●Perchè del Rito, al di fuori della Scienza ● Efficacia del Rito; esemplificazione ● Creazione magica del Rito; Sacramenti, Benedizioni, Esorcismi ● Fungibilità dei Riti ●
In chiave storica, etnica, antropologica, psicologica, sociologica, i Riti non presentano più se non rari segreti, e questi semplicemente dovuti ad isole d'ombra, ove l'indagine scientifica giungerà soltanto un poco più in ritardo ad elaborare i risultati confluenti di diligenti indagini tecniche. Quello che c'era da dire sui Riti, la Scienza l'ha detto e l'ha scritto. L'argomento, (salve quelle insignificanti e tosto colmabili residue lacune) può considerarsi sviscerato, esaurito e chiuso. É a questo punto che si apre – viceversa - il discorso sui Perché del Rito, in chiave esoterica, o meglio - con diverse visual i-: in chiave parapsicologica ed occultistica. Discorso esoterico sul Rito che involge – inscindibilmente - una diversa accezione e comprensione (iniziatica) di quel Simbolo, di quei Ritmi, di quell'uso della Parola, che già s'è visto permeare la cerimonia rituale. Ma si proceda per gradi. Ed – innanzitutto - ci si soffermi a considerare l'aspetto essenziale, talora sorprendente (oggi si direbbe: inquietante) che del Rito (autentico) è caratteristica individuante: l'Efficacia. I Rituali producono effetti, tangibili e concreti, sol che si sappia coglierli o quanto meno intravederli. E ciò giustifica quel permanere dei Rituali - dall'alba della Storia ai giorni della scissione dell'atomo -, e quella sua diffusione permeante la nostra vita in cento aspetti e circostanze, cui s'è accennato.
Si guardi dunque ora al Rituale non già in chiave che potremmo chiamare mistica (suscettibile di tante perplessità od adesioni men che tiepide da parte di colui cui sia congeniale una mentalità prevalentemente positivistica), ma piuttosto pratica, strumentale, o addirittura utilitaristica. Il Rito "rende", è utile, e per ciò stesso si comprenderà come sopravviva ai secoli, agli affronti della Tecnica disanimata, agli oltraggi dei computers. Che cosa può fare,di concreto, il Rito. Molte cose; vano sarebbe elencarle. Citiamone alcune, fra le meno "arcane" ed anzi più comunemente note ed accettabili.
Il Rito predispone l'uomo, a non importa quale incombenza, e non importa con quale tipo di cerimoniale. Attenzione al senso del discorso. Non si intende affatto dire che un rituale prepara "formalmente" (superficialmente) la persona ad una certa azione. Si intende affermare che l'individuo subisce - per effetto del mito - una trasmutazione sostanziale, che lo rende idoneo ad un compito, cui prima non lo era. Si pensi ai Riti di Caccia eseguiti dalle Tribù primitive per trovare coraggio e concentrazione necessari all'incontro con la fiera. Ma si pensi anche ai Rituali militari con cui i soldati si preparano all'assalto. Anche qui, si badi: non interessa la preparazione pseudo-rituale del fante di trincea poco prima dell'assalto alla baionetta; preparazione che è stordimento, talora con l'ausilio di sostanze eccitanti, ed abbrutimento: in ogni caso, di obnubilazione della coscienza. Ma interessa la lunga, complessa, sacrale ritualità che - dopo mesi di avviamento iniziatico - portava il Kamikaze giapponese della seconda guerra mondiale, a rinunziare – serenamente - al meno rinunziabile dei meccanismi psichici umani: il sentimento della conservazione.
Qualcosa è stato rimosso; qualcosa è cambiato. L'uomo - fatto per vivere - diventa uomo fatto per morire. Senza coartazioni, e senza trance (che - come ogni stato suggestionale - è condizione offuscata, degradata della coscienza).
Il Bonzo si brucia e non trema fra le fiamme (1); qualcosa è cambiato non soltanto nel congegno psichico dell'individuo, ma addirittura nel congegno fisiologico: l'anima non si ribella al non essere, ed i muscoli non tremano alla fiamma. Le stesse leggi dei riflessi incondizionati, pur apparentemente ineluttabili, risultano sovvertite.
Scegliamo esempi moderni o contemporanei, onde non scorno dare i Martiri cui l'Agiografia riferisce essere stato agevole il rogo dopo la preghiera e la comunione (2), né contemporanei che pur avrebbero sviluppato facoltà paranormali propiziate da riti svariati, peraltro difficilmente controllabili.
