Con la forza del mito, così Rudolf Steiner interpretava la metastoria di
Caino e Abele. Abele era il prediletto di Dio, offriva in sacrificio
animali, cioè qualcosa che già vive, in cui vi è già la vita. Caino offriva
i frutti della terra, il frutto del suo duro lavoro, creando in qualche modo
il "vivente dal non vivente". «Abele era un pastore: si dedicava alla vita
che già c'era. È il simbolo della forza divina ereditata che nell'uomo
agisce come saggezza, che non conquista da solo, ma che fluisce in lui.
Caino crea il nuovo da ciò che l'ambiente gli offre». Da una parte chi
ascolta, guarda, riceve quello che lo circonda, dall'altra chi è attivo, chi
produce. «Abele [...] accoglie l'elemento divino che lo compenetra, che
fluisce nelle sue intenzioni, e tutto questo è simboleggiato dal suo essere
'guardiano' [...] che nutre e cura la vita, come l'intuizione cura la vita
della sapienza divina. Caino ha la sapienza maschile che accoglie
dall'esterno, che si occupa del suolo per coltivarlo. La materia è
all'esterno e lui diventa il 'coltivatore dei campi'». I suoi doni hanno
richiesto l' 'Arte Reale', il sapere, la saggezza dell'uomo. La chiesa
cattolica, la casta sacerdotale, è della stirpe di Abele. La Massoneria,
come società iniziatica che raccoglie e forma 'artigiani', 'operai', come
Hiram, come Tubalcain, è di quella di Caino. Chi sa e chi ricerca. La fede e
la filosofia.
La Mystica Aeterna era la Loggia di Steiner di cui Mauro Cascio ha proposto
(per Tipheret) i rituali in prima edizione italiana. Steiner aderì infatti
al Memphis Misraïm per circa nove anni e ne fu addirittura a capo, in
Germania, raccogliendo attorno a sé seicento ‘fratelli’. Un’avventura della
coscienza che, in tre gradi, si rischiara finalmente Spirito.
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