I dettagli della rassegna stampa sono consultabili sul sito del Grande Oriente d'Italia: www.grandeoriente.it

 

  • 09.11.2009 - Roma "Oltre ogni Muro, si alzino pietre solo per costruire umanità e speranza".
    Così Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, parla del ventennale della caduta del Muro di Berlino.
    "Un simbolo - sottolinea il numero uno di Palazzo Giustiniani - che non deve restare solo un ricordo nella bacheca dell'Europa ma deve invece fare breccia in altri muri di incomprensione che ancora dividono i popoli. La storia degli uomini liberi - rimarca Raffi - guarda a quel Muro per ricordare alla nostra ricerca di senso che la tolleranza e il dialogo sono valori da conquistare e difendere ogni giorno, dando carne e volto al confronto".
    "Il 9 novembre 1989 - sottolinea il Gran Maestro Raffi - crollò un muro che era bombato dalla voglia di migliaia di giovani di guardarsi negli occhi, un muro picconato dalla forza di un'identità che non poteva avere confini né filo spinato. Da quella linea si levò un pensiero più forte del cemento che limita, per cogliere un vento nuovo e antico: quello della libertà, che soffia sempre dove vuole. La Libera Muratoria - aggiunge - guarda a quel simbolo come a un segno posto nel cammino dei popoli che indica una speranza possibile, abbracciando le differenze degli uomini. E anche oggi, come venti anni fa, c'è da cogliere la musica di un violino che si alza tra le rovine, invitando a costruire la pace. Da Berlino al Tibet - conclude Raffi - la bellezza della verità abbatte i muri e sa farsi sempre strada".

  • 10.11.2009 - Firenze - Il 12 dicembre 2009 il tradizionale appuntamento del Collegio toscano aperto ai non massoni: "Festa della Luce".
    Com'è consuetudine il Collegio circoscrizionale della Toscana organizza a fine anno la Festa della Luce. L'appuntamento è il 12 dicembre all'Hotel Sheraton nei pressi dell'uscita Firenze Sud dell'Autostrada del Sole con l'inizio dei lavori rituali alle ore 17,30. In seguito sarà chiuso il libro della legge sacra per consentire l'ingresso nel Tempio di familiari e amici interessati alla cerimonia della Festa della Luce. Nel corso della serata saranno consegnati riconoscimenti ai Fratelli toscani con oltre 40 anni di appartenenza massonica. Al termine ci sarà la consueta Agape Bianca (40 euro a persona).
    leggi il programma e le modalità di partecipazione.
    Info e prenotazioni entro il 30 novembre per la partecipazione alla cerimonia: Segreteria del Collegio toscano (055 2340543 dalle 8 alle 13 dal lunedì al venerdì).

