Questa canzone è una nuova versione (differisce per alcuni versi e per la trasposizione della prima alla seconda persona del plurale) di quella del "Canzoniere di Naudot" presentata con il titolo
"Ricevete amabili Fratelli". Non conoscerà un grande successo, poiché tutti gli altri Canzonieri del XVIII° secolo, adotteranno maggiormente la versione di Naudot. La partizione presentata qui come quella del
"Vaudeville di Epicuro" differisce da quella generalmente data per tale.
Felicità del Massone 1 Tracciamo, amabili Fratelli, Il quadro della nostra felicità: Si può parlare dei nostri misteri Senza sentire infiammarsi il proprio cuore. Da noi di Saturno e di Rhée Rinasce il secolo virtuoso: E per noi il divino Astrée È di ritorno in questi bassi luoghi. L'olivo incorona le nostre teste, La dolce pace conduce i nostri passi, Nei nostri costumi, come nelle nostre feste, Si vede la squadra & il compasso. Che i Monarchi della Terra Prendano delle nostre Lezioni! Presto non avremmo più guerre, Se essi volessero essere tutti Massoni.
Figli cari della Natura, Noi godiamo dei suoi doni; Una voluttà sempre pura Regna nei nostri giochi innocenti. Fare la felicità uno dell'altro È l'oggetto di tutti i nostri desideri. Esiste una sorte come la nostra? Noi solo gustiamo i veri piaceri!
2
È probabilmente un bene per i Principi, Presso i quali siamo accolti; Perché amiamo le Province, Dove i nostri Tempi sono stabiliti. Per la sola nostra presenza Deve scostare l'avversità! La Compagna dell'innocente È sempre la prosperità. 3
Degli uomini, quando un decreto saggio Facciamo fuggire la bella metà; È per consegnarci, senza condizione, Ai santi doveri dell'amicizia. Che cosa! il bel Sesso è in allarme Su questo preteso celibato? È questo, dunque, disprezzare i suoi fascini Che non osare portargli combattimento?
4
Ma quello che in noi ciascuno ammira, È l'amore dell'uguaglianza, Facciamo, meglio che si non può dire, Gli onori dell'umanità. Del secolo frivolo in cui noi siamo L'orgoglio è tramite noi abbattuto: Non distinguiamo negli uomini,
Che il merito & la
virtù.
Strofa che il Maestro deve cantare. Trionfate, truppa fortunata, Vivete, illustri cittadini, Riempite il vostro destino. Dei cuori rinsaldate i legami. Che ovunque, voi inseguite, La discordia cade agli Inferi: Servite da supplizio all'invidia E di modello all'universo. |