Mauro Cascio

Federico Pignatelli

(a cura)

Le Istruzioni di Lione

 

Bonanno Editore

 

 

Dalle Istruzioni di Lione noi riusciamo a ricostruire a grandi linee il pensiero di Jean Baptiste Willermoz, in larga parte debitore del sistema di Martinez de Pasqually. Una prodigiosa cosmogonia, quasi senza pari in Occidente, che è la premessa per un ritorno a quella condizione primigenia e originaria a cui è destinata da sempre la nostra dignità.

Il manoscritto originale non porta titolo e si presenta sotto forma di un dossier con pagine di formato sensibilmente uguale, conservato nel fondo Jean-Baptiste Willermoz, presso la Biblioteca Municipale di Lione, sotto l'indicazione mn. 5476, ed è, senza ombra di dubbio, per la maggior parte opera della mano dello stesso Willermoz.

Si è colpiti dall'aspetto molto metodico dell'esposizione di queste pagine manoscritte, (le prime sedici istruzioni: il trittico teosofico (cosmogonia, cosmologia escatologia), con i suoi corollari pneumatologici, aritmosofici, tipologici, in una parola con la sua antropologia simbolica e cosmica, vi si trova sviluppato con vigore e concisione.
L'impressione che domina leggendoli, è che gli Emuli di Martines de Pasqually riuniti a Lione facevano tutto loro possibile per ricordare gli insegnamenti del Maestro ( Martines de Pasqually e il suo Ordine Cohen) e non lasciare trascurato nulla di ciò che avevano potuto udire della sua bocca. Il resto, pur apparendo più caotico, è tuttavia assai importante. Una notevole unità di stile assicura l'armonia letteraria e dottrinale dell'insieme. Questo stile è ancora quello di Martines - tanto la sua influenza era profonda -, anche se la lingua è più castigata; e le espressioni tipicamente martineziste abbondano.
Ci troviamo davanti ad un vero corpus doctrinae, che presenta non solo un interesse eccezionale per chi vuole conoscere questo pensiero teosofico ma anche per i ricercatori preoccupati di comprendere meglio il Regime Scozzese, all'origine stessa della sua genesi
 

  

 

 
 
 

Indice Testi


Musica: "Fuga XLVIII ° di Atalanta Fugiens" di Michaël Maier 1687