Diffusione, universalità, attualità dei RitiAspetto strumentaleAspetto ludico e miticoAspetto suggestivo

 



Gran parte della nostra vita è – quotidianamente - organizzata in cerimoniali, brevi o complessi, marginali od articolati ed importanti, senza che, spesso, neppure se ne avverta la presenza, la consistenza, il senso e l'importanza.
Molti atteggiamenti, talora frequenti e diffusi, integrano autentici rituali, laddove ne sfugge persino la percezione.
Inutile sarebbe enuclearli dal nostro agire abituale e qui proporli anche solo in chiave esemplificativa.
Ciascuno li può agevolmente ritrovare – numerosi - nel proprio lavoro, nel proprio comportarsi sociale, familiare, spirituale, religioso.
Ciò risponde ai fini propri del Rito in genere, cui si è detto all'inizio: regolare cerimonialmente una azione (rectius un iter gestuale complesso), sperimentata originariamente come efficace.
Fini pratici, pertanto, strumentali, cui non si disgiunge - a mio avviso - una dimensione ludica, mitica, generata dal la naturale umana esigenza di proiezione rappresentativa e drammatica.
Guardiamoci attorno ponendo mente ad una tale riflessione: scopriremo che una larga fascia dell'agire nei vari campi, risponde a regole rituali, poco essendo lasciato all'improvvisazione, sì che uno studio vasto e sistematico dell'organizzazione gestuale - seriamente mai tentato - risponderebbe all'esigenza dello studio stesso del comportamento umano. Non sembra possibile liquidare l'influenza del Rito, in termini di efficacia suggestiva, o di economia del comportamento (da vedersi, ovviamente, sempre in chiave di predisposizione psichica-spirituale).
Praticità (d'organizzazione gestuale) e Suggestione (come organizzazione più o meno consapevole ed incanalamento di energie psicofisiche latenti ed altrimenti disorganizzate), sono probabilmente elementi connessi alla natura ed all'efficacia dei rituali, che non ne esauriscono però il discorso, non spiegandone l'esorbitanza dallo stretto ambito dell'operatore.

Una volta constatata o semplicemente postulata la persistenza e la diffusione della pratica rituale, si provi a guardare ai Rituali Maggiori, con occhio e mente cui non siano sfuggiti i cento e cento ricorrenti e quotidiani Riti Minori, né la loro rilevanza, efficacia e – spesso – indispensabilità (1)

Si provi - in altre parole - ad abbandonare la prospettiva - parziale e sviante - di uno studio del Rito quasi sempre e solo rivolto ad abitudini e popoli primitivi od antichi, sotto un aspetto paleopsichico ed arcaico.
Con ciò ritrovandone l'Universalità (di sempre e d'ovunque), la Diffusione (presso ciascuno e nei più svariati settori del l'esistenza) e l'Attualità.

 

 

 


1 - Anche se si insiste su di un riferimento quanto più possibile vasto ai Riti in genere, è chiaro che interessano - a chi scrive - prevalentemente i Riti per qualche verso dotati di sacralità, mentre non interessano affatto le mere iterazioni gestuali esaurentesi nella sfera di Cerimonie esteriori.
Per quanto poi si dirà oltre - a proposito della Conoscenza Simbolica - apparirà altresì evidente come esulino dai Riti dotati di sacralità, quegli pseudo - Riti che - estranei ad un linguaggio simbolico - Riti, in senso esoterico non sono, potendosi meramente definire Funzioni, Processi, Celebrazioni di varia specie e natura, privi - pressoché - di effetti che non siano il semplice prodotto di precise azioni tecniche.
La linea di demarcazione è – peraltro - assai incerta, quasi ogni formula od espressione cerimoniale possedendo (magari: obliterate) virtù Sacramentali.

 

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