1807
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"Il Canto Funebre"
Questo Canto
Funebre, il cui incipit del recitativo è: lontano da noi ogni
pensiero profano e volgare, con la sua partitura originale
di Gaveaux proviene dal dal "Manuale Anacreontico" di Grenier
del 1806.
Grenier ne riprenderà il testo l’anno successivo a pagg. 40 di
questo suo "Codice Ricreativo dei dei Franco Massoni", ma senza
la partizione facendo riferimento, per la mancanza al "Manuale
Anacreontico". Nella seconda strofa, Dio giusto e
terribile acquista una lettera maiuscola.
Ritroveremo il testo anche alle pagine 227 e 229 del quinto
volume degli
Annali Massonici di Caillot, sotto la formula di “stanze
religiose” e segnala che queste “stanze” furono eseguite dal
Fratello Batiste, accompagnato, questa volta, con arpa dal
Fratello Desargus, in occasione della morte del Fratello
Montaleau nel 1808.
Nelle verbale delle onoranze funebri, per i fratelli Hattez,
Legrand e Rohart, della loro loggia Isola della Fedeltà, il 24
marzo 1813, si legge a pagina 8, che il Fratello Zelik, membro
della Loggia, eseguì un Canto Funebre: Signore del cielo e
della terra, composto dal Fratello Gavaux, della Loggia
parigina l'Age d'Or: in verità si tratta di questo stesso Canto,
considerato che Maestro del cielo e della terra è il
incipit del suo primo verso.
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Con l'accompagnamento corno e pianoforte;
Musica del caro Fratello Gaveaux.
Eseguito dal caro Fratello Nourrit..
Accompagnato dai cari Fratelli Duvernoy e Bomtempo
Testo
del caro Fratello Grenier
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Lontano
da noi pensieri profani e volgari,
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Che
tutto qui respira tristezza e dolore!
È di un mondo vano, tormentato da orgoglio,
Dimenticare, in questi luoghi, le pompose chimere |
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Onoriamo
quello dei nostri fratelli
Che precede i nostri passi nella notte della bara. |
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Prima
strofa
Signore
del cielo e della terra,
Conosci nostro rammarico, vedi il nostro dolore.
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Quando i massoni perdono un Fratello,
Sembra che per sempre perdano la felicità.
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Formatosi nelle leggi della natura,
Irrorano di lacrime ciò che hanno tanto amato tanto;
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Appartiene soltanto al solo spergiuro
Fissare freddamente il sepolcro di un amico.. (bis)
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Seconda strofa
Cosa! la nostra anima troppo sensibile
Non esali sempre dei desideri impotenti!
Si consideri che un Dio giusto e terribile
Ricompensa i buoni e punisce i reprobi;
Che, in virtù della sua clemenza,
Chi è stato colpito da un colpo inatteso,
Godendo della sua presenza,
Goda pacificamente del prezzo della sua virtù. (Bis)
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Terza
Strofa
Della ragione, potente linguaggio
Voi soffocate invano i nostri sospiri dolorosi,
Voi non siete parte della la nostra condivisione,
Le lacrime, nostro malgrado sfuggono ai nostri
occhi.
Ah! lo sento.... Ombra troppo cara!
No, non puoi uscire del fondo del nostro cuore.
Quando i Massoni perdono un Fratello,
Sembra che per sempre perdano la felicità. (Bis)
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