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State ascoltando "La Perfetta Riunione"

 

Questo cantico di Rougemont proviene dalla raccolta di "Cantici di alcuni Fratelli del Rispettabile Loggia della Perfetta Riunione".
La si ritroverà nella Lyra dei Massoni del 1830, con riferimento, però, ad un altra aria: "amo questa parola di cortesia".
Come è frequente per questa epoca, il nome della Loggia che costituisce il titolo della canzone ed è messa in corsivo nel suo testo, è utilizzato anche nel suo senso ordinario.

La 2 strofa ci sembra meritare un commento:


Odio il tempio dove ciascuno lotta
Di spirito, di polmoni, di talento;
Dove tutti litigano
Ma dove nessuno si intende.
Odio il tempio dove il si sforza
Di differire di opinione:
Fratelli miei, chi fa la nostra forza?
La Perfetta Riunione.


L'allusione ai Tempi dove non regnerebbe la concordia fa pensare alla satira di Delorme (membro della stessa Loggia), "I falsi massoni". Ed infatti la lotta di spirito, di polmoni e di talento rievoca gli effetti di manica oratoria che potrebbero trasformare la Loggia in un pretorio.
Invece, il rimprovero al fatto: "dove ci si sforza di differire di opinione" solleva una domanda importante. Infatti fin dal XVIII secolo si registrano opporsi due concezioni antinomiche nelle discussione in Loggia.

Secondo una, l'armonia può nascere soltanto da un perfetto accordo sulle idee tra tutti i membri, ed ogni voce dissonante sarebbe considerata come una trasgressione alla Fraternità: è ciò che esprime, per esempio, il suggerimento: "Siamo sempre di uno solo e stesso parere espresso e commentato qui".

Ma a seguire un tale consiglio, si finirebbe con il riunire soltanto ciò che si somiglia piuttosto che ciò che è sparso; per cui altri sostennero, allora, che Luce potesse sgorgare piuttosto dal confronto delle idee e che la forza del Rituale fosse precisamente quella di permettere di opporre le idee senza opporre le persone.

Questa idea è espressa nel XVIII secolo con la strofa 7 di questa canzone della Lyra:


Se apre qualche sentimento,
Lui lo propone:
Chi lo contrasta con un tono decente,
Non l'indispone;
Amico della sincerità,
Quantunque si dica,
Voler intendere, essere ascoltato
È la sua intenzione.
 

Una tale concezione, più ambiziose e più ricca ma che presenta il suo rovescio della medaglia, perché necessariamente più esigente e dunque più rischiosa, è più vicino alla pratica massonica attualmente maggioritaria.

L'ultima strofa indica l'Inghilterra, evidentemente considerata come il guerrafondaia, e fa dell'armonia massonica l'esemplare dell'armonia universale tanto auspicata
 


Sui nostri lavori, sui nostri misteri che

Cercano sempre di illuminarmi

Ovunque si riuniscono dei fratelli

Io, bramo di penetrare.

Ma sfuggo il tempio dove provo

Discordia, intrigo, ambizione;

Mi fermo solamente dove trovo

La perfetta Riunione.
Odio il tempio dove ciascuno lotta

Di spirito, di polmoni, di talento;

Ove tutti litigano

Ma dove nessuno si intende.

Odio il tempio dove ci si sforza

Di differire di opinione:

Fratelli mie, chi fa la nostra forza?

La perfetta Riunione.
Dolce pace! figlia del coraggio,

Degna esaudire i nostri più dolci voti;

Che l'olivo sotto la sua ombra

Riunisca i popoli felici
Spegni le torce della guerra;

E malgrado le cure di Albion

Faccia regnare infine sulla terra

La perfetta Riunione.
 

Il F.•. ROUGEMONT