrendo mostro.

3. É lo stesso bastone, oggetto di una contesa infeconda che andando come gli asini alla lira ha visto alcuni “ studiosi” sostenere che lo stesso non era stato conficcato con forza dal celebre vescovo di Notre-Dame nella gola di un minaccioso dragone.

4. Merelle in francese, evocativa della lingua sacra della quale si compiace la Natura.

5. S.Pietro a Roma non è proprio una chiesa rurale, anche se si deve riconoscere, la forma delle acquasantiere a conchiglia è alquanto manierata.

6. Fulcanelli, Les Mystère des Cathédrales.

7. Buona definizione della narcolessia,malattia degenerativa che da molti anni ha impastato di bruma tutto l’orbe. Pochissimi sono coloro che a buon diritto possono star ritti sulla roccia;ma ciò che è ancora più grave, è il fatto che le loro grida si perdono nel deserto.

8. Zucca che tradizionalmente veniva legata al bordone e aveva la funzione di borraccia.Calebassier rampant poi, è il crogiolo per fondere piccole quantità di ghisa.

9. Fulcanelli,Les Demeures Philosophales, vol.I°