I dettagli della Rassegna Stampa sono consultabili sul sito del Grande Oriente d'Italia: www. grandeoriente.it

Notizie, eventi, avvenimenti, comunicazioni

 

 

  • 04.06.2008 - Roma - (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - Tarocchi, meditazioni e musica per il primo appuntamento di ''Giugno alla Filarmonica'' nei Giardini della Casina Vagnuzzi, domani a partire dalle ore 19. In programma la presentazione del libro di Bruno Battisti D'Amario "I tarocchi. Meditazioni e musica" pubblicato nel 2007 da Gangemi Editore e un concerto per chitarra e flauto di Battisti D'Amario impreziosito da un suo omaggio a Ennio Morricone. Alla presentazione interverranno oltre l'autore, Marcello Panni, direttore artistico della Filarmonica e Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia.
    Nel suo volume Bruno Battisti D'Amario, chitarrista e docente presso il conservatorio di ''Santa Cecilia'' in Roma, ha assegnato al valore simbolico delle carte suoni intimamente collegati ad esse. I personaggi dei tarocchi espressi dalle figure dei 22 "Arcani Maggiori" sono concatenati tra di loro indicando un percorso morale e rappresentando delle vere e proprie idee-forza.
    Alle ore 21 seguirà il concerto di Bruno Battisti D'Amario alla chitarra accompagnato dalla flautista e chitarrista Virginia Battisti D'Amario con la sua composizione originale "Una fantasia per Ennio", in omaggio al compositore e amico Ennio Morricone.

 

  • 05.06.2008 - Firenze - Si svolgerà il 7 giugno, alle ore 18, presso il Caffè Storico Letterario Giubbe Rosse (piazza della Repubblica 13/14r), la premiazione del concorso libero di scrittura Scrivo, dunque sono… patrocinato dal Grande Oriente d’Italia, sotto l’egida del Gran Maestro Gustavo Raffi. Sono tre i vincitori designati dalla giuria presieduta da Alessandro Meluzzi e composta da Mariella Bettarini, Stefano Bisi, Sole Buzzi, Carlo Ciapetti, Mauro Lastraioli, Gabriella Maleti, Massimo Mori, Ginpaolo Pacenti e Vittorio Vanni. Primo classificato è Gianfranco Venturato con il racconto Le Belle Donne, secondo Marcello Curti con il racconto Il violinista e terzo Emilio Quattrini con il racconto la Prove dell’esistenza dell’anima. Il concorso Scrivo, dunque sono… è stato istituito in ricordo del fratello Guido D’Andrea, ideatore e primo conduttore delle rassegne culturali Lettere e Simboli e di Incontri del Grande Oriente che, dal 1995, presentano al grande pubblico il variegato mondo della Libera Muratoria e i suoi influssi in numerose arti e discipline.

 

  • 08.06.2008 - Roma - La reazione di Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia alla pubblicazione di 300 nomi di affiliati alle logge massoniche sul "Corriere di Livorno". «Noi denigrati, ma la caccia alle streghe non paga» da "Il Giornale" del giorno 8.06.2008

