Il Barone Tschoudy, allievo a Napoli di Raimondo Di Sangro, Principe di
Sansevero e Maestro Venerabile della sua Loggia, la «Perfetta Unione», non
aveva dubbi: la Massoneria era una via alchemica per il compimento della
Grande Opera. Nella prima metà del Settecento si fece questo, e forse per la
prima volta: si affiancò alla successione di gradi massonici il lavoro
operativo, senza il quale la Massoneria rischia di diventare un contenitore
vuoto. Questi Rituali alchemici, tratti da un manoscritto del 1766 e
pubblicati per la prima volta in italiano a cura di Mauro Cascio, ci danno
un'idea di questa grande stagione in cui nelle logge si faceva vivere la
'scienza integrale', un sapere filosofico dove potevano incontrarsi senza
contraddirsi religione, arte e scienza.
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