|
Leggi Erasmo
23.11.2010 - Fano - É stato celebrato in un noto ritrovo della città il trentennale della fondazione della loggia massonica fanese "Alessandro Procacci", al quale ha partecipato il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Gustavo Raffi con numerosi rappresentanti di tutte le "officine" marchigiane. "Sono lontani i tempi - dichiara l'architetto Massimo Frequellucci, maestro venerabile della loggia Procacci - in cui i massoni si aggiravano come guardinghe creature notturne com'è ampiamente dimostrato dal fatto che il Gran Maestro venga chiamato ad intervenire in popolari trasmissioni televisive". Ma c'è ancora qualcuno che considera la Libera Muratoria come una sinistra società segreta o addirittura come un sabba diabolico. In realtà i massoni hanno fatto ricorso al segreto quando, in passato, condizioni politiche e sociali ostili glielo hanno imposto. Oggi invece tutti possono riconoscere i presupposti per un aperto confronto con la società civile e per il proficuo impiego del loro impegno umano, del loro patrimonio di cultura e della loro tradizione libertaria. La loggia Procacci è affiliata al Gran Oriente d'Italia, considerato come il vero portatore degli ideali della massoneria, la cui sede ufficiale è a Roma nel palazzo del Vascello, dove per altro si consumò uno degli episodi più eroici del Risorgimento italiano. La difesa di questi ideali ha portato il gran maestro ad attivare un procedimento giudiziario tutte le volte che il nome della massoneria viene usato a sproposito o strumentalizzato da logge deviate o addirittura inventate. Ha confutato l'opinione comune che per essere iscritti occorre dichiarare di essere atei, anzi questa dichiarazione esclude a priori l'accoglimento di una eventuale domanda e in più l'organizzazione è una delle poche che richiede ai nuovo soci la presentazione del certificato penale del casellario giudiziario. (Corriere Adriatico) 23 NOV 10
20.11. 2010 - Arezzo - Arte e cultura. L'opera del fratello Vincenzo Cacace. Doppio appuntamento il 20 novembre, alle ore 17, nella casa massonica di Arezzo per conoscere l'opera del fratello Vincenzo Cacace, gran rappresentante della Gran Loggia canadese della Nova Scotia. Scrittore e artista, presenterà il suo libro sulla Massoneria napoletana del Settecento "L'ellisse del Giardiniere" e una rassegna di suoi dipinti di grande espressione simbolica. La mostra s'intitola "Archimundus". La presentazione del volume aprirà l'incontro con gli interventi dei fratelli Daniele Talozzi, architetto, e Michele Di Matteo, presidente circoscrizionale di Campania-Basilicata, nella veste di editore del saggio. Saranno introdotti da Luca Calugi, presidente delle logge aretine, organizzatrici della manifestazione. L'esposizione "Archimundus", allestita nelle sale della casa massonica, sarà inaugurata nella seconda parte di serata con la dettagliata spiegazione del critico d'arte Michele Loffredo, maestro venerabile della loggia "Antichi Doveri" (1150) di Arezzo, e curatore del catalogo della mostra, realizzato con l'apporto di alcuni fratelli. Per la Festa della Luce del 4 dicembre, sempre ad Arezzo, "Archimundus" sarà trasferita al Centro Fiere e Congressi. I visitatori riceveranno in ricordo una stampa di un'opera del fratello Cacace. Vincenzo Cacace nasce a Nusco, in provincia di Avellino, nel 1949, e vive ed opera a San Nicola la Strada, nel casertano. Diplomato all'Istituto d'Arte di Torre del Greco e all'Accademia di Belle Arti di Napoli, inizia la sua attività a metà degli anni Sessanta elaborando una ricerca pittorica colta ed esoterica, che lo afferma testimone emblematico della classicità e della Tradizione.
20.11.2010 - Alghero - Inaugurazione della nuova casa massonica di Alghero e convegno "La Costruzione del Tempio". La loggia "Vincenzo Sulis" nr. 1143 di Alghero inaugura il 20 novembre la sua nuova casa massonica. L'evento sarà diviso in due parti: al mattino si terrà la cerimonia di "consacrazione del tempio" a cui parteciperanno il Gran Maestro Gustavo Raffi e il Grande Oratore Morris Ghezzi. La manifestazione continuerà nel pomeriggio con un convegno pubblico, organizzato dall'associazione "Vincenzo Sulis", dal titolo : La Costruzione del Tempio. Viaggio architettonico ed esoterico dal Nuraghe al Tempio di Salomone. All'incontro - moderato da Alberto Sechi, presidente dell'Associazione "Vincenzo Sulis" e patrocinato dall'amministrazione comunale e dal GOI- interverranno il sindaco di Alghero Marco Tedde, Danilo Scintu, studioso di archeologia sarda e Morris Ghezzi. Il Gran Maestro Raffi chiuderà i lavori. Durante il convegno sarà inoltre presentato in anteprima il libro di Massimiliano Fois, Fratelli nel silenzio, massoneria e associazioni filantropiche ad Alghero, pubblicato Casa Editrice Mimesis.