    «Più che fastidio, indifferenza, di fronte a quella che viene vista come una campagna denigratoria e una ricerca di facile pubblicità. Questa la reazione di Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia alla pubblicazione di 300 nomi di affiliati alle logge massoniche sul Corriere di Livorno. Per il Gran Maestro, in visita alla sede torinese de Il Giornale, è la spia di un pericolo che incombe sulla società.
    «La pubblicazione delle liste è la dimostrazione che lo Stato democratico è in un periodo di grande difficoltà, sottoposto a grandi minacce».
    Addirittura?
    «Certo. Evidentemente sono state vane le grandi battaglie condotte nel passato, come quella dei sindacati che, proprio a Torino, si opposero con forza alle schedature dei dipendenti della Fiat».
    E poi c’è un problema di privacy.
    «Anche se la direttiva europea sulla privacy è stata recepita in Italia con almeno 18 anni di ritardo, alla fine è comunque arrivata anche da noi. E quindi va rispettata. Faccio un esempio».
    Quale?
    «Un sindaco va valutato per il suo operato. Che poi sia massone o no, poco conta. Anche un primo cittadino, nel suo privato, è libero di fare ed essere quello che vuole. Ma le conseguenze negative della pubblicazione delle liste possono anche essere altre».
    Insomma, non è necessario ricoprire per forza una carica per essere danneggiati?
    «Immaginiamo che tra i nomi pubblicati ci sia un giovane che di mestiere fa il fotografo. E che vada a fare servizi ai matrimoni. Ora che il suo nome è stato messo nero su bianco quante difficoltà incontrerà a trovare nuovi incarichi e nuovi lavori? E vi sembra democrazia questa?».
    Come definirebbe dunque l’iniziativa del giornale livornese nei vostri confronti?
    «È una campagna denigratoria, fatta peraltro da un giornale che evidentemente ha bisogno di farsi pubblicità».
    Che risposta può dare, a tutto questo, la massoneria?
    «La risposta l’abbiamo data nei giorni scorsi, in occasione della presentazione del busto di Alessandro Tedeschi e del libro dedicato a lui».
    In che senso?
    «Tedeschi era un ebreo livornese, massone, che andò a vivere in Argentina e organizzò una fitta ed efficace rete sanitaria. Poi, con l’avvento del regime in Italia, tornò in Europa e si mise alla guida del Grande Oriente. Morì prima di venire catturato. Ecco, un personaggio di questo profilo è la risposta a chi ci denigra. Ma la risposta più grande è stata l’attenzione a questa manifestazione pubblica, dove erano presenti sindaco, politici, ma anche il rabbino capo e il vescovo».
    L’iniziativa della pubblicazione delle liste potrebbe essersi rivelata un boomerang per chi ha alzato il polverone.
    «Oggi fare la caccia alle streghe non paga. Anzi, si rivolta contro chi la fa. È il frutto di anni di trasparenza e chiarezza durante i quali il Grande Oriente ha aperto i suoi archivi a storici e studiosi. D’altra parte i nomi sono stati pubblicati da un giornale in difficoltà, che vorrebbe rappresentare un’area che non è nemmeno più in Parlamento».
    Ma secondo lei che cosa dà così fastidio della massoneria?
    «Noi difendiamo i valori disinteressatamente, senza dare lezioni. A differenza della politica, non abbiamo interessi confliggenti da far coesistere per timore di perdere consenso. La massoneria dà fastidio perché fa domande, pone dubbi. E sono questi, più che i rituali e i cerimoniali, a irritare. La massoneria vuole educare l’uomo del dubbio, con capacità critica e autocritica. Doti che possono mettere in crisi impalcature che si basano invece su strutture rigide e gerarchiche».
    «In definitiva, come si può chiudere questa polemica con il giornale livornese?
    «Forse devono chiedersi se gli unici lettori di certi articoli non siano poi loro stessi. A questo punto potrebbero organizzarsi, comprare un numero del giornale e fotocopiarlo in modo da distribuirselo tra loro».

 

  • 09.06.2008 - Torino - Sulla scia del caso Livorno (pubblicazione elenchi massoni): Da “Il Giornale” del 09.06.2008 di di Massimo Teodori