  • 11.11.2009 - Roma (Adnkronos) - INVITO DEL GRAN MAESTRO ALLO SCRITTORE AMERICANO, SOLO UN ROMANZO MA É BELLO CERCARE INSIEME UN PEZZO DI VERITÀ.
    La richiesta è già partita, la risposta non dovrebbe tardare. "Abbiamo invitato Dan Brown per un confronto aperto su 'Il Simbolo perduto' e la vera sapienza della Massoneria". In un'intervista all'ADNKRONOS Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia spiega che lo scrittore americano, autore del nuovo romanzo thriller pubblicato in Italia da Mondadori, potrebbe presto salire al Vascello, la villa con squadra e compasso collocata nel verde romano di Porta S. Pancrazio, sede di Palazzo Giustiniani, che con i suoi 21.000 membri è la più grande comunità massonica italiana.
    "La nostra - spiega Gustavo Raffi - è sempre una casa di vetro, aperta al dialogo e al confronto con tutti. Siamo uomini del dubbio e sappiamo quanto è bello cercare insieme ad altri un pezzo di verità da portare all'alba. Qualche volta possiamo farlo anche in modo simpatico e questa è una di quelle occasioni".
    "Nel nuovo romanzo di Dan Brown - aggiunge l'avvocato ravennate, al terzo mandato alla guida del Goi - la Massoneria è infatti la spina dorsale della narrazione. La Massoneria americana in primo luogo, anche come 'pietra' fisica, ma a essere presa in considerazione è poi in realtà un pezzo dell'itinerario di bellezza vissuto dalla fratellanza universale".
    "Certo - nota Raffi - nelle pagine de 'Il simbolo perduto' non mancano inesattezze che balzano subito agli occhi di un iniziato. Ma si tratta 'solo' di un romanzo, non di un testo sacro. E tuttavia al di là dell'atmosfera di mistero che nella scenografia dell'avvincente thriller circonda l'istituzione, la traccia percorsa dal testo mostra che il vero segreto è come vivere e soprattutto, l'autore lo ricorda dall'inizio alla fine della narrazione, 'come morire'.
    E poi - rimarca il Gran Maestro del Goi - un dato è chiaro: anche in questo racconto di fantasia i liberi muratori hanno sempre il volto dei solitari cercatori di sapienza".
    "Sono eredi di percorsi di infinito e libero confronto, maestri nell'arte del taglio della pietra e nella pratica della tolleranza. Questo - ricorda il numero uno di Palazzo Giustiniani - è anche il motivo per il quale ogni anno migliaia di giovani bussano alle porte del nostro Tempio per intraprendere il fraterno cammino di chi conosce le fatiche della storia e la verità di quell'Ordo ab chao, l'ordine che viene dal caos, che è anche una spia testuale, quasi un ritornello, del simbolo perduto e alla fine ritrovato".
     

  • NEL THRILLER L’ELOGIO DELLA TOLLERANZA MASSONICA, MA IL CODICE VERO VA CERCATO NELLA VITA.
    Per Raffi ha ancora ragione l'autore del thriller di 604 pagine quando ricorda che la Massoneria può essere un dono per la società perché "permette - citazione testuale del libro, spiega il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia - la coesistenza di fedi diverse al suo interno. 'Un'apertura mentale non da poco', dirà il protagonista Robert Langdon, professore di simbologia, in un'epoca in cui popoli di culture diverse arrivano a uccidersi per stabilire qual è la definizione migliore di Dio. Ecco perché, aggiungerà il cacciatore di simboli e codici segreti, la tradizione di tolleranza della Massoneria 'mi sembra assolutamente encomiabile'. Essa accoglie uomini di tutte le razze, di tutti i colori e di tutte le fedi e propugna una fratellanza spirituale che non discrimina in alcun modo".
    "Così massone nel libro è Peter Solomon, il misterioso custode della piramide del mistero, simbolo sempre incompiuto dell'illuminazione, ma lo sono anche altri personaggi che si muovono sotto il sigillo della fenice a due teste con il numero 33 sul petto, il tradizionale simbolo del massimo grado della Massoneria".
    "E a suo modo - sottolinea Raffi - la vera Massoneria deve sempre difendersi, con la verità dei percorsi, dai 'Mal'akh' di turno, ovvero dai personaggi che vorrebbero carpirne il segreto con la forza o a buon mercato, come indica anche il romanzo di Dan Brown, collegando l'oscuro uomo tatuato alla menzogna delle credenze costruite sull'odio o sulla noia".
    "Ma oltre all'invasato che non ha compreso il vero messaggio dei discepoli di Hiram, ci sono altri rimandi da decodificare tra lettere e cifre, segni da cogliere nella pietra come nella ormai proverbiale corsa contro il tempo di Langdon, stavolta all'interno della Rotonda del Campidoglio, a Washington".
    Ma, mette in chiaro Raffi, "il codice vero occorre cercarlo nella vita, declinando le cifre di una laicità che si mette al servizio della verità. È questo il sale della Loggia: l'ottimismo di credere -stavolta sì lo diciamo pienamente e anche con simpatia con Dan Brown - che 'l'ora più buia è quella prima dell'alba'. Ma è pur sempre un'ora di passaggio, aggiunge la Massoneria di ogni tempo e di ogni storia, perché la luce sta per arrivare nella storia".
    Non a caso, a Peter che nel testo chiede a Langdon perché i massoni posino sempre la pietra angolare di un edificio a nordest, il professore di simbologia ad Harvard replica deciso: "Perché l'angolo nordest è' quello che riceve i primi raggi del sole al mattino".
     

