Carissimo Federico Durante l'ultima istruzione agli Apprendisti della Montesion hai fatto distinzione fra Rito e Rituale, ma il tempo a disposizione non ci ha consentito di approfondire un tema che io, però, reputo fondamentale. Approfittando del nostro Sito e di questa sezione (che credo aperta anche a noi) ti chiederei di completare, anche se brevemente quel tuo pensiero. |
Carissimo non è il caso di fare nomi, anche se hai firmato la tua richiesta, del resto sei di casa. Per te, e per altri che personalmente e direttamente, mi hanno chiesto che cosa intendo per rito e cosa per rituale, diamo due indicazioni prima di una definizione. Dallo Zohar ricordiamo che: "Il fumo dei sacrifici, che sale da quaggiù accende le lampade dell'alto, in modo che tutte le luci brillino in cielo". Dalla tavola di Smeraldo risulta che:" Il mondo superiore è, mosso da quello inferiore, e questo da quello". Risulta quindi, che il rito non è preghiera, come molti suppongono ma azione. Come definizione, o meglio; indicazione diremo che il Rito si, fa secondo il grado negli Ordini, secondo la razza, secondo la stirpe, secondo la famiglia fra gli uomini.
LI-Kl (VII, 1, IV,6) dice che: Il rito è il canale attraverso "Il quale si possono cogliere le vie del Cielo”. Ne consegue che non si deve confondere il rito con la cerimonia (in senso moderno) anche se essa ha carattere emozionale; il sacrificio e il senso e lo scopo del rito, (il sacrificio, è quello della propria personalità e può essere astratto o reale, ossia spirituale o fisico). Nel caso nostro caso è ovvio che il sacrificio deve essere spirituale ma deve condurre all'annientamento della nostro Io tellurico, per risorgere (o ri-nascere) con una personalità tradizionale. Ecco i tre momenti essenziali del Rito Sacrificale: 1) Purificazione del sacrificatore (ottenimento del contatto con le forze, dell’Alto – invisibili ed eventualmente trionfo su di esse, non nel senso di una loro sottomissione al sacrificatore, ma di "acquisto" della loro Gloria”; 2) Evocazione, provocante la saturazione dell'ambiente sacrificale e dello stesso sacrificatole e della vittima designata (nella fattispecie l'iniziando) di altro elemento anche estraneo; 3) Azione; può essere l'uccisione della vittima (simbolicamente la "morte" dell' iniziando provocata dal sacrificatore) ciò che attua (o può attuare) la concentrazione delle influenze convenute (Totem, Nume, Forze). Queste sono le basi del Rito tradizionale. Alterando un Rito non si ha più il controllo sulle forze evocate. Tornando allo stato libero, esse non sono più in possesso del Totem, o del Nume o della Forza che le teneva insieme. Ben inteso, questo è soltanto il mio pensiero .... Per approfondire ti suggerirei di leggere anche il documento: Le origini del Rituale nella Chiesa e nella Massoneria Arrivederci a Giovedì. |