19.11.2010 - Roma - (Il Messaggero) Cento anni dalla svolta democratica di Nathan: un sindaco anomalo che in sei anni cambiò Roma. Il pensiero politico di Ernesto Nathan, «questo sindaco "anomalo" per la città di Roma, perché inglese di nascita, ebreo e massone» come l'ha definito Walter Veltroni, è stato riassunto da Nadia Ciani in Da Mazzini al Campidoglio - Vita di Ernesto Nathan (Collana Storia e Memoria, pgg. 289, 15 euro). Il libro, che sarà in libreria da martedì 20 novembre, ripercorre il pensiero e l'impegno politico di Nathan nell'Italia post-unitaria, evidenziando la sua forte volontà democratica e riformatrice, in occasione del centenario dalla sua elezione a primo cittadino di Roma. In Campidoglio dal 1907 al 1913, Nathan rimane un personaggio di grande attualità per il senso di moralità che l'ha guidato in tutta la sua carriera pubblica. La lotta contro gli episodi di corruzione che si verificarono all'epoca di Crispi, il suo tentativo di raggruppare tutte le voci del movimento democratico di quegli anni, con l'obiettivo di costruire un'alternativa di progresso sociale e politico per l'Italia, sono dimostrazioni della sua anima riformista e della dedizione che ha sempre riservato al suo mestiere. Il libro, con la prefazione di Walter Veltroni, ripercorre le tappe principali della sua carriera: dalle prime esperienze nel movimento democratico e nei tentavi unitari dell'Estrema Sinistra, alle attività di assessore della Giunta capitolina (1889-90), di fondatore della Società "Dante Alighieri", di protagonista del Patto di Roma, di consigliere provinciale a Pesaro, di candidato alle elezioni politiche e di "Gran maestro" della Massoneria. Esperienze personali che si intrecciano con la storia politica italiana e con i suoi protagonisti. «Ernesto Nathan impresse alla sua attività di amministratore i tratti di una integrità morale che gli veniva riconosciuta da amici e avversari - ha scritto Veltroni - . Nei sei anni in cui Roma venne governata dalla giunta democratica da lui diretta, si delinearono nuove scelte urbanistiche e si realizzarono importanti innovazioni nei servizi pubblici e nel campo dell'istruzione e dell'edilizia scolastica, ma credo che lascito fondamentale di quegli anni rimane il processo di democratizzazione che per la prima volta investì la città». (Il Messaggero) 19 NOV 10
15.11.2010 - Bergamo - Da Bergamo a Marsala. "Il compimento dell'Unità d'Italia". Bergamo, nel 1860, fornì a Garibaldi il più numeroso contingente di uomini per la sua storica spedizione verso l'unificazione nazionale. Cento anni dopo, un decreto del Presidente della Repubblica Giuseppe Gronchi la gratificò con il titolo di Città dei Mille che accompagna lo stemma municipale. La nuova edizione del Telegiornale del Grande Oriente d'Italia presenta il convegno "Da Bergamo a Marsala con Garibaldi, il compimento dell'Unità d'Italia" che il 6 novembre, proprio a Bergamo, ha evidenziato questo contributo. Organizzato dal Collegio circoscrizionale lombardo, in collaborazione con il Grande Oriente nazionale e l'Associazione amici del Museo di Bergamo, ha delineato il quadro storico-sociale degli eventi che portarono all'Unità d'Italia e delle spinte ideali che ne furono alla base, anche attraverso le linee guida della Libera Muratoria universale. Di altissimo livello gli interventi, di specialisti stimati, coordinati dall'ex senatore Valerio Zanone. Ha chiuso i lavori il Grande Oratore Morris Ghezzi, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d'Italia. Nell'ampio servizio fornito dal Telegiornale del Grande Oriente d'Italia, le interviste a Valerio Zanone, presidente del Comitato delle celebrazioni del Grande Oriente d'Italia per il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, Paolo Gastaldi , Antonio Maria Orecchia e Claudio Bonvecchio, tre dei relatori al convegno, spiegano l'attenzione della Massoneria italiana per l'imminente anniversario e l'importanza di vedere riconosciuto e apprezzato, nel nostro Paese, il progetto di democrazia e di libertà che ha portato l'Italia nel novero degli Stati moderni.