  • SIAMO COME SOLOMON, IDEALISTI ANCHE IN MOMENTI DI CRISI - IL SEGRETO DI UNA STRADA ‘SIN-CERA’.
    Mentre nel romanzo lo scettico Langdon si sforza di comprendere il segreto del cerchietto col puntino al centro, "nella Massoneria vera - sorride Raffi poggiando il libro sulla grande scrivania di legno del Vascello - a volte siamo un po' come il Peter Solomon del romanzo: 'idealisti anche nei momenti di crisi', così lo descrive in un passaggio Dan Brown. Sappiamo che 'tutto può mutare', come ricorda in queste pagine il massone padre Galloway. Anche se a noi, con tutto il rispetto per l'autore del 'Codice Da Vinci', lo aveva già insegnato Giordano Bruno. Ma non ci mettiamo sulla torre a sparare palle incatenate contro chi cerca di masticare un po' di sale della Massoneria. Piuttosto siamo contenti di ritrovare ogni tanto tracce profonde di sapienza massonica seminate nella coscienza, il vero sacrario dell'uomo. Piccoli pezzi di verità che sono come il vento della sera: in silenzio entrano in modo diverso nei cuori e allargano le menti. Davvero - allarga le braccia Raffi - la forza dell'umanità non ha confini".
    E a chi gli chiede quale passaggio lo abbia fatto riflettere leggendo 'Il Simbolo perduto', il Gran Maestro del Goi, che di libri di antica sapienza è anche il 'Primo Custode', replica: "Ho apprezzato quando si racconta della 'piramide massonica che ha sempre custodito il suo segreto sinceramente'. Qui l'agile e qualche volta pure sulfurea penna di Dan Brown ricorda il significato di quel 'sin-cera', spiegando che fin dai tempi di Michelangelo gli scultori avevano l'abitudine di nascondere i difetti delle loro opere colando cera fusa nelle fessure e poi coprendola con polvere di marmo. Il metodo era ovviamente un inganno, perciò tutto ciò che era 'sine cera', era autentica. Dalla pietra allo scritto, dalla parola alla vita, le dimensioni 'senza cera' hanno da allora in poi marcato la differenza tra il vero e il falso. E la Massoneria - rivendica Raffi - si colloca da sempre nel vero degli uomini, nel 'sin-cero' delle scelte, in quel segreto che sta dentro il cuore delle cose, mai all'esterno delle apparenze".
    "É un segreto - aggiunge il Gran Maestro Raffi - che il romanzo rincorre pagina dopo pagina, aprendo griglie e simboli e sfiorandoli in maniera tangenziale nella corsa alla Parola perduta. E quando Robert Langdon si ritroverà faccia a faccia con il busto in bronzo del massone Albert Pike, sul piedistallo leggerà una frase che dice: 'Cio' che abbiamo fatto solo per noi stessi muore con noi. Ciò che abbiamo fatto per gli altri e per il mondo resta ed è immortale".