Tralasciamo il Clamoroso, il sensazionale, e pensiamo al "Segno" che danno il Fedele o l'Adepto entrando nel proprio tempio, il militare alle proprie insegne (3), ecc.
Tali segni concretamente predispongono, semprechè non si arrestino alla superficie d'una mimica oziosa ed, a quel punto, grottesca.
Si osservi un atleta prima del salto; la sua danza - talora interminabile ed estranea ai movimenti che ne comporranno la rincorsa e l'elevazione - è un piccolo rituale personale con cui, in modo spesso anche drammatico ed elegante, il soggetto chiama a raccolta energie sparse, spirituali e fisiche, nel proprio corpo (4), galvanizzandole, concentrandole e confluendole in un solo od in pochi muscoli di talune sole membra. Egli ricerca istintivamente in via rituale, una predisposizione che avverte non potrebbe bastevolmente dargli nessuna pur perfezionata preparazione ginnica od anche suggestionale (come impongono le più avanzate tecniche preparatorie). Un esercizio che stupisce meno di certe manifestazioni Yoga (5) o di Magia (6), unicamente in quanto più frequentemente l'abitudine ce ne ha assuefatto.
Si pensi ai Rituali di certe manifestazioni popolari liberanti energie che taluno ha voluto definire "Dionisiache" e quegli altri, propri di manifestazioni per lo più religiose, liberanti energie altrimenti denominate "Apollinee" (7).
Sono rituali abbastanza comuni: I primi (cortei, marce, riunioni dei "tifosi" agli stadi, ecc.), atti a promuovere un'anima superindividuale (o: della folla), trascendente le coscienze singole, e capace di gesti cui l'individuo isolato non saprebbe prestarsi. I secondi (processioni, sacrifici) idonei ad improvvisare condizioni di analgesia (8) se non proprio di parziale e temporanea invulnerabilità (9). Ben oltre si estende, come accennato, la sfera di applicazione dei Riti. Essi conferiscono, ad esempio, sacralità alle Istituzioni (10) o sono direttamente produttivi di effetti giuridici e sociali (11).
Ma l'interesse nostro è riservato alla funzione esposta, di concentrare, dirigere energie e facoltà latenti, sommovendo talora forze psichiche profonde, o rimuovendo inibizioni di varia specie. Tale aspetto di volta in volta catartico o psicoterapico è ben noto alle Religioni da secoli, come in tempi più prossimi, alle discipline psicoanalitiche. Se le suddette rimozioni od organizzazione d'energie rappresentano indubbiamente - per se stesse - già un atto obiettivamente creativo, l'effetto del Rito procede tuttavia all'esterno, essendo ad esso collegabile una reale capacità di creazione magica (ossia di imperio della psiche sulla natura) - Ecco il nocciolo del problema. Il Rito consente atti di potere dell'animo (usando questo termine in modo consapevolmente impreciso), sull'altro" e su gli altri, modificando – innanzitutto - l'operatore. Con ciò si sgombera il terreno del discorso, anche da quei Riti cui autorevoli enti pur attribuiscono autentiche, automatiche capacità modificatrici (12) dello stato individuale: ma tale attribuzione stabiliscono in modo dogmatico ed avulso dalla necessità di una profonda compenetrazione del soggetto nel rituale praticato. Mi riferisco alle mutate Condizioni o Stati di Grazia dalla chiesa collegati ai Riti dei Sacramenti, come a quelle connesse ai Riti delle Benedizioni e degli Esorcismi (13). La Scienza non nega un'efficacia dei rituali, ed ammette, anzi, che spesso un risultato viene raggiunto al di fuori di spiegazioni formulabili entro i limiti ed i canoni dell'ufficialità. Se, puntualmente, il sangue rappreso contenuto in un'urna (14) si liquefa al verificarsi di un rituale più o meno immutato negli anni, e senza alcun altro apporto (15) che il confluire cerimonialmente associato ed equilibrato di molteplici convergenti intendimenti, lo scienziato rimanderà la spiegazione ad un futuro e creduto progresso della Scienza, confinando per ora il fenomeno nel magazzino - parcheggio pseudo scientifico - della parapsicologia. Se un individuo trascende - dopo una rituale preparazione - le proprie naturali (o meglio: normali) attitudini (16) lo scienziato spiegherà che si è avuto un processo modificativo neuro fisiologico psicogeno: qualcosa è successo nelle zone diencefatiche e - pel tramite del sistema neuro-vegetativo - ha raggiunto i centri presiedenti a quelle funzioni che risultano alterate, soppresse, esaltate. Ma non ci ha spiegato il perchè ed il come il Rito abbia portato a ciò. Esattamente come la Chiesa non ci spiega il perchè ed il come ad un Sacramento si colleghi uno Stato diverso della persona, o ad un Esorcismo segua la liberazione da influenze negative (il primo venendo assiomaticamente collegato ad un atto della divinità, il secondo ad un potere che dal dio si assume conferito ai propri apostoli).
