Nel precedente lavoro ( Quadrati Magici: La Storia), che intendeva presentare una panoramica esclusivamente storica del quadrato, un passaggio che si riteneva introduttivo e in se stesso esaustivo che recitava: "… vale a dire la preparazione di un palindroma di operazione", ha invece suscitato tra i Fratelli, non poche aspettative, tanto da essere fortemente sollecitato ad approfondire con un altro contributo in cui l’operatività magica del quadrato fosse vagliata. Comprendiamo bene che, generalmente, il silenzio su di un elemento tradizionale è usato con due diverse supponenze, o per far intuire meraviglie non rivelabili, perché ostacolate da un non meglio accennato segreto iniziatico, oppure perché necessitato da una effettiva ignoranza sul soggetto. Sono pellegrine, però, queste motivazioni sulle origini di quel passaggio, che non intendeva nascondere nulla, ma al contrario faceva intuire, ed anche con una certa trasparenza, l’esistenza di una shulcan (tavola) e di una operatività. Fin dal 1988, sostenuto e incoraggiato dal Fratello Giovanni Mosca ho indagato per una soluzione teorica dell’aspetto magia del quadrato, che potesse ritenersi soddisfacente e razionale. La via ad una soluzione di compromesso, mi è stata indicata da un manoscritto in lingua copta del primo secolo, pubblicato nel 1975 da Nessim Henry Henein e Thierry Bianquis per l’Istituto francese di archeologia orientale del Cairo. In appendice a tale pubblicazione è contenuta l’indicazione di uno scritto di poche pagine, databile II secolo, in lingua aramaica: "La Guida dei Ciechi per il Libro dei Salmi"[1] , nel quale è contenuta l’indicazione per la trasformazione in quadrato dei Salmi e il loro uso magico. Le note che seguono, trovano la loro radice in questo scritto ed hanno soltanto, è condizione per il Fratello o il visitatore tenerlo ben presente, mero valore di studio e di ipotesi tutta da verificare, appartenendo esse ad una personalissima indagine. Quale peso attribuire alle conclusioni? Non credo appartenga a chi scrive la risposta, esse poggiano, comunque, su una nozione fondamentale teorica della Qabalah pratica che recita: "Le lettere ebraiche sono strettamente corrispondenti alle leggi divine che hanno formato il mondo. Ciascuna lettera rappresenta un Hayoth ha-Kodesh (essere sacro), una Idea e un numero. Combinare delle lettere, è quindi conoscere le leggi o l’essenza della Creazione". Quattro sono le fasi da considerare nella magia dei quadrati: Preparazione adeguata dell’operatore [2] . Preparazione del palindroma. Preparazione all’azione magica. Operazione vera e propria [3] .
Ognuna di queste quattro fasi è stata investigata e considerata alla luce delle raccomandazioni di M. Montaut [4] , il quale scriveva, in una lettera pubblicata sulla rivista Initiation nel 1891: "… voi ricevete la mia lettera, e questo è un fatto evidente; riconoscete la mia scrittura e il mio pensiero, e concludete che la missiva è proprio la mia. Questa è un ipotesi ragionevole. L’ipotesi necessaria è che qualcuno ha, comunque, scritto questa lettera. Essa potrebbe essere contraffatta, ma non avete alcun motivo per supporlo. Nel caso contrario formulereste un ipotesi di dubbio. Se supponete che questa lettera sia caduta improvvisamente dal cielo, formulereste un ipotesi assurda. Ecco, quindi, secondo il metodo in uso tra i cabalisti, come si forma la certezza di un dato: Non rifiutando questo metodo tradizionale, lo spirito acquisirà una qualche sicurezza, giacché affermerà ciò che è certo, crederà in ciò che deve necessariamente supporre, ammetterà le supponenze ragionevoli, esaminerà le ipotesi dubbiose e rifiuterà quelle assurde" Queste note, quindi, costruiscono su: Evidenza: i quadrati sono parte integrale dei sistemi matematici [5] della Qabalah, sono contenuti in un testo, universalmente accettato come cabalista e tradizionale, l’Asch Metzareph [6]
Asch Metzareph Dimostrazione: sarà compito di queste brevi note. Ipotesi necessaria: taluno ha materialmente studiato l’armoniosa architettonica costruzione dei quadrati e lo ha fatto avendo in vista un altrettanto armoniosa architettonica universale. Ipotesi probabile: qualcuno, sulla base di quella nozione fondamentale teorica della Qabalah più sopra riportata, ha tentato di utilizzare i quadrati per accedere ad un piano diverso da quello materiale. Ipotesi di dubbio: le analogie e le associazioni con le essenze possono non essere esatte, datando, esse, 1200. Ipotesi assurda: sostenere che ricercatori, impegnati nella ricerca del contatto con il divino, abbiano speso giorni della loro vita in un gioco futile e infantile.
[1] Gli autori, così prodighi di indicazioni e descrizioni per il manoscritto copto, nulla dicono di questo libricino, non ho motivo, in ogni caso, di dubitare della sua esistenza, anche se ricerche personali condotte presso la biblioteca dell’Arsenal, hanno dato esito negativo. Padre Georges Anawati, celebre studioso di Qabalah e Sufismo, in un articolo: “Il nome supremo di Dio”, in Estratti dagli atti del III congresso di studi ebraici, Ravello 1966, lo cita. [Torna al testo] [2] Non tratteremo di questa fase preparatoria che dura sette giorni e prevede, fra le altre cose, un regime alimentare appropriato, la quotidiana personale preparazione degli alimenti, delle abluzioni ecc. [Torna al testo] [3] Anche per questa fase ci limiteremo a semplici indicazioni, senza entrare nel dettaglio. [Torna al testo] [4] Professore alla Sorbona di religioni orientali ed eminente studioso di Qabalah. [Torna al testo] [6] Asch Metzareph o "Fuoco Purificatore" è un testo ermetico a contenuto alchemico, pochi lo conoscono e pochissimi lo capiscono. In esso vi si trovano riportati i quadrati magici che Cornelio Agrippa estrapolerà per la sua: "De Occulta Philosophia". [Torna al testo]
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