    L'ULTIMA PAROLA É LA SPERANZA - GELLI? I VERI LIBRI DELL'ISTITUZIONE NON LI HA MAI CONOSCIUTI.
    "Poi è chiaro - aggiunge il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia - che Dan Brown anche in questo romanzo fa un mix di tante cose e dimensioni, ma questo è il suo mestiere e anche il suo segreto narrativo, che il lettore dei suoi best seller conosce e sa valutare. Lo storico si muoverà su piani diversi, come farà anche chi nella realtà ha tracciato la sua tavola di iniziato".
    "Anche per questo sarà interessante - sorride ancora Raffi - parlarne con Dan Brown, mostrandogli le vere carte e pietre, ma soprattutto il vero volto della Libera Muratoria. Almeno per evitare quanto lui stesso scrive in corsivo nelle pagine finali del libro, avvertendo del rischio che la 'verità possa essere travisata, come succede sempre quando ci sono di mezzo i massoni. I cercatori di obelischi sono avvisati...".
    E parlando dei massoni con un altro 'codice esoterico', il Gran Maestro aggiunge: "La differenza tra gli uomini e i fratelli muratori sta in questa storia: un giorno un uomo passò davanti a un edificio in costruzione. C'erano tre persone al lavoro. 'Cosa stai facendo?', chiese loro. 'Mi guadagno da vivere', rispose il primo. 'Taglio la pietra', aggiunse il secondo. E il terzo artigiano disse: 'Costruisco una cattedrale all'umanità.
    Ecco - traccia la tavola Raffi - i liberi muratori hanno il grembiule del terzo artigiano a far loro da stella lungo il sentiero".
    Pensa che Licio Gelli leggerà 'Il Simbolo perduto'? Raffi alza le spalle e affonda: "Mi auguro che legga almeno i romanzi a sfondo massonico, visto che i veri libri dell'Istituzione, quelli scritti da migliaia di uomini con l'inchiostro dell'impegno e della verità per gli altri, non solo non li ha vissuti ma non li ha nemmeno intravisti".
    "Forse - aggiunge il numero uno di Palazzo Giustiniani - il miglior modo per rimarcare la distanza siderale che separa il Grande Oriente dalla P2 sta nelle parole di Katherine, la sorella di Solomon, che allo scettico Langdon ricorda ciò per cui noi lavoriamo: 'il secondo avvento è l'avvento dell'uomo, il momento in cui finalmente l'umanità costruirà il tempio della propria mente".
    "É per fare strada a questa umanità - tiene a rimarcare Raffi - che al di là delle suggestioni di Dan Brown, ogni giorno e con serietà cerchiamo di costruire prigioni al vizio spianando la strada al dialogo tra gli uomini. Un lavoro profondo e spesso silenzioso, ma alla fine sarà compreso.
    Non a caso - conclude il Gran Maestro del Goi - l'ultima parola de 'Il simbolo perduto', quando il sole si alza su Langdon e sul Campidoglio, è: speranza".
    (Gdk/Adnkronos)

  • 17.11.2009 - Palermo - Raffi (GOI) "Nessuna infiltrazione nella Istituzione. Le nostre mani sono sempre pulite. Palazzo Giustiniani non ha nulla da temere, chi agita spettri rimarrà deluso".

    Dura replica al GRIS.

    Palermo 17 novembre 2009. "Le nostre mani sono pulite, come lo sono i nostri guanti rituali. Non temiamo davvero nulla perché nel Tempio di Palazzo Giustiniani i criminali e i mafiosi non possono entrare". É dura e chiara la presa di posizione di Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, che risponde così all'articolo pubblicato ieri da ‘Il Giornale di Sicilia’, con il titolo "L'accusa della Chiesa: Poca distanza tra boss e massoni», che registra, da un lato, le accuse del Presidente Nazionale del Gris, Giuseppe Ferrari e, dall'altro, le aperture di quest'ultimo al dialogo.

    "Respingiamo con sdegno le accuse di contiguità e di sostegno reciproco fra Libera Muratoria e alta criminalità organizzata. Al riguardo la Massoneria di Palazzo Giustiniani diffida formalmente il Presidente del GRIS ad uscire dalle denunce generiche ed indiscriminate, dalle ombre che non aiutano a comprendere i fatti, per chiarire invece senza indugi - e assumendosi ogni responsabilità civile e penale - se gli addebiti infamanti riguardino il Grande Oriente d'Italia e, in caso affermativo, a denunciare fatti circostanziati e a fornire nomi e cognomi dei responsabili".

    "Ovviamente - sottolinea ancora il Gran Maestro Raffi - il Grande Oriente d'Italia si riserva fin d'ora di agire giudizialmente a tutela della propria onorabilità. Prendiamo atto con amarezza dei cambiamenti di rotta del vertice del GRIS che, dopo anni di proficui confronti pubblici e civili, sembra ora aver optato per il confronto nelle aule di giustizia. Se questo è il terreno del dialogo cui fa riferimento il Presidente del GRIS, da uomini liberi e di buoni costumi, noi non ci sottrarremo".

