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Le Cinquanta Porte |
Rabbi Hiyâ e Rabbi Yossé, un giorno, viaggiavano insieme. Giunti che furono presso una casa di campagna, Hiyâ disse a Rabbi Yossé: la lettura Bara Shith (= ha creato sei) è certamente ben fondata, infatti noi troviamo nel Genesi le opere create durante i sei giorni, e non altre; però vi sono diverse opere nascoste di cui si parla in un trattato sui misteri del Genesi. Qui è scritto che il Santo Misterioso ha inciso un punto (Zohar I,2a, 15a, e 40a); ed in questo punto ha chiuso tutte le opere della creazione, proprio come si chiude (qualcosa) con una chiave. Questa chiave chiude il tutto in un Palazzo. Anche se è il palazzo a contenere il tutto, è sicuramente la chiave la cosa più importante; infatti è lei che apre e chiude. Questo palazzo, che contiene misteri ognuno più rilevante dell’altro, ha cinquanta Porte. Dieci aprono su ciascheduno dei quattro punti cardinali: e questo fa quaranta porte. Nove porte danno al Cielo, mentre di Una si ignora se dia accesso in alto o in basso; ed è questo il suo mistero. Esiste, per tutte queste porte, una sola serratura, ed esiste un luogo in cui ricevere questa chiave; questo posto ha l’impronta della chiave stessa e non lo si può conoscere che per il suo tramite (per mezzo della chiave). Ecco, quindi, a cosa allude il passo “Berechith Bara Élohïm”: “Berechith” è la chiave che chiude tutto, è lei che apre e serra le sei porte che danno accesso sulle sei direzioni, per cui, per deduzione, le contiene in se stessa. Il termine “Berechith” contiene una parola aperta, vale a dire feconda: Shith, e contemporaneamente una parola chiusa, ossia sterile: Bara.
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