Guarda il TG 15.11.2010 - Firenze - I 150 anni della loggia "Concordia". Dopo quella degli inglesi, la prima loggia toscana è la "Concordia" (110) di Firenze e molti suoi appartenenti hanno avuto un ruolo di rilievo nell'Istituzione e nella vita civile, da Firenze all'intera Nazione. Nel 2011 compie 150 anni, ma ha deciso di inaugurare le celebrazioni dalla fine di quest'anno, sotto la guida del maestro venerabile Marco Rossi. Primo appuntamento il 27 novembre (ore 15,30) con un convegno all'Hotel Astoria di Firenze (Via del Giglio) che segnerà il senso d'appartenenza alla "Concordia" di tanti fratelli, a partire dalla fondazione dell'officina, nel 1861, fino al 1925 (Fulvio Conti), soffermandosi su alcune figure di storici (Adalberto Scarlino), per proseguire con l'analisi del periodo che dal 1944 arriva quasi ai giorni nostri (Enrico Baccarini). Sono previsti un intervento del presidente circoscrizionale della Toscana Stefano Bisi e le conclusioni del Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi. Il presidente del Consiglio comunale di Firenze, Eugenio Giani, porterà in apertura il saluto della città. Chiude la giornata un'agape bianca sempre all'Hotel Astoria. Vedi Locandina dell'evento Info e prenotazioni: Marco Rossi (055 354191 - 338 1761 535), Andrea Mori (347 6558010) e Raniero Becucci (335 68718.60).
15.11.2010 - Roma - Il Servizio Biblioteca del Grande Oriente d'Italia presenta "Bella e Perduta. L'Italia del Risorgimento". Il volume "Bella e perduta. L'Italia del Risorgimento" di Lucio Villari (Laterza), nel quale viene descritta la conquista della libertà "italiana", la rivendicazione dell'unità culturale, storica, ideale di un popolo per secoli interdetto e separato, la realizzazione del sogno della nazione divenuta patria. Alla presentazione martedì 30 novembre 2010 alle ore 18:30 presso la Biblioteca di Villa Il Vascello (Via di San Pancrazio, 8) interverranno l'autore, Luigi Compagna e Valerio Zanone. Conclusioni del Gran Maestro Gustavo Raffi. Vedi Locandina dell'evento 15.11.2010 - Arezzo - Festa della Luce 2010. É prevista il 4 dicembre (ore 17) al Centro Affari di Arezzo (via Spallanzani) la Festa della Luce, la tradizionale celebrazione del Collegio toscano che negli anni ha rappresentato un appuntamento importante per i fratelli e i loro familiari in prossimità del Solstizio d'Inverno. Le dieci logge di Arezzo, Sansepolcro, Cortona, Montevarchi e Civitella Val di Chiana cureranno l'organizzazione. Nell'occasione, venti fratelli della Comunione toscana riceveranno un riconoscimento per i loro 40 anni di appartenenza. Un'agape nella stessa sede chiude la serata. Info e prenotazioni: segreteria@goitoscana.org Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. oppure 055 2340544 (dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13)
Evidenziamo che in quel fine settimana si svolgerà ad Arezzo la tradizionale Fiera dell'Antiquariato: i fratelli collezionisti e amanti dell'arte avranno un'occasione in più per partecipare alla Festa della Luce. In pullman da tre città toscane alla Festa della Luce. Partenze da Grosseto, Firenze, Livorno. Per la Festa della Luce, il Collegio circoscrizionale della Toscana ha messo a disposizione tre pullman: da Firenze (per i fratelli di Empoli, Prato, Pistoia e Montecatini), da Grosseto (per quelli di Follonica, Massa Marittima e Piombino) e da Livorno (per i fratelli della Versilia, Lucca e di Pisa). Sarà applicato il solo costo della prenotazione di 5 euro. Dopo l'agape i partecipanti saranno riaccompagnati con i pullman nelle loro sedi.
Partenza da Livorno ore 14:10 stazione centrale Sosta a Pisa ore 14:45 - parcheggio vicino alla Saint Gobain Arrivo ad Arezzo ore 17:00 Info e prenotazioni: Marco Redini (333 1504933)
Partenza da Follonica ore 13:50 parcheggio area servizio Agip - Aurelia Sosta a Grosseto ore 14:45 uscita superstrada Arrivo ad Arezzo ore 17:00 Info e prenotazioni: Remigio Garofalo (393 7128054)
Partenza da Firenze ore 15:45 parcheggio della RAI Arrivo ad Arezzo ore 17:00 Info e prenotazioni: Giovanni Cantini, segreteria del Collegio (055 2340544)
14.11.2010 - Roma - La storia di Girolamo, aristocratico esiliato che visse alle falde del Pincio. Sposò Clotilde di Savoia, la figlia di Vittorio Emanuele II. Tra i tanti brutti tiri che la Storia può giocare ai singoli individui, c'è anche quello di illuderli di essere al centro degli eventi e per così dire nella cabina di comando, mentre in realtà il loro ruolo è quello di semplici pedine, facili prede del più irrimediabile oblio. Difficile che in questo periodo, in cui tanto si discute e si scrive del Risorgimento e dell'unità d'Italia, qualcuno si azzardi a rievocare il pallido spettro del principe Girolamo Napoleone. A fianco dell'entrata dell'Hotel de Russie, in via del Babuino, una targa ricorda che la «nobile vita» del principe terminò proprio a Roma, il 27 marzo del 1891. Già a quei tempi, in pochi si ricordavano di quell'aristocratico esiliato, venuto a spendere i suoi ultimi giorni alle falde del Pincio. Eppure Girolamo, come di addiceva a un Bonaparte, era