    Niente trucchi ma trasparenza
    Ovunque nelle democrazie occidentali la massoneria è una rispettabile associazione di cittadini che perseguono alcuni ideali, apertamente e orgogliosamente. In Inghilterra il capo della Gran loggia appartiene alla famiglia reale. Negli Stati Uniti molti presidenti sono stati alti dignitari massonici. In Francia per qualche tempo il gran maestro è stato il fratello del presidente Mitterrand.
    Solo in Italia le cose vanno in maniera diversa. Dopo la stagione risorgimentale e post-risorgimentale in cui gran parte della classe dirigente liberale e democratica era legata alla massoneria, nel dopoguerra il Grande Oriente d’Italia e le altre maggiori osservanze massoniche, risollevatesi dai divieti e dalle persecuzioni del fascismo, hanno per di più svolto le loro attività in un cono d’ombra che ha facilitato la crescita di escrescenze come la P2 di Gelli, più gruppo di potere senza aggettivi che loggia massonica.
    È per questo che da noi la massoneria ha una vita singolare, se confrontata con il resto dell’Occidente. D’altra parte l’opinione pubblica di solito guarda con sospetto dietrologico tutto ciò che ha a che fare con la massoneria, mentre da parte loro i «fratelli», per legittima difesa o per difetto di orgoglio identitario, tendono a operare protetti dalla riservatezza. Negli ultimi tempi, tuttavia, con il gran maestro Raffi, il Grande Oriente d’Italia ha fatto passi avanti sul terreno della pubblicità e trasparenza.
    È in questo quadro che va considerata la pubblicazione dei nomi dei massoni di Livorno su un giornale locale. Ci dobbiamo però chiedere se ci si trovi di fronte a un’iniziativa tendente alla trasparenza, oppure se si tratti di un episodio con fini scandalistici. Se si trattasse del primo caso, saremmo d’accordo con l’esigenza della pubblicità che avrebbe potuto riguardare, così come la massoneria livornese, anche altre associazioni private come i partiti politici e le confraternite filantropiche, l’Opus Dei e i club tipo Rotary. La trasparenza senza secondi fini e strabismi, serve sempre a migliorare la convivenza democratica. Quel che tuttavia non quadra a Livorno è il fatto che gli elenchi dei massoni ora pubblicati provengono da un procedimento giudiziario che li ha acquisiti nel 2007 in base all’ipotesi che l’intera fratellanza locale fosse dietro un’attività di criminalità finanziaria; e che il loro attuale riciclaggio può essere funzionale a interessi che restano oscuri.
    Si tratta della stessa logica distorta della pubblicazione a catena delle intercettazioni telefoniche che partono da un’ipotesi di reato e finiscono per coinvolgere tutti coloro che hanno avuto a che fare con il telefono dell’indagato.
                                                                                                                                                                                                            Da “Il Giornale” 09.06.2008 di Giordano Bruno Guerri                                                                                                                           No al marchio d’infamia

    La questione non è se i massoni abbiano o no diritto alla riservatezza, la questione è che ne dovrebbero godere tutti i privati cittadini. Proviamo a fare un esempio in contrasto con quello della massoneria, ovvero il mondo dei cattolici praticanti. E supponiamo che un quotidiano di provincia decida (non vorrei dare un’idea) di pubblicare l’elenco di chi la domenica si confessa e si comunica in duomo: nomi, cognomi, professioni. L’essere credente e praticante non è di certo un’infamia, anzi di norma viene percepito come una qualità. Eppure c’è da giurare che chi si vedesse pubblicato in quell’elenco si risentirebbe assai. E avrebbe ragione. Perché ognuno ha diritto di vivere la propria vita sociale nella discrezione del proprio gruppo di appartenenza; senza venire esibito in elenchi che, per il semplice fatto di venire esibiti, comportano una ghettizzazione, la riduzione al rango di individuo «dedito a». Inutile dunque sostenere che la massoneria non è più segreta e che è lecito pubblicare l’elenco dei massoni. Sarà anche lecito, ma è un atto volgare e consciamente aggressivo da parte di chi lo compie.
    Tanto più nel caso del Corriere di Livorno, che ha estrapolato i nomi degli iscritti alle varie logge da un’inchiesta giudiziaria. Da notare che le liste erano state acquisite agli atti per verificare eventuali intrecci affaristici, ancora da provare. Si è trattato dunque di un gesto del tutto gratuito, una ricerca dello scoop a ogni costo, che si è fatto beffe del costo per chi l’ha subito. Un pasticciere massone non fa dolci meno buoni perché porta anche un altro grembiule, ma può perdere clienti che hanno in uggia le logge.
    Effetti pratici a parte, bisogna mettere un freno alla tendenza dilagante di esporre in piazza i fatti di chiunque. Se è inevitabile che chi ha un ruolo pubblico finisca sotto il mirino dei media, chi quel ruolo non ce l’ha dovrebbe essere lasciato in pace a svolgere le attività – lecite – che più gli aggradano. Senza venire bollato per quanto guadagna, per chi frequenta, per come passa il tempo libero, per le associazioni a cui partecipa. Già viviamo in un’epoca supervigilata come neanche durante dittature: telecamere per la sicurezza, verifiche di ogni tipo contro l’evasione fiscale, controlli su controlli giustificati dalla necessità che i comportamenti privati non provochino danni pubblici.
    Ci mancava solo che i giornali cominciassero a rendere noti i nomi di chi si associa a questo e a quello. Oggi i massoni, domani i cacciatori, dopodomani, appunto, chi fa la comunione. L’effetto è devastante, e non tanto per la privacy: è che, così facendo, l’individuo cessa di essere un individuo – con la sua preziosa, irrinunciabile unicità – e diventa un nome in una lista. E sulle liste c’è quasi sempre un bollo, o un marchio, d’infamia.

