La grande malizia degli uomini 

 

 

 

È scritto (Genesi VI,5): E Dio vive che la malizia degli uomini che vivevano sulla terra era grande e che tutti i pensieri dei loro cuori erano diretti al male.

Rabbi Yehouda esordì in una delle sue assemblee in questa maniera: La Scrittura (Salmi V,5) dice: Tu non sei un Dio che approva l'iniquità; presso di te lo spirito malvagio non trova dimora. Questo versetto è stato già spiegato; ma notate, comunque, che emerge da queste parole la notizia che chiunque si attacca allo spirito tentatore e si lascia guidare da lui, cade in una tale impurità da sporcare tutti quelli che avvicina, così come è stato già detto. La Scrittura dice: ... La malizia degli uomini era grande. Dio ha esercitato la sua indulgenza e non ha voluto per nulla, a dispetto delle loro cattive azioni, prostrare di sofferenze gli uomini di quella generazione, fino a quando non sparsero inutilmente del sangue sulla terra, in altre parole: praticarono l'onanismo, azione che è assimilata all'omicidio. Chi fu ad averli incitati a praticare l'onanismo? La Scrittura risponde: ... E i pensieri dei loro cuori erano tutti diretti al male (râ). In questo passo, la Scrittura si serve della parola male (râ). [57a] Ed altrove è detto (Genesi XXXVIII,7): Ed Er, figlio maggiore di Giuda, agì male (râ) dinanzi a Dio. Ora, è noto che il crimine di Er consisteva nella pratica dell'onanismo[1]. Rabbi Yossé chiese: non è, dunque, sinonimo di rascha (cattivo)? Rabbi Yehouda gli rispose: No; questi due termini di merito non sono sinonimi. Si è apostrofato come rascha (cattivo), soltanto per aver sollevato la mano contro il proprio prossimo, anche se non gli si è fatto alcun male, così come è scritto (Esodo II,13): Ed egli dice a quello che colpiva l'altro; cattivo (rascha), perché colpisci tu tuo fratello? La Scrittura non dice: Perché hai colpito tuo fratello? poiché se lo avesse riportato, si sarebbe potuto supporre che l'atto fosse stato compiuto, in altre parole che aveva realmente colpito il suo prossimo; ma dice: Perché colpisci tu tuo fratello? ciò prova che l'atto non era stato ancora consumato, ma che si preparava solamente a colpire. Tuttavia la Scrittura lo qualifica rascha. Il termine râ, invece, è riferito soltanto a chi pratica l'onanismo, il quale offrendo la propria forza allo spirito impuro indicato con il nome vilipendere se stesso e gli altri. Questo è il senso delle parole della Scrittura: ... e che tutti i pensieri del loro cuore erano applicati a Râ (male). L'uomo macchiato di questa sozzura non entrerà mai nel Palazzo celeste e mai vedrà il viso della Schekhina che, proprio a causa del suo peccato, ha allontanato da questo mondo. Di dove sappiamo che, a causa dell’onanismo, la Schekhina è allontanata, da questo mondo? Da Giacobbe. Perché, quando la Schekhina si allontanò da Giacobbe, questo temette che ci fosse qualche macchia tra i suoi figli, vale a dire che a seguito ad una perdita seminale avesse generato un figlio del lato del demonio. Temeva che fosse stato questo peccato ad aver dato accesso nel mondo allo spirito impuro e che avesse diminuito la luce della luna. Ora, se Giacobbe temeva che l'allontanamento della Schekhina avesse per causa, una semplice perdita seminale, a maggior ragione la Schekhina si allontanerebbe dal mondo in seguito alla pratica dell'onanismo, pratica che insudicia l'uomo che vi si dedica e contribuisce a fortificare lo spirito di impurità. Ecco perché chi pratica l'onanismo è chiamato .

Notate che gli uomini dediti a questo vizio, non sono mai visitati dal Santo, baruk ha-shem; ma in compenso lo sono, ogni giorno, dal demonio chiamato così come è scritto (Proverbi XIX,23): Il timore del Signore conduce alla vita; e chi ne è pieno riposerà non visitato dal male (Râ) [2]. La Scrittura vuole dire che chiunque cammini sulla via del bene non è visitato dal demonio chiamato . Tale è il senso delle parole della Scrittura: ... E che tutti i pensieri del loro cuore erano in ogni momento diretti al male (Râ). Tale è anche il senso delle parole dello Scrittura (Salmi V,5): Lo spirito maligno (Râ) non rimarrà vicino a te. Il demonio, da cui sono posseduti quelli che praticano l'onanismo, è chiamato , e non Rascha. Quanto precede spiega, infine, le parole della Scrittura (Salmi XXIII,4): Anche se camminerò nel mezzo dell'ombra della morte, non temerò il male (Râ), perché sei con me

 


 

[1] Il Tiqouné ha-Zohar, XIX, afferma che il crimine di Er era della stessa natura di quello di Onan, suo fratello. [Torna al Testo]

[2] Lo Z. dà alle parole }yly xbcr il significato di, dormire pacificamente. Dando alla parola uxbr il senso di sette, il Talmud, trattato Berakhoth foglio 14a e 55b, traduce questo versetto nella seguente maniera: chiunque trascorra sette notti consecutive senza sognare è chiamato un cattivo (Râ). [Torna al Testo]