Loggia Har Tzion - Monte Sion -

Mario d. da Roma ci scrive: Complimenti per il sito, molto ben curato e piacevole da visitare, ma oltre ai complimenti, ho anche un paio di domande da rivolgervi. Spero che il Maestro o chi in sua vece possa soddisfare la mia curiosità:
Premetto che non sono molto esperto di massoneria e società segrete, ma per quanto ne so dovrebbero rimanere appunto segrete, e a questo proposito, come si concilia la segretezza con il sito internet, in cui oltre al nome della loggia compaiono anche i nomi di alcuni confratelli? E poi un secondo quesito: ho letto le vostre F.A.Q, ed ho notato che per accedere alla massoneria ci sono due strade, essere presentati da un confratello, e fin qui mi pare tutto comprensibile, ma poi ho letto che si può inviare una e-mail con una specie di curriculum allegato e si viene assegnati ad una loggia, e qui mi chiedo: basta una e-mail per diventare confratello, oppure viene fatta una selezione tra i candidati, e se si, tramite colloqui personali o sempre a mezzo internet? Grazie in anticipo per l' attenzione ed il tempo. Distinti saluti.

Premetto che, quanto espongo, sono considerazioni personali giacché il Grande Oriente d'Italia, oggi, non si ritiene una società "segreta" ma un "ordine universale iniziatico di carattere tradizionale e simbolico" (art.1 della Costituzione). La Massoneria è una società sì segreta ma "a carattere iniziatico". È questa, a mio giudizio, una specificazione importante che sgombra il campo da diversi equivoci. Il termine segretezza ha avuto negli ultimi tre secoli almeno tre accezioni diverse. Il primo è quello di clandestino, nascosto. E la Massoneria non è mai stata clandestina, tranne quando è stata costretta perché perseguitata. In Italia si è avuto un periodo di clandestinità dopo il Congresso di Vienna e fino ai moti di Milano. Era il periodo in cui il Grande Oriente era fortemente napoleonico. Basti pensare che fu Gran Maestro Eugenio di Behaurnais, il vicerè del Regno d'Italia che era il figliastro di Napoleone e che nel sud il maglietto supremo fu affidato a Giuseppe Napoleone, prima e a Gioacchino Murat, poi. Ovviamente la Massoneria fu clandestina anche durante il Fascismo. In sistemi democratici la Massoneria non è mai segreta in questo senso. Se ne conosce la storia, se ne conoscono le finalità, si conoscono i luoghi di riunione (oggi stanno su Internet ma sono sempre stati anche sugli elenchi telefonici alla voce Massoneria), si conoscono i capi, si conoscono persino i "rituali", i misteriosissimi fraseggi tra i muratori in loggia che sono stati sempre stampati da tre secoli a questa parte. Oggi, il dizionario di Diritto della Garzanti riconosce che la Massoneria non è in nessun senso una società segreta e che quindi non rientra nella legge Spadolini ma in quell'articolo 18 della costituzione che garantisce la libertà di associazione. Vediamo allora le altre due accezioni di "segretezza" a cui facevamo cenno. La prima, a mio avviso, è piuttosto debole ma, considerata l'autorevolezza di chi l'ha sostenuta, va almeno citata. Fichte, uno degli esponenti più autorevoli dell'idealismo tedesco, nella sua "Filosofia della Massoneria" parla della Massoneria come di una società "segreta" nel senso di "separata" dalla contingenza della società "profana" in quanto solo vivendo in un momento "altro", "utopico", è possibile esperire, qui e adesso, l'uguaglianza e la fraternità di un uomo considerato come uomo e universale e non diviso da nazioni, religioni e classi sociali. "Ci è dato ora uno scopo, che la maggior società umana non può affatto prender di mira, in quanto essa le sta ben al di sopra e viene posto primieramente per l'esistenza della società stessa: uno scopo che può venir conseguito solo uscendo dalla società e segregandosene; lo scopo di annullare gli svantaggi dalla forma educativa nella maggiore società e assorbire la cultura unilaterale per tal particolare condizione nella comune cultura umana, nella cultura universale dell'uomo tutto quanto, come uomo". Questo senso di "segretezza" è quello che emerge oltretutto in un altro classico della letteratura massonica del settecento: i dialoghi massonici di Lessing. La seconda accezione è la più peculiare e caratteristica, a mio modestissimo avviso. Scopo della Massoneria, che non accetta nessuna verità assoluta e rivelata (né tantomeno nessun preteso monopolio di particolari chiese che ritengano di avere il copyright) è quello della ricerca del "segreto". La Verità (intesa ovviamente nel suo senso metafisico) non è data, ma è da indagare, investigare. É questo il senso dei lavori massonici, pur nella differenza delle impostazioni culturali delle singole Logge (la Montesion si occupa prevalentemente di Qabalah e tradizione ebraica, altre Logge di Pitagorismo o Alchimia): l'anelito alla Conoscenza, il "tendere verso", che non è mai qualcosa di definitivo e unico ma qualcosa sempre in fieri. Sull'ultima accezione di "segreto" mi permetto di suggerire un approfondimento nel mio testo, edito da Bastogi, "Ut Unum Sint. L'Uno e il Molteplice" dove si trova il "segreto" accostato spesso al concetto hegeliano di "mediazione" tra assoluto e relativo. Sempre in tema di approfondimento e di segnalazione bibliografica una buona contestualizzazione storica, che dà conto in maniera obiettiva del "segreto" inteso come necessità storica di clandestinità mi permetto di segnalare il recente saggio di Fulvio Conti (docente di Storia Contemporanea all'Università di Firenze), "Storia della Massoneria Italiana" edito da Il Mulino. Infine sul "segreto" in quanto separazione darei una lettura al già citato testo di Fichte "Filosofia della Massoneria" edito da Bastogi o a qualsiasi edizione di Ernst e Falk di Lessing. Se mi è permesso una seconda citazione di un mio lavoro ne approfitto anche per segnalare che è in preparazione una mia Storia (Apologetica) della Massoneria (il titolo è provvisorio) che dovrebbe uscire nel 2005.

