Escrementi e Civiltà:

Antropologia del rituale scatologico

 

Di

John Gregory Bourke

 

 

 

 

Guaraldi Editore

Prefazione di Sigmund Freud, a cura di Piero Meldini

L'ammiccamento a Marcuse contenuto nel titolo della traduzione riproposta di Scatologíc Rites of all Nations di John Gregory Bourke è tutt'altro che involontario, trattando il libro nella sua interezza della più repressa delle attività umane, quella nella cui repressione, appunto, Freud ha addirittura colto l'origine prima della civiltà (e del suo «disagio»).

All'implacabile atteggiamento repressivo nei riguardi delle funzioni escretorie è probabilmente dovuto anche l'oblio nel quale è ben presto caduta l'opera, pur essendo un autentico classico dell'antropologia. Discepolo, amico e corrispondente del Frazer, il Bourke pare seguirne umilmente le orme; in realtà, oltre ad essergli ignota, a differenza del Frazer, qualsiasi perbenistica pruderie, le sue osservazioni, altrettanto scarne e quasi timide quanto puntuali ed illuminanti, mostrano un'idea della «civiltà» e della «primitività » sensibilmente controcorrente.

La tesi di fondo di Escrementi e civiltà è che l'avversione che proviamo per certe parti e certe funzioni umane, è relativamente nuova. L'uomo cosiddetto primitivo e l'uomo delle passate civiltà non la pensavano come noi. Le accettavano laddove noi le rifiutiamo. Ciò di cui il Bourke non è molto sicuro è che l'evoluzione intervenuta sia un fatto indiscutibilmente positivo. «Bourke - ha scritto Theodor Rosebury - ci dà ciò che Frazer ha tralasciato». Ed ha aggiunto: «Molte cose nel suo libro sono notevoli; una parte, però, è straordinaria». Pur comparendo in una collana di psicoanalisi, Escrementi e civiltà non è evidentemente un testo psicoanalitico, ma, piuttosto un testo per psicoanalisti (oltre che un'opera godibilissima per chiunque): un vastissimo e incredibile repertorio di tutti i possibili rapporti, individuali e collettivi, dell'uomo con gli escrementi, al di fuori del quale ogni discorso sull'erotismo anale, sull'Analcharakter e, soprattutto, sulle manifestazioni sociali dell'analità sublimata rischia di mancare delle testimonianze e delle prove più persuasive. È quanto aveva compreso Freud che, proprio nel periodo in cui stava conducendo i suoi studi sull'analità, consigliò e curò l'edizione tedesca del libro, scrivendo anche la prefazione qui riproposta.

JOHN GREGORY BOURKE. 1843-1906

Come capitano dell'esercito degli Stati Uniti prese parte alle guerre contro, gli Indiani, la cui frequentazione lo indirizzò verso gli studi di folklore e di etnologia.

Resosi noto negli ambienti antropologici per alcuni importanti lavori sugli Indiani d'America (Notes on the Theogony and Cosmogony of the Mojaves, The gentile Organization of the Apaches, ecc.), divenne membro della Antropological Society of Washington e della Society of American Folk-lore, e lavorò in stretto contatto coi maggiori antropologi del tempo, dal Frazer al Tylor, al Robertson Smith.

  

 

 

 
 
 

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Musica: "Fuga XL di Atalanta Fugiens" di Michaël Maier 1687