vissuto in maniera tutt'altro che noiosa. Suo cugino Napoleone III, d'accordo con Cavour, l'aveva sposato a Clotilde di Savoia, la figlia di Vittorio Emanuele II. Matrimonio tutt'altro che felice, ma importantissimo, come si può intuire, dal punto di vista politico e diplomatico. Per conto suo, Girolamo nutriva sentimenti tutt'altro che prevedibili per un membro della famiglia imperiale francese imparentato ai Savoia. Gli piacevano quelle che ai suoi tempi si definivano le idee radicali, odiava i preti, ed era un massone. Era amico di Alexandre Dumas, che proprio in compagnia del principe, durante un viaggio nel Mediterraneo, aveva visitato l'isola di Montecristo. Come militare, aveva partecipato a molte guerre, dalla Crimea all'Algeria, alle campagne per l'indipendenza italiana, ma la sua vera passione furono gli intrighi politici e giornalistici, che alla fine gli costarono l'esilio a Roma. L'aspetto pingue e bonario dei suoi ritratti ci suggerisce inoltre l'idea di uomo che amava i piaceri. Se dalla principessa Clotilde ebbe tre figli, altri due ne fece con una dama di compagnia di sua moglie, di trent'anni più giovane di lui. Per completare questo rapidissimo ritratto, non si può tacere il buffo soprannome con cui quest'uomo così energico ed avventuroso era chiamato in famiglia e nella cerchia dei più intimi: Plon-Plon. Come si può vedere, ce n'è abbastanza per un romanzo storico, di quelli in cui i grandiosi scenari della guerra e del potere si mescolano ai più imbarazzanti pettegolezzi privati. Fosse per me, lo intitolerei proprio «Plon-Plon», perché c'è più verità in questi nomignoli familiari, non si sa se più affettuosi o crudeli, che in intere biblioteche di testimonianze storiche. E a dire la verità, un grande scrittore italiano, che meriterebbe anche lui d'essere ricordato più di quanto oggi si faccia, fu tentato dall'impresa. E se non la portò a termine, ci ha lasciato del tentativo una testimonianza struggente, forse più preziosa dell'opera stessa che non riuscì a compiere. Parlo di Mario Pomilio, autore di libri importanti come «Il cimitero cinese» e «Il quinto evangelio», che nel 1964, durante una visita a Roma (lo scrittore, di origine abruzzese, viveva a Napoli), passeggiando per via del Babuino fu incuriosito dalla targa commemorativa dedicata a Girolamo e intraprese delle ricerche storiche per dar corpo a quel personaggio che gli era venuto incontro, in maniera sommessa e misteriosa, dagli abissi del tempo. A quei tempi, il vecchio albergo di via del Babuino dove il principe aveva trascorso i suoi ultimi giorni, era la sede centrale della RAI. E Pomilio era stato colpito proprio dalla somiglianza dei destini del vecchio palazzo e di quel suo improbabile personaggio, travolti l'uno e l'altro dalla marea del tempo che cancella ogni significato. Come spesso accade, il progetto rimase tale, e lo stesso Pomilio se ne dimenticò per quasi vent'anni. Un giorno, frugando tra le sue carte, ritrovò quei lontani appunti. Forse non aveva più l'energia o la voglia di portare a termine l'opera, dopo tanto tempo. Ma gli venne un'idea anche migliore: raccontare le cose, cioè, come erano andate. Ne venne fuori un racconto, intitolato «Una lapide in via del Babuino», indimenticabile per l'acutezza dell'analisi psicologica e la precisione dello stile. Qualche anno fa l'editore Avagliano lo ha ristampato con l'introduzione di Silvio Perrella: per chi non lo conosce, sarà un bella sorpresa. Uno scrittore ormai stanco, dunque, con qualche problema di salute e avanti con gli anni, ritrova tra le sue vecchie carte la traccia di Girolamo, quel fantasma indistinto che era stato sul punto di trasformarsi in un suo personaggio. Sa che ormai è troppo tardi per riannodare i fili di quella storia non scritta, ma questo non gli impedisce di provare un inaspettato sentimento di vitalità e di felicità. Rivede se stesso mentre passeggia, ancora giovane, per via del Babuino in una mattina di sole, e rivive qualcosa della «rara lieta vertigine della prima ideazione». Cosa voleva raccontare di Girolamo? Un personaggio dovrà pure fare qualcosa, perché la sua storia esista. Magari, una semplice passeggiata, in direzione di un caffè, forse l'Aragno, a poche decine di metri dall'albergo di via del Babuino. In seguito, avrebbe potuto fargli prendere una carrozza pubblica, che lo portasse in cima al Pincio…Più ci medita sopra, più il vecchio scrittore si avvicina a una verità essenziale, a un'intuizione preziosa. Da giovane, aveva messo rapidamente da parte quell'abbozzo, passando ad altro, senza nemmeno il rimpianto di un'occasione sprecata. La nostra mente funziona così: non sempre l'idea che produce, o la fantasia di cui è sedotta, arrivano al momento giusto. Bisognava che il personaggio di Pomilio diventasse vecchio, e come esiliato dalla vita, perché le parole della lapide di via del Babuino risuonassero davvero in lui, rivelassero un senso insospettabile, facessero scattare la molla dell'identificazione. Chi passeggia per Roma, non fa che accumulare tesori di cui, sul momento, non conosce né il valore né l'impiego. Pomilio ci racconta come tutto quello che vediamo può maturare in segreto, per lunghi anni, fino a che il momento giusto ce ne rivela la bellezza, l'importanza, il particolare messaggio che solo a noi è dato di cogliere, prima che sia troppo tardi. EMANUELE TREVI - La Repubblica -