 

  • 10.06.2008 - Roma - Il nuovo Telegiornale del Grande Oriente d’Italia si apre con un servizio sulle celebrazioni livornesi in onore  del Gran Maestro Alessandro Tedeschi che si sono articolate con la deposizione di un busto a lui dedicato nella Villa comunale della città e con la presentazione del saggio “Alessandro Tedeschi, Gran  Maestro dell’esilio” dello storico Santi Fedele. Nelle interviste, il Gran Maestro Aggiunto Bianchi traccia la figura di Tedeschi Massone; il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, approfondisce i rapporti tra Livorno e la Massoneria; lo storico Santi Fedele illustra il legame tra antifascismo e Libera Muratoria. Il Tg prosegue con le immagini della Festa del Collegio del Lazio e con  una intervista al presidente circoscrizionale Bruno Battisti D’Amario che fa il punto sull’attività delle logge laziali. In chiusura, il Telegiornale presenta un servizio sulla serata dedicata al Grande Oriente d’Italia e al Gran Maestro Gustavo Raffi dalla rassegna culturale “Amor di libro”, organizzata dal Comune di Varese e dall’Università dell’Insubria. Moderatore dell’incontro, ampiamente seguito dagli studenti universitari, il filosofo Claudio Bonvecchio, consigliere dell’Ordine del Grande Oriente, che ai microfoni del Telegiornale riflette sul nesso tra i valori della politica e quelli della Massoneria. La successiva intervista al Gran Maestro ha invece per tema il rapporto tra la Massoneria e i giovani. Clicca per Vedere

 

  • 10.06.2008 - Torino - "Dalla Massoneria l'impulso a una nuova era del dialogo" Intervista al Gran Maestro Gustavo Raffi sul Giornale del Piemonte. Leggi l'intervista

 

  • 18.06.2008 - Roma - “Riguardo alla operazione giudiziaria della Dda di Palermo che ha condotto all’arresto di alcuni indagati per gravi delitti e, nello specifico, per aver tentato di rallentare provvedimenti penali a carico di mafiosi, il Grande Oriente d’Italia prende atto della riportata affiliazione delle persone coinvolte ad organizzazioni sedicenti massoniche che in nessun modo sono  riconducibili alla Libera Muratoria Regolare di Palazzo Giustiniani”.

    Lo ha dichiarato l’avvocato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani.

    “Non posso tuttavia che stigmatizzare – aggiunge -  il malvezzo delle cronache di riferirsi alla massoneria in termini generici, così da indurre la pubblica opinione alla falsa credenza che esistano un vincolo ed un sistema unitario delle realtà massoniche o sedicenti tali. La superficialità con cui si cede alla tentazione di fare di ogni erba un fascio impedisce le necessarie distinzioni tra le identità e finisce per esporre alla gogna ed alla riprovazione, grazie alla cultura del sospetto, tutti coloro che, pur essendo onesti, rispettosi della legge e portatori di valori universali, vengono così ad essere accomunati da una sorta di marchio di fabbrica”.

    Respingo con sdegno e senza appello tali accostamenti e preannuncio che il Grande Oriente d’Italia, a tutela della onorabilità dei Liberi Muratori,  si costituirà parte civile nel processo penale in questione”.

