Le parole, di questa canzone, hanno solamente una lontana parentela con quelle del
"Canto dei Compagni" riportato (senza la sua partizione) nelle Costituzioni di Anderson. Questa canzone è presente anche nella Lyra Massonica, con un'aria assai vicina (ma con una partizione ad una sola voce) e delle parole (che sono del Fratello Vignoles) diverse, dopo un inizio identico, formando 5 strofe. Contrariamente al testo di Vignoles, questa contiene alcuni elementi che gli conferiscono specificamente il titolo di "Canzone dei Compagni". Si troverà di questa canzone una versione un poco differente (soprattutto per la partizione) nella traduzione francese di La Tierce, pubblicata nel 1742, nelle "Costituzioni di Anderson", con il titolo "Canto dei Compagni". Sarà ripresa praticamente, poi, da tutti i Canzonieri successivi.
É presente, anche, con la partizione, alle
"Canzoni a la Santé" di Le Bauld-de-Nans
(ma qui la 3 strofa serve da ritornello). La si troverà, anche, nel
canzoniere dei
Le Globe. La "Raccolta di Orcel" la riporta alla conoscenza del pubblico nel 1867.
Canzone dei Compagni
I
strofa (solo): Arte divina, l'Essere supremo
Si degnò di darti a noi
Per servirci da baluardo.
Che nella nostra illustre loggia
Sia celebrato il tuo elogio,
Che esso voli in ogni luogo.
Coro: Che nella nostra illustre loggia
Sia celebrato il tuo elogio,
Che esso voli in ogni luogo.
II strofa (coro): Sia che lontano Febo indietreggi,
Sia che esso ci bruci da vicino,
Sempre quest'Arte ci difende.
Lo fa attraverso la Geometria
Che la sua nobile Simmetria
Prende dai cinque begli Ordini.
III strofa: Facciamo risuonare la sua gloria,
Onoriamone la memoria
Attraverso i nostri versi e le nostre canzoni:
Che il nettare della vendemmia
Si spanda a sua lode
Fra i buoni Compagni.
|