08.11.2010 - Roma - Il Servizio Biblioteca del Grande Oriente d'Italia presenta al Teatro Vascello il volume Pannunzio. Dal "Mondo" al Partito radicale: vita di un intellettuale del Novecento di Massimo Teodori (Mondadori), una ricostruzione delle tappe essenziali dell'esperienza umana e professionale di Pannunzio che ha svolto nel secolo scorso una brillante e coraggiosa azione di svecchiamento ideologico e apertura culturale alle correnti del pensiero laico e riformatore. Alla presentazione lunedì 8 novembre 2010 alle ore 18:30 presso il Teatro Vascello (Via Giacinto Carini, 78) interverranno l'autore, Adolfo Battaglia, Massimo Bordin, Stefano Folli. Conclusioni del Gran Maestro Gustavo Raffi. Lunedì 8 novembre 2010 ore 18:30 Teatro Vascello (Via Giacinto Carini, 78).
Info: Servizio Biblioteca del Grande Oriente d'Italia
Via di San Pancrazio, 8 00152 Roma RM Tel. 06 5883214 Email: bibliogoi@grandeoriente.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
08.11.2010 - Roma - Il GOI rende l'estremo omaggio al Gran Maestro Onorario Manlio Cecovini. Il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, la Giunta del GOI e tutta la Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani si stringe attorno ai familiari e agli amici di Manlio Cecovini Gran Maestro Onorario, insigne giurista, scrittore e testimone di una politica alta, intesa come servizio alle persone e promozione di dialogo. Protagonista assoluto della vita sociale e culturale non solo nel Friuli Venezia Giulia, ma anche a livello nazionale e comunitario, avendo egli rappresentato la Circoscrizione Nord Est nel primo Parlamento Europeo, Cecovini è stato una pietra miliare del Grande Oriente d'Italia. Nell'Obbedienza, ha portato la forza di idee e di confronti che dalla sua Trieste, laboratorio di nuovi percorsi, hanno saputo farsi azioni concrete per la promozione della libertà di pensiero in ogni spazio e vissuto. Piangiamo commossi un esempio di umanità, un riferimento sicuro, una coscienza sempre controcorrente che sapeva parlare al popolo. Da alpino, massone e sindaco, con la sua penna sempre attenta a cogliere i mutamenti della realtà, Cecovini ha vissuto di valori profondi. Mentre un nastro nero avvolge i nostri labari, più forte si fa la sua lezione di vita e il patrimonio ideale di pagine vere che ci faranno sempre strada.
08.11.2010 - Trieste - Estremo saluto del GOI a Cecovini. (Corriere della Sera) Leggi l'articolo [ Scarica file Size 164.0 Kb ]
08.11.2010 - Roma - Gran Maestro Raffi. Pompei: serve un piano serio per il nostro patrimonio. Un Paese che vive di cultura ha anticorpi per fronteggiare derive populiste, perché la cultura è libertà. "Il crollo della Domus dei Gladiatori, a Pompei, è una ferita profonda nel cuore della storia e della cultura italiana. Giocare a scaricare responsabilità ora non ha senso, serve invece trovare una soluzione concreta per riportare all'antico splendore un sito archeologico che è patrimonio dell'umanità". Così Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, dopo l'annuncio del ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, che mercoledì riferirà in Aula a Montecitorio sul crollo della Domus pompeiana. "No ai becchini della cultura - attacca l'avvocato ravennate alla guida della Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani - non si può assistere inermi allo sbriciolarsi di una storia che racconta da millenni una sapienza che ha stupito il mondo. Non è solo un problema di fondi e di attenzione: occorre anche ripensare la governance dei luoghi culturali, affiancando manager specializzati all'equipe degli archeologi". "I numeri - fa notare il Gran Maestro del GOI - dicono che spendiamo un terzo rispetto a quanto investono Francia e Germania per la salvaguardia di un patrimonio culturale che attira 93 milioni di visitatori l'anno. Occorrono scelte precise, ma anche, vista la scarsità dei fondi pubblici, aprire a privati disposti a sostenere la cultura italiana. Un Paese che vive di cultura ha al suo interno anticorpi per fronteggiare derive populiste, perché la cultura è libertà. La scure dei tagli, inoltre, porta come conseguenza meno qualità, appalti al ribasso, più lavoratori fantasmi nei cantieri, senza diritti né tutele". "Per Pompei e per mille altri siti d'arte in Italia - ragiona Raffi - occorre uscire dalla gestione commissariale, spesso limitata solo al controllo e alla gestione dell'esistente. Per pensare il futuro serve programmare a lungo termine e curare le radici. Da eredi dei maestri di pietra denunciamo anche lo sfregio delle torri eoliche nel sito archeologico di Sepino, in Molise. Serve un Piano serio - conclude il Gran Maestro Raffi - per la tutela e la gestione dei Beni culturali italiani. O assisteremo ad altri crolli annunciati della nostra storia".