    Roma - (Adnkronos) - Nessun iscritto al Grande Oriente d'Italia, la più importante obbedienza massonica del paese, risulta coinvolto nell'inchiesta della Dda di Palermo sull'esistenza di una presunta rete di affiliati a Cosa nostra che avrebbe cercato di rallentare procedimenti penali a carico di mafiosi delle province di Agrigento e Trapani. Tiene a precisarlo il Gran Maestro del GOI Gustavo Raffi. ''Nessuno degli indagati risulta nei nostri elenchi. E dispiace - ha sottolineato - che in occasioni come questa si finisca suggestivamente per tirare in ballo la Massoneria senza precisare di cosa si sta parlando. Senza fare i necessari e dovuti distinguo. In Italia esistono una miriade di sedicenti organizzazioni massoniche. Certo, il Grande Oriente d'Italia non ha l'esclusiva sul 'marchio'. Ma si identifica con la Massoneria, quella storica con una tradizione e una immagine da tutelare''.

 

  • 23.06.2008 - Alghero - Vincenzo Sulis, notaio, avventuriero e memorialista cagliaritano vissuto tra il 1758 e il 1834, è dedicata la giornata del 5 luglio ad Alghero. Si celebrerà il suo 250esimo anniversario di nascita con un convegno al Teatro Civico (ore 18) al quale interverranno il Gran Maestro Gustavo Raffi, il sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga (figlio del Presidente Emerito della Repubblica), il sindaco di Alghero Marco Tedde, il sindaco di Cagliari Emilio Floris e quello di La Maddalena, Angelo Comiti. “Vincenzo Sulis – Cittadino d’Europa” è il titolo dell’incontro - patrocinato dal comune algherese e organizzato dall’Associazione “Vincenzo Sulis” della città, emanazione dell’omonima loggia massonica di Alghero - che farà conoscere al grande pubblico una figura storica poco celebrata nell’Isola. Non certo dagli algheresi che gli hanno dedicato la più imponente delle sei torri catalane sul mare (la Torre dello Sperone), dove fu imprigionato per ventidue anni per una falsa accusa di lesa maestà: un falsissimo processo scaturito in condanna a morte, poi commutata nel carcere a vita. Graziato nel 1821 da Carlo Felice, fu confinato a La Maddalena, dove finì i suoi anni e scrisse la sua Autobiografia, inedita fino al 1964. Fu un innato capopopolo: contro i Francesi nel 1793 e i Piemontesi nel 1794, anche se sposò la causa sabauda quando Carlo Emanuele IV, perduto il Piemonte, trovò rifugio in Sardegna. I suoi oppositori gli allontanarono, però, le simpatie del popolo e del re con insinuazioni e calunnie. Di qui l’epilogo. Al convegno porteranno contributi sul personaggio, il filologo Giuseppe Marci dell’Università di Cagliari e il preside del Liceo “Brotzu” di Quartu Sant’Elena, Luciano Carta. Il Gran Maestro Gustavo Raffi chiuderà i lavori, moderati dall’avvocato Alberto Sechi, presidente dell’Associazione “Vincenzo Sulis”, nonché maestro venerabile dell’omonima officina. In occasione della visita del Gran Maestro Raffi ad Alghero, la loggia “Vincenzo Sulis” ha organizzato per il giorno successivo, 6 luglio, una tornata congiunta di tutte le logge della Sardegna. L’appuntamento è nella sala conferenze dell’Hotel Catalunya (Via Catalogna, 20) alle ore 10. É gradita la presenza dei labari delle logge partecipanti. Gli organizzatori hanno stipulato una convenzione con l’Hotel Catalunya per la cena della sera del 5 luglio (costo 45 euro) e per un eventuale pernottamento nell’albergo (camera doppia 150 euro; doppia uso singola 117 euro). Prenotazioni: Società eQuòrea di Alghero (tel. 0799 76542, fax 1782760323, e-mail info@equoera.it) responsabile anche del programma di intrattenimento per gli accompagnatori. Altre informazioni: venerabile@loggiavincenzosulis.it

 

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