    "Fin d'ora però una cosa sia chiara a tutti: chi profila anacronistici scenari da P2 e chi lancia palle incatenate sulla nostra Istituzione - conclude Raffi - non avrà come risposta il silenzio. Rispetto a una comunione massonica che ogni giorno è lievito sano per la società ed esempio di tolleranza e confronto, rispetto al Grande Oriente d'Italia che conta 21.000 persone e tra questi migliaia di giovani, il nostro primo dovere è fare verità. Ed è quello che faremo in tutte le sedi, a schiena dritta come sempre. Chi agita spettri, rimarrà deluso".

    Leggi l'articolo da Il Giornale di Sicilia

  • 24.11.2009 - Udine - Massoneria: tra diritto ed etica, la sfida umana del testamento biologico, con il Gran Maestro Gustavo Raffi.

    Al tavolo di confronto Grande Oriente d'Italia, Chiesa e Scienza.

    "Libertà di sapere e di scegliere il proprio destino. Libertà di indicare, in caso di malattia, 'come' morire interrompendo le cure senza subire la violenza della nutrizione forzata. Tra diritto ed etica, il dibattito sul testamento biologico deve guardare alla centralità della persona e al suo unico sacrario: la coscienza. Partendo da questo foro interno, il dibattito e il confronto prenda il colpo d'ala per arrivare alla norma necessaria".
    Così il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, torna sul tema del testamento biologico, che definisce "una sfida tutta umana", presentando il convegno "La vita: una sfida per ciascuno di noi, il testamento biologico", IV Seminario di studi massonici che si terrà sabato 28 novembre a Udine (Palazzo Kechler).
    Al Convegno che avrà inizio alle ore 15, organizzato dal Grande Oriente d'Italia, dal Collegio Circoscrizionale del Friuli Venezia Giulia e dall'Associazione culturale 'Galilei' interverranno: Giovanni Maria Cecconi; Enzio Volli, don Paul Renner e Luisella Battaglia. Concluderà i lavori l'intervento del Gran Maestro Raffi.

    "Sulla bioetica come su altri temi che toccano valori e diritti, laicità e vita, la Libera Muratoria - spiega Raffi - non solo è aperta al confronto con la Chiesa e con altre forza sane della società, ma vuole portare il proprio serio contributo di riflessione, evidenziando la necessità di rispettare la decisione del malato in caso di un possibile accanimento terapeutico. Non si tratta solo di rifiuto delle cure da parte del paziente - chiarisce il Gran Maestro Raffi - ma di preservare l'integrità psicofisica della persona, la sua emotività e dignità. In gioco non c'è soltanto un corpo da tenere in vita con ogni mezzo, ma una storia da difendere".

    "Le problematiche connesse alla legge - sottolinea quindi Raffi - devono tener presente un mondo di valori e di convinzioni etiche, filosofiche e religiose che ciascuno ha sulla vita e la morte. Perché un diritto è tale anche se a esercitarlo è una sola persona".
    Allo stesso tempo, per il Gran Maestro, "vanno indicate misure concrete di supporto economico ai pazienti in stato vegetativo e alle loro famiglie. Ecco perché - rimarca Raffi - la legge sul testamento biologico non va caricata di connotati ideologici né politici ma deve prendersi 'cura', in senso heideggeriano non mistico-disincarnato, dell'uomo e della qualità della sua vita".

    "I liberi muratori, che sono e restano sempre uomini del dubbio, sostengono ancora una volta la libertà della ricerca scientifica contro ogni intolleranza e oscurantismo - conclude Raffi - invitando allo stesso tempo a evitare la spettacolarizzazione del dolore altrui e la demagogia di chi evoca roghi o scomuniche. Nel necessario dialogo, si tenga la barra dritta su un punto di partenza che è anche l'unico punto di arrivo: l'uomo e il suo bene".
     

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