06.11.2010 - Udine - novembre 2010 - Diritti civili e laicità dello Stato. Seminario di studi della Massoneria udinese con il patrocino del Collegio della regione e del Grande Oriente nazionale. Anche quest'anno le logge di Udine hanno scelto un tema di grande attualità per il loro tradizionale seminario di studi massonici che ha raggiunto la quinta edizione. Affronterà il tema "La laicità dello Stato, quale garanzia dei diritti civili: noi e gli altri, il dialogo come reciproco progresso, un avanzare insieme" e si svolgerà come sempre a Palazzo Kechler (Piazza XX Settembre 1870, 4). L'appuntamento è alle ore 16. All'incontro, patrocinato dal Collegio circoscrizionale del Friuli Venezia Giulia e dal Grande Oriente d'Italia, intervengono l'avvocato Giovanni Maria Cecconi, il giurista Enzio Volli, lo storico Fulvio Salimbeni, il filosofo Gian Mario Cazzaniga. Chiude i lavori il Gran Maestro Gustavo Raffi. Presenta l'iniziativa il presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili di Udine, Sergio Parmegiani. Prima del convegno il Gran Maestro consegnerà le due borse di studio bandite con il "Premio Antonio Celotti", dedicato al decano della Massoneria della regione, scomparso nel giugno del 2009 all'età di 103 anni, e al cui ricordo è rivolto anche il seminario. Pneumologo, Celotti dedicò la sua vita alla cura e alla ricerca medica, conciliando le sue numerose attività con gli impegni nel Grande Oriente d'Italia dove entrò diciannovenne. Fu presidente del Collegio circoscrizionale del Friuli Venezia Giulia e nel 1973 diventò Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato. Fu anche un attento studioso di fatti massonici come lo dimostra il suo libro "La Massoneria in Friuli. Prime ricerche sulla sua esistenza ed influenza" pubblicato nel 1982 e aggiornato per il suo 100esimo compleanno. Il "Premio Antonio Celotti", istituito nell'aprile 2010, è rivolto a giovani laureati dell'ateneo di Udine che siano mossi dallo stesso spirito di conoscenza. A cadenza biennale, premierà due tesi di laurea o di dottorato in campo scientifico e umanistico con borse di studio di 1000 euro ciascuna. La presenza del Gran Maestro Raffi nell'Udinese permetterà inoltre di 'consacrare' – domenica 7 novembre - il nuovo tempio della loggia "11 Settembre" (1191) di Campoformido, la cui sede è stata finita di ristrutturare questa primavera. 06.11.2010 - Udine - Seminario del GOI a Udine. (Messaggero Veneto) Leggi l'articolo [ Scarica file Size 2.19 Mb ]
04.11.2010 - Roma - (Adnkronos) 4 novembre: Raffi (GOI), sia tavola di pace e democrazia per Italia che vuole futuro. «Una Repubblica nata per unire. Il 4 novembre, Festa dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, costituisca una rinnovata tavola di pace e di democrazia per l'Italia che vuole costruire il proprio futuro. Un evento importante nel percorso della nostra Nazione che si avvia a vivere con rinnovata energia e pensieri di costruzione sociale il 150° anniversario dell'Unità d'Italia». Così Gustavo Raffi, gran maestro del Grande Oriente d' Italia, in occasione della Festa del 4 novembre. «Il sogno dei padri risorgimentali -aggiunge Raffi- si realizzò pienamente con il 'bollettino' di Vittorio Veneto e l'Italia, da semplice espressione geografica, come l'aveva definita il principe di Metternich, divenne Nazione. Esprimiamo gratitudine alle Forze Armate, presidio delle libere istituzioni, ricordando quanti, fedeli alla nostra Bandiera, sacrificarono la loro vita alla Patria e agli ideali di libertà. Insieme a tutte le coscienze libere del nostro Paese, ci impegniamo soprattutto nelle celebrazioni del cento cinquantenario, a trasmettere alle nuove generazioni la memoria degli eventi che hanno caratterizzato la storia italiana, perchè venga rinnovata da parte di tutti piena fedeltà alla Carta Costituzionale, nella ricorrenza del 62° della sua promulgazione». «Oltre al valore delle nostre Forze Armate, impegnate in fondamentali compiti di peace-keeping in ogni parte del mondo -prosegue Raffi- desideriamo rivolgere un pensiero a tutti coloro che sul territorio ogni giorno, senza la luce dei riflettori, svolgono un lavoro difficile per garantire la sicurezza in numerose realtà, dal mantenimento dell'ordine pubblico al soccorso contro le calamità naturali. L'Italia di domani - conclude - si costruisce non con i proclami ma attraverso l'esempio delle persone che si misurano sempre con i problemi reali». 