Chiedi come possa conciliarsi la segretezza con il sito internet, in cui oltre al nome della loggia compaiono anche i nomi di alcuni confratelli?

Vale per una loggia massonica regolare (e cioè all'obbedienza del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani) la stessa normativa che vale per qualsiasi associazione italiana. I nomi degli iscritti sono riservati (a disposizione della sola autorità giudiziaria), ma qualsiasi fratello è libero di dichiarare la propria appartenenza.

Chiedi ancora : ho letto le vostre faq, ed ho notato che per accedere alla massoneria ci sono due strade....


No, la proceduta è simile in entrambi i casi. Un fratello presenta ad una loggia un bussante. Ed un bussante può scrivere un e-mail perché è interessato. Può scrivere direttamente alla Montesion, se risiede a Roma. Oppure può scrivere alla segreteria del Grande Oriente d'Italia (
www.grandeoriente.it) che lo assegnerà in una loggia della sua città di residenza (ci sono logge in tutti i capoluoghi, su questo sito nella sezione "Area GOI" puoi trovare anche una mappa dettagliata). Scrivere al GOI che si vuole entrare in Montesion o scrivere direttamente in Montesion è di fatto la stessa cosa. Una volta che una Loggia ha preso in considerazione una candidatura la procedura diventa comune. L'aspirante libero muratore, sia che si sia proposto per e-mail sia che sia stato presentato, avrà tre colloqui (di persona) con altrettanti tegolatori nominati dal Maestro Venerabile di quella Loggia. Ogni tegolatore produrrà una "tavola" con le proprie impressioni sul candidato. Alla fine ci sarà una votazione. Se l'esito è favorevole il bussante viene iniziato. Tipicamente tutta la procedura richiede qualche mese.
Spero di essere stato chiaro ed esauriente.
Fraterni saluti
Mauro Cascio