LA LEGGE
Del gran Mastro
al grande esempio,
Saggi Eroi, via
sù sorgete,
Con le braccia
ornai stringete
Il bel nodo
dell'Amor.
Ecco parla a noi
del Tempio
Chi fu Mastro e
chi fu Fabbro:
Sia nel cuore il
vostro labbro,
Sia nel labbro il
vostro cor.
Rotte già le ree
catene,
Questo è il nodo
antico e vero,
Ch'è soave, ch'è
leggiero,
Che c'intreccia
il Dio d'Amor.
Via le colpe, via
le pene,
Via la lite, via
la guerra,
Già si unisce in
ogni Terra
Mano a mano, e
core a cor.
Mentre l'ombra il
Mondo aggrava
Noi veggiamo in
mezzo al lume
Un uomo giusto,
un vero Nume,
Re di pace, e Dio
d'Amor.
Gente saggia,
gente brava,
Non pensate al
vecchio affanno.
Più la forza, più
l'inganno
Non opprime il
nostro cor.
Dalla mensa
andiamo al coro.
E dal coro
andiamo a mensa.
Questo brama, e
questo pensa
Chi ha nell'alma
il Dio d'Amor.
|
Torni a noi l'età
dell'oro.
Siam fratelli, e
siamo amici.
Goda solo i di
felici
L'alma giusta, e
il saggio cor.
Del silenzio, e
della fede
Su serbiam
l'eterna Legge,
Che ci guida, che
ci regge
Nel bel Regno
dell'Amor.
Chi non tace, e
chi non crede,
Né, di Orfeo non
è mai figlio
Non ha forza, e
non consiglio
Pace mai non
sente al
Cor.
Deh scendete, o
rei, dal soglio
Che usurpate al
Dio di pace.
Vive afflitto, e
afflitto giace
Chi disprezza il
Dio d'Amor.
Voi pascete il
vano orgoglio
Fra le spade, e
fra i guerrieri,
Fra le cetre, e
fra i bicchieri
Noi pasciamo il
nostro cor.
Vada lungi il
volgo, e l'empio,
Ne ci turbi i bei
momenti,
Quando parla in
questi accenti
Quel gran Dio,
ch'è Dio di Amor.
Ecco parla a noi
del Tempio
Chi fu Mastro, e
chi fu' Fabbro?
Sia nel core il
vostro labbro
Sia nel labbro il
vostro cor.
Antonio Jerocades
1738
-
1805
|