04.11.2010 - Roma - Raffi: la ricorrenza del 4 novembre sia una tavola di pace e democrazia per l'Italia che vuole il futuro. "Una Repubblica nata per unire. Il 4 novembre, Festa dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, costituisca una rinnovata tavola di pace e di democrazia per l'Italia che vuole costruire il proprio futuro. Un evento importante nel percorso della nostra Nazione che si avvia a vivere con rinnovata energia e pensieri di costruzione sociale il 150° anniversario dell'Unità d'Italia". Così Gustavo Raffi, Gran maestro del Grande Oriente d'Italia, in occasione della Festa del 4 novembre. "Il sogno dei padri risorgimentali - aggiunge l'avvocato ravennate alla guida dell'Obbedienza di Palazzo Giustiniani - si realizzò pienamente con il 'bollettino' di Vittorio Veneto e l'Italia, da semplice espressione geografica, come l'aveva definita il principe di Metternich, divenne Nazione. Esprimiamo gratitudine alle Forze Armate, presidio delle libere istituzioni, ricordando quanti, fedeli alla nostra Bandiera, sacrificarono la loro vita alla Patria e agli ideali di libertà. Insieme a tutte le coscienze libere del nostro Paese, ci impegniamo soprattutto nelle celebrazioni del cento cinquantenario, a trasmettere alle nuove generazioni la memoria degli eventi che hanno caratterizzato la storia italiana, perché venga rinnovata da parte di tutti piena fedeltà alla Carta Costituzionale, nella ricorrenza del 62° della sua promulgazione". "Oltre al valore delle nostre Forze Armate, impegnate in fondamentali compiti di peace-keeping in ogni parte del mondo - rimarca Raffi - desideriamo rivolgere un pensiero a tutti coloro che sul territorio ogni giorno, senza la luce dei riflettori, svolgono un lavoro difficile per garantire la sicurezza in numerose realtà, dal mantenimento dell'ordine pubblico al soccorso contro le calamità naturali. L'Italia di domani – conclude - si costruisce non con i proclami ma attraverso l'esempio delle persone che si misurano sempre con i problemi reali". Silvia Renzi, comunicazione e rapporti con la stampa 04.11.2010 - Roma - (AGI) 4 novembre: Raffi (Massoneria), per unire esempio e non proclami. "L'Italia di domani si costruisce non con i proclami, ma attraverso l'esempio delle persone che si misurano sempre con i problemi reali". Lo dice Gustavo Raffi, Gran maestro del Grande Oriente d'Italia, in occasione della Festa del 4 novembre, e aggiunge: "La festa dell'Unità nazionale e giornata delle Forze armate costituisca una rinnovata tavola di pace e di democrazia per l'Italia che vuole costruire il proprio futuro. Un evento importante nel percorso della nostra nazione che si avvia a vivere con rinnovata energia e pensieri di costruzione sociale il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia". "Il sogno dei padri risorgimentali - dice ancora Raffi - si realizzò pienamente con il 'bollettino' di Vittorio Veneto e l'Italia, da semplice espressione geografica, come l'aveva definita il principe di Metternich, divenne Nazione. Esprimiamo gratitudine alle Forze armate, presidio delle libere istituzioni, ricordando quanti, fedeli alla nostra bandiera, sacrificarono la loro vita alla patria e agli ideali di libertà. Insieme a tutte le coscienze libere del nostro Paese, ci impegniamo soprattutto nelle celebrazioni del centocinquantenario, a trasmettere alle nuove generazioni la memoria degli eventi che hanno caratterizzato la storia italiana, perchè venga rinnovata da parte di tutti piena fedeltà alla Carta costituzionale, nella ricorrenza del 62esimo della sua promulgazione". Il Gran maestro del Goi conclude: "Oltre al valore delle nostre Forze Armate, impegnate in fondamentali compiti di peace-keeping in ogni parte del mondo desideriamo rivolgere un pensiero a tutti coloro che sul territorio ogni giorno, senza la luce dei riflettori, svolgono un lavoro difficile per garantire la sicurezza in numerose realtà, dal mantenimento dell'ordine pubblico al soccorso contro le calamità naturali".