Superfluo rilevare come né la parapsicologia né l'occultismo possano – evidentemente - pretendere di spiegare ciò che la Scienza convenzionale non spiega (se non - a loro volta -peccando di presunzione ed ingenuità). Esse affrontano il problema, lo riconoscono tale, formulano congetture che hanno valore di ipotesi.
Un'ultima considerazione, prima di procedere.
Tutti i Riti sono (o meglio: possono essere) efficaci. Essi, in buona sostanza, funzionano a qualsiasi presupposto religioso, spirituale, magico si ancorino, e funzionano anche "a freddo": ossia attuandone il cerimoniale (epperò compenetrandosene, con partecipazione non solamente esteriore), pur senza conoscerne motivazioni, precedenti, storia, e senza apporti fideistici (17) Altri si spingono più in là: " Nessun rito è senza valore; anche se compiuto macchinalmente, l'atto ritualistico ha la sua efficacia ogni gesto ripercuotendosi nel dominio misterioso del sentimento". Ciò fa ritenere che i Riti contengono una propria validità intrinseca.
1 - cfr.: Gli esempi offertici dalle vicende politiche e belliche d'Indocina, 2 - Preghiera e Comunione che, naturalmente, interessano sempre e solo sotto il profilo ritualistico. 3 - Si pensi ai rituali marziali sviluppati in tempi ancor recenti da taluni paesi, e le nefaste conseguenze di cui si sono rivelati sin troppo efficaci apportatori. 4 - O d'oltre ? 5 - Se ne confronti la rilevanza data alla preparazione respiratoria. 6 - Concentrazione del "Corpo fluidico", o di "Energie sottili 7 - Accanto alle proprietà-funzioni già viste, Molti Riti hanno indubbiamente anche quella di mobilitare, incanalare e scaricare - siccome valvola - energie latenti o profonde, che potrebbero -in difetto - erompere in maniera individua le antisociale (fra questi: Riti "sportivi", comiziali, ecc.) 8 - cfr.: "Fuientes"; fedeli di S.Elena e S.Costantino (in Macedonia) che camminano scalzi su braci ardenti, ecc. 9 - Risultati analoghi vengono raggiunti con metodi rituali affatto diversi, in taluni esercizi Yoga 10 - Alzabandiera; Accensione della fiamma olimpica; Attribuzione di Onori; Cerimoniali Pubblici e Religiosi; ecc. 11 - Si pensi alle Nozze ed al Divorzio, come tanti altri riti della Romanità. 12 - Ben diversi, ad esempio, dagli Stati del risveglio o di Illuminazione, noti in Esoterismo (ma anche ai Mistici) cui si perviene attraverso lungo,difficile procedere. 13 – C.d.: efficacia diretta alla Cerimonia Liturgica, "e opere operato" (o: Divina), per i primi ed "ex opere operantis Ecclesiae" (o: Apostoliche) per i secondi. Val tuttavia la pena di notare, anche per questi Riti, il ruolo giocato dal Simbolismo. Così, un grande Autore ortodosso nel campo degli studi religiosi : "nel Sacramento i Segni hanno, teologicamente importanza primaria. Essi sono intimamente legati alla natura e alla struttura dei Sacramenti". 14 - cfr.: Ricorrenze "miracolose" connesse alla reliquia di S.Gennaro in Napoli. 15 - Cadute ormai le ipotesi di una individuabile seppur insolita fenomenologia fisica causante. 16 - Ad esempio: episodi terapeutici altrimenti inspiegabili, operati dopo acconci riti pacificatori. 17 - Tale aspetto della complessa tematica ritualistica, ha avuto più d'una importante (e: pubblicizzata) conferma sperimentale. In proposito, non resta che rinviare alla relativa, copiosa letteratura, o - per chi ne possieda disposizione ed animo - ad una diretta esperienza.
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