●Aspetti Tecnici dei Rituali: Simboli ● Iterazioni e Ritmi ● Uso delle parole: nomina arcana; Mantra; le parole come creazione ●
Poche, brevi riflessioni, sotto il profilo delle forme celebrative del Rito (1). Il concetto di Rito, involge strettamente il concetto di Simbolo. L'aspetto cerimoniale (o, più propriamente: "liturgico", e cioè: essenziale, rispetto a forme accidentali o variabili) del Rito, si svolge infatti attraverso un'Associazione ed un Equilibrio di Gesti (2), Parole (3) ed Immagini, prevalentemente simboliche: associazione ed equilibrio, cui si connette l'efficacia stessa del Rito. Ciò evidenzia l'importanza e l'attualità del simbolo, non soltanto nei suoi nuovi moderni campi di indiscussa rinnovata estrinsecazione e diffusione (grafica, scientifica, ecc.), ma ancora - e sempre - in collegamento essenziale al cerimoniale rituale.
Al di là dei significati letterali, al di là di quelli allegorici (4), di quelli metaforici (5), parabolici (6), emblematici (7): tutti quanti aventi carattere soprattutto rappresentativo piuttosto che conoscitivo, vi è un senso simbolico del linguaggio (8) o (Dantescamente) anagogico (9), di cui la Sintesi rappresenta il risultato. Il Simbolo (che - per definizione - si contrappone alla Analisis) è, appunto, nel rito, mezzo per pervenire alla sintesi, così come nei discorsi usuali (logici) tale funzione è assolta dai Concetti. In altri termini: alla parola (propria della Conoscenza Discorsiva), corrisponde la Bolé, in sede di Conoscenza Iniziatica (e - per quanto ci interessa - : nella Rappresentazione Rituale). Il Simbolo (10) ha, pertanto, natura di mezzo conoscitivo alternativo al Concetto discorsivo, anche se assai superiore, per l'Esoterista, il quale ne postula una più diretta e profonda idoneità (11): "Le symbole ouvre une fenêtre sur l'infini."
Un secondo aspetto "tecnico" degno di nota è l'Iterazione, o ripetizione ritmica del Simbolo, della Parola (12) e del Gesto archetipico. L'Iterazione del simbolo, in ispecie, agendo per virtù anagogica, si imprime, ispira e suggerisce rapporti analogici (13) conferendo alla mente una capacità fecondante, magica.
Un terzo ed ultimo aspetto saliente. L'uso delle Parole, nei rituali, appare diverso da quello normale, e ciò sotto (- almeno -) un duplice profilo, cui non è vano accennare. In primo luogo, le parole si presentano a volte, prive di un significato interpretabile, oppure addirittura comprensibile, in tale ultimo caso risultando meri suoni articolati (14).
Esse si suppongono, non per questo, prive di una forza mistica; e basterebbe, - anzi - pensare alla Teoria Induistica (15) dei "Mantra": Teoria per la quale Io stato supremo (Brahman) procede come Logos (16), come suono: Parola primigenia o massa di suono puro, privo di forma apprensibile (l'espressione essendo immediata rivelazione, autorivelazione), ogni parola pronunziata in "lettere" rappresentando già manifestazioni singole e quindi parziali dell'Identità assoluta (17).
In secondo luogo, alle Parole pur intelligibili è attribuito frequentemente nei rituali un valore ben ulteriore a quello comune. La parola è suono, trasmissione - in onde - di energia; quindi qualcosa di vivo, creazione e creato. Ed ogni parola, in quanto organizzazione di suoni (ossia di onde), è anche forma (18): la forma – peculiare - di quella certa cosa, e non d'altra. In certo qual modo, la parola è già la cosa. Questo aiuta a comprendere l'importanza dell'espressione ed addirittura: dell'intonazione, legata alle formule liturgiche di tanti culti (19). 1 - La logica avrebbe imposto che - prima d'ogni altro divagare - ci si fosse soffermati a dire dei mezzi d'estrinsecazione d'un Rito (come risulti per solito strutturato, e su quali elementi tecnici essenziali). Ma, per ciascun aspetto del problema trattato, non potendosi dir tutto né molto, si è preferito cogliere non più d'uno spunto; così, discorrendo dei mezzi espressivi, si propongono i soli seguenti rilievi, che paiono meglio collocarsi a metà piuttosto che non all'inizio del discorso. 2 - cfr.: Dròmenon 3 - cfr.: Légomenon 4 - Allo-agoreuo = altro parlo 5 - Meta-fero = trasferisco 6 - Para-ballo = colloco a fianco, paragono 7 - En-ballo = caccio dentro 8 - Sun-bolé = congiunzione 9 - An-agoghé = salpo l'ancora 10 - - Che, curiosamente, è dato ritrovare analogo presso Riti d'ogni luogo ed epoca, quasi espressione d'una universalità archetipica. 11 - "Il miglior modo di porgere la verità, è il mistero". Si giunge - assai oltre nel discorso esoterico - a rovesciare il rapporto col rappresentato, individuando nel Simbolo la realtà, e nel reale empirico una vuota parvenza del Vero. 12 - cfr.: Litanìe, rosari, ecc. 13 - Si rifletta come i massimi traguardi della conoscenza, scientifica, non si riassumano che in evidenze, eguaglianze. 14 - "Voces misticae", "Nomina arcana"; spesso frutto di cattive trascrizioni, nei secoli, di antiche parole d'altre lingue. 15- E forse anche: Cabalistica 16 - cfr.: "dapprincipio era il Verbo". 17 - Ciò consente di intravedere qualcosa del meccanismo evocatorio, spesso costruito su invocazioni e formule prive di senso comune, ma credute, per le cose appena accennate: "Parole di Potenza". 18 – Notori ,gli esperimenti degli effetti fisici (grafici) prodotti dalla registrazione (ad esempio: su limature) di vibrazioni sonore diverse. 19 - Andando avanti su di un piano che diventa forse più affabulazione, - delicata e poetica -, che metafisica occultistica, ritroviamo un quadro del mondo in cui le cose tutte: oggetti e forme percepibili sensorialmente, vengono e dipinte come Sonorità arrestate, imprigionate nella materializzazione, sebbene ridestabili con formule scongiuratorie ed incantatorie.
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