03.11.2010 - Roma - (ANSA) Italia 150: Napolitano, il Risorgimento è Storia di Eroi. Celebriamolo senza complessi né cedimenti. La storia del Risorgimento è una storia di eroi, di persone che hanno sacrificato la loro vita per l'ideale unitario, ha ricordato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, inaugurando al Vittoriano la mostra "Gioventù ribelle". "Dobbiamo celebrare i 150 anni dell'Unità - ha aggiunto - senza complessi e senza cedimenti, superando gli effetti di quell'orrore per la retorica, che non deve certo essere rimpianto, ma che ha finito per farci buttare via troppe cose. E ad esempio ha diffuso una riluttanza a parlare di eroi". "Ma cos'è il Risorgimento - ha proseguito - se non una storia di eroi. Cos'è stato Goffredo Mameli se non un eroe? Altri protagonisti che hanno sacrificato la loro vita per l'ideale dell'Italia unita. Altri paesi sono più attenti del nostro a non deprimere il loro patrimonio storico, ad esempio, la Scuola Normale Superiore di Parigi ha recentemente dedicato una giornata di studi a 'Cavour europeo'. Dunque liberiamoci dai nostri complessi e facciamo attenzione anche a certi cedimenti, ad esempio all'uso sterilmente polemico nel Risorgimento e del movimento unitario con l'occhio al presente. Mi riferisco a teorie come quelle del Risorgimento inteso come rivoluzione fallita, oppure alla tesi storicamente falsa del brigantaggio meridionale, descritto come reazione al processo unitario nazionale. Il brigantaggio c'era già prima, molti anni prima, ed è stato un fenomeno di rivolta sociale contro l'autoritarismo e l'oppressione borbonica. Invece di riconoscere tutto ciò affiora invece un nostalgismo borbonico". Napolitano ha invitato a fare attenzione a queste ed altre ricostruzioni semplicistiche del movimento risorgimentale. "Naturalmente anche nel movimento unitario che ha fatto l'Italia - ha detto ci sono stati errori e ce ne sono stati altri poi dopo l'Unità, gravi insufficienze, incapacità di realizzare gli ideali indicati. Ma non mettiamo errori e responsabilità delle classi dirigenti sulle spalle di eroi come Goffredo Mameli. Parlo di errori che si sono ripetuti per decenni, come la mancata risposta all'arretratezza del Mezzogiorno". Napolitano ha concluso il suo intervento a braccio e fuori programma ricordando che "la grandezza del processo unitario è data dalla molteplicità delle sue componenti e che la grandezza di Cavour consiste nella capacità di farle confluire in un progetto". 03.11.2010 - Udine - V° Seminario di studi massonici Sabato 6 novembre. Sarà la "laicità" ad essere al centro del V° Seminario di Studi Massonici che il Consiglio dei Maestri Venerabili di Udine organizza - con il patrocinio del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili del Friuli Venezia Giulia e del Grande Oriente d'Italia - sabato prossimo, 6 novembre, nel capoluogo friulano (ore 16, Palazzo Kechler, Piazza XX Settembre, 4). Un tema spesso dibattuto dai Liberi Muratori in quanto – come sottolineano gli organizzatori – "la laicità rappresenta, da sempre, per la Massoneria, un valore inalienabile. Essa, infatti, significa tolleranza, capacità di credere nelle proprie idee senza restarne succubi, ma significa anche mantenere una capacità critica ed emanciparsi dal culto di sé. Costituisce una risorsa per affrontare, attraverso il dialogo interculturale, questioni irrisolte per ricercare soluzioni condivise. I Liberi Muratori – sottolineano ancora - si sentono direttamente coinvolti nelle innumerevoli battaglie a difesa della libertà dei singoli, dei gruppi, della società stessa consapevoli di dovere evitare ogni facile insidia volta a considerare la laicità come una mera acquisizione limitata al mondo occidentale". Al Seminario, che sarà aperto dal Sergio Parmegiani, Presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili dell'Oriente di Udine e coordinato dall'avvocato Giovanni Maria Cecconi e al quale porterà i saluti, Umberto Busolini, Presidente del Collegio dei Maestri Venerabili del Friuli Venezia Giulia, partecipano Fulvio Salimbeni dell'Università degli Studi di Udine, Enzio Volli dell'Università degli Studi di Trieste, Gian Mario Cazzaniga dell'Università degli Studi di Pisa. Concluderà i lavori il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani, Gustavo Raffi. Al termine dei lavori del Seminario saranno consegnate le due borse di studio bandite con il "Premio Antonio Celotti" - istituito nell'aprile 2010 e riservato a giovani laureati dell'ateneo udinese - dedicato al decano della Massoneria della regione, scomparso nel giugno del 2009 all'età di 103 anni. Autore del saggio "La Massoneria in Friuli. Prime ricerche sulla sua esistenza ed influenza" - pubblicato nel 1982, aggiornato per il suo 100esimo compleanno e che rappresenta uno spaccato sulla libera Muratoria nella regione - Celotti, pneumologo, dedicò la sua vita alla cura e alla ricerca medica, conciliando le sue numerose attività con gli impegni nel Grande Oriente d'Italia dove entrò diciannovenne. Le iniziative organizzate dal Collegio del Friuli Venezia Giulia si concluderanno domenica 7 novembre con la cerimonia di consacrazione del nuovo Tempio della Loggia "11 Settembre" di Campoformido.
_______________________________________ Questa pagina è stata letta | | Volte |
|
|